TRA MALANNI E
AUGURI….
Era una calda
notte di inizio primavera.
Tutto sembrava
tranquillo, immerso nella quiete pacifica del
sonno.
Il mare piatto
era leggermente increspato dalla delicata brezza profumata di
fiori.
La Thousand Sunny
era attraccata in una piccola baia presso
un’isoletta.
Sulla nave
sembravano tutti addormentati.
Nella cabina
maschile, Sanji si svegliò di soprassalto, sentiva il calore avvampare sulla sua
pelle e, malgrado la finestra tenuta aperta, gli pareva quasi di soffocare; gli
occhi, già lucidi per la febbre alta che lo divorava, li sentiva
bruciare.
Un leggero colpo
di tosse gli infiammò la gola già riarsa, brividi gli corsero lungo tutto il
corpo debole e prostrato per la lunga e fastidiosa malattia, avvolto dal leggero
pigiama verde acqua ormai zuppo di sudore.
Seduto sul
materasso, il ragazzo si guardò attorno, cercando di distinguere ciò che lo
circondava: discerse chiaramente la piccola figura di Chopper addormentata in
posizione fetale sul pavimento, tra gli zoccoli un panno ancora umido,
sicuramente utilizzato per dargli un poco di frescura, Usop che gli dormiva
accanto, seduto sulla sedia, Franky e Brook erano sicuramente fuori di vedetta,
ne poteva chiaramente sentire le risate, Zoro invece era poggiato contro la
parete, le sue katane al fianco, immobile.
Un altro colpo di
tosse e un improvviso calore al volto lo fecero quasi ricadere all’indietro sui
cuscini, odiava sentirsi così debole e
indifeso.
E tutto per colpa
di una banale influenza.
Con piglio
seccato, il giovane cuoco sospirò e scostò nervosamente le pesanti coltri che
ormai da una settimana erano il suo rifugio e poggiò i piedi bollenti sul fresco
parquet, cercando di mantenersi dignitosamente eretto: “Bel modo di passare il
compleanno…” sospirò sconsolato, dirigendosi a passo lento e barcollante verso
la porta. A fatica, riuscì a guadagnare il ponte di coperta e a inspirare una
boccata di pura aria salmastra, dopo così tanti giorni al chiuso ne sentiva più
che mai la mancanza.
Come affaticato
da quella breve passeggiata, si poggiò alla murata, nel vano tentativo di
riprendere fiato, non poteva nemmeno fumare, Chopper gli aveva requisito le
scorte e le aveva nascoste; il suo sguardo si soffermò sul panorama notturno che
circondava la Sunny: “Certo che questa è proprio una bella isola…” constatò lui,
indugiando sulla superficie del mare, colorata di argento, e sulle fronde degli
alberi.
Improvvisamente,
la sua attenzione fu attratta da una figura snella che si inoltrava guardinga
nel bosco, sparendo in breve alla vista.
Non aveva
dubbi.
Che diavolo ci
faceva Rufy fuori dalla stanza a quell’ora della
notte?
Il ragazzo serrò
i pugni: “Vuoi vedere che quel dannato capitano si è ancora una volta permesso
di entrare nella mia cucina senza permesso?? Oh, ma questa volta, febbre o meno,
gliela faccio pagare!” ringhiò il biondo, muovendo qualche incerto passo verso
la metà del ponte.
La passerella era
abbassata.
Impronte di
sandali andavano verso la boscaglia.
Sanji, furibondo,
si lasciò scivolare giù dalla passerella, cadendo coi piedi nell’acqua bassa e
bagnandosi un poco l’orlo dei pantaloni: imprecando per l’improvviso freddo, si
accinse a seguire il capitano; in poco, guadagnò la riva e cominciò a seguire
l’ombra, inoltrandosi a sua volta nella
boscaglia.
§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§
Chopper spalancò
gli occhioni, svegliandosi di soprassalto dal breve riposo in cui era scivolato
inconsciamente.
Rizzatosi in
piedi, la piccola renna si accorse subito di una
mancanza.
Guardandosi
febbrilmente attorno, scorse la porta della stanza
aperta.
Sanji era
sparito.
Nel panico, si
sporse sul cecchino che beatamente dormiva accanto a lui: “Usop, Sanji è
sparito!!” esclamò trattenendo a stento le lacrime, scuotendolo in malo modo,
“RAGAZZI, SVEGLIATEVI!! Sanji non è più nel suo letto!!” gridò poi, correndo da
una parte all’altra della camerata per svegliare i
compagni.
In poco tempo,
Zoro e Rufy si misero in piedi e pure Usop: “Dannato cuoco, dove mai sarà andato
con la febbre alta che si ritrova??” esclamò lo spadaccino, non senza una punta
d’ansia nella voce, in fondo a quel damerino ci teneva, “Dobbiamo trovarlo, in
queste condizioni potrebbe essere anche un pericolo per sé stesso!” affermò
Chopper, afferrando la borsa degli strumenti medici e consegnando una coperta a
ciascuno, “Se lo trovate, avvolgetelo in una di queste e riportatelo all’istante
in camera!” ordinò la renna, tramutandosi in forma umana e uscendo di corsa
dalla stanza.
“Ehi, ragazzi,
che diavolo succede?”.
La voce piccata
di Nami li bloccò una volta fuori dal dormitorio; la giovane, ancora in camicia
da notte, stava poggiata alla porta con Robin: “Sanji-kun non è più nel suo
letto, temiamo che sia uscito!” esclamò Usop, sostenendo meglio la coperta sulla
spalla, “Stiamo andando a cercarlo!” lo spalleggiò Rufy, “Venite con
noi?”.
Le due ragazze si
guardarono, sorprese e preoccupate e annuirono: “Certo che veniamo!” esclamò la
rossa, afferrando una giacca dal vicino attaccapanni e passandone una a
Robin.
I Mugiwara
uscirono di corsa sul ponte guardandosi attorno, ma del cuoco non v’era
traccia.
“Ehi, ragazzi!
Cosa succede?”.
La voce
preoccupata di Franky scosse i compagni, che si voltarono verso di lui,
vedendolo sul terrazzino con Brook: “Sanji non è più nel suo letto, temiamo che
sia sotto l’effetto di qualche allucinazione dovuta alla febbre.” parlò Robin
con voce grave, “Nami, tu resta qui con Chopper, Franky e Brook, ci pensiamo noi. Nel
caso tornasse indietro da solo, almeno troverà qualcuno ad aspettarlo, andiamo
io, Robin, Usopp e Rufy.” parlò Zoro, sistemando le katane, e seguendo i
compagni.
Usop, con Rufy in
spalla, aveva già guadagnato la terraferma, Robin, con le sue mani, era con
loro.
Lo spadaccino li
raggiunse e, tutti assieme, si inoltrarono nella
boscaglia.
“Giuro, se lo
trovo quel dannato cuocastro me la paga!” esclamò il marimo, stringendo le else
delle spade.
§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§
Sanji si lasciò
cadere a terra, spossato e affaticato.
Si sentiva
avvampare per la febbre alta e non riusciva a respirare bene come
voleva.
Brividi di freddo
gli scuotevano violentemente le membra bollenti, gli occhi
lacrimavano.
Non riusciva a
capire dove fosse, aveva freddo e si sentiva sempre più debole e
indifeso.
Voleva tornare a
bordo della Sunny, voleva tornare a casa.
Si maledisse
dell’aver seguito quell’ombra, a quel punto era chiaro che non si trattava del
capitano, sicuramente al sicuro, addormentato nella sua cuccetta, ma solo di una
maledetta allucinazione: “Umpf, e adesso? Come diavolo faccio a tornare
indietro? Non si saranno nemmeno accorti che sono uscito…” mugolò, cercando di
mettersi in piedi, ma le sue gambe non ne volevano sapere di collaborare; ormai
privo di sensi, chiuse gli occhi e si lasciò scivolare in un dolce
oblio.
“EHI!! SANJI!!
SVEGLIATI!!! È ORA DI LAVORARE!”
La rude voce di
Zef e un paio di ruvide mani buttarono giù dalla scomoda brandina il
giovanissimo aiuto-cuoco, aggrovigliato nelle lenzuola: “AHIA!! EHI, VECCHIO!!
MI HAI FATTO MALE!!” si inalberò il bimbo, rizzandosi in piedi e tenendosi la
testa dolorante, guardando con aria di sfida il vecchio chef, “RAZZA DI PIGRONE
CHE NON SEI ALTRO!! DOVRESTI ESSERE GIÀ AL LAVORO DA UN PEZZO!” lo spintonò lui
fuori dalla cameretta che lo ospitava durante la notte, “Di là ti aspettano Paty
e Carne per dirti quello che devi fare, sbrigati nanerottolo!” sbottò il cuoco,
uscendo a sua volta.
Imbronciato, il
piccolo percorse il corridoio sino alla cucina principale, era ancora buio,
doveva essere a malapena l’alba; con uno sbuffo seccato e trattenendo a stento
una lacrimuccia, poggiò una mano sulla maniglia, si sentiva triste nel passare
un altro compleanno da solo. Ma, in fondo, non poteva fare
altrimenti.
Asciugandosi gli
occhi, aprì la porta.
Ma, non appena
mise piede nella cucina, fu accolto da alte grida di gioia e vide i cuochi, Zef
compreso, saltellare e fargli gli auguri.
In un attimo, fu
tirato dentro e festeggiato da tutti: “AUGURI MOCCIOSO!! CREDEVI CHE CI FOSSIMO
SCORDATI DEL TUO COMPLEANNO, EH, PICCOLETTO??” lo schernì Paty, battendogli
amichevoli patte sulla schiena scossa da singhiozzi di
commozione.
********
Sanji si svegliò
più tardi del solito quella mattina.
Il sole era già
sorto da alcune ore.
“Strano che
nessuno mi abbia ancora chiamato… Forse dormono ancora.” pensò il ragazzo,
salendo sul ponte e inspirando a pieni polmoni la pura aria frizzantina del
mattino. Un minuto dopo, assicuratosi che tutto fosse in ordine, si diresse con
un pigro sbadiglio verso la cucina, con l’intento di preparare la
colazione.
Ma, non appena la
porta fu aperta, grida ruggenti di gioia lo accolsero e un paio di forti e
snelle braccia lo trascinò dentro, avvolgendolo in un caldo abbraccio: “AUGURI
SANJI-KUN!!” urlò allegramente Rufy, non dandogli neppure il tempo di
respirare.
Il biondo si
ritrovò a passare tra le braccia di tutti i suoi compagni, tra pacche scherzose,
tirate d’orecchie da parte di Chopper e Usop e saltelli
allegri.
La grande tavola
era ingombra di cibarie, e una grande torta troneggiava su tutto: “Rufy è stato
bravissimo!! Non ha mangiato nulla, e ci ha anche aiutato a cucinare!” asserì
Nami, guardando divertita la faccia del biondo, a metà tra il commosso e la
sorpresa, “Auguri di buon compleanno al nostro insostituibile cuoco e al nostro
inseparabile compagno Sanji!!” esclamò il capitano, issandosi su una sedia e
brandendo un boccale colmo di liquore, “FESTAAAAAA!!” urlarono in
coro.
Per la prima
volta da quando aveva lasciato il Baratie, il giovane si sentì nuovamente a
casa.
******
Robin e Zoro
correvano attraverso la boscaglia, alla ricerca del
cuoco.
Erano
tremendamente preoccupati.
“Appena trovo
quel dannato damerino, gli faccio passare io la voglia di farci preoccupare a
questo modo!” ringhiò il marimo, stringendo i pugni, “Ehi, cosa c’è laggiù?”
interloquì in quel momento l’archeologa, indicando con sorpresa una figura
rannicchiata a terra accanto a un albero pochi metri avanti a
loro.
Per un attimo, il
cuore dello spadaccino si fermò.
Raggiuntolo, si
accorsero della verità.
Sanji era disteso
con la schiena contro il tronco dell’albero, il pigiama zuppo, il respiro
accelerato e la febbre decisamente alta; i piedi nudi erano gelati e bagnati:
“Casa… Baratie.. Merry… Sunny…” delirava in preda alla malattia, il viso
tremendamente arrossato.
I due nakama si
guardarono.
Imprecando, Zoro
afferrò la coperta, lo avvolse nel caldo drappo, frizionandolo per asciugarlo:
“Razza di idiota… Ma guarda tu… Portiamolo subito a bordo, Chopper deve
curarlo…” ringhiò lui, tenendolo in braccio; con uno scatto, Robin fece
comparire dal nulla delle ali formate da tantissime mani sulle spalle del verde,
“Andiamo.” disse, facendone comparire un paio pure per
sé.
I due si
librarono in volo diretti verso la nave.
§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§
Quando Sanji
cominciò a riprendersi, la prima cosa che percepì fu un gran calore diffuso un
po’ ovunque nel corpo, soprattutto sul viso pallido e smorto, e sugli arti; si
sentiva leggero, e udiva voci confuse, concitate, ma dai toni dolci e gentili, a
tratti scherzosi, a tratti divertiti. Le sue orecchie percepivano suoni e rumori
familiari, il suo naso sentiva odori appetitosi... Aprì lentamente gli occhi,
accorgendosi solo in quel momento di essere nella sala dell’acquarium, sdraiato
su un comodo divano, vestito da un caldo e asciutto pigiama verde, e ravvolto in
alcune coperte. L’orologio sul muro segnava le 00.20. Aveva la vista ancora
annebbiata, ma riuscì a distinguere la capigliatura ribelle di Rufy danzare
davanti a sé e udì la sua voce allegra: “Forza!! Dobbiamo sbrigarci prima
che si svegli!!” esclamò con tono concitato, “Abbiamo quasi finito!” replicò
Franky.
Il biondo sentì
distintamente il peso di una nuova coperta sul suo corpo stanco e distinse a
fatica il buffo cappello della piccola renna medico: “Chopper..” chiamò debolmente, alzando il
braccio faticosamente; la piccola renna ebbe un sussulto come se l’avessero
fulminata: “Ehi, Sanji! Finalmente sei sveglio!” esultò il medico, rivolgendosi
agli altri, “RAGAZZI!! SI È SVEGLIATO!”.
Un attimo dopo,
la ciurma intera si trovò al suo capezzale: “FINALMENTE!! ERA ORA PIGRONE!!!”
gioì il capitano, cominciando a saltellare felice, “Ci hai fatto spaventare,
sai?” asserì Franky, poggiandosi contro il vetro della vasca dei pesci,
“Scusatemi…” sussurrò lui, tossendo un poco e mettendosi
seduto.
Una mano gli si
poggiò sulla spalla; alzando il capo, incontrò gli occhi del vicecapitano che l
guardavano beffardi: “ La prossima volta che ci fai uno scherzetto del genere, è
la volta che ti uccido con le mie mani, sono stato chiaro??” soffiò
lui.
Sanji annuì, non
trattenendo un sorriso.
Rufy si portò al
centro della stanza: “AUGURI AL NOSTRO CUOCO AMMALATO, CON L’AUGURIO CHE SI
RIPRENDA PRESTO!!” urlò il moro.
“AUGURI
SANJI!”.
L’interessato
sorrise.
Si, era a
casa.
EVVAI!!!
ANCHE LA FIC PER IL
REGALO DI SANJI è PRONTAAA!!!
Ci sono
riuscita!!
Due parole veloci
veloci.
Allora, la dedica è,
oltre che per Sanji, anche per Alessia-chan e
Helena-sensei!!!
Perché LE LORO STORIE
SONO STUPENDE!!
E LA DEDICO ANCHE A
KATE_LOVE!!
Stupenda la tua
fic!!
Spero che vi
piaccia!!
UN
BACIONE!!
SHUN