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Autore: RaElle    06/12/2015    0 recensioni
"Hei, Real... ci sei? Stai battendo la fiacca!"
Dal basso della sua 31° posizione, Real Time fece finta di nulla, rimirandosi le unghie laccate di rosa shocking e lisciandosi i capelli freschi di shampoo. Si passò il rossetto sulle labbra per poi schioccarle, sorridendo allo specchio, sapendo perfettamente che quella gioia era destinata a durare poco.
"Tanto ti molla. Come se non ti conoscessi!" ghignò con cattiveria Dmax. "Inutile perdere tempo a conciarti che manco fosse Hallowen, non finirà bene."
Genere: Generale, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Dmax sbuffò, annoiato.
Si sporse leggermente dal suo 52° canale, ignorando bellamente le altre reti, messe lì solo a riempire un numero, prima di chiamare rozzamente l'unica che riusciva a fargli passare la noia.
"Hei, Real... ci sei? Stai battendo la fiacca!"
Dal basso della sua 31° posizione, Real Time fece finta di nulla, rimirandosi le unghie laccate di rosa shocking e lisciandosi i capelli freschi di shampoo. Si passò il rossetto sulle labbra per poi schioccarle, sorridendo allo specchio, sapendo perfettamente che quella gioia era destinata a durare poco.
"Tanto ti molla. Come se non ti conoscessi!" ghignò con cattiveria Dmax. "Inutile perdere tempo a conciarti che manco fosse Hallowen, non finirà bene."
Real lo fulminò con quegli occhi azzurri che avrebbero fatto perdere la testa a chiunque. A chiunque, ma non a lui, che si lasciò andare ad una risata sbracata. "Vediamo..." tornò all'attacco "Vi siete conosciuti in quello che tu hai definito in un appuntamento da incubo. E speri ancora che possa funzionare? Nah." scosse la testa, senza speranza.
"Non sono affari tuoi. Credo di avertelo detto mille volte." rispose pacamente Real. "E poi... con lui andrà bene, è quello giusto, me lo sento."
"E come fai a saperlo? Dai, Real!" sbottò esasperato Dmax. "È un damerino, non ha carattere, sembra non avere un fottuto difetto! È ovvio che qualcosa andrà storto." concluse incrociando le braccia.
Real alzò gli occhi a guardarlo, e in quell'istante, in quell'istante, sarebbe potuta partire erroneamente una disinstallazione o il salto dell'impianto elettrico, ma lui non avrebbe sentito né percepito nulla. Real era così...
"Non puoi andarci." le impose, preso con le spalle al muro.
"Perché no?" gli chiese, sbattendo inconsciamente le ciglia con sensualità.
"P-perché... perché sei tu il problema!" balbettò Dmax in extremis.
Real Time si trattenne dall'urlare solo perché era una signora, lei. "Sarebbe a dire?" chiese con voce smielata.
Dmax sfoderò nuovamente il suo peggior sorriso da sudicio camionista, prima di partire con la sua sfilza giornaliera di insulti.
"Perché sei una donna vuota! Ma ti sei vista? Passi le giornate a nutrire il tuo ego con programmi insulsi, stupidi, pieni di roba fru fru, quando non ti accorgi di quanto hai attorno!" esternò, condendo il tutto con una pizzico di acidità.
Real inarcò le sopracciglia. "Cosa vorresti saperne tu, di donne? Con quante sei uscito?"
"Non sono cose che ti riguardano!" ribattè Dmax offeso.
"Ti ricordi il tuo primo appuntamento?" cambiò subito discorso lei. "Io non ricordo il mio." fece fintamente pensierosa.
"Te credo... avevi un diavolo in famiglia che non te ne faceva passare una!" ringhiò a bassa voce. "Io ricordo il mio... e puoi benissimo indovinare con chi ero." fece punzecchiandola.
Real arrossì, e nascose l'imbarazzo dietro un leggero attacco di tosse. "Non qui." gli sibilò, vedendo gli altri canali sintonizzarsi all'improvviso.
"Perché no? Non era male, ricordo che ero nuovo da queste parti!" sorrise l'altro.
"Perché? Non ho un buon ricordo, preferirei dimenticare." confessò, facendogli inconsapevolmente mancare un battito.
"Cosa non ti è piaciuto?" chiese, fingendosi disinteressato.
"Vediamo..." cominciò lei, tenendo il conto attraverso le tacche del volume. "Mi hai portata in quello stupido ristorante gestito da quelli che tu hai anche osato definire amici... cattivissimi amici, direi io!" sibilò al ricordo.
"Ma che ti hanno fatto?" rise DMax, ben sapendo cosa fosse successo.
"Cosa? E hai anche coraggio di chiedermelo, io non ho parole!" borbottò stropicciandosi il lungo abito bianco. "Si sono presentati a tavolo nudi e crudi! Voglio dire, nudi e crudi!" calcò la voce per mostrare la propria repulsione al solo ricordo.
"Erano particolari, te l'avevo detto." ammiccò di risposta.
"In quel momento ero talmente imbarazzata..." riprese Real "Ahh, lasciamo stare. Avrei preferito dover scegliere tra mille modi diversi di morire piuttosto che rimanere lì un solo minuto in più."
"Esagerata. Come tutte le donne!" frecciò lui con noncuranza. "In effetti non era andata bene, però mi sono divertito!"
"Io no. Ci si aspetterebbe di andare in posti galanti durante un appuntamento, e tu mi hai portata a..."
"Al ristorante rustico Il Re della Griglia."
"... e ci hanno servito i loro orrori..."
"... da gustare all'aperto..."
"... su tavoli unti e bisunti!"
Continuarono parlandosi l'uno sull'altro.
Si guardarono un attimo, prima di lasciarsi andare ad una lieve risata.
"Ero stanco." riprese allora Dmax. "Quel giorno ci eravamo fatti trascinare in quattro matrimoni, dovevo sciogliermi. E mi sono beccato un pugno per te, su quello stupido banco degli sposi." le rammentò.
"Non ricordarmi quel matrimonio!" sbottò Real, scandalizzata. "Non credo di aver mai assistito a nulla del genere. E dire che prometteva bene..."
"Da cosa? D'accordo che il tema era Il nostro grande piccolo amore, ma gli insulti si sono sentiti a chilometri di distanza."
"Non dovevano giocare a Vero o Falso." disse lei "Lui non doveva dirle di aver contratto una malattia misteriosa, l'ha spaventata."
"Spaventata? Lei ha fatto di peggio, cara la mia Real Time!" esplose l'uomo delle aste. "Quel poveraccio del wedding planner è rimasto talmente scandalizzato dalle parole della sposa, che crede tutt'ora di essere il boss delle torte. Ti sconsiglio di provarle, sanno di polistirolo."
"DiM, non mi ascolti mai." lo riprese lei, con quel nomignolo stupido ma che sapeva tanto di loro. "Ti avevo detto di non guardare com'è fatto."
"Ma per piacere, quello dovrebbe essere il suo marchio di fabbrica, e invece...!" lasciò cadere il discorso a metà.
Real gettò un'occhiata allo specchio, dove spiccava un post-it giallo con tre semplici parole: dire, fare, baciare. Un consiglio da applicare ad ogni appuntamento, attaccato lì da una vita. L'aveva sempre tenuto in considerazione, ma le venne in mente solo allora che con Dmax non aveva seguito quelle indicazioni.
Lui era troppo...
"Real, che ti prende? Guarda che se non vuoi andare a quello stupido appuntamento, non andarci e basta." le disse fraintendendo il suo sguardo.
"No, non è quello." rispose torcendosi le mani. "É solo che non capisco." ammise.
"Cosa non capisci?"
"Come siamo arrivati a questo punto. Tu sei così tanto concentrato sulle tue macchine, su quelle stupide aste, sugli affari, da non accorgerti quasi di null'altro."
"Ha parlato!" frecciò sarcastico. "Tu ti svegli e parti con le torte, passi alla ricerca del vestito adatto, poi non stanca ti affidi ad un boss delle cerimonie, via per il matrimonio e magari vinci anche una luna di miele da sogno, poi vi ritrovate in ospedale non sapendo di essere incinte, fate figli a go go e poi vi gettate a braccia aperte alle prime alte infedeltà, ve le date di santa ragione per crimini del cuore e finite a farvi ricucire a Bizzare ER... sei abbastanza lunatica, sai?"
Real si morse le labbra, offesa e ferita da quel suo modo brutale di fare e dire le cose. "Sarà anche vero, ma tu hai la delicatezza di un ippopotamo infangato in un negozio di abiti da sposa. Attento, a furia di fare affari a quattro ruote ti ritroverai a corteggiare una macchina."
"Almeno avrà sedili imbottiti più reali dei tuoi, Real." la insultò velatamente. "Con chi esci stasera?"
"Non credo sian... anzi no, ti interesserà saperlo. Esco con Fine."
Dmax spalancò gli occhi, guardando un paio di canali più in basso rispetto alla sua postazione. "Nooo. Ma allora sei proprio scema come credevo!"
"Non permetterti, sai?"
"E invece mi permetto... quello ha solo soldi a palate, dillo che uscite insieme solo per questo!"
Real aggrottò la fronte, pensierosa. "No. Davvero... lui si è rivelato essere un gentiluomo. Mi porta in ristoranti di classe, mi tiene per mano, mi sta vicino quando ho bisogno. Insieme abbiamo girato il mondo alla ricerca delle migliori case, e sempre intorno al mondo abbiamo scoperto le migliori tradizioni culinarie di ogni singolo paese. Gli ho dato una possibilità e lui ha centrato in pieno il mio cuore."
"Anche io ti ho portato a mangiare in posti particolari." disse monocorde Dmax.
"Già, mi hai portata ad abbuffarmi in un man vs food, con cibo pescato a mani nude nella palude che si trovava dietro al locale." gli chiarì con amarezza Real Time. "Non ha funzionato. E mi chiedo ancora adesso come andrà a finire."
Dmax rise per stemperare la tensione. "Andrà come sempre. Che vuoi fare, troncare la connessione tra i due palinsesti?"
"No!" urlò Real, presa in contropiede. "Cioè... non mi dispiaci, come amico intendo. Ci tengo a te e vorrei che rimanesse tra noi lo stesso rapporto di sempre."
Dmax sospirò lentamente, dandosi il tempo di accettare quelle parole che gli giungevano al cuore come un calo d'ascolti in piena stagione televisiva. "Ovvero un rapporto continuo di rivalità." disse infine.
"Un civile rapporto di rivalità." sorrise Real. "Affare fatto?"
"Questa però è una mia battuta!" borbottò Dmax, sorridendo nonostante tutto.
Lui era quello che a fine serata aveva le mani sporche di olio per macchine, con una panza che faceva concorrenza a quella dell'omino della Michelin; era quello che non diceva mai di no ad un nuovo piatto di pasta con ragù di topolini, e che non si vergognava mai di essere sbroccato o diretto da risultare imbarazzante.
Lui era Dmax, l'uomo duro e puro, eppure era appena stato friendzonato.

   
 
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