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Autore: Katniss88    07/12/2015    0 recensioni
“Cosa c'è? Riguarda il motivo per cui sei qua fuori, ampiamente sballato?” Mi persi nelle sue iridi azzurre per qualche secondo.
“Non mi dispiace affatto, passerei tutte le notti come le precedenti, sabotando anche qualche intervista, se necessario” ammisi, collegandomi al discorso di prima.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Harry Styles, Louis Tomlinson
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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La libertà non è una cosa che si possa dare; la libertà, uno se la prende, e ciascuno è libero quanto vuole esserlo.
James Baldwin

 

 

Sapevo che la situazione sarebbe presto cambiata. Dovevo solo pazientare. Scostai il ciuffo di capelli, che mi si era parato davanti agli occhi con la mano, e sospirai. Ero seduto, su una sedia, nel giardino sul retro e stavo fumando uno spinello. Non lo facevo da tempo immemore, ma quel pomeriggio avevo deciso che volevo rilassarmi. Ero andato fino alla cassettiera, avevo aperto l'ultimo cassetto e sotto la biancheria intima di Louis, dove sapevo che teneva da parte queste cose, avevo trovato una busta e con tranquillità avevo preso l'erba e le cartine e mi ero girato una canna. Erano passati cinque minuti da quando avevo iniziato a fumare e mi sentivo decisamente meglio.

Stavo allungato sulla sedia con gli occhi chiusi e ogni tanto davo un tiro. Louis avrebbe pagato oro, per essere lì in quel momento. Avrebbe potuto rinfacciarmelo a vita. Io con il mio stile di vita sano ed equilibrato, che lo invitavo a smettere di fumare, mi stavo, beatamente, consumando uno spinello. I miei pensieri vennero interrotti da delle labbra che mi stavano sfiorando il collo, facendomi rabbrividire, e un paio di braccia che mi circondarono.


“Harry, avresti potuto dirmelo che volevi sballarti, ti avrei raggiunto prima!” disse con un tono divertito. Nel frattempo si era seduto nella sedia affianco alla mia.


“Ma piantala” gli diedi un piccolo schiaffo sul ginocchio “non prendermi in giro, ne avevo voglia okay? Sono parecchio stressato in questi giorni. Non vedo l'ora che inizi l'anno nuovo per essere in vacanza”. Louis mi guardò con il sorriso sulle labbra e uno strano luccichio negli occhi celesti. Ma non mi rispose.


“Sai che non fa bene alla tua voce, ultimamente ti stai maltrattando”.


“Ah certo, sarebbe mia la colpa se sono senza voce, vero? Non di un mio certo fidanzato, che si ostina a farmi urlare più e più volte durante la notte” ribattei, gettai lo spinello non ancora finito nel posacenere, e constatai, dal calore che sentivo al viso, che probabilmente ero arrossito. Dopo tutto questo tempo, l'effetto che mi faceva era sempre lo stesso. Louis nel frattempo si era posizionato con la sedia per essere di fronte a me. E aveva messo le sue mani sulle mie ginocchia.


“Quindi ti staresti lamentando del trattamento che ti ho riservato negli ultimi giorni, perché non mi sembrava ti dispiacesse” affermò con un ghigno. Probabilmente arrossii ancora di più e abbassai lo sguardo. Louis mi richiamò, prendendomi per il mento e obbligandomi a guardarlo negli occhi. Si era avvicinato ed era a pochi centimetri dal mio viso. Lo guardai negli occhi azzurri e annullai la distanza tra di noi, baciandolo. Quando mi allontanai per interromperci mi riprese e approfondii maggiormente il bacio. Un gemito roco uscì dalle mie labbra.


“Lou...” si era portato a cavalcioni su di me e aveva dato vita a una discesa di baci lungo il mio collo, di riflesso avevo portato la testa all'indietro per dargli un maggiore accesso, ma volevo finire il discorso iniziato. Puntai una mano al suo petto, intimandogli di fermarsi.


“Oh avanti Haz, assecondami”, mise su un adorabile broncio.


“Cosa c'è? Riguarda il motivo per cui sei qua fuori, ampiamente sballato?” Mi persi nelle sue iridi azzurre per qualche secondo.


“Non mi dispiace affatto, passerei tutte le notti come le precedenti, sabotando anche qualche intervista, se necessario” ammisi, collegandomi al discorso di prima.

 

Non volevo ancora ammettere il motivo, per il quale ero lì fuori a rimuginare. Senz'altro lui aveva capito già tutto, ma voleva che fossi io a dirglielo. Raramente esternavo quello che provavo riguardo al sesso, era Louis quello sfacciato che non mancava mai di comunicarmi qualsiasi sua sensazione o richiesta. Louis mi aveva guardato un attimo spaesato, ma poi realizzando cosa gli avessi appena detto, mi guardava con finta aria scioccata.


“Ti farò sballare più spesso, se ottengo questo tipo di confessioni” concluse ridendo, mi prese per mano e mi condusse all'interno dell'abitazione, non prima di avermi rubato gli ultimi tiri della canna, che avevo abbandonato. Seduti sul divano, Louis aveva deciso di riprendere la posizione a cavalcioni che aveva preso anche fuori. Non con intento malizioso, semplicemente per scrutarmi da più vicino.


“Harry sono passati cinque anni, ma sei ancora il bambino innocente che diventa rosso parlando del sesso, cosa devo fare con te?” mi parlava, tenendo una mano sul mio viso.


“Non tutti abbiamo pochi peli sulla lingua, come te.” Louis non si faceva problemi a dire qualunque cosa e mentre facevamo l'amore, era sempre ben felice di comunicarmi cosa voleva o di dire cosa aveva intenzione di farmi. Io non dicevo mai nulla, ma ormai aveva imparato a capirmi dagli sguardi. Nel frattempo aveva iniziato a strusciarsi, quasi in modo impercettibile su di me, ma con un'occhiata gli avevo intimato di smetterla. Non

era il momento adatto e lo sapeva benissimo.

 

“No hai ragione Haz e ti amo anche per questo. Ora vorresti aggiornarmi sul tuo stato d'animo, so già cosa frulla in questa tua bellissima testolina. Volevo distrarti, ma non me l'hai permesso, quindi ora parla.” il suo sguardo si era fatto serio e i movimenti poco innocenti che aveva iniziato a fare su di me erano terminati, lasciandomi con un leggero problemino nei pantaloni e una risposta da dargli. Istintivamente appoggia la testa all'indietro, rivolgendo lo sguardo al soffitto e sospirai. Non volevo parlarne di nuovo, ma non sapevo cosa fare per uscirne, non volevo forzare Louis a fare ciò per cui non era pronto.


“Sono talmente pronto e eccitato per questa cosa, ma allo stesso tempo triste, perché mi toccherà farla da solo. E sarò finalmente libero, ma senza di te”. Ora che avevo iniziato a sfogarmi, non mi sarei poi fermato. Ero un fiume in piena, un fiume di parole.


“Okay. Non dire altro. Avevo intuito bene”. Sentii il suo tono triste, non volevo guardarlo, perché se l'avessi fatto, il suo sguardo deluso, mi avrebbe convinto a non continuare. Non lo ascoltai e andai avanti.


“E sono anche così spaventato. Cosa diranno le fans? So che ad una parte di loro non interessa. Ma gli altri? Mi riserveranno delle cattive parole? Farò una dichiarazione, dirò a tutti «ehi, guardatemi, se non era abbastanza chiaro, sono gay. Vi prego guardatemi sempre allo stesso modo» e detto ciò sarò libero, potrò uscire pubblicamente con un ragazzo, volendo. Ma quella persona non sarai tu e lo so e lo capisco.” Mi sistemai, sta volta per guardarlo. Gli presi il viso tra le mani, ma lui sfuggì al mio sguardo. Lo invitai, sollevandogli il mento a guardarmi. I suoi occhi cominciavano già a farsi lucidi.


“Ovviamente non uscirò con nessun possibile fidanzato. Sei tu quello che voglio mostrare al mondo. E so che non sei pronto e che ci hai messo tanto ad accettare te stesso e non ti forzerei mai a fare qualcosa che non vuoi. Ma mettiti nei miei panni. Mi vorresti al tuo fianco a ruoli invertiti, no?” Fece si con la testa e le lacrime ormai scorrevano dai suoi occhi sulle mie mani e si stava mordendo prepotentemente il labbro inferiore. Odiavo vederlo così, ma aveva voluto sapere. E avrei portato a termine il discorso. Me l'ero preparato da un po’. Non mi ero immaginato lo stesso scenario, ma non aveva importanza.


“Ma so che non è ancora arrivato il tuo momento è quando lo sarà, sarò al tuo fianco. Ma io così, non ce la faccio più, per cui farò questo passo senza di te. Per me stesso e per i fans, devo loro la verità, devo loro il vero Harry Styles. E ti amo e, come abbiamo già detto infinite volte, continuerò a farlo. Ma oggi i miei pensieri, più che per me stesso, erano rivolti a te. Lo so che ti senti deluso da te stesso e pensi di deludere anche me, ma non è così ok?” Rivolse lo sguardo verso l'altro per far cessare il pianto, ma non funzionò così si gettò su di me e affondò il viso sulla mia spalla abbracciandomi. Lo racchiusi tra le mie braccia. Era scosso da tremiti leggeri. Gli accarezzai la schiena.


“Sei una persona meravigliosa e in tutti questi anni hai fatto tantissimi progressi. Sei diventato più sicuro e stai facendo un lavoro fantastico sulla tua voce. Stai credendo in te, cosa che io ho sempre fatto, fin dal primo momento. E ti sostengono tutti, le nostre famiglie, Liam, Niall e anche Zayn” si irrigidì un momento nel sentire pronunciare il nome del moro, ma poi tornò rilassato e sembrava non stesse più piangendo, ma non aveva intenzione di cambiare posizione, cullato dal mio abbraccio. Gli posai un leggero bacio sulla nuca.


“I fans sono entusiasti di te, per cui non ti devi preoccupare, va bene? Non sminuire te stesso. Ognuno ha i suoi tempi. Non condannarti, non lo faccio io, per cui non devi farlo neanche tu. Ti amo. Amo te e tutti i tuoi difetti. Vorrei farti una dichiarazione su quanto ti amo, ma tu non mi stai neanche guardando. Lou, puoi farmi vedere i tuoi due bellissimi occhi?” Si sollevò e con il viso rigato da le lacrime, ormai asciutte, mi guardò, mi prese per mano e mi condusse nella nostra camera. Ci sdraiammo sul letto, rivolgendo il nostro sguardo l'uno verso l'altro.


“Allora Styles, questa dichiarazione? Ora, hai la mia completa attenzione”. Scoppiai in una fragorosa risata e gli pizzicai una guancia. Si meritava una dichiarazione ogni giorno, ma in questo momento, più di altri, volevo rassicurarlo su di noi e sarei riuscito a rasserenarlo, ne ero certo.

 

“Oh quanto sei impaziente! Va bene, va bene. Volevo riservare queste parole per un altro momento, ma vorrei solo cancellare quel brutto cipiglio che ti ritrovi ora sul viso. Credo di essermi innamorato di te fin da subito, fin da quando ci siamo scontrati nei bagni. Da allora ne abbiamo passate veramente tante, non ti starò a fare un elenco, perché sai benissimo tutto ciò di cui ci siamo fatti carico. Ora le cose sembrano andare un po' meglio e non voglio rovinare questo periodo di tranquillità, per colpa delle tue insicurezze. Ti amo, lo sai, e non mi importa se non mi accompagnerai in questa cosa ok? Amo te. Amo i tuoi occhi azzurri e le rughette che li circondano”.

 

“Mi stai dicendo che sono, vecchio?” domandò con fare canzonatorio.

 

“Assolutamente no, ma è la verità. Fammi continuare ora. Amo i gesti che fai, riservati solo a me, e amo anche il tuo carattere insolente e impulsivo. Amo i tuoi colpi di testa e anche quel tuo lato romantico, che mostri raramente. Non c'è nulla che cambierei in te e l'unica cosa che manca alla nostra relazione è quella di poterla vivere alla luce del sole e probabilmente anche il matrimonio. Ma vedrai che un giorno insieme lo faremo”. Conclusi, convinto delle mie parole.

 

“D'accordo. Penso che il malumore sia passato. E comunque ti amo anche io.” disse, lasciandomi un bacio leggero a fior di labbra.

 

“Ora Lou ti dispiacerebbe rendere la mia voce ancora un po' roca?” suggerii malizioso.

 

“Lo sapevo che tutte queste belle parole avevano un fine, vuoi solo infilarti nelle mie mutande. Comunque vedrò cosa posso fare!” scoppiò in una risata e mi baciò.

 

La vita ci ha riservato tante sorprese, ma anche tanti dolori. Ma nonostante questo, siamo ancora insieme e niente mi fa pensare che non lo saremo, anche fra altri cinque o dieci anni. Ci apparteniamo e una vita che non comprenda più l'altro, non è lontanamente concepibile.

  
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