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Autore: Dasaja    06/12/2015    1 recensioni
Pensavo fosse un giorno come tanti, eppure ha cambiato il corso della mia vita. Mai e poi mai avrei pensato che uno sguardo potesse cambiare tutto..
Genere: Generale, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Connor Ball, Nuovo personaggio
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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CAPITOLO 1

•22 settembre 2015•
Era iniziata da poco la scuola superiore.
Nuovi compagni, nuovi professori, nuovo luogo. Eppure tutto questo non mi spaventava, ero pronta a vivere un nuovo inizio e così fu. 

Dopo una settimana passata molto velocemente, né iniziò un'altra. Da una giornata che appariva come tante altre, mai e poi mai mi sarei aspettata un avvenimento che avrebbe cambiato così radicalmente la mia vita. Sebbene stupido è stato decisivo. Ti spiego meglio.

A scuola ero un po' tesa perché l'ambiente mi era totalmente nuovo. Nonostante ciò mi trovavo bene. Dopo cinque ore di lezione si propagò nell'aria quel suono tanto amato dagli studenti : la campanella di fine lezione. Così misi le penne dentro l'astuccio, lo chiusi, lo posi in cartella e mi avviai verso l'uscita con la mia migliore amica Alice. Entrambe molto stanche, nonostante avessimo programmato di uscire quel pomeriggio decidemmo di rimandare e di tornare direttamente a casa. Così ci avviammo verso la Stazione Centrale, per prendere l'autobus. 

Chi si sarebbe mai immaginato che l'avrei incontrato? Eppure il destino ha voluto tutto ciò.

Arrivate alla Stazione vedemmo il nostro autobus parcheggiare e ci avviammo al suo interno per prendere i posti. Purtroppo, come sempre, era già pieno e ci toccò rimanere in piedi. Il nostro era (e lo è tutt'oggi) uno di quegli autobus sempre pieni. Corpi umani schiacciati da altri corpi umani, il cosiddetto "sardina-time", in cui ti era impossibile fare qualsiasi cosa, a volte anche respirare era faticoso. 

Così arrivò l'autista che accese l'autobus e partimmo. Pensando che fosse un giorno come tanti io e Alice iniziammo a parlare del più e del meno, dei compagni di classe nuovi, dei professori, della scuola in generale. Un tragitto normale all'apparenza no? E invece no. Cioè si, normale fino a quando il sardina-time non cessò. 
Finalmente un po' di aria. 

Molto più libere io e Alice iniziammo a ridere per i nostri discorsi stupidi sui ragazzi.
Poi ad un tratto volsi lo sguardo verso sinistra, senza alcun interesse ovvio.
 Mi accorsi di un ragazzo che immediatamente mi colpì.
Era concentrato sul suo telefono. 

Capelli color nocciola, lineamenti del viso particolari. Questo mi colpì da subito. Presa da lui, lo fissai per qualche minuto ignorando totalmente Alice che mi stava parlando.

 Ad un tratto il ragazzo alzò la testa e puntò il suo sguardo direttamente su di me. Fu un momento strano e di indecisione. I suoi occhi. Quegli occhi sono stati la mia rovina. Appena alzò lo sguardo, il color ghiaccio dei suoi occhi mi scrutò. In quel momento non sapevo se continuare a fissarli per la bellezza o abbassare la testa perché ero stata scoperta mentre lo fissavo. 

Non mi importò molto. 
Rimasi paralizzata di fronte a lui. 
Non mi era mai successa una cosa del genere. 
Non capivo più nulla. 
Troppe emozioni tutte insieme.
Poi di scatto rivolsi il mio sguardo verso Alice che mi stava parlando e annuii fingendo di aver ascoltato il suo discorso. 
Non mi importava se mi avrebbe scoperto, appena ne ebbi l'occasione iniziai a fissarlo di nuovo. Eppure questa volta quando alzò la testa decisi di non fuggire. Continuai a guardarlo e senza motivo apparente sorrisi. Lo feci senza pensare.
Lui ricambiò. 
Mi sentivo al settimo cielo. 
Il suo sorriso era stupendo, diverso da tutti gli altri.
Alice, ignara del fatto che la stessi ignorando, continuava a parlarmi e a chiedermi "ma mi stai ascoltando?".
Io annuivo.
Sguardo fisso su di lui, notai che guardandomi, si chinò in avanti verso il suo amico (presumo) e gli sussurrò qualcosa nell'orecchio. 
Subito dopo questo ragazzo si girò verso di me. 
Capii subito che gli aveva detto qualcosa che mi riguardava, ma non mi importava. 
Alice, notando che non la stavo più ascoltando da un bel po', cercò di seguire il mio sguardo e capì che stavo fissando quel tipo. Subito disse "Wow, sai che assomiglia un po' a Martin Garrix?" 
Inizialmente non ci feci caso. 
Forse un po' di somiglianza c'era, ma in quel momento non mi importava. Ero persa nel suo sguardo.
Passai più della metà del tragitto così, cercando quei due occhi di ghiaccio.
Quando dovetti scendere non distolsi neanche un attimo lo sguardo da lui. 
Una volta sul marciapiede notai che mi fissava. Fu un momento meraviglioso. Il sentirsi cercata. Non lo dimenticherò mai quel momento. 
Pensavo che fosse stato solo un incontro casuale. 
Temevo di non rivederlo più.
Eppure non fu così..
   
 
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