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Autore: ___Ace    08/12/2015    2 recensioni
Una rana di un insolito colore rossastro, in compagnia di un cane col pelo troppo lungo da ricoprigli anche gli occhi, un coccodrillo con una trombetta, un topo col pelo rosa e una lucciola lo fissavano mezzi impauriti.
Avanzò con calma, dato che il pericolo era passato, uscendo dall’acqua sotto lo sguardo dei novellini, ghignando in modo sinistro con il bastone poggiato su una spalla e Bepo che gli strisciava appresso, puntando con i suoi occhietti rossi il topo.
-Allora,- esordì con voce melliflua, -Chi è stato l’idiota che ha fatto un patto col Dr. Ceasar?-
Il rospo gonfiò il petto, quasi come se fosse stato offeso da quelle parole, mentre il resto di quegli animaletti lo indicarono con le zampe.
-Forza, salta fossi, raccontami la tua storia. Poi deciderò se darti in pasto a Bepo o aiutarti.-
AU.
VodooLaw/FrogKidd.
Genere: Avventura, Comico | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Eustass Kidd, Jewelry Bonney, Killer, Mr. Two Von Clay, Trafalgar Law | Coppie: Eustass Kidd/Trafalgar Law
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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VOODOO.
 

Quella mattina era insolita, nonostante tutto nella palude fosse esattamente come sempre.
La melma attecchiva fino a metà corteccia dell'albero sopra al quale lui viveva; le fronde scendevano spesse fino a sfiorare l'acqua stagnante e verde; i coccodrilli riposavano nel fango sulla sponda dell'altra riva; Bepo era raggomitolato su uno sgangherato sgabello e la sua lingua biforcuta faceva capolino dalla bocca, sibilando allegro; l'umidità impregnava le pareti e dalla finestra poteva vedere che la palude si stava lentamente svegliando.
Solo una cosa non tornava nella sua lista: la nebbia.
Non c'era.
Perché non c'era la nebbia? 
Uscì in veranda, incurante di essere nudo come un verme, e osservò come il sole illuminasse il vicinato attraverso la folta vegetazione, rischiarando il fiume e riflettendo la luce, accecandolo e facendogli percepire dopo tanto tempo il calore sulla pelle. 
Rientrò più preoccupato di prima, passandosi con insistenza una mano sul pizzetto, gesto che lo aiutava a pensare. Sbirciò dentro la vasca da bagno adibita a pentolone per le zuppe e, intingendo un dito per poi portarselo alle labbra, assaggiò la pietanza, leggendovi il futuro.
Non era male e non dava nemmeno segno di cattivi presagi, anzi, era molto meglio del solito. Forse, semplicemente, quel giorno era abbastanza caldo e bello da far sparire addirittura la nebbia.
Sorrise allora, agguantando un paio di pantaloni in pelle e fischiando per richiamare l’attenzione di Bepo che, sornione, aveva appena iniziato ad appisolarsi, come sempre.
-Forza vecchia vipera, andiamo a caccia.-
Bepo drizzò la testa, sibilando in risposta.
-Certo, la pantegana più grossa è per te.-
In pochi secondi, il pitone gli si era accoccolato nell'incavo delle spalle, avvolgendolo con il suo corpo e poggiando la testa sopra la sua, pronto a partire.
Law uscì di casa stranamente di umore più allegro del solito, cosa che non gli capitava da tempo, e forse dipendeva proprio dal meteo, dato che erano mesi che sopportava quella nebbia odiosa.
Assicurò un paio di pugnali alle cosce, si mise in spalla uno zaino rattoppato con dentro reti, ami da pesca, qualche pozione e un fucile da caccia per ogni evenienza.
Era bello poter vedere più lontano di un metro. La palude e le sue sfaccettature erano meravigliose e mentre avanzava con i piedi nelle pozze d'acqua si sentiva sempre più vicino alla natura.
Un paio di ore dopo e con tre ratti nella sacca, più un cesto di pesci nascosto nel sottobosco a metà strada dalla sua casa fino a dove si era spinto, udì qualcosa che lo fece raggelare.
-Goin’ down the bayou, goin’ down the bayou!-
Si schiaffò una mano sul volto, mentre Bepo, sulle sue spalle, sibilava quella che era l'interpretazione di una risata, nonostante risultasse agli occhi esterni un rantolo soffocato.
Law lo fulminò con lo sguardo prima di fare marcia indietro per correre a casa di gran carriera. Ecco cosa non andava quel giorno, se lo sentiva che la sciagura della palude stava per abbattersi su di lui. Non avrebbe dovuto dimenticare il sacrificio mensile, ora la punizione che meritava per quella mancanza era arrivata. Si sarebbe barricato in casa e non avrebbe aperto a nessuno, soprattutto a quello sviato mentale di Bon-chan.
Stava giusto imboccando il sentiero lungo il fiume per tornare indietro, quando delle urla si sovrapposero alla canzone, interrompendola e costringendolo a fermarsi ad ascoltare cosa stava succedendo.
In lontananza poteva vedere benissimo le ombre del male avvicinarsi e aggredire i viaggiatori incauti che si erano spinti fino a lì.
Law sapeva che se non fossero stati interrotti dagli spiriti maligni, i visitatori lo avrebbero cercato per chiedergli consiglio, altrimenti non si spiegava il perché della loro presenza nel suo territorio e, anche se la guida a capo di quei balordi la conosceva bene e non la sopportava, non poteva permettere all'oscurità di spingersi troppo vicino a lui.
Così corse fino a raggiungerli, staccando nella frattempo un ramo da un albero e accostandolo alla bocca di Bepo che ci sputò sopra.
Poi Law lo puntò in avanti, pronunciando qualche parola magica e facendogli prendere fuoco. 
Lingue infuocate andarono immediatamente a scagliarsi contro le ombre che, mano a mano che venivano colpite, si dissolvevano, tornando da dove erano venute. A quanto pareva, qualcuno aveva pestato i piedi, o si era stupidamente indebitato con quel cartomante da quattro soldi che bazzicava per le strade di New Orleans.
Ad ogni modo, era stato fin troppo facile, ma il difficile era credere a quello che gli si era presentato sotto agli occhi dopo.
Una rana di un insolito colore rossastro, in compagnia di un cane col pelo troppo lungo da ricoprigli anche gli occhi, un coccodrillo con una trombetta, un topo col pelo rosa e una lucciola lo fissavano mezzi impauriti.
Avanzò con calma, dato che il pericolo era passato, uscendo dall’acqua sotto lo sguardo dei novellini, ghignando in modo sinistro con il bastone poggiato su una spalla e Bepo che gli strisciava appresso, puntando con i suoi occhietti rossi il topo.
-Allora,- esordì con voce melliflua, -Chi è stato l’idiota che ha fatto un patto col Dr. Ceasar?-
Il rospo gonfiò il petto, quasi come se fosse stato offeso da quelle parole, mentre il resto di quegli animaletti lo indicarono con le zampe.
-Forza, salta fossi, raccontami la tua storia. Poi deciderò se darti in pasto a Bepo o aiutarti.-
 
*
 
Tutto ciò era assurdo, non c’era altra spiegazione.
A volte Law si chiedeva come mai le persone fossero tanto stupide da sottovalutare il voodoo e col passare del tempo si era dato due risposte: o erano dei creduloni, o erano stupidi. In ogni caso, nessuna delle due era un complimento per le povere anime che, spesso e volentieri, gli facevano visita, più per rimediare a dei pasticci che per altro. A volte li aiutava, altre dava loro consigli affinché si arrangiassero da soli e, quando era di cattivo umore, o quando le vittime si dimostravano stupide oltre ogni limite, li sbatteva fuori senza grazia, liberando i suoi coccodrilli che facevano da guardia al territorio.
In quell’occasione, però, si costrinse ad ascoltare la vicenda fino alla fine senza dare di matto solo per fare un piacere a Bon-chan, anzi, più precisamente a sua nonna, una lucciola che si illuminava ad intermittenza, ma con cui aveva stretto un bel rapporto d’amicizia.
Da quello che aveva capito, l’insetto era l’unico vero animale presente, mentre gli altri erano tutti umani trasformati per errore, o per sfortuna, o per miracolo, a causa di un patto stretto dal salta fossi con il Dr. Ceasar, rappresentante, a suo dire, del funereo Baron Samedi, il Loa della morte.
-Ed ecco come ci siamo ritrovati qui.- concluse il rospo, incrociando le zampette e guardandolo storto, come si aspettasse di sentirsi dare ragione.
Law ricambiò l’occhiata, un po’ schifato, mentre il cagnaccio si grattava per via delle pulci e il topo rosa di nome Bonney gli saliva in groppa per evitare di essere troppo esposta all’appetito di Bepo, al quale lanciò subito dopo una pantegana intera per farlo stare buono.
-Che dici, Lawie, ci aiuterai?- gli chiese Bon-chan, chiamandolo con quel nome che tanto odiava e, quando la rana gli rivolse quello che doveva essere un ghigno divertito, ebbe la tentazione di spiaccicare la lucciola contro il muro.
Il giovane si alzò, stiracchiandosi come un gatto e camminando elegantemente attraverso la stanza, raggiungendo il suo pentolone, dando una mescolata per poi assaggiare la pietanza.
-Mhm, ci manca qualcosa.- mormorò tra sé, guardandosi attorno alla ricerca dell’ingrediente segreto, ovvero la prima cosa commestibile che gli sarebbe saltata all’occhio. Per un attimo ebbe l’idea di fare uno stufato di rana.
-Tabasco.- squittì una vocina accanto a lui, facendogli abbassare la testa per trovare il topo sul bordo della vasca che si leccava i baffetti e lo guardava con un paio di occhietti vispi.
Tutto sommato, Bonney non era male e tra tutti era quella che aveva fatto meno disastri, anzi, si poteva anche dire che era stata solo una vittima degli eventi, quindi avrebbe potuto darle la soluzione al suo problema senza temporeggiare troppo per tenerla sulle spine.
Così, prese il vasetto di tabasco comprato in città l’ultima volta che ci era stato, ovvero un anno e mezzo prima, e ne versò una generosa quantità, lasciando il compito a Bonney di mescolare e sollevare il cucchiaio per fargli assaggiare il risultato.
Si abbassò alla sua altezza e il gusto non gli dispiacque affatto, perciò annuì soddisfatto e sbraitò a Bepo di portargli il barattolo ricolmo di polvere che aveva lasciato da qualche parte in casa.
Era molto disordinato e a volte si dimenticava delle cose.
Il serpente arrivò poco dopo, strisciando sulle assi del pavimento e reggendo tra le spire un vasetto senza etichetta, consegnandolo poi al suo padrone giusto quando il coccodrillo Drake stava chiedendo a Bon-chan se fosse sicuro di trovarsi davanti allo sciamano voodoo che viveva in mezzo alla palude dentro una barca posta sopra un albero.
-Abbastanza.- fu la vaga risposta della lucciola, considerando che si trovavano davvero in un posto del genere.
Law decise di ignorarli e, svitato il tappo, si versò un pizzico di polverina scura simile a cenere sul palmo della mano, richiudendolo subito dopo. Si posizionò davanti al piccolo topolino, sorridendogli enigmatico e non rispondendo alle sue domande riguardanti il contenuto del vaso.
Gli bastò soffiare e farle finire addosso la polvere perché l’animaletto si trasformasse nel giro di qualche attimo in una ragazzina con dei lunghi capelli rosa, piena di strani anelli alle orecchie.
-Bentornata topolino.- ammiccò Law, dandole le spalle e tornando ad accomodarsi sulla sua vecchia poltrona munita di un alto e comodo scranno imbottito, osservando divertito la scena di Bonney che veniva accerchiata dai suoi amici, felici per lei.
-Ehi, quando tocca a noi?- si lamentò il coccodrillo e con quel commento accese una serie di lamentele e proteste da parte degli altri due infognati, soprattutto il rospo riprese a tartassarlo, arrivando persino a saltargli addosso, accomodandosi sulle sue ginocchia e puntandogli contro un una zampa palmata e melmosa.
-Senti, venditore ambulante di robaccia, facci tornare subito umani.-
A quelle parole, Law scoppiò letteralmente a ridere come non gli capitava da tempo, coprendosi gli occhi e abbandonando il capo sullo schienale. Poi, una volta calmatosi, appoggiò un gomito sul ginocchio, chinandosi verso il rospo e soffiandogli contro.
-Non darmi ordini, salta fossi.-
La rana lo guardò come se avesse voluto ucciderlo sul posto e il ragazzo si ritrovò curioso di vedere le sue sembianze umane e di scoprire come sarebbe stato battibeccarci assieme, ma non poteva risolvere il suo problema, non direttamente almeno. La magia era stata fatta con l’intervento di forze oscure dell’aldilà e lui, sebbene avesse un po’ di dimestichezza in quella materia, preferiva non avere niente a che fare, dato che i morti non davano mai nulla per nulla. Poteva solo dispensare consigli e dare loro velate soluzioni che avrebbero poi dovuto interpretare da soli.
-Ma Bonney l’hai riportata alla sua forma normale!- contestò il cane, o meglio, Killer.
-La sua trasformazione non era data da un maleficio come la vostra.- spiegò, -lei si è trovata nel posto sbagliato al momento sbagliato e le consiglio di abbandonarvi appena mette piede in città, dato che l’avete messa in un pasticcio simile, razza di incoscienti.- li sgridò, incrociando le braccia al petto.
-Quindi la tua magia non vale un cazzo?- sentenziò il rospo, battendo una zampetta sul legno del tavolo mangiato dai tarli. Quella casa era proprio un sudiciume come il proprietario. Insomma, girare mezzo nudo in un posto simile, era fortunato se non si era beccato ogni tipo di malattia possibile, come la scabbia.
La luce sembrò calare all’improvviso e gli occhi grigi di Law assunsero una sfumatura blu scuro, simile al nero, quando lo guardò, trasudando un istinto omicida da tutti i pori e facendogli venire i brividi anche se la sua pelle era ruvida e viscida. Kidd non aveva mai avuto paura, nemmeno quando si era ritrovato trasformato in un rospo schifoso, ma in quel momento una brutta sensazione allo stomaco si impossessò di lui.
-Se non vuoi sapere come tornare umano allora prego, la porta è quella, salta fossi.- sibilò il ragazzo, assottigliando gli occhi e risultando più minaccioso di qualsiasi persona Kidd avesse mai incontrato.
-Ehm, ragazzi, calmiamoci, avanti.- cercò di intervenire Bonney, frapponendosi tra il tavolo con sopra suo cugino Kidd e il pescivendolo della palude che, per quanto sciattone potesse sembrare, era bello da far girare la testa. -Non voleva offendere.- aggiunse, difendendo il cugino e pregando Law di dimenticare l’accaduto e aiutarli perché erano davvero molto, molto disperati.
Alzando gli occhi al cielo, il moro si rilassò, permettendo alla luce di tornare ad illuminare la casa e tutti percepirono il calo di tensione.
-Avvicinatevi.- disse apatico, mettendosi accanto al pentolone e aspettando che tutti piazzassero le facce, e i musi, oltre il bordo della vasca. Poi toccò con un dito tatuato di strani segni neri la superficie della brodaglia, dicendo ad ognuno di prestare attenzione a quello che sarebbe apparso. -Non vedrete le stesse cose, ma vi sarà mostrato quello di cui avete bisogno e che avete dimenticato. Se scavate un po’ più a fondo in voi stessi, troverete la risposta e il modo di risolvere il problema.-
Osservò come tutti fissassero a bocca aperta e col respiro corto la minestra che oscillava incessantemente, creando dei mulinelli dentro ai quali scorrevano ricordi e sprazzi di vita dei suoi ospiti, mostrando loro piccoli spiragli del loro futuro e di ciò che li attendeva. Ad ognuno di loro, inoltre, era riservato qualcosa di speciale che sarebbe stata la chiave per la loro salvezza, se avessero saputo interpretarla nel modo giusto.
Quando il suo pugno si abbatté sul liquido, tutti si risvegliarono, come se fossero caduti in trance, e boccheggiarono alcuni secondi prima di guardarsi con occhi sgranati e facce perplesse o stupite.
Law non aveva idea di quello che aveva mostrato loro, ma gli bastava guardarli negli occhi per capirli un pochino e sperava che riuscissero a combattere le loro battaglie e a superare i loro problemi, anche se non vedeva l’ora di buttarli fuori di casa.
-Dig a little deeper.- esclamò, incrociando le braccia al petto e attirando la loro attenzione. -Spero troviate quello che state cercando.-
-Non ci ho capito un cazzo.- dichiarò il rospo Kidd, saltando in testa a Killer, il cagnaccio, il quale sbuffò quasi sconfortato. Evidentemente erano tutti abbastanza svegli, tranne la rana. Quella era davvero stupida, aveva intuito Law.
-Beh, grazie Lawie!- trillò la lucciola, svolazzandogli attorno, rischiando davvero di beccarsi una manata addosso. -Ora li accompagno in città, ma tornerò presto a salutarti, cher.-
-Anche no.- sussurrò piano il ragazzo, sbuffando seccato e accompagnandoli alla porta, aspettando sull’uscio che fossero usciti tutti.
Un gracidio fastidioso lo costrinse a guardare in basso, dove Kidd aspettava di avere tutta la sua attenzione, fissandolo torvo.
-Che c’è, salta fossi?- gli chiese Law, inarcando un sopracciglio con aria divertita e appoggiandosi alla parete con le mani nelle tasche dei pantaloni stretti. -Per caso vuoi un bacio?-
Il rospo gracidò più forte. -Ti piacerebbe, vero pescivendolo?-
-Fuori di qui, o ti metto in pentola.- sogghignò Law, guardandolo saltellare giù dalle scale e raggiungere il resto della banda, diretti verso il fiume per raggiungere New Orleans e rompere il maleficio.
Bepo sibilò accanto a lui, avvolgendosi ad una sua gamba.
-Spero di rivederli anche io, Bepo.-
 
*
 
Il funerale di Bon-chan non l’aveva previsto, doveva ammetterlo, e non gli aveva mai nemmeno augurato di morire, anche se, da quello che gli avevano raccontato, aveva compiuto gesta eroiche, sacrificandosi per i suoi amici, tornati umani in parte grazie a lui.
Fu una giornata triste, nebbiosa e umida, che lo costrinse persino ad indossare una maglia bucherellata per non sentire troppo freddo, dato che era abituato a stare sempre al caldo.
Non era stato troppo triste, però, almeno, non dopo che, un po’ grazie al suo ascendente, un po’ grazie all’aiuto di Erzulie che aveva corrotto Baron Samedi, Bon-chan era finito in cielo, accanto alla stella dei desideri che tanto aveva amato durante la sua vita da lucciola. Alla fine, era diventato anche lui bello e splendente più di prima, perciò aveva dedotto che tutti si erano sentiti il petto meno pesante a quella scoperta tanto assurda quanto dolce da far venire il voltastomaco.
Morti a parte, era stato un successo.
New Orleans si era liberata del Dr. Ceasar, il quale aveva finito col perdere la sua credibilità con i suoi amici dell’aldilà, venendo così risucchiato nelle viscere della terra da Baron Samedi e dal resto delle anime oscure; Bonney aveva aperto il suo ristorante dopo tanta fatica, affiancata da Drake che, una volta tornato umano, le aveva dichiarato il suo amore, beccandosi prima una sonora risata e poi un meritato bacio; Killer aveva capito che l’amicizia e la fiducia erano le cose più importanti che aveva, ma che, a causa delle disgrazie che la vita gli aveva riservato, non era riuscito a rispettare. Si era comunque ripromesso che mai più avrebbe tradito un amico o un compagno di vita.
Restava, infine, il salta fossi, diventato un uomo largo come il tronco di un albero e con dei capelli rossi come il sangue, talmente imbronciato anche quando tutti avevano avuto un lieto fine e violento e fastidioso come un temporale nella palude.
Se non fosse stato sicuro che fosse un umano, Law lo avrebbe facilmente scambiato per un Petro.
Ad ogni modo, era tutto finito e lui aveva aiutato gli umani ancora una volta, svolgendo, quasi al meglio delle sue capacità, il suo lavoro da bravo Rada quale era.
Ecco perché non si spiegava la presenza del rosso davanti la sua casa, o barca sull’albero che dir si voglia, dopo appena una decina di giorni.
-Salta fossi, a che devo l’onore?- gli chiese ghignando, appoggiandosi al parapetto della barca che delimitava la sua piccola veranda, decorata con piante e fiori di vario genere e natura, per la maggior parte roba carnivora o velenosa.
Il sorriso maligno che ricevette in risposta gli mandò un brivido lungo la schiena esposta al sole che sembrava aver deciso di illuminare la palude in quel periodo dell’anno.
-Una serie di sfortunati eventi mi hanno portato a passare da queste parti, pescivendolo.- rispose il rosso, inclinando il capo per osservare meglio le gambe lunghe del Loa nascoste dai rampicanti avvinghiati al legno del parapetto. -Non è che mi offriresti qualcosa da mangiare?-
-Non hai paura che metta del veleno sul cibo?- fece Law, appoggiando il mento su una mano, ma non fermando il rosso dal salire le scale per raggiungerlo sulla veranda.
Non disse niente nemmeno quando Kidd poggiò a terra la sua sacca da viaggio piena di chissà cosa, godendosi la sua espressione più soddisfatta che sorpresa per averlo trovato nudo. Dopotutto, lui si vestiva pochissime volte all’anno.
-Non preoccuparti, ho la corazza dura.- lo tranquillizzò, avvicinandosi a lui e affiancandolo, posando i gomiti sullo steccato in legno ruvido e guardando la palude.
-Questo lo vedremo.- mormorò Law, più a se stesso che al suo inaspettato ospite.
Non sapeva perché era arrivato fino alla sua casa, o meglio, un’idea ce l’aveva, ma non si spiegava perché dentro alla borsa ci fossero abbastanza effetti personali da far intendere che si sarebbe fermato più a lungo del tempo necessario per una scopata.
-Mi mostri la baracca, pescivendolo?- propose Kidd, voltandosi verso il moro e sfoggiando un finto sorriso angelico che nascondeva tante, troppe seconde intenzioni.
Law lo imitò, solo che lui riusciva perfettamente a sembrare il ritratto del Diavolo in persona e la cosa, per la precisione, a Kidd piaceva da impazzire.
-Attento, salta fossi, ti ho già detto di non darmi…-
-Cazzate Lawie, chiudi il becco.- sbottò il rosso, che di pazienza ne aveva sempre avuta poca, zittendo il ragazzo con le sue labbra e decidendo che di tempo ne avevano perso anche troppo. Tanto non c’era nessuno nei paraggi, perciò non si sarebbe scandalizzato nessuno se avessero fatto sesso direttamente in veranda.
Di tempo per visitare la casa ne avrebbero avuto, anche perché, in quello straccio del suo futuro in cui aveva sbirciato, Kidd aveva visto la sua nuova casa.
Una barca sopra un albero nel bel mezzo della palude.
 
 
 
 
 
Angolo Autrice.
Minchiata.
Ieri ho visto ‘La Principessa e il Ranocchio’ e niente, ho avuto la conferma che mi piace proprio tanto.
E mi piace ancora di più aver fatto una One-Shot, e non una cosa kilometrica come al solito, lol, anche se presto dovrei finirne una di 30 pagine e passa. Kidd/Law, ovviamente.
Anyway, la vicenda non è spiegata nei dettagli, e per fortuna, quindi immaginate solo che Kidd abbia fatto un patto con uno stregone voodoo, che sia finito nei casini e che, in qualche maniera, ne sia uscito indenne assieme ai suoi bislacchi amici.
Tipo che Drake e Bonney ce li volevo mettere :3
Ora vi spiego velocemente alcune cose che nemmeno io sapevo.
I Loa sono gli spiriti del Vodun e il termine, anche se difficilmente si traduce, significa mistero, o invisibile.
I Loa si dividono in tre classi citate nella storia, ovvero i Rada, positivi verso l’uomo; i Petro, selvaggi e violenti; e i Ghede, legati alla magia nera (e alla fertilità, anche se a me non interessava come cosa in questo contesto).
Baron Samedi, uno dei Loa più importanti, che rappresenta la morte e la sessualità.
Erzulie, la patrona dell’amore, sempre uno dei Loa più importanti.
Cher, parola francese che significa caro. Lo dice Bon-chan (il quale copia schifosamente Raymond, la lucciola).
Lawie: ho storpiato il nome di Law perché non potevo chiamarlo Mamma Odie, quindi ho coniato un poco il nome, lol.
Goin’ down the bayou e Dig a little deeper fanno parte della colonna sonora del film e ho voluto tenere il nome in inglese originale.
Bepo è un pitone, è albino e ha gli occhi rossi. Gli piacciono le pantegane, se non l’avevate capito.
 
E si, Kidd e Law scoperanno come ricci nella barca sopra l’albero in mezzo alla palude.
The End.
 
See ya,
Ace.
  
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