I
London
London
calling to the underworld
Come out of the cupboard, all you boys
and girls
London calling, now don't look at us
All that
phoney Beatlemania has bitten the dust
London calling, see we
ain't got no swing
'Cept for the ring of that truncheon
thing
London
Calling – The Clash
In
quel salottino di stampo ottocentesco si sentiva decisamente a
disagio, soprattutto vestito in quella maniera. La governante l'aveva
accompagnato e fatto accomodare lì meno di dieci minuti
prima e lui
sentiva già la voglia di andarsene. Si alzò dal
divano bianco e
passeggiò avanti e indietro vicino alla parete in cui un
camino
decorato da stucchi veneziani riscaldava l'intera stanza.
«
Scusa se ti ho fatto attendere a lungo, ma ero ancora in camicia da
notte.» Disse una giovane ragazza dai lunghi capelli neri,
entrando
nel salotto e accomodandosi sul divano, perfettamente a suo agio.
«
Figurati, non devi giustificarti.» Il ragazzo
ringraziò mentalmente
la ragazza per essere finalmente arrivata. Si sedette affianco a lei,
appoggiando i gomiti sulle proprie ginocchia.
Giocherellò
con uno dei polsini borchiati cercando un modo (o forse solo un
pretesto) per cominciare a parlare.
«
Neji come sta?» Le chiese diretto, facendo attenzione a non
lasciar
trasparire preoccupazione o altro. Il sorriso s'incrinò
leggermente
sul viso della ragazza che si passò una mano sugli occhi
stanchi.
«
E' ancora in clinica. Mio padre non vuole vederlo fuori prima di
giugno. - A metà frase aveva trattenuto il respiro, ma lo
sguardo
del ragazzo era riuscita a farla proseguire. - Sai bene quanto mio
padre possa essere persuasivo.»
«
Lo so.» Fu la laconica risposta.
«
Vuoi che quando mi sarà concesso il permesso di andarlo a
trovare
gli dica qualcosa da parte tua? Da
parte vostra?» Gli
chiese titubante.
«
No, Hinata. È meglio se non torna più da noi o
è la volta buona
che tuo padre lo disereda.»
«
A lui non importa granché dei soldi. Vuole solo essere
riconosciuto
come parte della famiglia, ma mio padre non è ancora del
tutto
convinto che io sia davvero sua figlia, figuriamoci se accetta un
nipote cadetto..»
«
E' per questo che me ne sono andato a vivere da solo. I miei hanno
giurato fedeltà alla Corona, ma io no.» Non era
mai stato un tipo
di tante parole, eppure con Hinata si sentiva bene e parlare con lei
gli risultava decisamente troppo facile. Sarebbe stato meglio
prendere le distanze, si appuntò mentalmente.
«
Già, Sasuke. Siamo tutti nella stessa situazione, ma a me
non
importa. Mi conosco abbastanza da sapere che non mi
comporterò mai
come voi.» Si lasciò sfuggire un sospiro pesante.
Sentì
distintamente il campanello suonare, poco lontano da lì.
Altri
ospiti in arrivo.
«
Sei una brava ragazza, Hinata. Non rovinarti per un sogno che prima o
poi svanirà.»
La
porta della stanza si aprì e la governante entrò
nuovamente per
annunciare l'arrivo di un'altra ospite.
«
C'è la signorina Haruno, posso farla entrare?»
«
Stavo giusto andando.» Sasuke si alzò in piedi e
recuperò il
chiodo di pelle abbandonato sul bracciolo di una poltrona. Dopo
averlo indossato rivolse un ultima occhiata ad Hinata che stava
accogliendo una ragazza che non guardò nemmeno.
«
Ciao, Hinata. Non fare parola con nessuno della mia visita.»
Le
diede un leggero bacio sulla guancia facendola diventare, come di
consueto, rossa.
«
Hinata- chan! Domani sera c'è una festa a casa Yamanaka,
vieniii?»
Sentì la nuova arrivata scongiurarla.
Uscì
dalla casa e finalmente si sentì libero di respirare di
nuovo. Le
case grandi ed eleganti gli avevano sempre dato un accentuato senso
di claustrofobia. Le considerava troppo asettiche e non vissute.
Il
suo appartamento, quello sì che era una vera casa.
Il
momento della giornata che Sasuke -un tempo Uchiha, ora solo Sasuke-
preferiva era il crepuscolo. Osservare il sole smarrirsi dietro
l'orizzonte e i raggi dissolversi nell'aria sempre più grave
della
sera, lo riempiva di una sorta di estasi. Era infatti quella l'ora in
cui era solito uscire di casa con i suoi amici a spaccare
il culo alla vecchia Madrepatria.
Quando
era piccolo e ancora non era animato da nessun sentimento di
ribellione, sua madre gli raccontava spesso che al momento della sua
nascita il cielo inglese era colorato di rosso per via del
crepuscolo. Non che lei ci avesse fatto molto caso tra i dolori del
parto e un bambino che non voleva sapere niente di nascere, era stato
suo marito a raccontarglielo estasiato. Cosa fosse cambiato da quel
giorno nel rapporto con suo padre se l'era domandato spesso, senza,
tuttavia, arrivare a una conclusione.
Forse
la morte della madre? Forse suo fratello Itachi che spesso e
volentieri litigava con il padre accusandolo di aver ucciso la
giovane Mikoto? Forse si era veramente convinto che la madre non
fosse morta per un brutto male?
Non
sapeva cosa rispondersi, né aveva voglia di lambiccarsi su
quei
pensieri ancora una volta.
Sentiva
l'assoluto bisogno di distrarsi.
Uscì
dal suo appartamento affacciato su una stradina laterale tra Regent
Street e Carnaby Street. In quella parte di Londra si sentiva
decisamente più a suo agio che nella sua vecchia casa nel
zona di
Chelsea, laddove viveva ancora suo padre con la nuova moglie. Era
stato invitato al loro matrimonio, ma aveva dato forfait la sera
prima, troppo sbronzo per poterci andare. Tuttavia erano un paio di
mesi che andava e tornava da quella vecchia dimora ottocentesca
appartenuta a chissà quale famoso Uchiha prima di arrivare a
loro
come eredità. Stava cercando di ricucire il labile rapporto
con suo
padre dato che quello con il fratello si era già
completamente
distrutto. Il vecchio, d'altro canto, lo stava aiutando pagando tutte
le bollette di casa sua e mettendogli una carta di credito da parte
solo per lui.
Nonostante
non ne avesse motivo, Sasuke si sentiva uno sporco opportunista.
Cacciò
quella marea di pensieri dalla testa e si diresse verso un pub, poco
lontano da casa sua.
Allo
Shakespeare's Head l'atmosfera si era fatta piuttosto grave,
notò
non appena mise piede all'interno del locale. Individuò una
testa
bionda poco lontano da lì. Quel pazzo di Naruto stava
prendendo a
botte di nuovo il Jukebox, ci mancava solo che lo rompesse nuovamente
e il gestore li avrebbe cacciati via una volta per tutte.
Non
appena il moro si avvicinò, il ragazzo biondo si
lasciò andare in
una serie di epiteti poco carini rivolti all'infernale
congegno buono solo a rubare i soldi.
«
Fa' fare a me.» Gli ordinò. Naruto si
spostò, soffocando un paio
di insulti e lasciando da parte per un attimo la sua opera di
mattanza. Schiacciò un paio di pulsanti e subito il suono di
una
chitarra invase il pub. Naruto sorrise riconoscendo quel suono
familiare.
«
Pretty
Vacant!
Ma quanto non ti voglio bene, bastardo?» Chiese retorico
tirando un
pugno scherzoso sul braccio dell'amico.
«
Oh
were so pretty
oh so pretty vacant But now and we dont care! »
Cantò seguendo la voce di Johnny Rotten dei Sex Pistols.
Aveva
afferrato un boccale di birra e, senza fare caso alla gente che lo
fissava scandalizzata, lo stava usando come un microfono. Gli
colò
un po' di liquido sulla maglia strappata di una band underground che
ultimamente adorava e soffocò un'imprecazione.
«
Non è nemmeno ora di cena e tu sei già
ubriaco?» Gli chiese
Sasuke, strappandogli di malagrazia il boccale di mano e trangugiando
quello che ne rimaneva.
«
Bastardo!
Era la mia birra, quella!».
«
Sempre a litigare voi due?» Una giovane cameriera li aveva
raggiunti, sorridendo. Era molto carina con i capelli raccolti e gli
occhi vispi.
«
No! Tenten, sai quanto ci amiamo?» Chiese Naruto passando un
braccio
attorno al collo di Sasuke e passandogli un pugno chiuso sui capelli,
scompigliandoglieli.
«
Ma la smetti, eh? Sai quanto mi dà fastidio che mi si
tocchino i
capelli?! Testa
quadra.»
La
ragazza, chiamata Tenten, rise dell'espressione del ragazzo per poi,
d'un colpo, farsi seria.
«
Notizie di Neji?» Chiese guardandosi attorno, forse per
vedere se il
suo capo era appostato ad ascoltare.
«
Sono stato a casa sua ieri. - rispose Sasuke assumendo l'aria seria e
composta che lo contraddistingueva sempre – non
potrà uscire dalla
clinica prima di giugno. O almeno così dice la
cugina.»
«
Hinata non mente mai.» Sospirò Tenten rabbuiandosi
ancora di più.
«
E' tanto tenera e dolce! Bastardo, potevi dirmelo che venivo anche io
a trovarla!» Esclamò il biondino tirandogli un
pugno sul braccio e
prendendo per sbaglio una delle borchie del chiodo.
«
Sai che Hinata è molto chiusa. Solo con me riesce a parlare
senza
assumere tonalità assurde.» Rispose scocciato.
«
Ehhh, secondo me le piaci!» Esclamò con l'aria di
chi la sapeva
lunga tenendosi il boccale freddo sulla mano dolorante.
«
Naruto? Sei un cretino.» Commentò Tenten
sconsolata. Si allontanò
dal loro tavolo e andò a prendere altre ordinazioni.
«
Tenten mi odia. Mi tratta sempre male!» Si lamentò
il biondino.
«
Ha ragione. Ora pago e andiamo dagli altri, okay?»
Salutarono
la ragazza e s'incamminarono verso l'uscita. Fuori dal locale ormai
faceva buio e l'aria si era rinfrescata parecchio. Mancava poco al
mese di marzo e sperò che la primavera arrivasse presto. Si
chiuse
il chiodo di pelle fin sotto al bavero e Naruto lo imitò
subito.
Rabbrividendo Naruto si accese una sigaretta e la passò
all'amico.
Si
vedeva lontano un miglio che Naruto aveva voglia di fare casino, ma
senza il suo fedele compagno di cazzate, Kiba Inuzuka, non combinava
mai niente.
Sasuke
sospirò e tirò un calcio ad un idrante
lì vicino. Naruto lo prese
come pretesto e saltò sopra il cofano di una Rolls
parcheggiata lì
vicino.
«
Sono Naruto, il Dio del nuovo mondo! Un mondo dove il punk regna
sovrano!» Urlò con la faccia rivolta al cielo e le
braccia
allargate.
«
Sei una testa quadra.» Sasuke lo raggiunse sul cofano e lo
spinse
via facendolo cadere sul marciapiede. Saltò giù
dal cofano e sentì
l'allarme cominciare a suonare. Sbuffò seccato.
«
Il tuo mondo punk ne ha combinata un'altra delle sue. Tu e la tua
mania di imitare Vicious.» Prese Naruto per la collottola e
lo
trascinò lontano da lì.
Naruto
scoppiò a ridere. « Siouxsie! Che me ne frega di
Vicious? È morto,
grazie tante.» Commentò finendo per incastrarsi in
uno dei suoi
discorsi senza senso sul voler diventare il dio della musica.
«
Se tutti fossero punk, si perderebbe il significato della
protesta.»
Rispose Sasuke, stanco di quel discorso.
«
Che ce ne frega?! L'importante è fare casino!»
Esclamò Naruto
saltando sul cofano di un'altra auto.
Sasuke
sospirò. Le automobili erano il palcoscenico preferito dal
biondo,
ormai non protestava nemmeno vedendolo saltare da un'auto all'altra
gridando il suo amore per la musica.
«
Andiamo in quel posto sulla Oxford Street. Non mi ricordo mai come si
chiama.»
«
Il 100 Club?»
«
Esatto.»
«
La band di tuo fratello stasera si esibisce lì. Kiba e gli
altri
sono già là. Sei sicuro di voler
andare?».
«
No.- Fu la laconica risposta di Sasuke. - Andiamo a bere da qualche
parte?»
«
Sì! E poi andiamo a rompere le palle ai figli di
papà boriosi e
rompiballe come te!» Esclamò riempiendosi di nuovo
vigore.
«
Ora che mi ricordo... c'è una festa a casa
Yamanaka.» Lo tentò
Sasuke ricordandosi quello che aveva sentito dire dalla ragazza a
casa Hyuuga.
«
Se sai dov'è casa Yamanaka, allora portami!»
Sapeva
benissimo dove si trovava la residenza degli Yamanaka visto che da
bambino era più il tempo che passava lì con i
gemelli, Ino e
Deidara, che a casa sua.
«
Il figlio degli Yamanaka lo conosci anche tu. E' Deidara, la specie
di mezz'uomo che va a vedere tutti i live della band di
Itachi.»
«
La femminuccia!» Esclamò Naruto capendo di chi
stesse parlando
l'amico.
Ino
Yamanaka era sempre perfetta, considerò Sakura guardando il
suo
portamento con una sorta di invidia latente. Era amiche da tempi
lontani, si erano conosciute una soleggiata mattina di settembre e
avevano scoperto di trovarsi bene tra di loro. Ma Ino aveva sempre
quel qualcosa in più. Non aveva mai commesso errori degni di
nota
fino a quel momento. Anche se Sakura non era ancora convinta
dell'innocenza di Ino, doveva ammettere che aveva fatto un lavoro
egregio anche se le aveva sbagliato – più o meno
apposta – il
colore della tinta. Sakura voleva far sparire quei capelli biondi
insignificanti dalla sua testa che la rendevano quasi una sosia
dell'amica e Ino si era proposta di tingerglieli di castano, ma
qualcosa era andato storto e ora si trovava con i capelli rosa. Erano
chiuse in quel bagno da almeno un'ora. Sakura imprecava e cercava di
trattenere le lacrime che minacciavano di scenderle copiose dagli
occhi, mentre Ino sfrecciava con la sua innaturale eleganza per il
bagno cercando di mettere in ordine gli asciugamani ormai
letteralmente rovinati dagli schizzi di tintura per capelli. La
bionda si fermò di colpo, come se un'idea le fosse balenata
in mente
in men che non si dica. Sakura trattenne la voglia di urlarle dietro
quanto fosse un'amica incapace e inutile, ma sapeva bene che quello
era il punto debole di Ino e, nonostante tutto, non le andava di
ferirla.
«
Con i capelli così stai benissimo! Sembra il tuo colore
naturale,
per quanto assurdo sia.- Esclamò cercando di
contenere
l'eccitazione – Un giorno di questi mi faccio procurare dei
biglietti per un live degli Akatsuki da mio fratello e ci andiamo,
okay?».
Sakura
si lasciò andare ad un gesto di stizza e subito aggiunse:
« Non mi
piace la musica punk! E non penso proprio di poter uscire con questi
capelli rosa
confetto!»
«
Al massimo sono color maiale. Non ho mai visto in vita mia un
confetto rosa.» Affermò sicura assumendo
un'espressione buffa,
mentre, probabilmente, scavava a fondo nella memoria per scoprire se
era vero o no che non aveva mai visto simili confetti.
«
Un maiale sarai tu, Ino-pig. Sai che ti dico? Non me ne frega niente!
Quando la festa inizierà sarò con te, costi quel
che costi. Non me
ne frega niente di prese in giro gratuite.» Cercò
di contenere un
gesto di rabbia, ma, invece, non riuscì a trattenere un
verso
strozzato. Era ancora furente, ma il colore le piaceva sul serio. I
suoi genitori non avrebbero approvato, ma gliel'avrebbero data vinta
come al solito.
«
Tzè. Che amica impertinente che sei.»
«
Ma se nemmeno sai cosa significa!»
Un
battere insistente alla porta interruppe il loro principio di
litigata.
«
Ma volete uscire dal bagno, nh?» Urlò una voce
dall'altra parte.
Ino, sbuffando, aprì l'uscio e fece entrare il gemello che,
non
appena fu dentro, osservò scandalizzato i capelli di Sakura.
«
Deidara, zitto.»
All'entrata
della London Underground, la metropolitana di Londra, avevano
incontrato un annoiato Shikamaru, un loro amico con una cresta molto
alta e i lati rasati, che fumava una sigaretta in compagnia di una
bionda, una sorta di groupie che spesso si erano trovati a dover
accudire visto il suo vizio di bere troppo. Si chiamava Temari ed era
risaputo che fosse la tipa con cui Shikamaru si frequentava da almeno
un paio di mesi. Sasuke gli aveva proposto di infiltrarsi ad una
festa borghese e lui aveva accettato, mentre la ragazza, soffiando
una boccata di fumo in faccia al ragazzo moro aveva rifiutato e se
n'era andata senza salutare nessuno di loro.
«
Non la sopporto.» Affermò Naruto con decisione.
«
Nemmeno io. È una seccatura.»
Sasuke
non espresse il suo parere in merito. Li spinse all'interno della
metro.
Naruto
non si sapeva orientare in metro e nemmeno Sasuke, quindi lasciarono
che fosse Shikamaru a informarsi sulla linea da prendere. Con uno
sbuffo stanco e annoiato, trascinò i pesanti anfibi con la
punta
rinforzata in metallo, fino alla cartina e prima di darsi allo studio
della London Underground bevve un goccio di vodka dalla fiaschetta
che teneva nella tasca interna del giubbotto di jeans senza maniche e
pieno di spille di ogni tipo.
Naruto
gli strappò il contenitore dalle mani e con un sorriso furbo
vuotò
il contenuto in un paio di sorsi. Il ragazzo con la cresta
sbuffò
spazientito e strappò la fiaschetta dalle mani dell'amico e,
mentre
la rimetteva in tasca, li condusse verso la giusta direzione e
lì
aspettarono che il treno passasse.
Meno
di dieci minuti dopo, un po' scombussolati uscirono dalla metro e
sbucarono su una strada. Come al solito, Sasuke sentì
improvvisamente un senso di claustrofobia avvolgerlo, una leggera
stretta al bassoventre e il respiro affannoso. Era tornato a casa,
lì
dove aveva passato la sua infanzia.
Li
scortò verso una casa che pareva simile alle altre. Lo stile
era lo
stesso ed esprimeva anche la stessa ricchezza delle altre case. Una
serie di colonnine binate ai lati della finestra gli ricordarono
quella volta che, per provare ad uscire da camera sua di notte, si
era appeso lì e suo fratello Itachi l'aveva preso per il
bavero e
fatto rientrare. I ricordi gli tornarono alla mente, ma lui
cercò di
scacciarli anche se era perfettamente conscio del fatto che
più
tentava di lasciarli andare via e più loro si avvicinavano e
incombevano minacciosi su di lui.
Dietro
di lui, Shikamaru e Naruto avevano smesso di cantare London Calling
dei The Clash per fissare a bocca spalancata la villa verso cui
Sasuke li aveva condotti.
«
Wow!» Esclamò Naruto.
«
Sento che sarà un'enorme seccatura.»
Commentò Shikamaru fissando
la cresta e guardando se reggeva ancora attraverso lo specchietto di
un'auto parcheggiata lì.
Senza
starli ad ascoltare, Sasuke si era incamminato verso la porta
d'ingresso e aveva suonato. Shikamaru e Naruto gli si appostarono
alle spalle. Un terzetto bestiale e grottesco, dovevano apparire, ma
la ragazzina bionda che aveva spalancato la porta non la pensava
così.
«
Sasuke!» aveva urlato saltando al collo del ragazzo.
«
Ciao Ino. E' qua la festa?»
__________________________
Allora?
Che ne pensate? xD Vi piace questa nuova storia che ho in mente?
Allora, per chi fosse interessato, ho cominciato a mettere
giù un paio di idee per questa fanfiction mentre guardavo il
film di Sid & Nancy con Gary Oldman °O° Vi
consiglio di guardarlo perché è bellissimo anche
se fin troppo romanzato u.u
Praticamente, la coppia principale è Sasuke/Sakura e le
altre sono Naruto/Hinata, Shikamaru/Ino e Neji/Tenten. All'inizio
troverete anche un po' di Shikamaru/Temari. u.ù
Per dedicarmi a questa storia, che mi piace più dei miei
precedenti progetti, ho deciso di rimandare a data da destirnarsi "My
Charming Prince" ma voglio davvero ringraziare chiunque la segua!
Per quando riguarda Seize the day: è ambientata a Londra
come avete già capito in un tempo non definito.
Inizialmente volevo ambientarla nel 1977, ma non avevo la
più pallida idea di come fosse il mondo all'epoca xD
Cioè dai u.u Sono nata solo nel 1991, non potrò
mai dare un ritratto completo dell'Inghilterra degli anni '70, quindi
ho pensato fosse meglio non specificare un anno.
Il 100 Club esiste/è esistito davvero eh. Era uno dei 4
locali più in voga in quegli anni e non ho la più
pallida idea se sia ancora aperto o no xD Se non capite qualcosa, non
fatevi scupoli e fatemi tutte le domande che volete!
Comuuuunque, mi piacerebbe davvero sapere cosa ne pensate di questa
storia. Se vedo che ha successo potrei anche darmi una sbrigata a
pubblicare xD
Allora fatemi sapere ;)
Bacioniiii,
Faith <3