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Autore: SHUN DI ANDROMEDA    03/03/2009    3 recensioni
"Nella cabina maschile, Sanji si svegliò di soprassalto, sentiva il calore avvampare sulla sua pelle e, malgrado la finestra tenuta aperta, gli pareva quasi di soffocare; gli occhi, già lucidi per la febbre alta che lo divorava, li sentiva bruciare.(...)Un altro colpo di tosse e un improvviso calore al volto lo fecero quasi ricadere all’indietro sui cuscini, odiava sentirsi così debole e indifeso. E tutto per colpa di una banale influenza.". EVVAI!!! ANCHE LA FIC PER IL REGALO DI SANJI è PRONTAAA!!! Ci sono riuscita!! Due parole veloci veloci. Allora, la dedica è, oltre che per Sanji, anche per Alessia-chan e Helena-sensei!!! Perché LE LORO STORIE SONO STUPENDE!! E LA DEDICO ANCHE A KATE_LOVE!! Stupenda la tua fic!! Spero che vi piaccia!! UN BACIONE!! SHUN
Genere: Generale, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Sanji
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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TRA MALANNI E AUGURI….

Era una calda notte di inizio primavera.

Tutto sembrava tranquillo, immerso nella quiete pacifica del sonno.

Il mare piatto era leggermente increspato dalla delicata brezza profumata di fiori.

La Thousand Sunny era attraccata in una piccola baia presso un’isoletta.

Sulla nave sembravano tutti addormentati.

Nella cabina maschile, Sanji si svegliò di soprassalto, sentiva il calore avvampare sulla sua pelle e, malgrado la finestra tenuta aperta, gli pareva quasi di soffocare; gli occhi, già lucidi per la febbre alta che lo divorava, li sentiva bruciare.

Un leggero colpo di tosse gli infiammò la gola già riarsa, brividi gli corsero lungo tutto il corpo debole e prostrato per la lunga e fastidiosa malattia, avvolto dal leggero pigiama verde acqua ormai zuppo di sudore.

Seduto sul materasso, il ragazzo si guardò attorno, cercando di distinguere ciò che lo circondava: discerse chiaramente la piccola figura di Chopper addormentata in posizione fetale sul pavimento, tra gli zoccoli un panno ancora umido, sicuramente utilizzato per dargli un poco di frescura, Usop che gli dormiva accanto, seduto sulla sedia, Franky e Brook erano sicuramente fuori di vedetta, ne poteva chiaramente sentire le risate, Zoro invece era poggiato contro la parete, le sue katane al fianco, immobile.

Un altro colpo di tosse e un improvviso calore al volto lo fecero quasi ricadere all’indietro sui cuscini, odiava sentirsi così debole e indifeso.

E tutto per colpa di una banale influenza.

Con piglio seccato, il giovane cuoco sospirò e scostò nervosamente le pesanti coltri che ormai da una settimana erano il suo rifugio e poggiò i piedi bollenti sul fresco parquet, cercando di mantenersi dignitosamente eretto: “Bel modo di passare il compleanno…” sospirò sconsolato, dirigendosi a passo lento e barcollante verso la porta. A fatica, riuscì a guadagnare il ponte di coperta e a inspirare una boccata di pura aria salmastra, dopo così tanti giorni al chiuso ne sentiva più che mai la mancanza.

Come affaticato da quella breve passeggiata, si poggiò alla murata, nel vano tentativo di riprendere fiato, non poteva nemmeno fumare, Chopper gli aveva requisito le scorte e le aveva nascoste; il suo sguardo si soffermò sul panorama notturno che circondava la Sunny: “Certo che questa è proprio una bella isola…” constatò lui, indugiando sulla superficie del mare, colorata di argento, e sulle fronde degli alberi.

Improvvisamente, la sua attenzione fu attratta da una figura snella che si inoltrava guardinga nel bosco, sparendo in breve alla vista.

Non aveva dubbi.

Che diavolo ci faceva Rufy fuori dalla stanza a quell’ora della notte?

Il ragazzo serrò i pugni: “Vuoi vedere che quel dannato capitano si è ancora una volta permesso di entrare nella mia cucina senza permesso?? Oh, ma questa volta, febbre o meno, gliela faccio pagare!” ringhiò il biondo, muovendo qualche incerto passo verso la metà del ponte.

La passerella era abbassata.

Impronte di sandali andavano verso la boscaglia.

Sanji, furibondo, si lasciò scivolare giù dalla passerella, cadendo coi piedi nell’acqua bassa e bagnandosi un poco l’orlo dei pantaloni: imprecando per l’improvviso freddo, si accinse a seguire il capitano; in poco, guadagnò la riva e cominciò a seguire l’ombra, inoltrandosi a sua volta nella boscaglia.

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Chopper spalancò gli occhioni, svegliandosi di soprassalto dal breve riposo in cui era scivolato inconsciamente.

Rizzatosi in piedi, la piccola renna si accorse subito di una mancanza.

Guardandosi febbrilmente attorno, scorse la porta della stanza aperta.

Sanji era sparito.

Nel panico, si sporse sul cecchino che beatamente dormiva accanto a lui: “Usop, Sanji è sparito!!” esclamò trattenendo a stento le lacrime, scuotendolo in malo modo, “RAGAZZI, SVEGLIATEVI!! Sanji non è più nel suo letto!!” gridò poi, correndo da una parte all’altra della camerata per svegliare i compagni.

In poco tempo, Zoro e Rufy si misero in piedi e pure Usop: “Dannato cuoco, dove mai sarà andato con la febbre alta che si ritrova??” esclamò lo spadaccino, non senza una punta d’ansia nella voce, in fondo a quel damerino ci teneva, “Dobbiamo trovarlo, in queste condizioni potrebbe essere anche un pericolo per sé stesso!” affermò Chopper, afferrando la borsa degli strumenti medici e consegnando una coperta a ciascuno, “Se lo trovate, avvolgetelo in una di queste e riportatelo all’istante in camera!” ordinò la renna, tramutandosi in forma umana e uscendo di corsa dalla stanza.

“Ehi, ragazzi, che diavolo succede?”.

La voce piccata di Nami li bloccò una volta fuori dal dormitorio; la giovane, ancora in camicia da notte, stava poggiata alla porta con Robin: “Sanji-kun non è più nel suo letto, temiamo che sia uscito!” esclamò Usop, sostenendo meglio la coperta sulla spalla, “Stiamo andando a cercarlo!” lo spalleggiò Rufy, “Venite con noi?”.

Le due ragazze si guardarono, sorprese e preoccupate e annuirono: “Certo che veniamo!” esclamò la rossa, afferrando una giacca dal vicino attaccapanni e passandone una a Robin.

I Mugiwara uscirono di corsa sul ponte guardandosi attorno, ma del cuoco non v’era traccia.

“Ehi, ragazzi! Cosa succede?”.

La voce preoccupata di Franky scosse i compagni, che si voltarono verso di lui, vedendolo sul terrazzino con Brook: “Sanji non è più nel suo letto, temiamo che sia sotto l’effetto di qualche allucinazione dovuta alla febbre.” parlò Robin con voce grave, “Nami, tu resta qui con Chopper,  Franky e Brook, ci pensiamo noi. Nel caso tornasse indietro da solo, almeno troverà qualcuno ad aspettarlo, andiamo io, Robin, Usopp e Rufy.” parlò Zoro, sistemando le katane, e seguendo i compagni.

Usop, con Rufy in spalla, aveva già guadagnato la terraferma, Robin, con le sue mani, era con loro.

Lo spadaccino li raggiunse e, tutti assieme, si inoltrarono nella boscaglia.

“Giuro, se lo trovo quel dannato cuocastro me la paga!” esclamò il marimo, stringendo le else delle spade.

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Sanji si lasciò cadere a terra, spossato e affaticato.

Si sentiva avvampare per la febbre alta e non riusciva a respirare bene come voleva.

Brividi di freddo gli scuotevano violentemente le membra bollenti, gli occhi lacrimavano.

Non riusciva a capire dove fosse, aveva freddo e si sentiva sempre più debole e indifeso.

Voleva tornare a bordo della Sunny, voleva tornare a casa.

Si maledisse dell’aver seguito quell’ombra, a quel punto era chiaro che non si trattava del capitano, sicuramente al sicuro, addormentato nella sua cuccetta, ma solo di una maledetta allucinazione: “Umpf, e adesso? Come diavolo faccio a tornare indietro? Non si saranno nemmeno accorti che sono uscito…” mugolò, cercando di mettersi in piedi, ma le sue gambe non ne volevano sapere di collaborare; ormai privo di sensi, chiuse gli occhi e si lasciò scivolare in un dolce oblio.

“EHI!! SANJI!! SVEGLIATI!!! È ORA DI LAVORARE!”

La rude voce di Zef e un paio di ruvide mani buttarono giù dalla scomoda brandina il giovanissimo aiuto-cuoco, aggrovigliato nelle lenzuola: “AHIA!! EHI, VECCHIO!! MI HAI FATTO MALE!!” si inalberò il bimbo, rizzandosi in piedi e tenendosi la testa dolorante, guardando con aria di sfida il vecchio chef, “RAZZA DI PIGRONE CHE NON SEI ALTRO!! DOVRESTI ESSERE GIÀ AL LAVORO DA UN PEZZO!” lo spintonò lui fuori dalla cameretta che lo ospitava durante la notte, “Di là ti aspettano Paty e Carne per dirti quello che devi fare, sbrigati nanerottolo!” sbottò il cuoco, uscendo a sua volta.

Imbronciato, il piccolo percorse il corridoio sino alla cucina principale, era ancora buio, doveva essere a malapena l’alba; con uno sbuffo seccato e trattenendo a stento una lacrimuccia, poggiò una mano sulla maniglia, si sentiva triste nel passare un altro compleanno da solo. Ma, in fondo, non poteva fare altrimenti.

Asciugandosi gli occhi, aprì la porta.

Ma, non appena mise piede nella cucina, fu accolto da alte grida di gioia e vide i cuochi, Zef compreso, saltellare e fargli gli auguri.

In un attimo, fu tirato dentro e festeggiato da tutti: “AUGURI MOCCIOSO!! CREDEVI CHE CI FOSSIMO SCORDATI DEL TUO COMPLEANNO, EH, PICCOLETTO??” lo schernì Paty, battendogli amichevoli patte sulla schiena scossa da singhiozzi di commozione.

********

Sanji si svegliò più tardi del solito quella mattina.

Il sole era già sorto da alcune ore.

“Strano che nessuno mi abbia ancora chiamato… Forse dormono ancora.” pensò il ragazzo, salendo sul ponte e inspirando a pieni polmoni la pura aria frizzantina del mattino. Un minuto dopo, assicuratosi che tutto fosse in ordine, si diresse con un pigro sbadiglio verso la cucina, con l’intento di preparare la colazione.

Ma, non appena la porta fu aperta, grida ruggenti di gioia lo accolsero e un paio di forti e snelle braccia lo trascinò dentro, avvolgendolo in un caldo abbraccio: “AUGURI SANJI-KUN!!” urlò allegramente Rufy, non dandogli neppure il tempo di respirare.

Il biondo si ritrovò a passare tra le braccia di tutti i suoi compagni, tra pacche scherzose, tirate d’orecchie da parte di Chopper e Usop e saltelli allegri.

La grande tavola era ingombra di cibarie, e una grande torta troneggiava su tutto: “Rufy è stato bravissimo!! Non ha mangiato nulla, e ci ha anche aiutato a cucinare!” asserì Nami, guardando divertita la faccia del biondo, a metà tra il commosso e la sorpresa, “Auguri di buon compleanno al nostro insostituibile cuoco e al nostro inseparabile compagno Sanji!!” esclamò il capitano, issandosi su una sedia e brandendo un boccale colmo di liquore, “FESTAAAAAA!!” urlarono in coro.

Per la prima volta da quando aveva lasciato il Baratie, il giovane si sentì nuovamente a casa.

******

Robin e Zoro correvano attraverso la boscaglia, alla ricerca del cuoco.

Erano tremendamente preoccupati.

“Appena trovo quel dannato damerino, gli faccio passare io la voglia di farci preoccupare a questo modo!” ringhiò il marimo, stringendo i pugni, “Ehi, cosa c’è laggiù?” interloquì in quel momento l’archeologa, indicando con sorpresa una figura rannicchiata a terra accanto a un albero pochi metri avanti a loro.

Per un attimo, il cuore dello spadaccino si fermò.

Raggiuntolo, si accorsero della verità.

Sanji era disteso con la schiena contro il tronco dell’albero, il pigiama zuppo, il respiro accelerato e la febbre decisamente alta; i piedi nudi erano gelati e bagnati: “Casa… Baratie.. Merry… Sunny…” delirava in preda alla malattia, il viso tremendamente arrossato.

I due nakama si guardarono.

Imprecando, Zoro afferrò la coperta, lo avvolse nel caldo drappo, frizionandolo per asciugarlo: “Razza di idiota… Ma guarda tu… Portiamolo subito a bordo, Chopper deve curarlo…” ringhiò lui, tenendolo in braccio; con uno scatto, Robin fece comparire dal nulla delle ali formate da tantissime mani sulle spalle del verde, “Andiamo.” disse, facendone comparire un paio pure per sé.

I due si librarono in volo diretti verso la nave.

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Quando Sanji cominciò a riprendersi, la prima cosa che percepì fu un gran calore diffuso un po’ ovunque nel corpo, soprattutto sul viso pallido e smorto, e sugli arti; si sentiva leggero, e udiva voci confuse, concitate, ma dai toni dolci e gentili, a tratti scherzosi, a tratti divertiti. Le sue orecchie percepivano suoni e rumori familiari, il suo naso sentiva odori appetitosi... Aprì lentamente gli occhi, accorgendosi solo in quel momento di essere nella sala dell’acquarium, sdraiato su un comodo divano, vestito da un caldo e asciutto pigiama verde, e ravvolto in alcune coperte. L’orologio sul muro segnava le 00.20. Aveva la vista ancora annebbiata, ma riuscì a distinguere la capigliatura ribelle di Rufy danzare davanti a sé e udì la sua voce allegra: “Forza!! Dobbiamo sbrigarci prima che si svegli!!” esclamò con tono concitato, “Abbiamo quasi finito!” replicò Franky.

Il biondo sentì distintamente il peso di una nuova coperta sul suo corpo stanco e distinse a fatica il buffo cappello della piccola renna medico: “Chopper..” chiamò debolmente, alzando il braccio faticosamente; la piccola renna ebbe un sussulto come se l’avessero fulminata: “Ehi, Sanji! Finalmente sei sveglio!” esultò il medico, rivolgendosi agli altri, “RAGAZZI!! SI È SVEGLIATO!”.

Un attimo dopo, la ciurma intera si trovò al suo capezzale: “FINALMENTE!! ERA ORA PIGRONE!!!” gioì il capitano, cominciando a saltellare felice, “Ci hai fatto spaventare, sai?” asserì Franky, poggiandosi contro il vetro della vasca dei pesci, “Scusatemi…” sussurrò lui, tossendo un poco e mettendosi seduto.

Una mano gli si poggiò sulla spalla; alzando il capo, incontrò gli occhi del vicecapitano che l guardavano beffardi: “ La prossima volta che ci fai uno scherzetto del genere, è la volta che ti uccido con le mie mani, sono stato chiaro??” soffiò lui.

Sanji annuì, non trattenendo un sorriso.

Rufy si portò al centro della stanza: “AUGURI AL NOSTRO CUOCO AMMALATO, CON L’AUGURIO CHE SI RIPRENDA PRESTO!!” urlò il moro.

“AUGURI SANJI!”.

L’interessato sorrise.

Si, era a casa.

 

EVVAI!!!

ANCHE LA FIC PER IL REGALO DI SANJI è PRONTAAA!!!

Ci sono riuscita!!

Due parole veloci veloci.

Allora, la dedica è, oltre che per Sanji, anche per Alessia-chan e Helena-sensei!!!

Perché LE LORO STORIE SONO STUPENDE!!

E LA DEDICO ANCHE A KATE_LOVE!!

Stupenda la tua fic!!

Spero che vi piaccia!!

 

UN BACIONE!!

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