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Autore: scoiattolo17    10/12/2015    5 recensioni
Ciao a tutti/e!!!! Eccomi di nuovo tra di voi!!!!! :D Ma cominciamo....
Era da un pò che mi chiedevo cosa sarebbe successo se, dopo lo scontro con Kaibara sulla nave, Kaori non avese più riacquistato la memoria... Ebbene! Ecco qua tutto ciò che la mia testolina sta sviluppando molto, ma molto lentamente (Chiedo scusa in anticipo!) Vi saluto! A presto! :D S.
Genere: Avventura, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Kaori Makimura, Ryo Saeba, Un po' tutti
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: City Hunter
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L’acqua del rubinetto scorreva ormai da un bel po’.
Lo specchio sembrava aver incatenato il suo sguardo a quello dell’immagine riflessa.
Eppure quella era lei. Lo era sempre stata. Ed allora perché non si riconosceva in quella pelle, in quella vita, in quella ‘quasi’ esistenza?
Toccò lievemente la tempia.  Quella cicatrice le ricordava la fine della sua ‘vera’ vita e l’inizio di tutti i suoi dubbi, della sua ricerca.
Dopo l’incidente la sua anima non aveva trovato pace.
Ogni mattina si svegliava cercando di mettere a fuoco i brevi sogni della notte. Sogni che sicuramente parlavano di lei, di quello che era stata, urlavano da un subconscio sprofondato in un abisso oscuro da circa un mese.
Ancora ricordava il momento esatto, quando i suoi occhi si aprirono: la stanza era vuota come vuota era la sua testa. 
Quel dolore incessante alla tempia, quella sensazione di paura e nausea. Cercare di ricordare qualcosa sforzandosi di non piangere.
Poi la porta della stanza si aprì e comparve lui. Lo sguardo vuoto, perso in chissà quale mondo, sembrò accendersi di vita quando la scorse sveglia.
-Kaori come stai??!- le disse, avvicinandosi al letto
Lei lo guardò da capo a piedi. Sentiva di conoscerlo ma non sapeva nulla di lui o, per lo meno, non ricordava assolutamente niente.
-Io sto bene…- azzardò con tono flebile –ma noi ci conosciamo?-
Gli occhi dell’uomo si spalancarono per lo stupore.
Solo allora Kaori capì che quel tizio doveva conoscerla bene e che non era in errore lui, bensì era lei che si era dimenticata tutto. Una profonda angoscia la pervase.
Non c’era più niente nella sua testa, nessun ricordo. Solo il suo nome: Kaori Makimura
 
Il rumore dell’acqua che scorreva la riportò coi piedi per terra.
Era passato ormai più di un mese dal suo ‘risveglio’ e nessun ricordo le era tornato alla mente.
Chiuse il rubinetto e si guardò un’ultima volta allo specchio.
Scese le scale silenziosamente, facendo attenzione alle voci che provenivano dalla sala:
-…Ryo dovrai spiegarle la situazione! Non potrai tenerla all’oscuro di tutto per sempre!...- esordì sommessamente una voce femminile
-Saeko che diavolo vuoi che le dica?? Da dove dovrei cominciare??!! E’ meglio così per adesso… Se non altro in questo modo  è al sicuro…- il tono dell’uomo sembrava preoccupato più che arrabbiato.
Un sorriso cupo si dipinse sul volto di Kaori. Sapeva dal primo giorno dopo l’incidente che non le stavano raccontando tutta la verità.  Nessuno di tutti quelli che si proclamavano suoi amici era mai stato totalmente sincero con lei. Begli amici, non c’era che dire. E fra tutti proprio quello che abitava assieme a lei sembrava quello che le nascondeva di più.
Giacché aveva perso la memoria almeno si aspettava un po’ di sincerità… Se nessuno le diceva la verità sul suo passato come avrebbe mai potuto ricordare?
Scese le scale cercando di attirare l’attenzione su di sé.
Saeko e Ryo si zittarono appena la videro comparire nel salone.
Lei guardò entrambi, si girò e sparì in cucina.
Poco dopo sentì la porta di casa chiudersi, segno che la bella poliziotta se ne era andata. Ryo invece non tardò ad arrivare nella stanza
-Che hai Kaori?- chiese, quasi come fosse l’inizio di una ramanzina
-Mi sono stancata di sentire solo balle, tutto qui…- sorseggiò il suo caffè
-Hai di nuovo fatto un brutto sogno?- chiese premuroso
-No, è la realtà che mi preoccupa…- la risposta fu quasi sussurrata ma Ryo la sentì benissimo.
Se solo Kaori avesse saputo da cosa la stava tenendo alla larga l’avrebbe senza dubbio ringraziato, era ovvio. Quella vita non era mai stata adatta per lei, lei non ci incastrava nulla. La sua anima era ancora pulita, poteva salvarsi, poteva ancora farsi una vita ‘normale’.
Ryo guardò Kaori con ammonimento.
-Che c’è?- chiese lei alzando le spalle. Era lei quella che non si ricordava un accidente, era lei che avrebbe dovuto sbruffare –lo sai che la bella poliziotta non mi piace…- tentò di giustificarsi
Un sorriso si fece largo sul volto accigliato di Ryo. Kaori non si ricordava niente era vero… Ma da un po’ di tempo a questa parte era diventata molto sincera. Poche cose teneva per sé, per tutto il resto era un libro aperto.
 
Kaori guardava fuori dal finestrino dell’auto il traffico incessante scorrere lento sulla via principale di Shinjuku. Si sentiva svuotata praticamente di tutto. A volte le pareva di non respirare neanche.
Non ricordarsi più niente però ogni tanto risultava molto divertente. Riusciva a manipolare chiunque sapesse che aveva perso la memoria.
La gente non vedeva più la vecchia Kaori, bensì un esserino fragile, privo di difese e ricordi, al quale permettere tutto. In parte ok, era vero. Non ricordarsi niente era stato come una pugnalata al cuore. Però Kaori forzava spesso la mano e tutto le veniva concesso. Da quelli che si reputavano suoi amici in parte, ma soprattutto da Ryo.
Quel ragazzo era la cosa più misteriosa per lei.
Di certo non erano fidanzati. Questo l’aveva capito soprattutto perché dormivano in camere separate. Però c’era qualcosa che non quadrava. Lui senz’altro era sempre stato molto misterioso con lei. A molte domande evitava di rispondere ed ad altrettante cambiava proprio discorso. Soprattutto sul lavoro.
Sapeva che erano colleghi. E sapeva anche che lavoravano nel campo delle assicurazioni (n.d.A si… assicurazioni sulla vita più che altro!! :D) Però le cose non quadravano affatto… Non avevano un ufficio, un computer e nemmeno una marea di fascicoli o scartoffie a casa… Ryo non aveva una borsa per i documenti, anzi, non aveva neppure una penna con sé quando entrava nei locali per far ‘firmare le polizze’ come diceva lui… I suoi pensieri vennero riscossi  dall’imminente arrivo del suo socio.
Aprendo lo sportello dell’auto le sorrise amorevolmente
-Ehi Kaori, non dirmi che ti sei annoiata! Visto? Ci ho messo meno di 10 minuti come ti avevo promesso!-
-Già…- sbruffò lei –fatta firmare anche questa??- chiese
-Si, andata in porto!- rispose lui, distogliendo lo sguardo velocemente e mettendosi a guidare
-Posso vedere cosa gli hai fatto firmare?- domandò spavalda –di solito ci sono una marea di moduli da compilare… dove sono??! Vorrei dargli un’occhiata, chissà magari tra polizze e clausole ritrovo la memoria!- cinguettò
Ryo sbiancò visibilmente
-Ehm.. no… Era solo un foglio ce l’ho in tasca adesso…-
-O davvero fammi vedere allora!- tentò di frugargli nelle tasche ma non trovò niente, solo un moto di protesta di Ryo che sbandò con la macchina vedendosela avvicinare pericolosamente alla Magnum nascosta nel fodero sotto la giacca
-Ma sei pazza??! Rischiamo di cappottare!- la rimproverò lui, fermando l’auto e scendendo
-Non pensavo fossi così frigido!- rise lei, guardandolo affacciato al finestrino
-Vado un attimo al bagno, non muoverti da qui, torno subito- le ordinò poco prima di sparire in un locale
 
Ecco. Di nuovo. Andava avanti così da una settimana. La stessa in cui, dopo l’incidente, lei l’aveva pregato di non lasciarla a casa come al solito, ma di portarla a lavoro con sé.
Ok. Che non faceva l’assicuratore era ovvio. Ma allora che cavolo di lavoro faceva? Praticamente girellavano tutto il giorno per Shinjuku ed entrava nei locali sempre con qualche ‘scusa’. Perché ne era sicura che di scuse si trattavano.
La cosa che più le dava fastidio era soprattutto essere strettamente osservata 24ore su 24. Non la mollava un attimo. Se non c’era lui c’era qualcun altro. A volte Miki, Kazue, una volta la mollò persino da sola con quel gigante di poche parole, Falcon. Tanto sta che era praticamente sotto controllo dalla mattina alla sera e ci avrebbe scommesso qualunque cosa che qualcuno s’intrufolava persino la notte in camera sua per controllare che stesse bene.
Questa settimana era stata invece divertente. ‘Divertente’ forse era un attimo superlativo perché lei praticamente faceva, spesso e volentieri, il palo fuori dai locali ad aspettare Ryo.
In verità si era scocciata di quella situazione. Tutti che la tenevano sotto controllo, nessuno che le dicesse la verità. Avrebbe dovuto respirare un attimo. Anzi, voleva respirare un attimo.
Un pensiero le attraversò la mente.
Veloce uscì di macchina e s’immerse nella folla della città.
Sapeva che stava facendo un’enorme cazzata. Sapeva anche che Ryo avrebbe dato su tutte le furie.
Non conosceva nemmeno bene le strade ma si ricordava la via di casa, quindi sarebbe bastato chiedere informazioni a qualcuno. Sgattaiolò lontana dall’auto velocemente, infilandosi nella via laterale. La grande quantità di gente che era in giro a quell’ora le fece da scudo e quando si voltò dopo qualche minuto di passo spedito non riusciva più a vedere l’auto di Ryo.
Sorrise felice. Non ricordare più niente aveva anche i suoi lati positivi. Tutto era nuovo, tutto era da scoprire.
  
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