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Autore: Himawari__    08/12/2015    3 recensioni
In cui Tony prepara una cena natalizia per lui e Steve. Né più, né meno.
Genere: Fluff | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Steve Rogers/Captain America, Tony Stark/Iron Man
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Merry Little Christmas


Tony si guardò attorno, soddisfatto, sfregando le mani l'una contro l'altra con fervida anticipazione.

Era tutto perfetto.

L'ampio salone, la cui vista si affacciava sul cielo stellato di New York, ospitava un folto, alto e coloratissimo albero di Natale, sotto il quale troneggiavano pacchetti e pacchettini delle più svariate misure e forme; le pareti erano decorate ora con drappi rossi ora con drappi dorati, e il centro della stanza era occupato da un piccolo, ma accogliente tavolo da pranzo apparecchiato per due, imbandito con una sontuosa e profumata rosa di Natale.

In cima alla porta, un mazzo generoso di vischio decorava l'ingresso con eleganza, con quel tocco semplice ma grazioso (e tattico, Tony doveva concederglielo) che urlava Jarvis da tutti i pori.

Infine, posizionato in un angolo della sala, un vecchio giradischi riproduceva canzoni Natalizie della migliore qualità (sempre secondo Jarvis, perché la cultura musicale di Tony non comprendeva anche i canti di Natale), abbracciando artisti come Sinatra e Bublé.

Insomma, tutto era pronto per trascorrere la cena della vigilia di Natale con Steve, supercattivi e invasioni aliene permettendo, ovviamente. Aveva richiesto la disponibilità di alcuni degli Avengers per qualsiasi evenienza, ma dubitava che i criminali avessero il cuore di rompere le scatole anche durante una giornata così speciale.

Sperava di no, per lo meno.

Solitamente, l'unica attività in cui concentrava tutta la sua attenzione era il lavoro (senza contare Iron Man e tutte le implicazioni annesse e connesse, ovviamente), ed era stato un po' difficile anche per lui convincersi a organizzare quella cena nel migliore dei modi, ma ora, a lavoro terminato, se non avesse mantenuto ancora un briciolo di dignità si sarebbe dato una pacca sulla spalla da solo.

Allontanare Steve dalla Stark Tower con una scusa era stata la parte più semplice – la collaborazione di Sam e Clint era stata necessaria e preziosa, per quanto gli dolesse ammetterlo; decorare l'enorme salone nel più appropriato dei modi era stato immensamente più difficile, e senza l'aiuto di Jarvis dubitava che ci sarebbe riuscito nell'arco di una giornata e senza far saltare per aria qualcosa.

Tutto era così… Natalizio? Festoso? Famigliare?

Qualsiasi cosa sembrasse, era da veramente troppo tempo che Tony non vi aveva a che fare. L'ultima volta che aveva festeggiato in modo umano e consono il Natale era stato durante la sua relazione con Pepper… e non aveva alcuna intenzione di rimuginare sul passato. Non quella sera, per lo meno.

Si sistemò la cravatta con gli alberelli di Natale con fare nervoso, occhieggiando l'ora sul display del telefonino. Steve sarebbe arrivato entro quindici minuti, sempre attirato lì con una scusa stupida inventata da Clint, e non avrebbe dovuto innervosirsi – per uno stupido appuntamento, poi! - ma si parlava di Captain America, e prima di essere Captain America era Steve Rogers, suo migliore amico da tanto tempo, suo amante da pochi mesi, e… voleva che tutto fosse perfetto.

Lo voleva davvero. Tony sembrava possedere l'innata abilità di rovinare ogni dannata cosa buona nella sua vita, e non voleva che succedesse anche con Steve.

Steve entrò nella sala da pranzo in perfetto orario; avvolto in un abito marrone scuro, si muoveva con fare stranamente impacciato, come se stesse andando in giro in tutù o in qualcosa di ugualmente bizzarro, e la sua espressione estatica e imbarazzata alla vista di tutto quel Natale riempì il cuore di Tony di gioia e qualcosa a cui non si sentiva pronto a dare un nome.

« Ehilà, bellissimo, » Tony si avvicinò a lui con passo lento e volutamente misurato, e sebbene il suo cuore stesse letteralmente facendo piroette nel petto, cercò di non darlo a vedere, esibendo il suo sorriso più dolce. Gli diede un bacio sulla guancia, poi, con un senso di ansia crescente (e se non gli piacessero i fiori? E se pensasse che è un gesto troppo azzardato? E se si stesse ricredendo su di me e basta?), gli tese un mazzo di fiori. Non era un esperto del linguaggio dei fiori – sapeva che in passato erano bastate le rose per fargli fare due salti su un materasso che non sempre era il suo – ma aveva voluto fare una ricerca e puntare su qualcosa che avesse un significato profondo, sebbene non fosse sicuro che Steve lo comprendesse: foglie d'ambrosia decoravano piacevolmente il boquet abbondante, composto principalmente da camelie e garofani bianchi.

Steve guardò prima il bouquet, poi Tony; con un gesto lento afferrò i fiori, gli occhi azzurri spalancati dallo stupore e l'espressione a dir poco stupita.

Tony pensò per un attimo di aver fatto tutto dannatamente male, e avrebbe incominciato ad arrovellarsi su cosa esattamente avesse sbagliato (i fiori erano troppo femminili? Il completo che gli aveva fatto preparare troppo formale? O forse Steve non era così serio come aveva pensato?), se Steve non lo avesse afferrato con la mano libera per un fianco e attirato a sé, un ampio sorriso dipinto sulle labbra piene.

« Sei… sei fantastico, Tony. » mormorò sulla sua spalla, posando un bacio leggero dietro il suo collo. Tony soppresse a malapena un brivido dispiaciuto quando Steve si allontanò da lui, il viso arrossato ma sincero, gli occhi che brillavano sotto le luci del festoso albero di Natale che avevano decorato assieme, e ancora quello stupido, bellissimo sorriso che gli illuminava il volto. « Non mi aspettavo, » si guardò attorno, tornando a concentrarsi poi su Tony, come se se avesse allontanato lo sguardo da lui per troppo tempo sarebbe sparito per sempre « tutto questo. »

Avrebbe voluto dirgli che per lui avrebbe fatto veramente qualsiasi cosa, e che quello era niente, se ripagato da quell'espressione così estatica e dolce al tempo stesso, e i suoi occhi lasciavano trapelare così tanto amore, puro e semplice, che Tony non era sicuro che sarebbe riuscito a concludere la serata senza supplicarlo di portarlo in camera da letto prima del dessert.

Sistemarono i fiori nel vaso preparato nel frattempo da Jarvis; ogni battuta sarcastica gli morì sulle labbra quando Steve fece per – cazzo, voleva davvero spostargli la sedia?

Sarebbe scoppiato a ridere, se non avesse trovato tutto terribilmente elegante e dolce, e Steve lo stava facendo rammollire, dannazione, perché non avrebbe saputo spiegarsi in altro modo la propria reazione. « Oh, no, Cap, questo no, » gesticolò furiosamente in avanti, il sorriso che non accennava ad allontanarsi dalle sue labbra « sono io ad averti invitato, lascia che faccia finta di essere il galantuomo della coppia, per una sera. »

Steve scoppiò a ridere, il rossore che non accennò ad abbandonare del tutto il suo viso. « Tutto questo è più che sufficiente. » Lascia che ricambi il favore lasciava sottointendere l'espressione calma e serena sul suo volto, e Tony, che lo conosceva e sapeva quanto fosse testardo, non poté che accettare quella silenziosa richiesta.

Steve lo aiutò a sedersi, poi versò ad entrambi un po' di vino e si accomodò a sua volta di fronte a lui.

« Grazie, » ripeté per l'ennesima volta, poco sicuro su come andare avanti, e Tony realizzò che, da quando era tornato alla vita, probabilmente questa era la prima volta che festeggiava il Natale in intimità. Era la prima volta anche per Tony, in un certo senso, dopo la rocambolesca relazione con Pepper. Solo quando Jarvis portò loro l'antipasto, Steve, dopo averlo ringraziato con un sorriso cortese, riprese le rendini del discorso, gli occhi chiari luminosi e lo sguardo perso sul maestoso albero di Natale a lato. « per tutto questo, dico. »

« Sei un po' vago– » Tony afferrò una tartina col caviale e se la portò alla bocca « tutto questo cosa, Rogers? Il fantastico albero di Natale? La vista stupenda su New York? Il caviale più buono che tu abbia mai assaggiato? Il vino francese di ottima annata? Sinatra? Il culetto fantastico di me medesimo? »

La battuta servì a rilassare un po' l'atmosfera, perché Steve soffocò una risata dietro il tovagliolo di stoffa, mordendosi il labbro inferiore, e Tony non poté fare a meno di imitarlo a sua volta.

« No, idiota. » Steve gli afferrò la mano, disegnando piccoli cerchi concentrici sul palmo. Sembrò cercare le parole per esprimere al meglio i suoi sentimenti, e Tony attese in silenzio che facesse chiarezza dentro di sé. Era uno dei tanti, infiniti lati di lui che apprezzava, ma che gli era difficile da imitare: per quanto entrambi con le parole fossero impediti in modo quasi imbarazzante, almeno Steve provava a sgrovigliare la matassa dei suoi sentimenti per darle un senso compiuto. Tony, per paura o mera codardia o semplice incapacità genetica, non osava fare quel passo. « Per essermi stato vicino. Per avermi aiutato quando nessuno– quando nessuno c'era. » Steve sospirò, poi afferrò con la mano libera l'altra mano di Tony « Sei… sei fantastico. E io sono… sono fortunato ad averti al mio fianco. »

Tony avrebbe avuto molto da dire, veramente; aveva ricambiato quei complimenti così tante volte da conoscere a memoria ogni singola caratteristica positiva che avrebbe potuto elogiare di Steve, perché non era solo l'uomo che amava, no: era il suo amico più caro, il suo più grande punto di riferimento, la persona per cui nutriva più stima e fiducia in assoluto. Ma ora, seduti ad un tavolo, i loro volti illuminati esclusivamente dalle candele, dalle luci di New York e dalle decorazioni Natalizie… ecco, ora come ora la situazione era troppo intima, troppo personale, e, un evento più unico che raro, non riusciva a formulare nulla che potesse essere adeguato alla situazione.

Decise così di dimostrargli la sua gratitudine nell'unico modo in cui si sentiva in grado di farlo; gli occhi che pizzicavano di lacrime non versate, allungò il viso verso quello del compagno e sfiorò le sue labbra con le proprie, stringendogli con forza le mani.
 

*



Note finali:
alcune precisazioni!
1. Questa è la prima one-shot Stony che scrivo in assoluto. È una delle mie OTP Marvel per eccellenza, ma ho sempre avuto paura di approcciarli perché sono sempre insicura sulle loro caratterizzazioni.
2. Se è venuta fuori una roba melansa, mi dispiace, ma dopo il trailer di CW avevo bisogno di scrivere qualcosa di dolce.
3. In origine è stata pensata come una one-shot comicverse. Non trovando la sezione "Avengers" sotto i "Fumetti americani", ho dovuto pubblicarla qui. q___q

   
 
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