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Autore: Fireflies__    06/12/2015    1 recensioni
Quando Nikki dice a James di essere incinta, James si incazza.
Non naturalmente con lei, che è talmente bella da dirglielo per messaggio per paura che lui reagisca male, ma con sé stesso.
Non l’avevano cercato il bambino. Non proprio, almeno. Ne avevano parlato e discusso, parlando uno sull’altro del nome che gli avrebbero dato e di come sarebbe stata la sua scrivania, lui sognava una ragazza da viziare e lei un bambino a cui mettere le Jordan sin dal battesimo.
Il discorso si era spento lì.
Genere: Drammatico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Spesso mi chiedo dove sei con chi sei e soprattutto chi sei?

 

Quando Nikki dice a James di essere incinta, James si incazza.

Non naturalmente con lei, che è talmente bella da dirglielo per messaggio per paura che lui reagisca male, ma con sé stesso.

Non l’avevano cercato il bambino. Non proprio, almeno. Ne avevano parlato e discusso, parlando uno sull’altro del nome che gli avrebbero dato e di come sarebbe stata la sua scrivania, lui sognava una ragazza da viziare e lei un bambino a cui mettere le Jordan sin dal battesimo. 

Il discorso si era spento lì. Le sere dopo c’era sempre stato un film divertente in TV da guardare, qualcuno con cui bere una cosa al bar sotto casa o una bella notizia per cui fare l’amore- anche se erano solo le ventuno. James si era quasi dimenticato della sua piccola Clare, del colore dei fiocchi che le avrebbe messo in testa e di come lei avrebbe dimenato le gambine mentre la portava all’asilo in braccio. Si era stretto Nikki vicino, i lunghi capelli biondi di lei che profumavano in quel modo che non era mai riuscito a ritrovare da un’altra parte, quel profumo che metteva fine a tutti i loro litigi perché lui non riusciva a trattenersi dal volerla, tutta per sé.

Quando arriva la notizia di Nikki non pensa neanche per un secondo che lei lo abbia fatto intenzionalmente, magari smettendo di prendere la pillola, per fregarlo. Semplicemente perché Nikki è buona, e perché è spaventata quanto lui. 

Parte quella sera e torna il weekend da sua madre, senza neanche incrociarlo al ritorno da lavoro. 

è naturale che terranno il bambino, quasi scontato. Si amano, lui ha finito l’università e all’ospedale guadagna bene, e ormai lei è prossima alla laurea. Sono giovani, a ventitré anni non si fanno i bambini nel ventunesimo secolo, ma loro saranno l’eccezione. Presto la sua piccola Clare- o il piccolo Tyler di lei- sarebbe stato libero di scorrazzare per la loro cucina, lui l’avrebbe preso in braccio e sarebbero diventati grandi insieme.

Perché sì, James si incazza perché non è pronto. Si è lasciato cogliere impreparato, nonostante la laurea in medicina- fa il pediatra, cazzo-, e il bambino si troverà con un padre ancora bambino. E lo sa anche Nikki, che è sempre stata matura, anche quando avevano sedici anni e facevano un sacco di cazzate insieme, per questo è andata via, per pensare. James non sa cucinare, non sa piegare i maglioni e non sa prendersi cura di sé stesso. Prima di Nikki era perso e si accorge di esserlo ancora, in un solo weekend senza di lei. 

Prende a pugni il cuscino- quello brutto che avevano vinto da Tesco con i punti della spesa- dopo aver mangiato una pizza d’asporto da bravo padre fallito. Lei poteva non tornare, in fondo. Rendersi conto che ora che una vita le stava crescendo nella pancia doveva essere seria, lasciare perdere i sentimentalismi e gli affari di cuore. James non aveva un singolo dubbio sull’amore di Nikki. Lei lo amava con tutta la purezza dei suoi capelli biondi e la profondità degli occhioni grandi con cui lo guardava quando voleva che le facesse un massaggio alla schiena- anche se sì, lui era appena tornato dal lavoro ed era stanco morto. Ma non aveva neanche dubbi sull’intelligenza della ragazza. 

E James semplicemente non era un padre adatto.

Quando la rabbia se ne va, adagiandosi prima sul cuscino maltrattato per poi scivolare via sotto il divano, James si addormenta sul divano, sperando di risvegliarsi il lunedì grazie ai passi di lei che tornava a casa.

 

Invece si risveglia alle quattro del mattino di un sabato piovoso, impreca e nel girarsi si rende conto di essere sul divano, prima di cadere sul tappeto. 

Non ride, perché ormai ogni gesto di goffaggine che prima tralasciava grazie a Nikki- per cui era tutto adorabile- lo urta. 

Beve tre caffè e poi va a lavorare, dove i suoi piccoli pazienti percepiscono che qualcosa non va, ma non dicono nulla. 

Charlie, che naturalmente non è il suo migliore amico da decenni per caso, si fa trovare fuori dall’ospedale alla fine del turno.

“Cazzo, con il camice sembri un po’ John Carter.” Gli dice, senza nemmeno salutarlo.”Andiamo a fare un giro?” Spegne una sigaretta sotto le Jordan blu e nere e si scrocchia le dita fastidiosamente. Tutto in lui era irritante, ma a volte i migliori amici ti capitano e non puoi farci nulla. 

James annuisce, abituato alle uscite a sorpresa del ragazzo- che ha la faccia di uno che si è appena svegliato nonostante siano le cinque ed è talmente sexy da gettare subbuglio nelle vecchiette ricoverate che stanno facendo un giro accompagnate dalle infermiere in giardino. “Scusa, chi cazzo è John Carter?”

“Dai, quello di E.R! Quello figo.” Ribatte Charlie, sgranando gli occhi come a dire “non puoi non sapere chi è!”

“Ma George Clooney?” Continua a chiedere James, mentre salgono nella sua macchina- Charlie viaggiava tra mesi in cui non aveva un soldo e mesi in cui offriva cene a tutti, in ogni caso una macchina richiedeva troppa costanza per essere posseduta da lui. 

“No.” Gli risponde secco. “Dio mio, quello che muore poi... vabbé, so cosa regalarti a Natale. Ma vi fanno prendere la laurea in medicina senza aver visto Greys Anatomy e E.R?” 

James questa volta ride, leggermente, mentre mette in moto. “Certo che no, ma ho sedotto l’insegnante dell’esame e ho preso 18.”

Charlie gli tira una pacca alla spalla, poi scoppia a ridere. “Come stai coglione?”

“Divento papà.” Azzarda James, sperando di sentire un urlo strozzato e un “Davvero porcodio?” 

Ma naturalmente neanche questa gli va bene, perché Charlie replica con un “Lo sapevo già.” 

“Chi te lo ha detto?” James si aggiusta i capelli specchiandosi nel finestrino della macchina di fianco alla sua all’uscita dal parcheggio, mentre Charlie gli apre tutti gli scompartimenti della macchina cercando una cicles.

“Rosie.” Gli dice velocemente. “So già tutto.”

“Ogni tanto potrebbe stare zitta, volevo dirtelo io.” Replica nervoso.

“Quella a stare con Nate ha perso l’abitudine.” Scherza Charlie, che ha già buttato sul sedile posteriore tutto ciò che lo rallenta nella ricerca- stradari, scontrini, foto, cartacce, bottigliette d’acqua, un paio di mutande di Nikki su cui non fa commenti e occhiali da sole di vario genere.

“Sai anche che Nikki mi sta per lasciare?” Aggiunge James amaramente.

Charlie lascia- temporaneamente- perdere la sua ricerca e gli pianta i suoi spettacolari occhi addosso. “Ma ti sei rincoglionito? Ma ti pare?”

James non apre bocca. Non capisce. 

“Nikki non ti lascerebbe neanche se ti tagliassero il cazzo e te lo legassero in testa” Esclama, generando una faccia disgustata sul volto di James. “Figurati con un bimbo nella vagina.”

“Tecnicamente...” inizia James, ma si zittisce. Possibile che Charlie avesse ragione? Che Nikki lo volesse ancora?

“Sei proprio scemo.” Lo rimprovera ancora Charlie, arrabbiato. “Vedi di andare dalla tua donna entro domani mattina a dire che la ami e che risparmierai cento sterline al mese come minimo dato che sei fottutamente ricco per darle un avvenire soddisfacente quando farà nascere il vostro grasso erede eh? Altrimenti me la prendo io Nikki.”

E con questo, torna a cercare la cicles.

 

Bevono una birra al bar insieme, poi riaccompagna Charlie a casa sua e James- senza un euro nel portafoglio o un cambio d’abito- guida di filato fino a Oxford. Passa davanti a casa dei suoi genitori e tira dritto- avrà nove mesi per dare la bella notizia in giro- e rallenta solo per cercare posto nel vialetto davanti all’abitazione dei genitori di Nikki.

Suona trafelato e quasi saltella sul posto aspettando che la suocera gli apra, da bravo coglione che è. 

“James, ma cosa...” Esclama spaventato invece il papà della sua ragazza, quando lo vede lì fuori- sudato, con le occhiaie, la camicia mal abbottonata e i pantaloni spiegazzati, mentre tamburella con le dita sul cellulare; decisamente l’ultima persona che vorresti come padre per il tuo nipotino.

James, per una volta scordandosi della buona educazione, entra in casa spostandolo di lato, e vede subito Nikki.

é ancora più bella, come se avesse una luce in più. I lunghi capelli sono legati in una crocchia altissima e ha i piedi appoggiati sul tavolino del salotto, mentre seduta sul divano con sua mamma discute animatamente di qualcosa. Ha la fronte aggrottata, ma quando lo vede- al contrario della madre che si spaventa- le si rilassano i lineamenti e sorride.

James si accorge di essere rimasto bloccato in mezzo all’ingresso- sempre da bravo coglione- e avanza, ora timido.

“Ciao.” Le dice, piano.

Lei appoggia la tazza, si alza in piedi e gli vola incontro, abbracciandolo. 

Naturalmente la pancia ancora non è visibile, ma James già lo sente, il piccolino, che li stringe e li tiene insieme. 

“Ciao.”



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Boh ragazzi io non so neanche cosa sia
James e Nikki sono personaggi di un universo che spero di raccontarvi prima o poi, era il regalo di un'amica- un sole- e mi è venuto il trip di pubblicarla così, di domenica.
spero vi piaccia almeno la metà di quanto è piaciuta a lei. 
Un bacio! 

  
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