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Autore: Anairim M    06/12/2015    3 recensioni
"Stavo riflettendo sui lati crudeli della vita, quando una dolce voce mi parla, all'improvviso. E' un bambino biondo, con i capelli ricci e un viso molto fine, accompagnato dalla sua mamma."
Genere: Malinconico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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"Papà, papà! Ti ricordi ancora di quella volta in cui...". "Come potrei scordarla, figliolo...da quel momento cambiò la mia vita."
Three years before
E' una mattina gelida, le strade sono ricoperte di neve, le persone ben coperte con delle grosse felpe e sciarpe. Sono un uomo di 36 anni; sono stato costretto ad abbandonare la casa in cui vivevo, poichè stato licenziato dal proprio lavoro. Ora mi ritrovo a vivere per strada, senza nessun aiuto e nessuna considerazione da parte di tutte le persone che mi passano davanti, ignare che anche un piccolo gesto per me sarebbe grande. Per le persone il natale significa stare in famiglia, ricevere regali e vivere in un'atmosfera rilassante e di pace. Per uno come me, che non ha nessuno con cui passare questo giorno, non ha niente con cui coprirsi dal freddo e niente da mettere sotto i denti, è un giorno come tutti gli altri... se non fosse per..
Stavo riflettendo sui lati crudeli della vita, quando una dolce voce mi parla, all'improvviso. E' un bambino biondo, con i capelli ricci e un viso molto fine, accompagnato dalla sua mamma. Mi rivolge un semplice "Ciao!". Per me ciò significa tanto, e' da tempo che qualcuno non mi rivolge la parola. La mamma del bambino, anch'ella con viso gentile, ricambia cordialmente il saluto; Dopo aver preso il figlio per la mano, entra in un negozio alimentare, uno dei pochi ancora aperti in questo giorno. Dopo pochi minuti, immagino la mamma distratta a comprare l'essenziale per quel giorno speciale, il bambino si divincola ed esce a parlare di
nuovo con me. Mi chiede perchè io abiti per strada; Gli spiego, come si può spiegare ad un bambino, perchè. Egli prova grande tristezza per me e mi chiede: "Potrebbe succedere la stessa cosa pure a mia mamma? E in quel caso anch'io non avrei più una casa vero?". Egli scoppia in lacrime. Io lo consolo, dicendo: "No, non capiterà anche a te. Suvvia, a Natale non si piange!". La mamma del bambino, ormai accortasi che suo figlio e' fuori con me e vedendolo in lacrime, ci parla. Evidentemente il bambino ha ereditato la gentilezza e l'empatia dalla mamma, la quale mi chiede se io abbia voglia di passare il natale con loro.
Incredulo, di come oltre persone menefreghiste, ne esistano anche di così tanta bonta', accetto.
"Il proseguimento lo conosciamo entrambi; Foste così gentili da darmi un'opportunità ed è grazie a voi se ora sono dove sono e sono come sono! Quel giorno mi cambiaste la vita... conobbi l'amore della mia vita, cioè tua madre e scoprii in me un senso paterno che non sapevo di avere, grazie a te, figlio mio!", dissi con le lacrime agli occhi.
"Anche per noi è cambiata la vita, da quel giorno io ho un papà. Non potevo sperare regalo migliore". Ad un certo punto, mio figlio modificò la sua voce, come per imitare la mia e disse: "Suvvia, a Natale non si piange!!" E scoppiammo in una grassa risata.
   
 
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