Anime & Manga > L'Attacco dei Giganti
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Autore: TonyCocchi    08/12/2015    2 recensioni
Annie non si è mai curata dell’amore, finché non è stato quest’ultimo a pioverle addosso, tanto inaspettato da lasciarla di stucco. Come fanno le persone a lasciarsi andare a qualcosa che rende tanto fragili e irrazionali? Quanto irrazionale era stato Berthold ad innamorarsi di una come lei? Non le resta che immergersi a capofitto, alla ricerca di ragioni, motivi, spiegazioni sensate, e vedere dove il fluire dei suoi pensieri e delle sue sensazioni riuscirà a condurla. Forse verso mete altrettanto inaspettate.
[Berthold x Annie]
Genere: Introspettivo, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Annie Leonhardt, Berthold Huber
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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snk bertannie

Rieccomi qui, cari lettori! Dopo l’esplosione iniziale nel fandom di Attacco dei Giganti, la mia ispirazione sembrava essersi messa nuovamente in pausa, invece è riuscita a cogliermi di sorpresa con questa breve storia estemporanea: è stata scritta all’improvvisata, di getto, ma l’esperienza mi ha mostrato che, a volte, sono proprio queste le storie che riescono più vere, e sono anche tra le più apprezzate. Ed eccomi dunque qui, a incrociare le dita presentandovela.

Il punto di partenza è stato l’episodio 9 della serie spin-off “Shingeki Chuugakkou” (non credo la conosciate, ma vi consiglio di cercarla, è carina e spassosa XD), incentrato appunto su questa coppia da un po’ di tempo nei miei pensieri, ma su cui finora non avevo ancora scritto. In questo episodio ho ritrovato quelli che potrebbero essere considerati i “cardini” di questo pairing, che qui ho deciso di riproporre ed espandere un po’.

Mi auguro apprezzerete: buona lettura!

 

 

 

Non capisco, davvero non lo capisco.

Eppure Berthold si è innamorato di me: perché mai ha fatto una cosa tanto stupida, mi chiedo.

Ho mai fatto qualcosa per meritarmi i suoi sentimenti? Ho mai dimostrato di essere una persona bisognosa, o quantomeno degna, dell’amore di qualcuno?

D’altro canto, chi sono io per parlare d’amore? Non me ne sono mai interessata, non credo proprio faccia per me, e, almeno fino a poco tempo fa, nemmeno credevo di poter interessare a qualcuno in tal senso.

Lo sguardo con cui mi fissava comunque non lasciava adito a dubbi al riguardo: chiunque se ne sarebbe accorto, credo ci sia arrivato persino quel bestione di Reiner. E dal primo momento ho subito cominciato ad arrovellarmi il cervello su quel suo assurdo invaghirsi di me, come un rompicapo che diventa presto l’assillo delle tue giornate.

Come già detto, non mi ritengo per nulla una persona capace di far innamorare qualcuno: non è un caso se non ho amici, o rapporti di alcun genere, all’infuori di quelli personalissimi che mi legano a Berthold e Reiner. Di cose come la simpatia altrui non ho mai saputo che farmene, non ho mai rincorso l’approvazione del prossimo, né ho mai sentito l’esigenza del suo bene: sono perfettamente conscia di questo mio modo di essere, dell’istrice che sono, e la distanza che esso pone con le persone intorno a me non mi ha mai preoccupato. Con un carattere del genere, non vedo proprio come qualcuno possa arrivare a nutrire simili sentimenti nei miei confronti.

Eppure quello spilungone era riuscito nell’impossibile, e a quel punto allora non mi è rimasto che chiedermi “A che mi serve questo amore?”, c’è qualche modo in cui può giovarmi?

La prima risposta che ho trovato è stata la più semplice, logica ed animale di tutte: sfruttarlo per il mio corpo.

È cominciata così, come un semplice modo per sfogare i miei bisogni di donna con un uomo che, per qualche motivo che ancora non riuscivo a comprendere, smaniava per starmi vicino: quindi che male ci poteva essere nell’accontentarlo? Io ne ricavavo qualcosa, e lui pure ne era contento, superato l’iniziale momento di sgomento, chiaro…

Berthold si è rivelato essere l’esatta immagine che già avevo di lui: enorme quanto impacciato, gigantesco quanto timido, imponente nell’aspetto quanto morbido all’interno. In quella sua disperata goffaggine mi sembrava di scorgere un riflesso dell’autenticità dei sentimenti che aveva prima mostrato e poi detto di avere per me; il suo buffo arrossire, il suo ridicolo balbettare, i movimenti a singhiozzo con cui cercava di dare il massimo di sé per poter dare piacere alla donna amata mi ispirarono da subito quel misto di tenerezza e di pena che sanno ispirare le persone come lui. Forse era in fondo quel qualcosa che mi piaceva di lui, e fatto sta che il mio corpo non può mentire sul fatto di aver apprezzato davvero i suoi sforzi…

Ma lui, da ragazzo innamorato, da povero idiota qual’era, non poteva certo accontentarsi di quello.

Voleva di più: camminare al mio fianco, guardarmi apertamente, non più di nascosto, vivere le nostre giornate insieme, conoscermi, farsi conoscere, farsi amare.

Come se potessi esserne capace.

È stato ciò su cui mi sono interrogata dopo ovviamente. Al di là della sua dabbenaggine e tutto il resto, non lo considero un ingenuo, né uno stupido: ha sempre saputo, fin da subito, che i sentimenti che provava non erano corrisposti, e che probabilmente non lo sarebbero mai stati. Allora perché, mi chiedo, è stato tanto folle, da farsi avanti, e, dopo aver visto, giorno come giorno, le cose restare così com’erano, da rimanere?

Anche adesso, con le gambe penzoloni dal ciglio del muro, seduti vicini a contemplare il mondo esterno spandersi sotto di noi, che lo sovrastiamo dall’altro del limite che tramiamo di cancellare.

Perché sei qui con me, non riesco a fare a meno di chiedermi, se sai che non sono capace di amarti come desideri, e come penso tu meriti.

Sei una persona buona Berthold, non dovresti nemmeno trovarti qui, non dovresti essere dentro i tuoi panni, vestiti di scena di un ruolo per cui non sei fatto. Invece sei seduto al mio fianco, malgrado io sia la persona più fredda e scostante che tu abbia mai avuto la disgrazia di conoscere ed amare, e tanto ti basta, questa mia presenza, neanche ti importa se non parliamo, se quasi mai tra noi apro bocca per prima.

Ecco, anche questo mi piace di te.

Non ti importa. Con te non serve che io mi sforzi di parlare, di trovare un qualunque argomento di conversazione quando non ho niente da dire, non serve ti faccia il favore di sembrare meno solitaria con te di quanto lo sono con tutti gli altri: sai che sono fatta così, e per questo per te non sono l’asociale del gruppo. Sono solo Annie.

Accanto a te posso essere me stessa, e non è nulla di diverso dal solito, ma posso esserlo sapendo di avere al mio fianco qualcuno a cui va più che bene, che non giudica, che dinanzi al cancello sbarrato delle mie mura non si allontana indifferente, ma aspetta paziente il momento in cui quelle porte si apriranno, se e quando desidereranno farlo.

Ho perso il conto del tempo da cui siamo qui in silenzio: potrei rimanere così fino a stanotte e tu, sciocco, rimarresti al mio fianco senza protestare e aprir bocca, aspettando il momento in cui io, stufa, mi alzerò per tornarmene a casa, accompagnata da te tutt’altro che stanco di avermi tra i piedi.

Non ti comprendo, Berthold. Non lo comprendo, come tu abbia fatto a gettarti, di tua volontà, in questo strazio, in questa relazione che definirla tale sembra così difficile. Mi spiace, per me questo amore non è che una caterva di illogicità, io stessa, in certi momenti, mi prenderei a schiaffi se mi avessi di fronte, eppure, e questo è un altro motivo valido per schiaffeggiarmi, ho scoperto che tutto ciò mi piace.

Una parte di me, questa me che non si innamorerà mai di te, adora il fatto di essere amata, esulta solo al pensiero che ci sia qualcuno capace di apprezzarmi e sopportarmi tanto.

Sono così felice e così in colpa per il fatto che mi ami.

Mi scopro così essere nient’altro che una grande egoista, e contraddittoria, e illogica.

E mi chiedo se questo egoismo non sia proprio quell’amore che anche tu cerchi da me, sotto mentite spoglie.

Che idiozia. Si può davvero accostare qualcosa che uomini, donne, poeti, scrittori e benpensanti di ogni dove ed epoca non han fatto che decantare, come un coacervo di tutte le positività dell’animo umano, a qualcosa di tanto basso? Dopotutto, io di amore non ne capisco un accidente.

“Berthold.” –apro bocca- “Tu pensi che l’amore possa essere egoista?”

Alza lo sguardo e riflette sulle mie parole, ma a un certo punto si acciglia, e poi assume un espressione strana.

“Annie, aspetta, non è che è un modo per chiedermi se io ti consideri egoista, vero?” –strabuzza gli occhi preoccupato, ed eccolo in un istante ritrasformarsi nel mio personale, tenero e penoso spasimante, dalla parlata trafelata e lo sguardo imbarazzato e sfuggente- “N-no, niente affatto se è così, sappilo! Non potrei mai! Non è che pensi io sia arrabbiato o annoiato perché non dici una parola, vero? A-a me va bene anche così, non ti ritengo…”

La mia risata lo pietrifica.

E mentre il suo eco si spegne nell’aria, e il mio sorriso rimane, ancora un solo attimo, come l’ultimo tizzone a testimoniare del fuoco divampato poco prima, guardo la sua espressione dolce di chi non ha mai visto un incendio tanto bello, e in cuor mio capisco.

Di amore non ne capisco niente, e non mi interessa capire, ma non ho mai riso davanti a qualcuno.

Né lo farei davanti a chiunque altro al mondo.

Torno a guardare davanti a me, e lui, anche se dopo un po’, fa lo stesso. Forse desidererebbe altro, sentire ancora la mia voce, parlare ancora un po’.

Ma sono una tipa silenziosa, e una immane egoista. E a lui sta bene anche così.

 

 

 

E ancora un’altra delle mie coppie preferite di questa serie ha ricevuto il mio tributo! Devo dire che, avendo scritto principalmente LeviHan, ne mancano ancora parecchie all’appello… Poco alla volta magari… XD

Intanto, se, come dice il poeta, “Amor che a nullo amato amar perdona”, sembra proprio che, sebbene per ora tra questi due sia ancora a senso unico, Annie stia iniziando ad accorgersi del fascino che ha questa cosa tanto strana che è l’amore, e che, a dispetto delle convinzioni che ha di sé, qualcosa possa nascere anche in lei.

Spero di aver fatto un buon lavoro con l’introspezione, e di esservi riuscito a farvi intenerire ed apprezzare questi due assieme ^_°

Alla prossima!

  
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