Il ritmo di Stray Heart riempì la stanza e io mi rigirai nel letto per qualche minuto sperando smettesse.
Guardai l'orologio, chi poteva essere alle quattro di mattino?
Non aspettavo nessuna chiamata.
Tesi la mano in direzione della luce dello schermo e presi il cellulare, per non rimanere accecata chiusi gli occhi e risposi.
"Sveglia svegliaaaaa! Pronta per il primo giorno? Stavi dormendo vero? Devi prepararti! Siamo già in super ritardo! Cosa ti metti? Io ho messo i jeans aderenti con la canotta viola e un cardigan nero! Scommetto che sei ancora in pigiama! Ah ho fatto proprio bene a chiamarti!" Ricordai solo la prima di quella tempesta di domande.
In un angolino remoto del mio cervello addormentato sapevo già che mi avrebbe chiamato ma non volevo crederci.
"Padme ti rendi conto che sono le 4:00 del mattino e la scuola inizia alle 7:50? Ho due vite per prepararmi! E no... non sono affatto pronta e non ne ho nessuna voglia..."
"Elise! Oggi è il primo giorno di scuola e devi renderti presentabile! Ci saranno un casino di compagni nuovi! E tu non ti sei ancora alzata! Devi truccarti decentemente e farti la piega, non voglio vederti con i capelli tutti arruffati come il solito!"
Quando si fissa una cosa in testa chi glie la toglie più? pensai.
"Rendermi presentabile? Stai dicendo che per il resto dell'anno non lo sono?"
"Beh... diciamo che il primo giorno di scuola bisogna essere modelle e per il resto dell'anno siamo praticamente tutti in pigiama" rise e mi lasciai contagiare.
"Quando sentirai la mia prossima frase scommetto che sarai alla mia porta tra mezz'ora", la sfidai, "io opterei per pantaloni neri bucati sul ginocchio, vans all black, maglietta nera e solito trucco!". Mi preparai al suo urlo assordante: "NOOOOOOO non puoi..."
"a dopo, ti voglio bene anche io!" e chiusi a chiamata rischiando la vita.
Scesi le scale, andai in cucina e preparai la colazione cercando di non svegliare mia madre e mio padre.
Quaranta minuti dopo ero pronta e la mia migliore amica mi chiamò al cellulare avvertendomi che era fuori e di aprirle la porta.
Quando entrò mi obbligò a truccarmi e a farmi la piastra ai capelli.
Il risultato non era male.
Ero pronta per il primo giorno di scuola.
***
Il tragitto in bicicletta da casa mia era quasi finito e cominciavo a sentire l'imbarazzo aumentare e le guance arrossarsi... quello era il mio più grande problema da sempre.
Potevo parlare con qualsiasi persona, maschio o femmina, conoscente o amico, che diventavo rossa dopo poco tempo.
Solo con le persone che conoscevo da più tempo il mio sangue si controllava.
Ormai non ci facevo più caso ma puntualmente qualcuno riusciva a ricordarmelo senza capire che poi io sarei diventata ancora più rossa.
Parcheggiamo le bici ed entriamo nello spiazzo davanti alla scuola.
Ho imparato ad aspettare che la gente saluti me prima di salutare loro perché di solito i compagni vecchi non mi salutano mai.
Mi capita sempre di fare figure orrende salutando persone che mi guardano e mi passano difianco come se io non esistessi e ignorano il mio 'ciao'.
Passato lo spiazzo, che sembra un tappeto rosso da sfilata considerato che tutti ti fissano per trovare ragazze o ragazzi interessanti o perché sono semplicemente curiosi, andiamo a vedere il tabellone delle lezioni.
Prima ora Fisica, fantastico, di nuovo come i due anni precedenti.
Odio questa cosa.
Sento altri ragazzi che come me e Padme si lamentano e mi volto a guardarli.
Capelli ricci o sparati in aria, vestiti alla moda, alti, tutti con fisici magnifici.
Loro sono... non faccio in tempo a finire il pensiero che due occhi azzurro ghiaccio si fissano nei miei...
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Ciao a tutti!
Ho deciso di scrivere questa storia e spero vi piaccia... votate commentate che mi fa piacere!
With love❤