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Autore: imoto    07/12/2015    3 recensioni
Dal I capitolo:
Naruto continuò ad osservare lo specchio, cosa diavolo stava succedendo?
[...] -Hei, palla di pelo troppo cresciuta! Svegliati! Dobbiamo parlare!-
-Che. Cosa. Vuoi.-
-Ho bisogno che mi rimetti in sesto, e anche il fretta, devo parlare con Tsunade!-
[...] "Padre?" pensò sconvolta, e ancora una volta si chiese cosa diavolo si era persa per fare un semplice sonnellino.

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Dal VIII capitolo:
-Okay, la situazione è strana, lo ammetto...-
Uno strano tic nervoso all'occhio e il sorriso da pazzo scappato da un manicomio lo rendevano Neji Hyuuga appena più inquietante del solito.
-Neji calmati-
-CALMARMI? OH MA NON VEDI CHE IO SONO CALMISSIMO SONO LA PERSONA PIU' CALMA SULLA FACCIA DELLA TERRA NON LO VEDI? COME CAZZO FACCIO A STARE CALMO SE SONO SEDUTO IN TESTA A UN FOTTUTTISIMO DRAGO A TRE TESTE CON MANIE OMICIDE E NECROFILE CHE VOLA? COME??-
Lo Hyuuga perse i sensi grazie al collaborativo aiuto dell'Hatake che gli aveva dato un'efficace quanto dispotica botta in testa.
-Qualcuno ha qualcosa da obiettare?-
Nessuno aprì bocca.

***
Storia a quattro mani con Fenice Cremisi.
Genere: Avventura, Romantico, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Jiraya, Kakashi Hatake, Naruto Uzumaki, Tsunade | Coppie: Hinata/Naruto
Note: What if? | Avvertimenti: Incompiuta | Contesto: Naruto prima serie
Capitoli:
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Valle della fine.
Il rumoroso scrosciare della cascata riempiva le orecchie di entrambi, ma nessuno dei due ci prestava caso perso nei suoi pensieri, questo sarebbe stato l'attacco finale che avrebbe decretato il vincitore e tutti e due avevano validi motivi per vincere.
Sasuke Uchiha ai piedi della statua del suo avo Uchiha Madara fissava il suo contendente Uzumaki Naruto alle cui spalle si stagliava imponente la statua di Hashirama Senju. Proprio come secoli prima, ora un altro grande scontro stava per avere fine e il suo esito avrebbe definito la vita non solo dai due ragazzini coinvolti, ma anche dei loro amici e del villaggio di cui facevano parte.
Sasuke, i capelli più lunghi e la pelle grigiastra, caricò un nuovo chidori, l'ultimo, con l'aiuto del segno maledetto di Orochimaru ormai al secondo stadio. Il chakra azzurrino del fulmine cambiò colore diventando sempre più scuro fino a raggiungere la tonalità del nero.
Naruto, d'altro canto, preparava anche lui il suo ultimo colpo, un rasengan, anche grazie all'aiuto del chakra aranciato della volpe che lo avvolgeva completamente.
Chi l'avrebbe mai detto che l'ultimo degli Uchiha e l'impiastro dell'accademia odiato da tutti si sarebbero un giorno scontrati proprio in quella valle? Eppure stava accadendo.
Con uno scatto improvviso, come se qualcuno di invisibile avesse suonato un gong, i due partirono all'attacco, in sincrono. Le due tecniche si scontrarono in un rumore assordante che per un attimo superò anche il rombo della cascata che, inerme, assisteva alla scena. Il chakra della volpe e quello viola del segno maledetto vorticavano come impazziti intorno ai due ragazzi, mischiandosi e separandosi fino a formare un'impenetrabile barriera nera che, pian piano, si schiari fino a diventare bianca.
Intanto i due, totalmente presi dal loro scontro, non si erano accorti di nulla. Sasuke riuscì a vincere contro il rasengan dell'avversario colpendolo al cuore, anche se con una potenza ridotta, mentre le scintille accecarono Naruto che colpì l'amico al petto con una mano ancora ricoperta dal manto del demone, le unghie affilate penetrarono nella carne e, con esse, il chakra demoniaco.
Quando la potenza del contraccolpo scomparve il risultato dello scontro pareva palese agli occhi degli inesistenti spettatori. Sasuke in piedi fissava Naruto, steso a terra e che respirava a fatica. Ignorando il dolore gli voltò le spalle, ma dopo neanche qualche passo una fitta al petto lo costrinse ad inginocchiarsi mentre incominciava a tossire sangue, si strinse violentemente la maglietta all'altezza del cuore in un gesto istintivo mentre i colpi di tosse continuavano a sconquassargli il corpo, a ogni sussulto altro sangue gli sporcava il mento, il petto e le mani finché, completamente esausto, non perse i sensi.

Quando Kakashi riuscì finalmente ad arrivare sul luogo dello scontro la scena che si presentò davanti ebbe il potere di pietrificarlo per qualche lungo, infinito secondo. Entrambi i suoi allievi erano a terra in fin di vita e lui non aveva potuto far nulla per impedirlo. Ripresosi evocò una copia ordinandogli di prendere in spalla Naruto, che sembrava il meno grave, e portarlo velocemente al villaggio, quindi si avvicinò a Sasuke, il ragazzo aveva il viso e il petto completamente sporchi di sangue, era steso a faccia in giù e sembrava... Kakashi ingollo il groppo che gli si era formato in gola inginocchiandosi accanto a Sasuke e cercandogli il battito mettendo due dita sul collo. Quasi saltò di gioia quando si rese conto che, sebbene flebile, il cuore batteva ancora e senza perdere tempo caricò l'Uchiha sulla schiena dirigendosi verso Konoha, doveva sbrigarsi.

Tsunade Senju, quinto Hokage di Konoha, non era affatto felice, neanche triste o arrabbiata, era semplicemente incazzata nera e non con i suoi sottoposti, ma con quei luridi scagnozzi di Orochimaru che avevano avuto il coraggio di ridurre in fin di vita ben tre, tre, delle sue squadre di genin! L'unica soddisfazione era che i suddetti genin li avessero ammazzati quei bastardi, peccato, anche perché gli sarebbe piaciuto farlo con le sue mani.
-Hokage!- come una furia qualcuno sbatte la porta del suo ufficio senza avere neanche la decenza di presentarsi.
-Ka... Kakashi? Ma si può sapere che...-
-Naruto! Sasuke! Ospedale!- ansimò l'uomo privo di fiato. Tsunade impietrì e senza aspettare un secondo in più uscì in strada ignorando il bushin che scomparve nel nulla per dirigersi come una furia verso l'ospedale, cos'altro era successo?

Kakashi si tranquillizzò non poco quando vide l'Hokage spalancare la porta della camera assegnata ai suoi due allievi con una furia animalesca.
-Cos'è successo qui!- ordino con voce imperiosa mentre si avvicinava lentamente ai due letti. Kakashi si passò una mano tra i capelli grigi.
-Hanno combattuto, li ho trovato alla Valle della Fine in queste condizioni. Hokage sama lei...-
-Fuori!-
Kakashi ubbidì uscendo dalla stanza sicuro che Tsunade avrebbe fatto di tutto per salvare la pelle a quei due, sarebbero sopravvissuti e tra qualche mese ci avrebbero tutti riso su davanti a una bella ciotola di ramen da Ichiaru.

Tsunade si avvicinò ai due ragazzi con un groppo in gola, le infermiere avevano fatto il possibile in attesa che arrivasse lei, ma a nulla era valso il loro aiuto. Prendendo un grosso respiro iniziò a visitare i giovani partendo da Naruto, la ferita sul petto non era così grave come pareva e il chakra di Kyubi la stava rimarginando abbastanza velocemente, l'unico problema erano gli occhi. Ci si era soffermata un po’ di più sperando, magari, in un suo errore, ma nulla. Erano stati gravemente danneggiati e con tutta probabilità Naruto non avrebbe mai più rivisto la luce.
Passo a Sasuke cercando di trattenere le lacrime, il ragazzo non aveva ferite di grande importanza, escludendo i tagli e i lividi da combattimento che lo accomunavano a Naruto, la cosa che più la preoccupava era la ferita al petto e il fatto che sembrasse non volersi rimarginare, per di più secondo le analisi fatte dalle infermiere sembrava che il suo flusso del chakra fosse molto instabile e a volte arrivasse addirittura a interrompersi mentre gli organi interni e i tessuti stavano mano a mano morendo. Non avrebbe superato la notte.
Si accasciò esausta sulla sedia bianca che, in teoria, era lì per i parenti prendendosi la testa tra le mani. Non sapeva per quanto tempo fosse rimasta chiusa in quella stanza a visitare i due ragazzi, ma le condizioni di entrambi erano molto critiche, soprattutto quelle dell'Uchiha; sembrava infatti che durante la battaglia il chakra demoniaco di Kyubi fosse entrato in circolo, presumibilmente dalla ferita sul petto, e avesse iniziato a ucciderlo dall'interno poiché il suo corpo non era abituato a un simile potenza.
La parte più difficile sarebbe stata dirglielo, sia a lui che a Naruto, per quanto volesse ostinarsi a ignorare la situazione quei due erano l'uno la famiglia dell'altro ed era certa che...
Di cosa era certa? Di nulla, tutte le sue certezze stavano crollando una dopo l'altra.
Si rialzò per controllare se le condizioni di Sasuke fossero migliorate almeno un poco grazie alla nuova flebo che gli aveva messo, Naruto non la preoccupava visto che il demone lo stava guarendo egregiamente. Passo lentamente le mani ricoperte da una luce verdognola lungo tutto il corpo quando, con suo estremo stupore, una mano diafana le afferrò il polso.
-Co... come... come sta il dobe?- domando flebilmente, Tsunade lo guardò negli occhi sconvolta, quel ragazzo aveva una forza di volontà non da poco per svegliarsi proprio in quel momento con tutte quelle ferite e le medicine che gli giravano in corpo!
-Sta bene, più o meno, sta bene...-
-Ma?-
Tsunade distolse lo sguardo, non poteva, non riusciva a mentirgli.
-E' cieco. Rimarrà cieco a vita, ha perso la vista-
Un silenzio di ghiaccio cadde nella stanza e Tsunade era pronta a tutto, a una crisi isterica, a un pianto convulso, anche al fatto che l'Uchiha non le credesse, a tutto era pronta tranne che a quello che lui le disse:
-Dagli i miei occhi-
Tsunade sgranò gli occhi sconvolta.
-Cosa?-
-Aveva ragione, digli solo questo, aveva ragione-
La presa che fino a quel momento era rimasta salda sul suo polso si allentò lentamente mentre il ragazzo chiuse le palpebre al mondo esterno. I macchinari iniziarono a suonare impazziti, mentre Tsunade continuava a fissarlo frastornata.
Lentamente si riprese mettendo fine a quel frastuono. In un silenzio sacro iniziò a scollegare i macchinari, ormai inutili, da quel corpo freddo consapevole che se si era svegliato era stato solo per riferirgli quell'ultimo messaggio.
-Tu lo sapevi...-
Fu un sussurro che non riuscì a trattenere mentre fissava quel viso pallido che non avrebbe mai più riaperto gli occhi, che non si sarebbe più mosso, non avrebbe mai più parlato. Calde lacrime iniziarono a scivolargli lungo le guance, le gambe le cedettero e cadde a terra, il corpo sconquassato dai singhiozzi. Non pianse a lungo, appena qualche minuto prima di asciugarsi con il camice i residui salati e alzarsi in piedi.
Quello che gli aveva detto l'Uchiha era il suo ultimo desiderio e lei, per il bene di entrambi, l'avrebbe esaudito.

La stanza era silenziosa, cosa peraltro anche abbastanza strana visto il suo occupante, Uzumaki Naruto, ben conosciuto nell'ospedale per i suoi continui tentativi di fuga e per il non stare mai fermo o zitto.
Una benda avvolta intorno al capo per coprire gli occhi si era aggiunta a tutte quelle che gli fasciavano il corpo, aveva appena ricevuto il regalo più importante della sua vita dal suo migliore amico e non ne era neanche consapevole!
All'interno del suo corpo, o meglio, nei suoi occhi si stava combattendo un'ardua battaglia, il chakra giallo vivace di Naruto continuava a scontrarsi con quello viola intenso appartenente a Sasuke che si ritirava lentamente prima di ritornare all'attacco e riguadagnare il predominio. Ci volle un po' prima che i due chakra trovassero un punto di equilibro fondendosi lentamente, il trapianto aveva avuto successo.


Naruto stava camminando già da un po’, ma nulla era cambiato da quando si era svegliato in quel posto, era tutto completamente bianco intorno a lui, il pavimento, ammesso che ci fosse, non pareva esserci, così come il soffitto o le pareti. Era come sospeso nel bianco più assoluto, nel nulla. Così aveva preso a camminare, non sapeva di preciso da quanto, ma stava camminando da molto, molto, molto tempo.
-Ehi! C'è qualcunoooooooo?- urlo al nulla e, come è abbastanza logico che fosse, nessuno gli rispose.
Sopirò sconsolato riprendendo a camminare, non si sarebbe arreso così! Se solo avesse saputo dove fosse magari sarebbe anche riuscito a uscirne. Peccato che non ne avesse la minima idea! Finito lo scontro con Sasuke lui si era semplicemente ritrovato lì così, pouf, per un po’ aveva immaginato che si trattasse di un genjustu dell'amico, ma aveva dovuto abbandonare abbastanza velocemente l'idea visto che interrompere il circolo del chakra non aveva portato a nulla.
Oh, fantastico, adesso era anche impazzito! Dopo tutto questo tempo senza avere nessuno con cui parlare aveva le visioni! Perché no, si rifiutava di pensare che due persone potessero comparire all'improvviso a neanche tre metri da lui così, senza un motivo.
-Fantastico... mi mancava solo la pazzia e con questa sono apposto-
Le due figure si girarono verso di lui, erano una donna e un uomo. La donna aveva dei lunghi e setosi capelli di un rosso intenso, i lineamenti fini e due occhi meravigliosamente verdi. L'uomo era leggermente più alto di lei, i capelli biondo e ribelli erano in netto contrasto con la carnagione scura e gli occhi azzurri, strano, avrebbe potuto tranquillamente essere lui tra qualche anno.
-Naruto...- sussurrò la donna, lui si limito a rigirare gli occhi al cielo, sempre ammesso che ci fosse un cielo da qualche parte.
-Si, si, si fantastico! Ho le traveggole! Sentite non è che per caso voi sapete come uscire da qui?-
La donna si porto una mano alla bocca trattenendo qualche singhiozzo mentre l'uomo lo fisso prima con incredulità poi felice e... orgoglioso?!
-Naruto-
Lui inarco un sopracciglio portandosi le braccia dietro la testa: -Guarda che so come mi chiamo, dattebayo!-
La donna gli si fiondò tra le abbraccia abbracciandolo fortemente fino a fargli mancare il respiro, Naruto rimase immobile come una statua prima di ricambiare timidamente l'abbraccio.
-Ehm... signora...-
-Kushina credo che non sappia chi siamo- rispose l'uomo.
La donna, che aveva catalogato come Kushina, si stacco guardandolo negli occhi con un amore che per un attimo lo fece vacillare, chi erano?
-Naruto noi siamo i tuoi genitori- annunciò felicemente l'uomo biondo indicando prima se poi la donna. Naruto passò gli occhi dall'uno all'altra un paio di volte prima di allontanarsi di qualche passo continuando a fissarli.
-C...che cosa...voi...-
-Sono tua mamma Naruto- riprovò la donna sorridendogli dolcemente e rivolgendogli lo sguardo più amorevole e intenso che avesse mai visto.
-Ma...ma...mamma...- la donna annui con le lacrime agli occhi e lui le si lanciò tra le braccia e al diavolo le allucinazioni, se quella era sua madre porca miseria come faceva a resistere? Le avvolse le braccia dietro la schiena singhiozzando, per quanto tempo aveva sognato da bambino di avere anche lui dei genitori, una mamma che lo abbracciasse e che gli preparasse il pranzo e un papà che lo portasse al parco o che gli leggesse la fiaba della buonanotte? Non lo sapeva, aveva perso il conto, ma se quei due erano davvero i suoi genitori lui...
L'uomo gli posò una mano sulla spalla stringendogliela leggermente per fargli forza:
-Abbiamo tante cose da dirci, Naruto-
Lui annuii allontanandosi leggermente da petto di... di... di sua mamma, come gli suonava strano dirlo, prima di sorridere. Si sedettero tutti e tre a terra e iniziarono a raccontare.
-Naruto, lei è tua madre, si chiama Kushina Uzumaki ed era un ninja di Konoha- guardò la donna sorridendogli dolcemente per poi riportare l'attenzione all'uomo -Io invece mi chiamo Minato Namikaze...-
-Come il quarto Hokage- lo interruppe lui -Da grande sarò un grande Hokage proprio come lui, anzi lo supererò e sarò il miglior Hokage che Konoha abbia mai avuto, dattebayo!-
-Ne sono felice, dattebane!-
-D...da...dattebane?- chiese confuso, Kushina ridacchio.
-Si, lo dico sempre quando sono agitata, dattebane! Ahhh! Visto? Dattebane!-
Naruto rise: -Lo faccio sempre anch’io, dattebayo!-
Kushina si lascio scappare un sorriso divertito: -Sei proprio mio figlio...-
-Tornando a noi!- intervenne Minato -Mi dispiace interrompervi ma non abbiamo molto tempo purtroppo- Kushina si scurì in volto.
-Lo so Minato, lo so, ma stare qui con Naruto mi sembra un sogno, vorrei non finisse mai-
-Anche per me mamma, anche per me è lo stesso- sorrise malinconico.
-A proposito tuo padre non ha lo stesso nome del quarto- Naruto la guardò confuso, Kushina sorrise furbetta e Minato scosse la testa sconsolato, sapeva cosa avrebbe detto -Tu padre, Minato, è il quarto!-
Naruto spalancò gli occhi e la bocca sconvolto: -COSA? T...T...TU SEI IL QUARTO HOKAGE???-
-Si- rispose minato imbarazzato grattandosi la nuca. Naruto saltò in piedi dall'euforia.
-QUINDI IO SONO IL FIGLIO DEL QUARTO?-
-A quanto pare...-rispose Kushina
-WOW!- urlò iniziando a saltare dalla felicità
-HAHAHAHA, va bene Naruto, ma ora siediti, dobbiamo parlare di cose importanti-
Naruto si sedette e la felicità e spensieratezza di poco prima sembrarono improvvisamente scomparire.
-Kyubi- mormorò Minato e Naruto al solo nome del Biju rizzò le orecchie -Kyubi, è colpa mia, non pensavo che ti avrebbero trattato così...-
Naruto si irrigidì a quella confessione abbassando la testa e coprendo il viso con le frange più lunghe dei capelli.
-Mi dispiace-
-Quindi è stata colpa tua- affermò con voce funerea
-Naruto io...-
-Ti rendi conto di quello che mi hai fatto passare? TE NE RENDI CONTO? ANNI PASSATI NELL'ODIO E NEGLI INSULTI PER NON SAPEVO COSA! HANNO ANCHE TENTATO DI AMMAZZARMI, HANNO TENTATO DI AMMAZZARMI, CAZZO! TUTTO PER COLPA TUA!-
-NARUTO!- Kushina urlò per cercare di attirare l'attenzione del figlio che nello sfogo si era alzato in piedi -Naruto... non è stata colpa di tuo padre.-
Naruto sgranò gli occhi: -COSA? COSA? TU LO DIFENDO ANCHE! HA APPENA DETTO CHE...-
-ASCOLTAMI!- lo interruppe nuovamente -Prima ascolta la storia della tua nascita e solo dopo potrai decidere se odiarci o no-
Naruto fece un profondo respiro cercando di calmarsi e si tornò a sedere a terra.
-Tutto cominciò il 10 ottobre di 13 anni fa- iniziò Kushina con lo sguardo basso -Io ero una Jiunciuriki e come tale il mio sarebbe stato un parto difficile e complicato, per questo gli anziani decisero di farmi partorire lontano dal villaggio, in un posto speciale, pieno di sigilli, saremmo stati solo io, tuo padre, l'anziana levatrice e gli ambu, oltre a te ovviamente-
Naruto la ascoltò attentamente, avido di ogni singola parola.
-Durante il parto c'era il rischio che, beh, il sigillo del Kyubi si sciogliesse e il compito di Minato era proprio quello di tenerlo ben chiuso per evitare che il demone uscisse. Tu nascesti senza troppi problemi e iniziasti subito a piangere come un'aquila, avevi gli stessi lineamenti e colori di tuo padre...-
-...ma il carattere era tutto quello di tua madre, lo capimmo subito- intervenne Minato sorridendo. Kushina annuii.
-Esatto, proprio in quel momento un uomo mascherato irruppe nella sala rubandoti dalle mie braccia e usandoti come diversivo-
-C...cosa?- chiese sconvolto
-Si, aveva attaccato sulla coperta che ti avvolgeva delle carte bomba e, giustamente, tuo padre corse a salvarti, questo gli diede l'opportunità di rapirmi. Il suo piano era semplice: liberare il Kyubi e distruggere Konoha-
Naruto gelò sul posto, com'era possibile tutto quello?
-Io ero l'Hokage quindi avevo il dovere di proteggere il villaggio così ti portai a casa nostra e corsi a cercare tua madre, purtroppo quando arrivai il demone era già stato liberato e tua madre era in fin di vita quindi, usando la tecnica della dislocazione istantanea, la portai da te e io tornai al villaggio pronto a far fronte all'attacco- continuò il racconto Minato.
-Quando arrivai era tutto un caos, i ninja venivano uccisi come semplici e fastidiose mosche e Kyubi stava per distruggere il villaggio quindi feci l'unica cosa possibile in quel momento per salvare te e il villaggio-
Prese un profondo respiro: -Sempre con la tecnica della dislocazione istantanea allontanai Kyubi dal villaggio e tornai da voi due, in meno di un secondo, senza neanche aprire bocca, tua madre aveva capito cosa volevo fare e accetto, vi portai tutti e due dove avevo portato il demone e mentre tua madre lo teneva fermo grazie a un'antica tecnica degli Uzumaki io preparai il sigillo, tu piangevi come un'aquila, probabilmente avevi capito cosa stava per succedere-
-Tuo padre iniziò a comporre i sigilli e la volpe, in un estremo tentativo di libertà, provo ad ucciderti ma io e Minato ci mettemmo in mezzo, con le poche forze rimaste ti applicammo il sigillo ottagonale seguito dal sigillo del diavolo con un po’ dei nostri chakra in mezzo in modo da poterti incontrare più avanti, e solo allora tu smettesti di piangere arreso all'evidenza che nessuno ti avrebbe consolato- il sorriso triste e pieno di malinconia della madre tocco profondamente il cuore di Naruto che scoppiò a piangere
-Mi dispiace, io non vi odio-
Kushina lo prese tra le braccia cullandolo dolcemente: -Shh, lo so piccolo mio, lo so-
-Quindi, papà, è tutta colpa di quell'uomo mascherato?-
-Si-
-E chi era?-
-Chi è, Naruto, chi è, perché è ancora vivo- lo corresse Minato, Naruto tremò, di rabbia, di paura e di rancore, tremò.
-Non l'abbiamo mai saputo ma è ancora in circolazione e con tutta probabilità ora mira a te-
-La pagherà, pagherà per quello che ha fatto-
-Naruto, la vendetta non è mai la strada giusta, tu sai meglio di me come ha ridotto Sasuke!-
-S...Sasuke? Conoscete Sasuke?-
-Certo, dattebane! Mentre eravamo dentro di te noi vedevamo tutto quello che succedeva fuori!-
-A proposito di Sasuke, Naruto...-
-Cos'è successo papà?-
-Mentre tu eri qui lui...-
-Lui? Papà mi fai preoccupare! Che mai piò essere successo a quel teme!-
-È morto-
Si girò di scatto verso Kushina con gli occhi sgranati, la pelle pallida e sudata: -COSA?-
La madre lo abbraccio di slancio mentre Minato cominciò ad accarezzargli i capelli.
-Ci dispiace molto Naruto- la voce profonda dell'uomo raggiunse Naruto che si divincolò dall'abbraccio.
-NO! Non è possibile, lui non può morire, LUI NON PUO MORIRE!- urlò
-Però ti ha fatto un regalo- rispose il padre, Naruto lo guardo distrutto, cos'altro aveva fatto quello stupido teme?
-Ti ha regalato i suoi occhi-
Naruto sgranò all'inverosimile i suddetti occhi pieni di lacrime avvicinandosi le mani al viso.
-N...no...-
-Ci dispiace Naruto- non seppe chi disse quella frase e non seppe neppure chi dei due lo avesse nuovamente abbracciato cercando di consolarlo.
-...è colpa mia...- sussurro -...è stata tutta colpa mia, se io non avessi usato il rasengan...-
-Saresti morto- lo interruppe Minato -Sappi che non è stata colpa sua, lo sapeva che sarebbe morto, lo sapeva dall'inizio e per questo ha deciso di regalarti i suoi occhi, ciò che aveva di più prezioso al mondo, sii fiero di lui Naruto, sii fiero di aver avuto per amico una persona simile-
Naruto abbassò gli occhi asciugandoseli con la manica della felpa:
-Grazie, papà-
-Di nulla-
Lentamente i due corpi iniziarono a svanire
-Mamma? Papà? OI! Che sta succedendo? MAMMA? PAPA'?-
-Va tutto bene Naruto- la voce di sua madre lo avvolse, dolce e pacata
-Il nostro tempo con te è finito, ricordati che ti vogliamo e bene e siamo orgogliosi di te, figliolo- disse Minato sorridendo dolcemente, con la sua solita allegria, come se fosse stato un semplice "ciao" e non un "addio".
-Ti vogliamo bene Naruto-
-Ti vogliamo bene Naruto-
-Anch'io vi voglio bene-
Le due sagome scomparvero completamente e Naruto decise che ormai non aveva più motivi per stare lì, i suoi genitori sen erano andati, Sasuke era morto e lui continuava beatamente a dormire, doveva svegliarsi!
Lentamente tutto quel bianco accecante intorno a lui iniziò a sbiadire, fino a diventare grigio e per finire nero intenso, pur sventolandosi la mano davanti al naso Naruto non riusciva a vederla affatto.
Poi in quel buio qualcosa iniziò lentamente a comparire, due uomini circondati da una leggera luce apparvero davanti ai suoi occhi mentre si davano le spalle. Non sapeva chi fossero, non li aveva mai visti prima, eppure i loro nomi gli vennero così spontanei che non riuscì a trattenersi da pronunciarli:
-Indra... Ashura...-
Poi ecco che, come se uno avesse improvvisamente acceso le luci, in quel buio denso iniziarono a comparire altri uomini, altre coppie, tutte che si rivolgevano le spalle e i loro nomi, Naruto, pareva conoscerli da sempre. Erano dieci, venti, cento, cinquecento, mille, un numero che non si poteva contare fino a quando, come se fossero tutti un sol uomo, si girarono verso lui fissandolo negli occhi e Naruto ricambiò quegli sguardi con uno sguardo pieno di determinazione, senza un briciolo di paura o incertezza e loro scomparvero nel nulla, come era apparsi sparirono, ma Naruto lo sapeva, lo percepiva, erano tutti dentro di lui, lui era ognuno di quegli uomini.

Era stanco, ogni singolo osso e muscolo del corpo gli doleva terribilmente e adesso capiva perché non si nera ancora voluto svegliare. Ignorando il corpo appiccicaticcio a causa del sudore versato mentre... sognava? No. Quello non era un sogno, ma allora cos'era? Tutto quello era accaduto davvero, lui ne era convinto, aveva davvero incontrato i suoi genitori e davanti ai suoi occhi erano davvero apparsi Ashura, Indra e tutti i loro discendenti, tutti loro che erano lui.
Stando attento a non fare movimenti troppo bruschi si tirò a sedere iniziando a sciogliersi la benda che gli ostruiva la vista, certo che ne avevano fatti di giri! La benda sembrava non finire mai.
Quando riuscì finalmente a guardarsi intorno noto che era solo, non c'era nessuno, la stanza era abbastanza spoglia se non si considerava il letto, un piccolo comodino e uno specchio. Facendosi forza buttò le gambe oltre il bordo del materasso provando a tirarsi in piedi, fece qualche passo lungo il letto per accertarsi che le gambe non gli cedessero a metà percorso e a quel punto si avvicinò allo specchio.
Nulla era cambiato in lui se non che ora, al posto dei suoi soliti occhi azzurri, spiccavano delle iridi rosse con tre tomoe nere al centro, lo sharingan! Trattenne il respiro a quella visione passando inconsciamente la mano sullo specchio a seguirne il profilo. Era incredibile e pensare che quelli erano gli occhi di Sasuke gli fece venire una fitta al petto, ma al contempo lo rendeva orgoglioso. Aveva avuto il privilegio di essere scelto da Sasuke come "discendente", gli aveva regalato la cosa più preziosa del suo clan, il loro segno distintivo: lo sharingan.
Decise di provare a pompare un po’ di chakra agli occhi, tanto per vedere cosa sarebbe successo e con suo enorme stupore la forma delle tomoe cambiò, le tre tomoe si fusero a formare uno shuriken per poi cambiare ancora mostrando un disegno più complesso, ma non ebbe il tempo per soffermarsi a guardarlo perché improvvisamente un acuto dolore alla testa, come se gli avessero piantato un kunai in fronte, lo colpì.
Si prese la testa fra le mani continuando a osservare, sempre più attonito, il proprio riflesso nello specchio dagli occhi confusi e scioccati.
I capelli biondi iniziarono a scurirsi sempre di più diventando prima arancioni e, infine, di un rosso intenso come quelli di sua madre pur mantenendo la loro forma tipica, gli occhi disattivarono da soli lo sharingan mostrando due pupille nero pece che, lentamente, sfumarono nel blu scuro.
Naruto continuò a osservare lo specchio, cosa diavolo stava succedendo?






Angolo degli autori:


Ciao (?) a tutti quei coraggiosi arrivati fin qui! Siamo Imoto e Fenice Cremisi, due autori (rispettivamente un'autrice e un'autore) di Efp e abbiamo deciso di metterci insieme per scrivere questa storia ^^
Che ve ne pare? A me personalmente piace molto e la trovo un'idea molto bella e innovativa, voi? Che ne dite di dirci il vostro parere in una recensione? Eh? Guardate che non mordiamo mica e saremo più che felici di sapere cosa ne pensate!
Al prossimo capitolo ;)
  
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