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Autore: Heven Elphas    04/03/2009    8 recensioni
-Frank…?-
La mia voce rieccheggia solitaria per la stanza, nell’attesa di una risposta che sembra non arrivare.
Perché diavolo è qui?! Che cazzo vuole dalla mia vita?
Cerco di ritornare dov’ero prima, ma vengo afferrato dalle sue mani sudate che mi si stringono attorno ai polsi.
Oh mio dio… Mi vuole uccidere! Ecco come mai è qui!
Mi darà sicuramente fuoco.
Piccola Frerard di un solo capitolo! Enjoy it...
Genere: Drammatico, Suspence | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Frank Iero, Gerard Way
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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You‘ll never take me alive

Youll never take me alive

cause were already dead

 

 

Il buio invade totalmente la stanza in cui mi trovo, mentre ascolto il silenzio che mi circonda….

Quasi mi sembra di sentirne il peso che mi schiaccia sul materasso su cui sono sdraiato, facendomici affondare fino a soffocare.

Sono entrato qui dentro da quando abbiamo finito di registrare e non ho la minima intenzione di uscire fin quando si va di nuovo in studio.

Il motivo non è difficile da comprendere…

È solo una parolina di cinque lettere, che a pensarci mi fa venire da piangere.

Un semplice nome che sta diventando il mio fottuto tormento.

E non è quello di mio fratello, ovviamente…

All’improvviso un colpo alla porta mi fa balzare, ma mi limito a voltarmi verso quella striscia di luce ai piedi dell’ingresso.

Chiunque sia, non andrò ad aprirgli a parte se mi butta giù la porta.

Non voglio litigare con il proprietario dell’albergo per una stanza rotta da una rockstar impazzita.

Scommetto che è mio fratello che vuole parlarmi ancora dell’ultimo videogioco che Ray gli ha passato…

Sembrano due drogati.

Un altro tonfo più potente fa quasi tremare la porta e sono costretto ad andare ad aprire a tentoni, dato che non so dov’è l’interruttore della luce.

Giuro che se è davvero Mikey gli dico che l’hanno adottato così vedremo se mi disturberà ancora…

Quando spalanco la porta, la luce del corridoio dell’hotel si impadronisce della stanza e davanti a me appare Frank con la faccia di chi vuole distruggere tutto quello che ha intorno.

L’osservo ad occhi sgranati per qualche istante senza capire cosa sta accadendo, poi mi sento spingere all’indietro e di nuovo tutto viene inghiottito dall’oscurità.

-Frank…?-

La mia voce rieccheggia solitaria per la stanza, nell’attesa di una risposta che sembra non arrivare.

Perché diavolo è qui?! Che cazzo vuole dalla mia vita?

Cerco di ritornare dov’ero prima, ma vengo afferrato dalle sue mani sudate che mi si stringono attorno ai polsi.

Oh mio dio… Mi vuole uccidere! Ecco come mai è qui!

Mi darà sicuramente fuoco.

Non mi è sfuggita la minaccia che mi ha gentilmente lasciato in “Murder was the case that they gave me”. Lo so che l’ha dedicata a me! Ne sono certo…

Non voglio morire proprio adesso che sto per diventare padre, voglio vedere mio figlio almeno una volta prima di andarmene all’altro mondo!

Mi dimeno cercando di liberarmi dalla sua presa, emettendo dei versi che ricordano lo squittire di un topo che vuole scappare dal gatto che lo tiene per la coda.

Il mio sforzo sembra vano e mi sento spostare all’indietro, con la paura sempre più folle che dalle sue tasche tiri fuori un coltello o una tanica di benzina, entrambi sarebbero comunque dei modi sicuri per portarmi alla morte.

E non mi sembrano delle prospettive così allettanti dal momento che sono la vittima…

-Frank ne possiamo… ne possiamo parlare… Non…-

Cado all’indietro sotto la sua spinta e mi ritrovo sdraiato sul pavimento, mentre agito le gambe per potermi liberare e correre alla porta.

Frank Iero è diventato un assassino!

Forse io stesso l’ho trasformato in un killer senza sentimenti nel momento in cui ho fatto a pezzi il suo cuore.

Ora non ha tutti i torti a rivolgermisi contro ed attentare alla mia vita… Me lo merito.

-Vuoi parlarne….? Pensavo non te fregasse più un fottuto cazzo, ormai…-

Le sue mani scivolano sulla mia gola e le sento premere, quasi a fino a togliermi del tutto il fiato.

Non posso soffocare proprio oggi!

Ormai abbiamo un album in cantiere… E porca vacca, devo pure avere un figlio!

-Frank… Razza di demente, di che diavolo stai parlan…?!-

La mia voce arriva roca tra un tentativo di prendere fiato e l’altro, ma lui si limita a cingermi la gola emettendo una risatina soffocata.

Iero è impazzito! I Leathermouth gli han dato alla testa…

Lo sapevo che avrebbe portato alla vita tutte le fantasie che ha buttato giù in quei testi!

-Ah ecco… Neanche sai cosa intendo. Schifoso egoista di merda. Avrei dovuto aspettarmelo… Tanto non ti accorgi mai di una fottuta sega che non riguardi te stesso!-

Spalanco le palpebre e sento la sua presa allentarsi, lasciandomi libertà di movimento per allontanarmi da quell’assassino.

Di che sta parlando adesso?

Vaneggia, ecco che fa…

Tutta quella violenza gli ha dato alla testa e ora sta cercando una scusa plausibile per riversarla su di me.

Forse però le scuse sono fondate…

Forse ha anche ragione a darmi dell’egoista.

-Mi stai uccidendo, Gerard… Mi stai facendo fuori, cazzo!-

Appoggio la mano a terra, cercando di raggiungere a carponi l’interruttore della luce, finchè scivolo su qualcosa di caldo e bagnato sul pavimento.

Ma che cazzo è…?

-…ma tanto a te non te ne frega una minchia! Come fai a vedermi sanguinare se non c’è nessun altro oltre te stesso in questo mondo? Eh? Che te ne fotte se il mondo degli altri va a puttane? Che te ne importa se sei stato tu a porvi fine?!-

La sua voce si alza sempre più di tono, mentre mi asciugo le mani nella camicia e riprendo il tragitto verso il muro, andando a sbattere contro il comodino.

Dannatissime stanze d’hotel…

Dov’è la luce quando serve?

-Mi hai strappato il cuore a forza di scavarmi il petto con le unghie e ora l’hai gettato da qualche parte senza nemmeno restituirmelo… Voglio indietro tutto il mio cazzo di amore!-

Le sue parole sembrano trafiggermi da parte a parte, come se fossi dannatamente consapevole di tenere ancora stretto il suo cuore e non volerglielo restituire per paura di dover perdere Frank.

Eppure ho come l’impressione di averlo già perso da tempo, anche se non voglio ammetterlo nemmeno davanti a me stesso.

Riesco a tastare la parete e con foga mi metto a cercare l’interruttore, ma sembra essere scomparso.

-Se devo morire dissanguato, morirai con me… Ma tanto uno schifoso cuore da estirpare scommetto che nemmeno t’è rimasto!! Ti sei strappato da solo pure quello per evitare che fossero degli altri bastardi a ferirti?!-

Le parole di Frank rimbombano nella camera silenziosa, andandomi dritte al cervello e mandando in frantumi la mia ostentata sicurezza.

Mi sono privato da solo dell’amore?

Un attimo… ha detto che devo morire?!

Mi agito come un anguilla contro il muro nel cercare la luce, quando all’improvviso sembra accendersi da sola e mi volto verso Frank che ha un buco nella maglietta grigia su cui si puo’ vedere il sangue spandersi.

Cado all’indietro dalla paura e mi accorgo di avere le mani intrise di sangue, notando così di aver gattonato in una pozza color cremisi in mezzo alla stanza.

Cosa cazzo sta accadendo qui dentro?

-Frank… Stai sanguinando.-

Lo dico tremando dai piedi fino alla punta dei capelli e lui scoppia in una risata fragorosa, nient’affatto inquietante… Anzi, sembra una di quelle risate ingenue e divertite che da anni non sentivo.

Lo vedo avvicinarsi, notando che dietro le ossa del torace esposte alla mia vista, non c’è nient’altro che un ammasso di vasi sanguigni penzolanti che spruzzano sangue tutt’intorno a Frank.

-Anche tu stai grondando sangue, Gee… Non te ne sei accorto?-

Abbasso lo sguardo verso il mio petto e lo ritrovo nello stesso stato del suo…

Privo di cuore.

Guardo verso Frank e mi sento quasi svenire, mentre mi tasto il petto cercando di bloccare l’emorragia anche se sembra inutile dato che il pavimento comincia a essere invaso da spruzzi e pozze vermiglie.

-Frank…? Frank!!-

Mi metto ad urlare come un pazzo in preda alle convulsioni e lui si limita ad osservarmi con un sorriso dolce, mentre il sangue inizia a colargli pure dalle labbra.

Non voglio vedere Frank morire…

Non voglio vederci cadere privi di vita in questo stagno di sangue!

-Sai dove sono i nostri cuori, Gee? Sai dove li hai gettati…? Ci hai portato alla morte entrambi…-

Fa un passo avanti e si china di fronte a me, allungando la mano imbrattata di rosso verso il mio viso ed accarezzandolo lentamente.

Mi specchio nei suoi occhi e vedo riflesse le mie guance completamente sporche…

Apro la bocca per parlare ma il gusto metallico del sangue m’invade il palato, finchè sento del liquido scivolarmi sul mento, esattamente come accade anche a Frank.

-Io… Non lo so dove sono. Non… Non volevo…-

Non finisco la frase non sapendo cosa potrei dire.

Dove si possono buttare dei cuori?

Come si fa a prendere un cuore ed abbandonarlo da qualche parte?!

Ho fatto davvero qualcosa di simile?

-Li hai distrutti, Gerard… Li hai calpestati fino a ridurli in poltiglia. E ora guardaci… Cosa ci hai fatto?! Ci hai uccisi, Gee…-

Sento la sua mano affondare nel buco che c’è nel mio torace e stringermi quelle arterie recise da cui sgorga continuamente sangue, impiastricciando tutto quello che abbiamo intorno.

-Non ho ucciso nessuno, honey… Non ne sarei mai stato capace!-

Lo grido sull’orlo della disperazione e sentendomi il suo sorriso muta in un’espressione completamente afflitta.

Che succede, Frank…?

-E allora perché stiamo morendo, Gee? Perché? Chi è che ci ha fatto questo? Chi è stato se non tu?-

Boccheggio in cerca della risposta, non trovandone nemmeno una poter uscire da questo incredibile paradosso.

Come ho potuto ucciderci senza accorgermene?

Credevo che nulla al mondo avrebbe potuto farci tutto questo male…

Nemmeno il tenerci a distanza.

Nemmeno questo continuare a ferirci a vicenda…

Ho davvero ucciso me e Frank?

-Non avrei mai dovuto lasciarti, vero…? Avremmo dovuto restare insieme e…-

Vedo le lacrime uscire da quei grandi occhi color miele e avvicino le labbra per poterle asciugare, ma appena mi allontano il suo viso candido è interamente sudicio del sangue che cola dalle mie labbra.

Cerco di purirlo con le mani, ma più sfrego più aumenta la quantità di cremisi sulla sua pelle, fin quasi a coprirla del tutto…

Mi scappa un gemito di sconforto mentre rimango a fissarlo senza saper cos’altro fare per salvare il mio Frank.

-Come faccio, honey…? Come faccio adesso?! Sei tutto sporco… Non viene via!-

Lui continua a piangere in silenzio, con le labbra tremanti serrate in una piega di tristezza.

Pure dai miei occhi iniziano a cadere calde gocce che non riesco più a trattenere…

La sua mano si allontana dal mio petto per tornare alle mie guance ed asciugarle, mentre schiude la bocca per parlare.

-Che vuoi fare ora, Gee? Siamo già morti… Chi vuoi salvare adesso?-

La consapevolezza mi crolla addosso all’improvviso e guardandomi in giro mi accorgo di essere in una stanza nera imbrattata del rosso del sangue…

I mobili sembrano scomparsi e la luce pare provenire da un soffitto inesistente…

-Siamo morti?-

Quand’è successo, Frank?

Lui alza le spalle e mi accarezza la maglia intrisa di sangue, infilando di nuovo le dita nel buco dove una volta c’era il mio cuore.

Osserva quel vuoto con malinconia e poi avvicina le labbra alle mie, lasciandoci un lieve bacio dal sapore sanguigno.

-Sei stato spietato a volerci vedere morire, Gee…-

La tristezza con cui pronuncia le parole mi fa salire un conato di vomito che reprimo a fatica, mentre lui si accascia contro il mio petto accarezzandomi la schiena.

-Non ho mai voluto vederci morire…-

Lui scuote la testa e ride di nuovo, ma con un’intonazione tutt’altro che allegra…

Anzi, sembrerebbe quasi la più cruda rassegnazione.

Lo allontano da me e lo guardo negli occhi ancora pieni di vita che mi fissano luminosi dietro quella maschera di sangue rappreso che lo ricopre.

-Allora perché siamo qui, Gee…? Perché ci stai osservando morire?-

 

Sussulto all’improvviso e mi guardo attorno spaventato, portandomi la mano al petto ed accorgendomi che Frank non è fra le mie braccia e che non vi è nessun buco.

La luce mattutina filtra dalla finestra illuminando tutto quello che ho intorno… Niente sangue.

Un colpo alla porta attira la mia attenzione e mi ritrovo a camminare per la stanza verso l’entrata, mentre i colpi alla porta si fanno più forti.

Frank…

Lui mi guarda con gli occhi nocciola ombreggiati dalla visiera del cappello che indossa e con fare brusco mi indica l’orologio sul suo cellulare.

-Sono le fottutissime undici e mezza del mattino… Hai intenzione di passare la giornata a letto?-

Detto questo si volta verso il corridoio e io gli afferro i polsi trascinandolo dentro la stanza e chiudendogli la porta alle spalle.

Lui si gira e mi riserva il più scazzato degli sguardi, mentre incrocia le braccia tatuate sul petto quasi a volermi mettere paura.

L’osservo per qualche secondo, prima di passarmi le dita sugli occhi, ancora incredulo di vederlo pulito da ogni traccia color cremisi.

Lui sbuffa, spostando il peso da un piede all’altro e poi si libera il polso che ancora gli sto tenendo stretto.

-Che cazzo vuoi, Gerard?-

La sua voce scazzata mi trapassa il torace e scuoto la testa incapace di dire qualcosa di concreto.

-Sei vivo…-

Lui spalanca le palpebre e mi guarda come se avesse davanti un pazzo con un urgente necessità di ricovero.

Io mi limito a sorridergli ed alzare le spalle, passandogli la mano sul mento dove spunta la barbetta che si è fatto crescere.

-Certo che sono vivo, idiota. Chi vuoi che mi abbia ucciso? Bob?! Ma per favore…-

Scosta il viso lasciando che la mia mano galleggi nell’aria alla ricerca di quel calore, poi si appoggia con le spalle alla porta per starmi un po’ lontano.

Abbasso la testa e mi porto entrambe le braccia lungo i fianchi, cercando di non sembrargli davvero uno squilibrato che vede i fantasmi.

-E’ che avevo paura che fossi morto. Credo di aver sognato di averti strappato il cuore e… di morire entrambi.-

Scoppia in una risata sarcastica che mi fa venire i brividi, obbligandomi a tener lo sguardo attaccato al pavimento lindo.

-Gerard, devi essere completamente impazzito. Smettila di mangiare quei cereali alla fragola, ti danno alla testa, credimi…-

Riesco a guardarlo negli occhi per vedere se davvero il suo volto è così divertito come la voce, ma mi ritrovo davanti a quella maschera di rancore che ultimamente indossa.

Restiamo ad osservarci per qualche istante, finchè lui afferra la maniglia e apre la porta, facendomi iniziare a tremare.

Ascolto i suoi passi allontanarsi nel corridoio e mi sporgo appena per vederlo camminare lungo la moquet rossa dell’hotel.

-Frank… Sei sicuro che… Va tutto bene tra noi, vero? Devo fare qualcosa…?-

Lui si blocca e indugia qualche secondo prima di voltarsi a guardarmi con gli occhi pieni di qualcosa che rassomiglia all’odio.

Rimango ghiacciato sulla soglia della porta e lui si limita a fare un sorriso ipocrita.

-Che vuoi fare ora, Gee? Ormai ci hai ucciso… Lascia perdere.-

 

 

 

 

 

 

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Hello…

 

Dopo quarantacinque anni me ne salto fuori ancora con una one!

 

In verità non doveva svilupparsi in questo modo con sangue dappertutto e gente con buchi grondanti di sangue nel petto!

Però non ho resistito al fascino dello splatter e ne è uscita una trama complicata e soprattutto piena di metafore!

 

Se avete notato bene il titolo è una frase di “Sunset are for muggings” dei Leathermouth, che è pure una delle mie preferite insieme all’altra canzone nominata nella storia e a “Bodysnatchers 4ever”…

Volevo appunto dare un po’ di spazio al nuovo Frankie, dato che rivedere quello che tanto ci manca credo sarà impossibile.

Tanto vale abituarsi all’idea!

Scusate anche le molteplici parolacce che ho usato, ma Iero non si è mica mostrato delicato nei testi, quindi volevo marcare quest’aspetto interessante del new-Frank.

 

Purtroppo non ho voluto dare affatto un lieto fine, perché sinceramente non so nemmeno se crederci dato come si stanno comportando Frank e Gerard ultimamente.

Ho semplicemente lasciato in sospeso, Frank se ne va dicendo più o meno le stesse cose dette nel sogno…

“Ci hai ucciso…”

“Siamo già morti…”

 

Vabbè, lascio a voi i commenti!

Sperando che un po’ vi sia piaciuta, nonostante sia abbastanza macabra… XD

 

 

XOXO

Miky

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

   
 
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