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Autore: NickJonas    09/12/2015    1 recensioni
Lui, ci prova.
Lei, lo rifiuta.
Lei, tanto bella quanto acida.
Lui, tanto stronzo quanto dolce.
Lei è rotta in mille pezzi.
Lui, riuscirà a rimetterli insieme?
Daisy Campbell: semplice ragazza che dovrà affrontare alcuni fantasmi del suo passato che si presenteranno alla sua porta.
Harry Styles: il puttaniere di turno con un debole per la ragazza in questione. La aiuterà a far luce sul suo passato?
Due ragazzi che si incontreranno; quest'amore travagliato e pieno di insidie riuscirà ad avere un lieto fine?
Estratto dal primo capitolo:
So solo che l'unica cosa che vorrei adesso è prendere un treno che mi porti dritta al mare, scendere tenere le scarpe in mano e correre, correre con la sabbia che ti accarezza i piedi nudi, correre chiudendo gli occhi seguendo solo il vento e quell'odore salato. Correre così per dimenticarmi del mondo, dei problemi, della tristezza. Correre e liberarmi. Com'è bella questa parola: liberarmi, libertà, essere libera. Libera dal dolore, dalle ferite, dalle delusioni.
Sono Daisy Campbell, ho diciotto anni, una vita da schifo e mi sto dirigendo a Londra con la speranza di riuscire a cambiare la mia vita.
Spero di ricevere molte recensioni, un bacio a tutti ciao!
Genere: Fluff, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Harry Styles, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: AU, OOC | Avvertimenti: Tematiche delicate
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~Vi è mai capitato di continuare a sorridere mentre piangete? Cencando di trattenervi, di far rientrare quelle fastidiose lacrime che rimangono incastate nelle ciglia. Di iniziare a sentire un nodo che si forma attorno alla gola. E cercate di parlare facendo finta di niente ma la voce si spezza, le lacrime scorrono bollenti sul vostro viso e in un attimo vi ritrovate a dire :"non è niente, sto bene". Perchè prima di mentire agli altri, volete mentire a voi stesse. Bhe a me si, è capitato.
Però è strano, non so come sto ma so solo che non sto come vorrei.
So solo che l'unica cosa che vorrei adesso è prendere un treno che mi porti dritta al mare, scendere tenere le scarpe in mano e correre, correre con la sabbia che ti accarezza i piedi nudi, correre chiudendo gli occhi seguendo solo il vento e quell'odore salato. Correre così per dimenticarmi del mondo, dei problemi, della tristezza. Correre e liberarmi. Com'è bella questa parola: liberarmi, libertà, essere libera. Libera dal dolore, dalle ferite, dalle delusioni. Libertà, è tutto ciò che vorrei avere, e che spero di trovare prendendo questo fottuto treno.
Sono Daisy Campbell, ho diciotto anni, una vita da schifo e mi sto dirigendo a Londra con la speranza di riuscire a cambiare la mia vita.

Sono seduta vicino al finestrino, con le cuffiette alle orecchie assorta nei miei pensieri, tanto da non accorgermi della mano sulla mia spalla di una ragazza bionda con due grandi occhi marroni che mi fissano incessantemente come a volermi conoscere. Mi tolsi le cuffiette per capire cosa volesse.
-Oh scusa non volevo disturbarti.- mi disse con una voce un po' stridula. -Volevo solo sapere se il posto vicino a te era occupato.- continuò lei sorridendo. Questa ragazza è strana forte. Il treno è mezzo vuoto e lei vuole sedersi proprio vicino a me, bah accontentiamola.
-Si.- cercai di liquidarla io per poter tornare il prima possibile alla mia musica.
La ragazza senza nome si sedette tutta sorridente vicino a me.
-Come ti chiami?- mi chiese. Ok, Dio perchè mi odi? Voglio solo passare un viaggio tranquillo ascoltando la musica, sto chiedendo troppo?
-Daisy.- le risposi cercando di chiudere lì il discorso. Inutile. Questa ragazza è una macchinetta.
-Che nome stupendo! Io mi chiamo Rebecca ma puoi chiamarmi Rebby.- disse "Rebby" non togliendosi il sorriso dalla faccia. Io forzai un sorriso e mi girai verso il finestrino. Speriamo che sia la volta buona che mi lasci in pace.
-Dove stai andando? Se non sono troppo indiscreta.- no, a quanto pare non è la volta buona.
-Londra.- le risposi per cortesia.
-Oh ma è fantastico anche io sto andando lì!- saltellò sul posto lei felice come una bambina che ha ricevuto un pony al suo dodicesimo compleanno. Certo, fantastico!
Non ottenendo nessuna risposta da me continuò imperterrita. -Quanti anni hai?-
Ma un po' di fatti tuoi no eh? -Diciotto.- le risposi comunque.
-Anche io. E precisamente dove stai andando? Voglio dire, Londra è grande.- mi chiese Rebecca.
-Westminster.- le dissi io.
-Ma allora è il destino, anche io sto andando lì! Diventeremo grandi amiche io e te me lo sento!- dopo tutto era divertente vedere come si esaltava per ogni piccola cosa. Mi scappò un mini sorriso.
-Dovresti farlo più spesso.- mi disse. Ok, mi ero persa qualcosa?
-Cosa?- le chiesi agrottando la fronte.
-Sorridere. Hai una dentatura perfetta.- continuò sorridente. Mi faceva un po' di paura.
-Ultima domanda poi non ti scoccio più.- mi disse unendo le mani a mo'di preghiera.
Non risposi facendole capire che poteva chiedere.
-Perchè stai andando a Londra?- ecco, l'unica domanda alla quale non voglio e non so rispondere. Perchè sono scappata? Forse per la vita orribile che stavo trascorrendo a Manchester? O forse per la paura di conitnuare a vivere con il diavolo fatto a persona?
-Storia lunga.- la liquidai guardando lo scorrere del paesaggio fuori dal finestrino.
-Va bene, quando diventeremo amiche mi racconterai la tua storia. Tanto sono sicura che lo diventeremo.- disse sorridente lei.
Ora che la osservavo bene non era una brutta ragazza: alta, più di me, abbastanza magra, capelli biondi a caschetto le incorniciavano il volto sempre sorridente, e due pozze marroni scure a completamento. Dai suoi abiti di marca potevo intuire che non doveva avere problemi di soldi.
Come promesso, dopo quest'ultima domanda, si zittì e cominciò a sfogliare una rivista di moda sussurrando qualche "oh" o "non ci posso credere" di tanto in tanto.

Finalmente eravamo arrivati. Non vedevo l'ora di alzarmi e sgranchirmi le gambe.
Non appena scesi dal treno inspirai l'aria londinese e mi sentì subito meglio.
-Daisy!- sentì il mio nome e mi voltai. -volevo salutarti. Ci vediamo uno di questi giorni.- conitnuò convinta lei.
-Come fai ad essere così convinta che ci rivedremo?- le chiesi curiosa.
-Credo nel destino. Vedrai, sono sicura che ci rincontreremo presto.- detto questo mi fece un occhiolino e se ne andò salutandomi con la mano. Ricambiai il saluto e, prendendo la mia valigia con lo stretto necessario andai in cerca di un paio di coinquilini.

Sono arrivata da meno di un'ora a Londra e già mi ero persa. Sono a Westminster, vedo il Tamigi, questa è forse l'unica certezza che ho.
Sul giornare ho trovato un annuncio scritto da due ragazzi che cercavano un coinquilino per dividere le spese, vivevano in un appartamento a Baker Street.
Decisi di chiedere informazioni a qualche passante.
-Scusi, sa dove si trova Baker Street per caso?- chiesi ad una signora sulla quarantina.
-Certo, vai dritta per di qua, prendi la seconda a sinistra e poi la prima a destra.- mi rispose cordialmente la donna con un dolce sorriso sul volto.
-Grazie mille, arrivederci.- risposi incamminandomi con la mia valigia ed il mio zainetto, seguendo le indicazioni della signora.
Seconda a sinistra e prima a destra. Seconda a sinistra e prima a destra. Ok, ci sono. Sono arrivata. Proseguii per un po' di case, fino a quando riconobbi l'appartamento che era raffigurato sul giornale. Malik e Horan, questi erano i due cognomi segnati sul giornale. Li cercai sul campanello fino a quando li trovai. Un po' titubante suonai. Una voce dolce mi rispose al citofono chiedendo chi fosse. Dissi solamente che avevo visto l'annuncio sul giornale, poche parole che bastarono al ragazzo per aprirmi il cancello e successivamente la porta.
-Ciao io sono Niall Horan, piacere di conoscerti!- mi disse un ragazzo biondino con dei meravigliosi occhi azzurri.
-Daisy Campbell.- risposi stringendo la mano che mi aveva offerto.
-Io sono Zayn Malik.- mi disse una bellissimo ragazzo moro con degli occhi quasi color miele. Strinsi la mano anche a lui.
-Bene, mi stavi dicendo che sei qui per l'annuncio.- disse Horan.
-Si, per il primo mese ho già qui i soldi. E domani mi cercherò un lavoro.-
-Quanti anni hai?- mi chiese questa volta Malik.
-Diciotto.-
-Come noi. Bene, per noi non ci sono problemi nel farti restare qui.- mi disse sorridente Niall.
-Grazie.- risposi veramente grata.
-Bene, qualche regola per una convivenza civile: il venerdì sera invitiamo sempre i nostri amici qui a mangiare la pizza, tu puoi pure invitare le tue amiche. Quando ci sono le partite di calcio la tv è nostra mi spiace e infine, per me puoi girare anche nuda se vuoi per casa però non fare storie se gli occhi cadono eh.- mi disse Zayn, con lo sguardo fisso nella mia scollatura.
-Uno, il calcio interessa anche a me quindi sarò felice di vedere con voi le partite se sono ben accetta. Due, tranquillo Malik non si presenterà il problema.- dissi io con aria di sfida che fece comparire un ghigno sul suo viso.
-Scusalo, è un porco.- disse Niall guardando male l'amico. -Ti faccio vedere la tua stanza.- continuò accompagnandomi su per le scale. -Spero che ti piaccia.- oddio questo ragazzo è davvero dolce.
-è perfetta, grazie.-
Sorrise. -Sono felice che ti piaccia, ti lascio sola. Se hai bisogno siamo al piano di sotto.-
Finalmente sola. Questa è stata proprio una giornata stancante. Decisi di farmi una doccia. Scivolai verso il bagno, indicatomi prima da Niall, dopo aver preso la mia biancheria intima ed il mio pigiama. Forse più tardi sarei uscita, in fondo è venerdì sera.

Sentì il campanello suonare. Per me di certo non poteva essere, non conoscevo nessuno. Quindi rimasi chiusa in camera mia scegliendo un completo da indossare per uscire, non avevo voglia di stare chiusa in casa a deprimermi.
Molte voci maschili provenivano dal salotto. Aspetta, è venerdì, quindi questi dovrebbero essere gli amici di Niall e Zayn.
Indossai dei jeans stretti, una maglia che mi lasciava scoperto l'ombelico rivelando il mio piercing e un tatuaggio: Clare. Mia madre.
Ai piedi indossai degli stivaletti con il tacco, sono bassa, non fatemene una colpa. Mi truccai leggermente e lasciai i miei lunghi capelli castani cadere ondulati lungo la schiena.
Prima di uscire avrei mangiato qualcosa, avevo un certo languorino. Scesi al piano di sotto e in salotto trovai cinque ragazzi arrappati quando mi videro entrare. Il loro sguardo passo dal mio corpo al mio viso.
-Esci?- mi chiese Zayn con un po' di bava alla bocca.
-Si.- mi limitai a dire io.
-Ragazzi lei è Daisy, la nostra nuova coinquilina. Daisy loro sono: Liam- indicando un ragazzo muscoloso e rasato. -Louis- indicando un ragazzo con un sorriso smagliante e degli occhi azzurri splendenti. -ed Harry.- indicando un ultimo ragazzo alto, con un fisico scolpito, due occhi verdi smeraldo e dei ricci irresistibili.
-Piacere bellezza.- mi disse Louis, se la memoria non mi inganna.
-Piacere.-
-Dove vai di bello?- mi chiese Niall.
-In giro, non ho nessuna meta.- risposi semplicemente.
-E ti vesti in modo così sexi? Potrebbero abusare di te, attenta.- mi disse Zayn scherzando, ma con una nota seria nella voce.
-Se vuoi noi andiamo in un locale con altri nostri amici, sei la benvenuta.- mi invitò Liam.
-Si, ottima idea! Vieni?- mi chiese Niall.
-Non so..-
-Dai, dai, dai.- continuò Horan.
-E va bene.- mi arresi infine.
-Si! Finiamo la pizza e andiamo.- continuò il biondino.
Io andai in cucina a farmi un panino. Mi sentivo cinque paia di occhi puntati addosso.
-Finitela di guardarmi il culo.- dissi io cogliendoli in fragrante. Non per vantarmi, ma so di avere un bel sedere.

Quant'è bella Londra di notte. Uno spettacolo.
Eravamo davanti ad un locale che dev'essere stato aperto da poco, pullulava di gente. Ragazzini ubriachi alle 21 e 30, ma dove stiamo andando a finire?
Zayn e Liam camminavano davanti a me, Niall vicino e Harry e Louis dietro. Mi sembrava di avere cinque bodyguard al mio fianco.
Sentivo Louis sussurrare qualcosa ad Harry, ma non ci feci più di tanto caso.
Tutti li salutavano, dovevano essere molto popolari.
-Ciao ragazzi!- disse un ragazzo alto, biondo tendente al castano e con gli occhi azzurri. Un gran figo.
-Ciao Nate.- risposero i quattro quinti del gruppo. Harry era rimasto in silenzio, stava guardando male Nate, chissà perchè.
-Non mi presentate questa bambolina?- disse guardandomi con sguardo malizioso. Ok, il ragazzo è tanto figo quanto odioso.
-Nate lei è Daisy la nuova coinquilina mia e di Zayn, Daisy lui è Nathaniel, un nostro amico.- ci presentò Niall.
-Piacere.- sussurrai.
-Ragazzi finalmente vi ho trovati!- urlò una vocetta stridula che mi era familiare.
-Rebecca ciao. Com'è andato il week-end con i parenti?- chiese Liam a Rebecca. Non ci posso credere. Lei mi guardò sorridendo e per niente sorpresa. Ma cos'è? Sapeva tutto prima che accadesse?
-Bene, bene. Ehi Daisy come stai?- mi chiese la ragazza non facendo scomparire l'enorme sorriso dal suo volto.
-Aspetta, voi vi conoscete?- ci chiese un alquanto confuso Zayn.
-Non proprio.- risposi io ma fui bloccata da Rebecca.
-Si e diventeremo grandi amiche non è vero?- disse euforica lei mettendomi un braccio intorno alle spalle.
Io non risposi e abbassai lo sguardo un po' spaventata dalla ragazza iperattiva che avevo di fianco.
-Entriamo?- continuò sempre sorridente. Tutti annuimmo e ci recammo all'interno del locale.
Prendemmo posto su dei divanetti con dei tavolini e iniziammo a chiaccherare, o meglio iniziarono.
Ero seduta vicino a Niall quando all'improvviso, dall'altro lato si sedette qualcuno, Harry.
-E così sei amica di Rebecca.- chiese, anzi, affermò Harry. Io lo guardai per un istante per poi togliere lo sguardo per dirigerlo verso una massa di ragazzini sudati che ballavano al centro della pista.
-No.- mi limitai a rispondere io. Potrò essergli sembrata brusca ma non mi importa, insomma non lo conosco neanche.
-Come vi siete conosciute?- continuò lui spostandosi la massa di ricci dagli occhi.
-In treno.-
-Che taciturna che sei. Meglio, così è più divertente, mi piacciono le ragazze difficili.- disse Harry ammiccando. Ma che stava facendo? Ci stava provando per caso?
-Peccato che a me non piacciano i ragazzi come te.- risposi insolente io. Odiavo davvero quelli come lui, in passato ne ho avuto a che fare e purtroppo ero caduta nella trappola, ma non permetterò che riaccada.
Il suo sorrisetto di scherno però non svanì dalle sue labbra, anzi parve aumentare sempre di più.
-Balliamo?- non si vuole proprio arrendere eh.
-No.- detto questo mi alzai per andare a prendermi da bere, ma lui mi seguì. Si prospetta una serata molto lunga.


Spero tanto che il primo capitolo vi sia piaciuto, recensite miraccomando. A presto!

  
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