Anime & Manga > Captain Tsubasa
Ricorda la storia  |      
Autore: Nono23    10/12/2015    2 recensioni
Dal testo:
"È passato un anno da quando ci siamo lasciati. Esattamente 365 giorni. Non dimenticherò mai il tuo viso nell'istante in cui mi hai detto che non potevamo andare avanti così, a suon di litigate e porte sbattute violentemente. [...] E le tue parole mi erano giunte all’orecchio in un tono disperato, di sacrificio, sofferto, non appena ti fossi alzato dal letto con molta lentezza. Come a sottolineare quanto quel breve discorso ti fosse costato. Ti era rivestito sotto i miei occhi increduli. Il mio cervello non connetteva. Non registrava. Non era semplicemente possibile. Non poteva essere vero. [...]"
Karl ripercorre all'indietro i momenti che ha vissuto da quando Genzo ha scelto di lasciarlo. Cos'è successo un anno dopo? Scopritelo insieme a lui...
Buona lettura a tutti!
Genere: Fluff, Introspettivo, Song-fic | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai, Yaoi | Personaggi: Genzo Wakabayashi/Benji, Karl Heinz Schneider
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
… Everything I didn’t say …

The way that you held me
I wish that I'd put you first
I was wrong I admit. […]
Il modo in cui mi abbracciavi
Vorrei averti messo al primo posto
Ammetto di aver sbagliato. […]
Wake me up now
And tell me this is all a bad dream […]
Svegliami adesso
e dimmi che questo è tutto un brutto sogno […]
Erase from your memory
Holding onto a broken and empty heart […]
Cancellare tutto dalla tua memoria
conservo nel mio cuore vuoto e spezzato […]
All the hours I lost
Wish I could bring it back to the start […]
 
Tutte le ore che ho perduto
vorrei ricominciare tutto dall'inizio. […]
I wish I could've made you stay
And I'm the only one to blame
I know that it's a little too late
This is everything I didn't say.
Vorrei essere stato capace di farti rimanere
ma la colpa è tutta mia
so che ora è un po' troppo tardi
questo è tutto quello che non ti ho detto.

~~~~~

È passato un anno da quando ci siamo lasciati. Esattamente 365 giorni. Non dimenticherò mai il tuo viso nell’istante in cui mi hai detto che non potevamo andare avanti così, a suon di litigate e porte sbattute violentemente. Avevamo appena fatto l’amore. Eravamo entrambi nudi sul mio letto matrimoniale. Sotto le coperte, abbracciati, al caldo. Avevo gli occhi chiusi, ma ti passavo distrattamente una mano sul viso, ruvido a causa della barbetta incolta di un paio di giorni. D’improvviso avevo sentito sotto le dita qualcosa di caldo e bagnato. Avevo aperto di scatto gli occhi, preoccupato. E le tue parole mi erano giunte all’orecchio in un tono disperato, di sacrificio, sofferto, non appena ti fossi alzato dal letto con molta lentezza. Come a sottolineare quanto quel breve discorso ti fosse costato. Ti eri rivestito sotto i miei occhi increduli. Il mio cervello non connetteva. Non registrava. Non era semplicemente possibile. Non poteva essere vero.
Ci ho messo mesi a metabolizzare la nostra rottura. E in tutto questo tempo ho pensato a lungo. Su di noi. Su cosa è andato storto. C’è stato un periodo in cui ti avevo davvero odiato, augurandoti tutti i mali peggiori. Eppure, subito dopo aver desiderato che ti si rompesse il polso, mi si stringeva il cuore. I lacci che lo legavano erano così stretti da farlo sanguinare. E mi salivano le lacrime agli occhi. Mi si annebbiava totalmente la vista ed ero costretto a sedermi. Una volta mi successe in autostrada. Mi sono dovuto trattenere sino al primo autogrill. Non appena spensi il motore, scoppiai a piangere per un tempo indefinito.
Ho impiegato molto tempo per capire che tu hai sbagliato tanto nella nostra relazione. Ma che la tua drastica decisone era stata dettata dall’amore che provi per me. Perché lo so che l’hai fatto anche per me. La situazione stava diventando insostenibile. Hai pensato che lasciandoci, non avremmo più litigato per motivi futili e io sarei stato felice. Strano, hai sbagliato qualcosa nei calcoli. Perché sono 365 notti che ti sogno. E piango. Perché anche nel sogno vedo che corri via sbiadendo dalle mie braccia. Sono distrutto dal dolore. Lo ammetto. Ho sbagliato. Ti aggredivo per un nonnulla. Ti ho fatto soffrire per tanto, troppo tempo. Ma anche tu, nonostante l’abbia fatto per il bene di entrambi, mi stai facendo morire lentamente. Ho compreso troppo tardi che se solo io quel maledetto pomeriggio avessi parlato, avessi tentato di fermarti, tu mi avresti obbedito, saresti rimasto accanto a me. Invece non l’hai fatto. Perché io sono rimasto in silenzio.
Ricordo tutto il tempo passato a urlarci contro quello che ci veniva in mente. Spesso non credevo mai alle parole che ti dicevo. Ero troppo furioso per ragionare e connettere il cervello. Se avessi saputo in anticipo che mi avresti lasciato, avrei utilizzato quel tempo per fare altro con te. Per esempio l’amore. E le coccole. È vero, noi siamo tipi piuttosto freddi all’esterno, ma lo sanno tutti che infondo ci amavamo così tanto. Così tanto che non è durata. Siamo tipi fisici noi. Quante volte abbiamo rischiato di essere sgamati dalla squadra che la notte prima avevamo fatto le ore piccole? Per un mio morso o per i tuoi graffi lungo la schiena. Ma ce la siamo sempre cavata. A testa alta abbiamo affrontato infortuni di entrambi, momenti delicati nelle nostre famiglie e aiutato i nostri amici nel momento del bisogno. Eppure, adesso che quelli rotti siamo noi, chi ci aiuta? Sapremmo resistere alla forza devastante di un uragano, ma non alla fine del nostro rapporto. Perché l’ho capito troppo tardi che ti amo veramente. Disperatamente. Infinitamente.
 
Sono passati due giorni. Esattamente 48 ore dal tuo compleanno. E non sono mai stato felice come oggi. Sì, perché ho preso la mia decisione. Io ti voglio. Ti voglio come amante, come fidanzato, come migliore amico, come guida, come fratello. Io ti voglio, nulla più. Ed è così che ho comprato un biglietto del treno per Norimberga. Ho avuto l’indirizzo da mister Mikami un anno fa, perché aveva visto la sofferenza pura negli occhi del suo pupillo. Voleva che ci ripensassimo. Io non ho mai buttato via quel post-it. E solo ora mi rendo conto che è stato un bene. Hai deciso di trasferirti a Norimberga dopo la nostra rottura. Perché so che in realtà sei così sensibile, che non saresti riuscito a vivere nella stessa città dove abbiamo passato i nostri anni più felici. Gli anni in cui siamo stati insieme. Anni che hanno ripreso a scorrere 48 ore fa. Era come se tutto si fosse fermato. Congelato. È servito un anno esatto di lontananza per far disgelare l’iceberg che si era creato tra noi. Ripenso al pomeriggio del 07 dicembre. Ero riuscito a trovare casa tua prima che facesse buio del tutto. Non era molto grande, come quella che avevi a Monaco. Anzi, era piuttosto piccola, cintata da un muretto sul quale è fissata una rete. Non avevo voglia di scavalcare dall’altra parte. Ci mancava solo che mi prendessero per un ladro. Così mi sono messo in attesa. Nel frattempo ripassavo quello che avevo da dirti. Un anno di silenzio è tanto, così come le parole da poter pronunciare. Il problema era che non tutte erano adatte. Avevo indossato il cappello che mi avevi regalato al nostro primo Natale insieme. Non me ne sono mai separato. Avevo continuato ad indossarlo, quasi inconsciamente. Mi piaceva. E poi… e poi aveva il tuo profumo. La tua maledettissima acqua di colonia. Quante volte mi sono ubriacato del tuo profumo? Ho perso il conto. O forse si è congelato, insieme al tempo che ci ha diviso.
Ti ho visto arrivare con lo sguardo a terra e la mano in tasca. La pelle pallida e meno robusto di quel che ricordavo. Una volta eri noto come Orso gigante perché eri altissimo rispetto ai tuoi connazionali e addirittura anche ad alcuni di noi. Tipo me. Mi scavalcavi di qualche centimetro.
Mi sono alzato in piedi senza ragionare. Non avevo connesso il cervello. Un’altra volta. C’è poco da fare: sono maledettamente impulsivo. Tu hai sentito il rumore dei miei passi, che ho compiuto per mettermi davanti a te. quasi a bloccarti la strada. Quasi a impedirti di scappare. Hai alzato la testa, non aspettandoti minimamente di rivedermi. Sei sbiancato tantissimo, avevo paura che svenissi in strada. Hai mormorato qualcosa come “Oddio, Sto diventando completamente pazzo. Adesso vedo anche i fantasmi!” e poi hai ridacchiato, quasi a prenderti in giro da solo.
« Ma io non sono un fantasma!»
« Penso che andrò da uno psicologo. Ora sento addirittura le voci! È stata una giornata lunga e pesante. Torniamo a casa e andiamo a dormire, che sarà meglio.» hai aggiunto, leggermente spaventato. Hai aumentato il passo. Io non mi sono mosso.
« Genzo! Sono io!» ti ho urlato addosso. Avevo davvero paura di essere in uno dei miei soliti sogni, uno di quelli che poi ti dissolvi. Mi sono dato un pizzicotto, ma ero completamente sveglio. Questo mi rincuorava. La tua espressione era mutata dall’ironico, allo spaventato, allo sbigottito. Hai allungato una mano verso il mio volto, timorosamente. Mi facevi una tale tenerezza. Poi hai parlato. Ho potuto assaporare di nuovo quella sensazione meravigliosa che provavo quando pronunciavi il mio nome. Con quell’accento giapponese come mi faceva impazzire.
« K-Karl? Sei davvero tu?»
« Sì, sono io. Avevo bisogno di parlarti. Ma soprattutto di vederti. Io… io ho capito troppo tardi che ti amo. Ammetto di aver commesso un sacco di errori. Però… però vorrei davvero che ci dessimo una seconda possibilità. Perché… perché io non posso vivere… senza di te!» avevo detto con tutto il fiato che avevo in gola. Le lacrime mi sono salite spontanee agli occhi. Non sono riuscito a trattenerle. Non ho fatto nulla per impedire di scorrere lungo le mie guance. La loro corsa è stata arrestata dal pollice di Genzo. Mi ha preso il viso tra le mani e mi ha baciato. E poi mi ha sussurrato:
« Never is too late. Ti amo, Karl. Non ho mai smesso di amarti, nemmeno per un secondo.» mi ha baciato di nuovo. Per troppo tempo sono rimasto in astinenza delle sue labbra. Per troppo tempo non ho potuto toccare la sua pelle. Per troppo tempo mi sono sentito vuoto.
Siamo entrati in casa e senza che neanche ce ne accorgessimo eravamo in camera da letto, nudi, accaldati, uniti ed innamorati più che mai. Ho trovato solo la forza per sussurrargli:
« Buon compleanno Genzo.»
« Grazie, amore mio. Grazie.» ed è così che ci addormentiamo. Abbracciati, sotto le coperte del suo letto di Norimberga.
 
Fine.
~~~~~
Note dell’autrice:
Salve a tutti quanti!
Pubblico con due, anzi, oramai tre, giorni di ritardo questa One-shot, scritta di getto, senza pensarci. Pregando che non ci siano errori, la pubblico. Spero possa essere di vostro gradimento.
Dedica speciale va a Slanif e a BJ.
Buon compleanno, Genzo! Anche se in ritardo… Ops…!

Note doverose:
Ho scelto alcune parti della canzone “Everything I didn’t say” dei  5 Seconds Of Summer, ai quali appartengono tutti i diritti. Di seguito riporterò il testo e la traduzione completa, con il link al video. Così, per chi fosse interessato, potrà dargli un’occhiata!
Karl vive a Monaco, Genzo si è trasferito a Norimberga dopo la loro rottura. Non mi picchiate, alla fine li ho fatti tornare assieme, no? J
I personaggi della storia non mi appartengono, ma sono frutto della fantasia del grande maestro Yoichi Takahashi, il quale ne detiene tutti i diritti.
 
Traduzione “Everything I didn’t say” dei 5 Seconds Of Summer:
 
Questo è tutto quello che non ti ho detto
 
Aspetta, non dirmi che
Il paradiso è un posto sulla terra
vorrei poter tornare indietro
a quelle volte in cui non ti
ho dimostrato quanto valevi veramente
(quanto valevi veramente)
 
Il modo in cui mi abbracciavi
Vorrei averti messo al primo posto
Ammetto di aver sbagliato
Ero insensibile ai tuoi baci
Mentre tu mi scivolavi tra le dita
 
Togliendomi il respiro
insieme a tutti gli errori che ho fatto
a tutte le lettere che ho conservato
questo è tutto ciò che non ti ho detto
Vorrei essere stato capace di farti rimanere
ma la colpa è tutta mia
so che ora è un po' troppo tardi
questo è tutto quello che non ti ho detto
 
questo è tutto quello che non ti ho detto
 
Svegliami adesso
e dimmi che questo è tutto un brutto sogno
come tutte le canzoni che ho scritto
tutte le canzoni che ho sperato potessero cancellare tutto dalla tua memoria
conservo nel mio cuore vuoto e spezzato
i fiori che avrei dovuto comprarti
e tutte le ore che ho perduto
vorrei ricominciare tutto dall'inizio
 
Togliendomi il respiro
con tutti gli errori che ho fatto
e le lettere che ho conservato
questo è tutto quello che non ti ho detto
Vorrei essere stato capace di farti rimanere
e la colpa è tutta mia
so che ora è un po' troppo tardi
questo è tutto quello che non ti ho detto
 
Spero che tu sappia
che per te io mi sacrificherei
per far funzionare tutto questo
 
Un giorno, sono sicuro
ci incontreremo per caso
fino a quel giorno...
 
Togliendomi il respiro
con tutti gli errori che ho fatto
e le lettere che ho conservato
questo è tutto quello che non ti ho detto
Vorrei essere stato capace di farti rimanere
e la colpa è tutta mia
so che ora è un po' troppo tardi
questo è tutto quello che non ti ho detto
questo è tutto quello che non ti ho detto​.
 
Testo originale"Everything I Didn't Say" dei 5 Seconds Of Summer:
 
Whoa, whoa
[Calum:]
This is everything I didn't say
 
Wait, don't tell me, heaven is a place on earth
I wish I could rewind all the times that I didn't
Show you what you're really worth
(what you're really worth)
 
The way, you held me, I wish that I had put you first
I was wrong I admit, numb from your kiss
While you were slipping through my fingertips
 
[All:]
Taking every breath away
With all of the mistakes I made
From all the letters that I saved
This is everything I didn't say
I wish I could've made you stay
And I'm the only one to blame
I know that it's a little too late
This is everything I didn't say
 
Whoa, whoa
This is everything I didn't say
 
[Luke:]
Wake me up now, and tell me this is all a bad dream
All the songs that I wrote, all the wrongs that I hoped would erase from your memory
(erase from your memory)
Holding onto a broken and empty heart
Flowers I should've bought, all the hours I lost
Wish I could bring it back to the start
 
[All:]
Taking every breath away
With all of the mistakes I made
From all the letters that I saved
This is everything I didn't say
I wish I could've made you stay
And I'm the only one to blame
I know that it's a little too late
This is everything I didn't say
 
[Michael:]
I hope you know, for you I'd sacrifice
To make this right, whoa whoa
Someday, I'm sure
We'll pass each other by
Until that time
 
[All:]
Taking every breath away
With all of the mistakes I made
From all the letters that I saved
This is everything I didn't say
I wish I could've made you stay
And I'm the only one to blame
I know that it's a little too late
This is everything I didn't say
 
[2x:]
Whoa, whoa
This is everything I didn't say
 
E qui trovate il link Youtube: https://www.youtube.com/watch?v=ZLKnoN0g7Mc
 
A presto!
Nono23.
   
 
Leggi le 2 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > Captain Tsubasa / Vai alla pagina dell'autore: Nono23