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Autore: workingclassheroine    08/12/2015    1 recensioni
"Mi stai ascoltando, Paul?"
"Va benissimo, John"
Genere: Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: John Lennon, Paul McCartney
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Ci manchi, John.


Entro in casa.
Chiudo la porta, la serratura scatta con uno schiocco sonoro.
"John?" chiamo, nonostante io sia sicuro di trovarlo lì, nel mio salotto buono, con il viso sepolto in un libro e gli occhiali che rischiano di cascare dalla punta del naso.
"Sono qui" risponde, tranquillo, e lo trovo esattamente dove avevo immaginato, con una gamba ritirata al petto e l'altra poggiata sul tavolino, come al solito.
"Ho bisogno di un consiglio su una canzone" spiego in fretta, lanciando il cappotto su una sedia e sedendomi di fronte a lui.
"Fa un po' vedere" acconsente, tendendomi la destra per ricevere i fogli che ho tirato fuori dal secrétaire.
I suoi occhi scorrono sulle note scarabocchiate, soffermandosi attentamente sulle parole, che gli strappano un sorriso ironicamente affettuoso -sta pensando "Ancora questa grafia da scuola di grammatica? Sul serio?", ne sono certo- e che forma appena con le labbra per saggiarne il suono.
"Ti va bene se cambiamo questo passaggio?
Non mi torna granché" chiede dopo un po', criticando il mio lavoro come solo lui sa di poter fare, l'indice affusolato che tamburella sul foglio.
E se lo vuoi, John, io posso andare in capo al mondo.
Posso fingere che non esistano il dolore e la felicità e la musica.
Posso partire al tuo fianco per Parigi ancora mille volte, e non mi servirebbe neanche una sedia per riposarmi, vie asfaltate per non perdermi, saracinesche sui miei occhi stanchi.
Non mi servirebbe niente se non te.
Darei fuoco alle chitarre e ai vinili di Elvis e alle televisioni e ai completi costosi, se me lo chiedessi.
Sradicherei fiori e grattacieli e anime umane con un solo gesto della mano.
Riderei in faccia a Linda e ai miei figli e alla morale e alla vita e alla morte e alla regina e alla luna e ai pianeti e poi scalerei il cielo per sussurrare all'orecchio dei miei genitori che anche a loro, anche a loro rinuncerei, se fossi tu a supplicarmi.
Perderei tutto, John, perché ora che ho perso te so di non avere niente. 
E ti darei i miei occhi per vederti come ti vedo io e le mie mani per sfiorarti con quella dolcezza che non hai avuto mai e le mie labbra a sussurrarti che sono solo stupide insicurezze.
Perché mi hanno dato braccia che saranno capanna di lamiera dove rifugiarti nelle notti di tempesta, e acquieteremo il vento che porti dentro con baci sulle palpebre e sulle orecchie e sul naso.
Con la tua fronte incastrata sulla curva del mio collo e ogni concavità riempita dal tuo corpo sul mio perché ora sì, ora so che nessuno è perfetto da solo.
"Mi stai ascoltando, Paul?"
"Va benissimo, John"
Ma quando alzo gli occhi, la poltrona è già vuota.
  
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