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Autore: MartaMarta1    09/12/2015    0 recensioni
"Che strana a volte la vita. 
Ti ritrovi spaesata, da un momento all’altro. 
Non sai cosa fare, come agire, come comportarti o cosa dire.
Un attimo prima ogni cosa è come è sempre stata e poi arriva una scintilla, infinitamente piccola, che stravolge tutto e nonostante i tuoi sforzi sai per certo, dentro di te, che nulla sarà mai più come prima"
 
Questa è la storia di un amore che lotta contro il tempo e le distanze, che nonostante tutto cercherà mille modi per tentare di giungere al termine con un lietofine.
Riusciranno Josh e Sophie a coronare il loro amore o saranno costretti a rincorrersi per sempre vivendo nell'incertezza del "come sarebbe stato"?
L' amore riuscirà a primeggiare su tutto?
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: Lime | Avvertimenti: Incompiuta | Contesto: Contesto generale/vago
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DIECI ANNI PRIMA


« Sophie svegliati! È ora di andare a scuola! » mi urla mia madre dal piano di sotto mentre, tutta indaffarata in cucina, cerca di preparare una colazione che possa rallegrare una giornata come questa.
Ebbene sì, perché nonostante tutti i suoi sforzi, non saranno uova, bacon e un succo di frutta all'arancia che mi faranno passare il malumore.
Lotto con ogni mia fibra del corpo per tentare di alzarmi dal letto: la mia mente è convinta che, fino a quando non poserò un piede sul pavimento, l’estate ancora non sarà finita e non starà per iniziare di nuovo la scuola.
Ciò che però può minimamente rallegrarmi è il fatto che da oggi potrò dire finalmente che questo sarà il mio “primo-ultimo giorno di scuola media!”.
Ringrazierò per sempre me stessa per aver deciso di preparare zaino e cambio la sera prima affichè non debba fare questi sforzi olimpionici da appena sveglia; prendo il necessario e con i piedi di cemento mi dirigo verso il bagno per fare una doccia veloce.
Il getto d'acqua calda mi rinvigorisce un po' e nell'asciugare i miei lunghi capelli castani e truccare i miei profondi occhi verdi mi rilasso a tal punto da immaginarmi ancora distesa sul bagnasciuga a prendere il sole. 
In trenta minuti sono pronta (considerando che di solito quando devo uscire per prepararmi  impiego non meno di un’ora e mezza mi reputo candidata alla medaglia d’oro); scendo per raggiungere i miei genitori e mia sorella, quando mi accorgo che a fare colazione intorno al tavolo saremo solo io e mia madre. Papà e Marienne sono già usciti per andare rispettivamente al lavoro e all'università.
Puntuale quale sono sempre alle 8.00 in punto mi trovo davanti il cancello di scuola.
Maledirò per sempre il padre di Charlotte (la mia migliore amica) per aver deciso di trasferirsi a Miami per lavoro: lei per me è sempre stata come una sorella e non ho mai pensato di coltivare altre amicizie perché lei era tutto ciò che qualcuno possa desiderare da un’amica. Così facendo però, proprio nell'ultimo anno in questo carcere che comunemente viene chiamato “scuola media” mi ritrovo tutta sola, senza nessuno con cui confidarmi o spettegolare.
Prendo l’orario, entro in aula a testa basta con la mente ovunque tranne che in quel luogo e, per puro caso, mi imbatto contro qualcuno.
“La mattinata non potrebbe andare meglio: non soltanto per principio il primo giorno di fine estate è da dimenticare, ma aggiungiamoci anche, perché no, una splendida figuraccia!” mi rimprovero.
Alzo gli occhi per chiedere scusa di quello scontro frontale inaspettato ed è un attimo, non me ne accorgo nemmeno: i nostri sguardi si incontrano e tutto intorno a me diventa trasparente.
Che strana a volte la vita.
Ti ritrovi spaesata, da un momento all’altro.
Non sai cosa fare, come agire, come comportarti o cosa dire.
Un attimo prima ogni cosa è come è sempre stata e poi arriva una scintilla, infinitamente piccola, che stravolge tutto e nonostante i tuoi sforzi sai per certo, dentro di te, che nulla sarà mai più come prima.
« Scusami davvero! Ero distratto e non ho visto che una ragazza (più distratta di me) stava venendo nella mia direzione. Spero di non averti fatto male perché l’ultima cosa che vorrei è avere come biglietto da visita nella mia nuova scuola la nomea di “furfante che rompe una caviglia alla prima che incontra solo per attirare l’attenzione e darsi l’aria da ragazzaccio menefreghista…”».
Non so cosa stia dicendo perché in questo momento l’unica cosa che riesco a sentire sono le mie farfalle nello stomaco e a vedere solo i suoi magnifici occhi color nocciola, non particolarmente rari ma assurdamente intensi.
« Ehi, ci sei? Io comunque sono Josh e tu?» mi chiede con il suo sguardo da cerbiatto ferito.
In quel momento realizzo che sto passando da completa imbecille e con tutta la forza che ho nel mio corpo (ancora più grande di quella che ho usato sta mattina per alzarmi dal letto), torno in me stessa e chiudo immediatamente la bocca per paura che mi veda sbavare davanti al lui.
« Ciao Josh, piacere Sophie. Comunque stai tranquillo, non mi hai fatto nulla. L’errore è stato di entrambi nel sottovalutare che ci potesse essere qualcun altro in questo universo che fosse con la testa tra le nuvole tanto quanto noi stessi. Forse se ci avessimo pensato non avremmo rischiato di finire all’ospedale con qualche ossa rotta» anche se a dire il vero non mi sarebbe dispiaciuto affatto se la ricompensa fosse stata incontrarti!
A quanto pare mi trova più spiritosa di quello che pensassi e così inizia a ridere, mettendomi definitivamente KO: ha il sorriso più splendido, solare, smagliante che io abbia mai visto in tutta la mia vita.
A rovinare questo mio sogno ad occhi aperti arriva la campanella che inesorabilmente e definitivamente mi riporta con i piedi per terra.
« Devo andare in classe. Non vorrei far tardi alla prima lezione del mio primo-ultimo giorno di scuola! È stato un onore e un piacere venirti a sbattere addosso Sophie. Ci vediamo in giro.» mi saluta con il suo sorriso sghembo andando nella direzione opposta rispetto a quella della mia classe.
È proprio mentre si allontana da me che ho la possibilità di guardarlo più attentamente: Josh ha una figura snella e slanciata, non particolarmente massiccio ma muscoloso al punto giusto. I capelli, poco più scuri dei suoi occhi, sono ricci e portati scapigliati con grande maestria e naturalezza.
Il suo stile è casual e informarle: jeans, scarpe da ginnastica e felpa.
Un tipo al quanto anonimo nello stile ma assolutamente perfetto in tutto il resto.
Dopo aver passato più tempo di quello che credessi a fissarlo come una stalker mi dirigo nella mia classe con la consapevolezza che quest’ultimo anno di medie non sarà poi così tanto male come lo avevo immaginato.

 

   
 
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