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Autore: elefiore    08/12/2015    0 recensioni
Saalve :)
Scusate, ma per via di un ransomware ho perso tutti i dati.. appena riesco a recuperare qualcosa o a trovare un po' di tempo per riscrivere tutto.. continuerò.. al più presto. A presto!
Dal primo capitolo:
"Sto morendo, vero?" Chiesi con voce debole
"No, va tutto bene. Hai solo perso molto sangue. Ecco, ho finito di bendarti. Torniamo a casa."
"Non puoi lasciare qui gente innocente. Porta in salvo loro, poi torna da me"
"Non ho intenzione di lasciarti.."
"È un ordine" lo interruppi "vai."
Mi guardò, preoccupato e contrariato, ma non poté far altro che ubbidire.
"Sissignora" e andò a soccorrere gli abitanti, salvandoli dalla morte.
Passarono pochi istanti prima che vedessi una figura davanti a me. Capii subito che non era Sean.
"Benvenuta nell'angolo della resa dei conti," mi disse ad un orecchio "Assassina"
Furono le ultime parole che sentii prima di perdere i sensi.

Mi dispiace ma la storia è interrotta a tempo indeterminato. Chiedo scusa a chi la ha seguita fino ad ora.
Genere: Generale, Guerra | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Altro personaggio, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: Non-con, Tematiche delicate
Capitoli:
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Una volta fuori, ascoltai ciò che l’uomo le disse:
“Tornerò a prenderti, ma la prossima volta non tenterò di frenare la mia forza se non mi seguirai. Non dimenticherai facilmente ciò che ti farò.. e credo tu sappia di cosa stia parlando. Ti consiglio di accettare.”
Sentii un leggero tonfo seguito da numerosi colpi di tosse.
Cosa mi aveva nascosto? Chi era quel Raphael? Cosa voleva?
Suddividemmo in un attimo i compiti: dato che eravamo cinque, due cercarono le guardie, due cercarono il medico ed io.. io andai da Lyah.
Dovevo capirci qualcosa.
“Chi diamine era quello?!” chiesi “Da quanto tempo lo conosci?”
“Faccio un po’ di fatica a respirare ma sto bene, Sean, grazie di avermelo chiesto.”
“Ti ho fatto una domanda!”
“Sean, ricordi cosa ti ho detto? Devi rimanere cal-“
“Rispondimi, Lyah. Chi era? Che ti ha fatto? E di cosa parlava quando ha detto che sapevi-“
“Sta’ zitto, sta’ zitto!” quasi gridò, coprendosi le orecchie con le mani.
Era scoppiata in lacrime.
“Lyah..”
Colmo di sensi di colpa, mi inginocchiai per essere alla sua altezza.
“Scusami, Lyah.” Dissi, con voce più dolce, “Sono stato troppo impulsivo, di nuovo. Ero preoccupato.. spaventato, direi. Non avrei dovuto assillarti, perdonami.”
“Sean, non hai idea di.. di quello che.. che lui...”
Mi abbracciò, singhiozzando. Avevo qualche sospetto.
“Lyah, ti ha picchiata?”
La risata che uscì dalle sue labbra mi risultò dolorosa da ascoltare.
“Se solo.. se solo si fosse fermato.. a quello..”
Ed ecco i miei sospetti confermati.
“Non me ne hai mai parlato.”
Si cinse le ginocchia con le braccia mentre le lacrime continuavano a rigarle il viso.
“Fa troppo male parlare di certe cose.. nemmeno Daniel l’ha mai saputo.”
Ecco perché a volte si comportava in modo strano. Ora capivo.
Era a causa sua.
“Posso abbracciarti?” chiese, con voce spezzata
“Che domande sono? Certo che puoi.”
Quasi mi saltò addosso.
“Tranquilla, va tutto bene, ora.” Sussurrai, carezzandole i capelli.
“Sai che non è vero.”


Quella notte non riuscivo proprio a dormire, continuavo a pensare a quell’uomo.
Secondo ciò che aveva detto, sarebbe tornato, l’avrebbe portata via ad ogni costo.
“No! NO!” sentii gridare Lyah, nella stanza accanto, e in un istante ero fuori.
Altri, come me, si erano allertati e volevano vedere cosa stesse accadendo.
Entrammo in due nella sua stanza, ma non trovammo che Lyah in lacrime sul pavimento, il corpo in parte imprigionato nelle coperte.
Mi chinai al suo fianco e la aiutai a liberarsi.
“Cos’è successo?”
Mi guardò come se fossi un fantasma.
“Ma tu..“ farfugliò qualcosa che non capii “.. Raphael, poi-!”
“Ok, calma. Respira.” Sussurrai “Respira.”
Inspirò ed espirò più volte per calmarsi, poi si ripeté.
“Raphael era venuto a prendermi, tu mi avevi difesa e lui.. lui ti aveva ucciso e mi aveva portata via..”
La abbracciai con delicatezza, come se potesse rompersi con un gesto brusco.
“Era solo un incubo, lui non è qui.”
L’altro Assassino uscì e rassicurò tutti, lasciando che rientrassero nelle proprie stanze.
“Resta con me, Sean!” mi disse Lyah quando mi alzai per uscire “Non andare via, non lasciarmi sola! Ti prego!
Non potevo lasciarla lì così, non potevo.
“Solo per questa notte, va bene?” dissi, chiudendo la porta ed avvicinandomi a lei
“Ho troppa paura, non voglio più dormire..”
“Proprio tu mi dici una cosa del genere? Devi dormire o starai male, già non sei in ottima salute.”
Le spostai una ciocca di capelli dietro alle orecchie.
“Ci sono io, andrà tutto bene.”
Mi abbracciò e si stese sotto alle coperte, lasciandomi un po’ di spazio.
“Vieni qui con me..”
“Ma, Lyah, io-“ m’interruppi e sospirai, poi mi sdraiai accanto a lei, che mi si strinse al petto.
“Grazie. Grazie di essermi sempre accanto.”
“Come potrei fare altrimenti? Sai che sei la persona più importante, per me.”
“E tu per me, Sean.”


Mi svegliai cadendo dal letto e vidi Lyah agitarsi sotto le coperte.
“Lyah, svegliati.” Tentai di scuoterla un po’ “Svegliati.”
Nel sentire la mia voce si calmò e sussurrò il mio nome.
“Va tutto bene. Ci sono qui io.” Dissi, accarezzandole una guancia.
Era bellissima anche quando aveva gl’incubi.
No.. No, Sean... Doveva essere solo un’amica..
Eppure non potevo più negarlo, per me era molto di più.


“Sean? Sean, svegliati, è ora.”
Aprii gli occhi e mi ritrovai con il suo volto a pochi centimetri dal mio.
Resistere all’impulso di annullare quella distanza fu più difficile di quanto avessi pensato.
Sorrisi con fatica. Che ore erano?
“Sean, sei stato sveglio tutta la notte per badare a me, non è vero? Sembri stanchissimo.”
In effetti, non avevo chiuso occhio pur di proteggerla dagli incubi.
Ed ora ero stanco.
“Sono stato peggio, non preoccuparti. Tu hai dormito bene?”
“Stavo per fare lo stesso incubo, ma ho sentito la tua voce.. ed è cambiato.”
Ne ero davvero felice, ero riuscito nel mio intento.
Mi alzai.
“Che ore sono?”
“Più o meno le dieci del mattino.”
Ora di allenarsi, quindi.
“Come sta il tuo fianco?”
“Affatto male, direi, per quanto strano possa sembrare.”
Forse la Mela aveva funzionato.
“Cosa faresti se ti chiedessi di combattere contro di me?”
“Accetterei volentieri!”
“Allora ti sfido a duello!”
Andammo in giardino, dopo esserci sistemati, e prendemmo una spada ciascuno.
“Sicura di non volerti tirare indietro?”
Alzò la guardia, sorridendo
“Sicuro di non volerlo fare tu?”
La guardai per sfidarla
“Lo prendo per un no” affermò, facendo un passo avanti.
Quando vidi che stava per attaccare, alzai la spada per parare. Solo dopo averlo fatto capii: era una trappola.
Scartò di lato volteggiando e fermò l’attacco a pochi centimetri dalla mia gola.
“Morto!” disse, poi tornò in posizione di difesa.
Sorrisi.
Non cambiava mai: in allenamento si divertiva davvero molto.
Forse anche perché nessuno la riusciva a battere, ma non per niente lei era il nostro Maestro.
Era molto diversa da quello precedente. Lui stava sempre sui libri, usciva ogni tanto, ma nessuno sospettava che in realtà fosse un Templare. Una spia ben addestrata, riuscita a conquistare la nostra fiducia fino ad essere nominato Maestro e mandarci in rovina. Era stato lui a convincere Michael a passare dall’altra parte.
Lyah era stata la prima a scoprire i piani del vecchio Maestro, ma quasi nessuno le aveva creduto.
Era stata lei a far ricredere tutti, smascherandolo.. ed era stata lei ad ucciderlo e a diventare il nuovo Maestro.
“Sean?”
La sua voce mi riportò al presente.
“Eh? Cosa?” chiesi, un po’ smarrito
“Va tutto bene? Ti sei fermato.”
“Sì, scusa, mi sono perso nei miei pensieri.”
“Continuiamo?”
Non feci in tempo a rispondere: uno degli assassini di guardia all’ingresso della Dimora, correndo verso di noi, chiamò Lyah.
“Che è successo?”
“Ho una buona notizia e una cattiva. L’uomo di ieri è tornato.”
La vidi irrigidirsi.
“E.. la buona notizia?”
“Questa era la buona notizia. L’altra è che ha distrutto gli altri che erano con me, sono riuscito ad avvisarvi solo ora, non so quanto ancora sia lontano.”
Per un attimo ebbi il timore che stesse per svenire, ma rimase in piedi.
“Lyah, stai bene?”
Fece un respiro profondo e si riprese.
“Sto benissimo.”
Sapevo che in realtà aveva paura, ma doveva mostrarsi forte.
“Finalmente ti ho ritrovata! Quei tuoi amichetti volevano impedirmelo.” entrò in scena Raphael, gettando a terra uno dei cadaveri, privo di un braccio.
“Cosa vuoi?”
Lui alzò il braccio per indicarla.
“Te, lo sai.”
Aveva qualcosa nell’altra mano..!
Mi misi tra lei e lui appena in tempo per difenderla dal pugnale da lancio appena lanciato dall’uomo.
Fortuna che avevo una buona armatura addosso.
“Ancora in piedi? Mi sorprendi.”
Il suo obiettivo.. possibile fossi io?
Mi puntò contro una pistola.
A quello non avevo pensato.
Sparò, ma l’armatura riuscì a proteggermi.
“Dovresti andartene.” Dissi, guardandolo dritto in viso.
“Non lo farò fino a quando non mi seguirà. Lei è mia.”
Lyah mi scansò in malo modo: “Io non sono né tua, né di altri!”
“Sai quanto me che il tuo corpo non dice lo stesso.”
La guardai. Ebbe un solo attimo di esitazione, poi parlò:
“Raphael. Ti sfido a duello. Se vincerò, ci lascerai stare. Tutti.
“E se dovessi vincere io?”
“Non accadrà.”
“Verrai con me, se perderai. Se mi sopravvivrai.”
“Lo vedremo.”
Alzarono entrambi la guardia.
Doveva vincere lei.
Per qualche istante si guardarono negli occhi, mentre gli altri si allontanavano quanto bastava per non rimanere coinvolti nella battaglia, la tensione cresceva.
Raphael scattò in avanti, cercando di colpire Lyah – era più agile di quanto si sarebbe aspettato -, ma lei schivò e lo colpì ad una spalla, tagliando le fibbie che reggevano l’armatura.
Trovandola ormai solo un intralcio, lui la tolse del tutto.
“Dati una mossa, non ho tutto il giorno!” lo provocò Lyah, e lui tornò ad attaccare.
Due fendenti, un affondo, un altro fendente, poi scattò di lato, confondendo tutti.
Solo quando eseguì ciò che aveva in mente ci rendemmo conto di cos’avrebbe fatto: usò il recinto del campo d’addestramento come appoggio per lanciarsi contro la sua avversaria e ferirla al braccio sinistro, atterrando in perfetto equilibrio subito dopo.
“Male?” chiese per schernirla
“Abbastanza” rispose lei, pronta ad attaccare di nuovo
Andarono avanti a combattere per vari minuti, sia fisicamente che verbalmente, ma Lyah era sempre più in svantaggio: si stava stancando e incassava sempre più colpi. Ormai teneva la spada con entrambe le mani.
All’ennesimo attacco cadde in ginocchio, ansimante, dando le spalle al nemico.
“Hai voluto affrontarmi,“ disse lui, sollevando la spada, “ora ne pagherai le conseg-!“ s’interruppe bruscamente: in un istante Lyah aveva raccolto le ultime forse e si era girata di scatto, alzandosi, causandogli una ferita alla gola.
Con la mano sul collo, sorpreso, Raphael cadde a terra.
Con voce strozzata, le chiese di ucciderlo.
“No. Meriti una morte lenta e dolorosa per ciò che mi hai fatto.”
“Ti prego.. non fare il mio stesso.. errore..”
Si guardarono per un lungo istante, poi lei impugnò la spada verticalmente.
“Hai ragione, non devo abbassarmi al tuo livello.” Disse, alzandola “Spero tu sia un uomo migliore, nella tua prossima vita.” Continuò.
Gli trafisse il cuore e rovinò su Raphael, tremando.
Corsi da lei.
“Lyah! Stai bene?”
Annuì debolmente e si alzò appoggiandosi a me.
“Non ti darà più fastidio.” Cercai di consolarla “È finita.”
“Perché succedono tutte a me, Sean? Perché?”
“Non so rispondere alla tua domanda, ma so che qualunque cosa accada, la supereremo insieme.”
Sorrise debolmente
“Cosa farei senza di te?”
“Non importa, Lyah, e sai perché? Perché non ci separeremo mai.”
Ero riuscito a renderla felice. Questo era tutto ciò di cui avevo bisogno.
  
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