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Autore: Veni Vidi Jackie    07/12/2015    0 recensioni
Matilde, amica (o qualcosa di più?) da più di un anno di Jack, ha da tempo dimostrato con lui atteggiamenti aggressivi. Quando lei troverà l'amore in Frank, Jack verrà prima relegato in secondo piano e poi abbandonato dalla ragazza. Ormai libero, la fine del "regime tirannico" di Matilde dovrebbe farlo stare meglio, ma la gelosia lo dilanierà e ben presto lo farà arrivare sull'orlo della pazzia.
In questa situazione, saranno personaggi assai strani a farlo tornare su di morale!
Genere: Comico, Commedia, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Quello che mi sveglia è una serie di risate.

Credo di essermi addormentato per qualche ora dopo aver parlato con la bambina, ma adesso quelle risate mi hanno fatto svegliare.

Guardandomi intorno mi rendo conto che la bimba sta dormendo e nessun altro si trova nella stanza: gli schiamazzi provengono quindi dal corridoio. All' improvviso il suono delle risate si fa più vicino ed un uomo si affaccia alla mia stanza.

Ha circa 55 anni, anche se gli vedo solo il viso.
- Sei tu Jack? - mi chiede
- Sì. -

L'uomo entra e subito capisco il motivo per cui le persone ridevano: è vestito con una lunga toga bianca. Oh, no...ora chi sarà questo? Roteo gli occhi, incapace di sopportare un altro individuo di duemila anni fa.
- Molto piacere, io sono Quinto Orazio Flacco. –

Senza neppure pensare a cosa mi ha detto gli porgo la mia mano, mentre mi risistemo il cuscino per continuare a dormire. Con la coda dell'occhio, però, riesco a vedere che l'uomo non se ne va. Anzi, adesso mi fissa. Richiudo gli occhi, per cercare di fargli capire che non ho voglia di discussioni.

E' ovviamente tutto inutile.
- Ho capito...- mi arrendo, sedendomi sul materasso – cosa vuole da me? -

Orazio (mi pare si sia presentato così), si volta indietro.
- “Lei” chi? - domanda
- Per “lei” intendo proprio lei – rispondo, indicandolo.

Orazio continua a girarsi intorno, sembra una girandola impazzita. Non ci vuole un genio per capire che anche lui si è trovato catapultato in un' altra epoca.

Ricordo il mio incontro con Cicerone: ebbe la stessa reazione. Gli faccio quindi segno di accomodarsi sulla sedia accanto al letto e lui obbedisce subito.
- Sono contento che tu abbia capito chi sono, Jack. Mi ha detto Catullo...-
- Shh! - lo interrompo, portandomi l'indice sulla bocca. Quindi gli mostro la bambina che dorme beatamente. - Non svegliarla.-

Orazio mostra di aver capito e abbassa la voce.
- Dicevo...- riprende – mi ha chiamato Catullo, dicendo ciò che è successo. Sono felice che stiate tutti bene, ma devo dirti che sulle nostre bighe non c'erano di questi problemi -
- Ah...grazie del pensiero. Ma come facevate sulle bighe? -

Orazio si alza di scatto ed una luce comincia a brillargli negli occhi, come se aspettasse da tempo una domanda del genere. Inizia a girare per la stanza, osservandomi con uno sguardo orgoglioso.
- Ah, le bighe! Per quelle non c'era bisogno di una patente! Ci si saliva e via! Ricordo una volta in cui...-
- Sì, sì...ora basta. -

Torno a sdraiarmi, obbligandolo a interrompere il suo racconto.

Sento che lui torna a sedersi sulla sedia e prendere qualche foglio. Quando mi giro vedo che in mano non ha dei semplici fogli, ma dei papiri ingialliti. Li prende da una qualche tasca sotto la tunica, sembrano non finire mai.
- E quelli che cosa sono? - chiedo, abbandonando definitivamente l'idea di dormire.

Orazio mi sorride, poi riprende a estrarre papiri dalla toga.
- Oh, queste? - domanda, mostrando un papiro – Queste sono le mie “Cantica”, ma credo voi le conosciate col nome di “Odi” -
- Ah...fantastico – dico, ben poco emozionato.

Orazio, dal canto suo, continua a prendere papiri su papiri e li colloca sul pavimento uno sull'altro, creando una pila piuttosto alta. Osservo la colonna di fogli alzarsi sempre di più, fino a quando Orazio si alza in piedi e la guarda, felice.
- Proprio un ottimo lavoro – mormora
- Sì...dimmi una cosa: come mai sei qui? Chi ti ha mandato? -

L'uomo sposta la sua attenzione dai papiri su di me, mentre io comincio ad essere molto confuso.
- Hai avuto un incidente – spiega – Catullo ha perso il controllo dell'auto e stavate per colpire due pedoni, se non fosse stato per Angelus che si trovava lì in quel momento e ha sparato alle ruote del vostro mezzo, facendovi prendere un albero. -

Solo adesso ricordo di aver sentito due spari, ma in quel momento ovviamente non ci avevo fatto caso. Dunque si può dire che il padre di Andy ha salvato la vita a quelle due persone e alla bambina...che uomo!. Il mio rispetto per Angelus sta crescendo.
- Catullo e Tacito come stanno? - domando
- Ce la faranno, ma per qualche giorno resteranno qui -
- Capisco. Invece io? Ho le vertigini e la nausea, ma non mi pare di avere nulla di grave. -

Orazio guarda velocemente intorno a se e poi si avvicina, assicurandosi che nessuno lo possa sentire. - Infatti adesso ti porterò fuori da qui, anche se i medici vogliono che tu faccia degli accertamenti. -

Da una parte sono contento, perché voglio prepararmi per il torneo di tennis; dall'altra un po' dubbioso, perché non voglio svenire durante la mia fuga. Inoltre, elemento più importante: come diamine posso scappare?
- So a cosa stai pensando – dichiara Orazio – tranquillo, ho già in mente come uscirai da qui. -

Lo guardo con paura, perché non ho idea di cosa stia pensando.

 

 

  
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