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Autore: vittoriaM20    10/12/2015    4 recensioni
Dal testo:
"Vedrai, quando tutto questo sarà finito, ti sposerò e saremo una vera famiglia." mi sussurrò.
"Ma lo siamo già, Felpato."
Selene Brandon è una ragazza studiosa, orgogliosa e insicura. Sirius Black.. Beh, sappiamo tutti chi è Sirius Black.
I due si incontreranno ad Hogwarts e, tra intrecci e triangoli amorosi, si innamoreranno. Ma troveranno qualche ostacolo: la loro testardaggine e il loro orgoglio non saranno gli unici impedimenti.
Questa non è solo una storia d'amore, ma è anche una storia di coraggio e di amicizia. Una storia in cui la vita dei protagonisti non sarà tutta rose e fiori, anzi: dovranno affrontare parecchie difficoltà e le supereranno insieme. Inganni e bugie tormenteranno le loro vite, ma alla fine scopriranno la verità.
{Questa storia parte dall'epoca dei Malandrini e non ho ancora deciso quando finirà. Sicuramente arriverò alla Seconda Guerra Magica.}
Genere: Introspettivo, Mistero, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: I Malandrini, Lily Evans, Nuovo personaggio, Regulus Black | Coppie: James/Lily, Lucius/Narcissa, Remus/Ninfadora
Note: Missing Moments, What if? | Avvertimenti: Triangolo | Contesto: Più contesti
Capitoli:
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Ai miei malandrini,
Ai miei Fred e George,
A M. & A. i miei fratelloni
Che sanno sempre come farmi tornare il sorriso
Che mi sostengono sempre,
nel bene e nel male,
Che sono gelosi e protettivi.
Ai miei bambinoni.

 
                                                                                                 

"Non puoi davvero pensare una cosa del genere, Sirius!" disse Selene urlando, in preda ad una crisi isterica.
"E' la spia di cui parlava Silente, e noi che lo credevamo nostro amico!"
"Ti stai sbagliando, Sirius! Non è Remus! Ne sono convinta." affermò con il fuoco negli occhi.
"Allora chi è stato?!" le chiesi retorico prendendola per le spalle.
Selene si divincolò dalla mia presa e mi guardò schifata.
"E' uno dei tuoi migliori amici, è il mio migliore amico. Come puoi davvero credere che abbia fatto una cosa del genere??" esclamò furiosa con gli occhi gonfi e rossi.
"Selene, non possiamo fidarci più di nessuno.."
"Ma di Remus io mi fido. - sentenziò sicura - Perchè non potrebbe essere stato Peter allora? Oppure non potrebbe essere una casualità?"
"Una casualità?!" le chiesi scettico.
"Sì, magari Peter o qualcun altro dei nostri amici ha detto senza pensarci a qualcuno dell'Ordine dei gemelli, forse proprio alla spia che è andata prontamente a riferirlo a Bellatrix..."
Mi guardò con uno sguardo perso, come se anche lei stessa non riuscisse a credere alla sua teoria. Si passò una mano tra i capelli e si adagiò sul divano senza speranze.
"Perchè non Peter?!" riprese dopo poco, con un tono quasi supplichevole e disperato.
"Oh, andiamo! Peter ha paura di parlare con noi, figurati se va a spifferare tutto al Signore Oscuro. - dissi cercando di convincerla - Dobbiamo stare semplicemente più attenti."
Selene si limitò ad annuire non troppo convinta.
 
Una sera andammo a cenare come al solito a casa dei Potter e c'erano anche Peter e Remus.  L'atmosfera era più tesa che mai e James aveva  capito che c'era qualcosa che non andava.
Ci ritrovammo in salone a parlare degli ultimi avvenimenti, mentre gli altri erano in cucina ad aiutare Selene e Lily.
"James devo dirti una cosa.." dissi al mio migliore amico.
"Mi devo preoccupare Felpato?" mi rispose analizzandomi con lo sguardo da sotto i suoi occhialetti tondi.
Mi guardai attorno per essere sicuro che non ci fosse nessuno ad ascoltarci : Remus rideva e scherzava con Selene come se non fosse successo nulla; Peter era seduto ad ammirare l'agilità di Lily ai fornelli.
"Allora?" incalzò Ramoso.
Gli raccontai per filo e per segno di quella sera sul Tower Bridge e di ciò che Bellatrix ci aveva detto. Il mio amico sbiancò ed assunse un'espressione preoccupata, si portò una mano sulla fronte scompigliandosi ancora di più i suoi capelli perenemmenente in disordine.
"Peter non può essere la spia... insomma, lui ha paura di mettere il naso fuori di casa.. - constatò James con aria preoccupata - Ma Remus... non me lo sarei mai aspettato da lui..."
Mi limitai soltanto ad annuire perchè non riuscivo ad aggiungere nient'altro.
"Ah, perfetto. - disse la voce di Remus alle nostre spalle - Ed io, povero illuso, che ho pensato in tutti questi anni di avere degli amici.."
"Remus, se solo tu ci dessi una spiegazione.." cercò di recuperare James.
Ma io non volevo recuperare nulla, ero furibondo.
"Ti permetti di fare anche la vittima, Lunastorta?!" gli dissi avvicinandomi a lui, dandogli uno spintone.
"Sirius, sta calmo..." disse James nel vano tentativo di calmarmi.
"NO! - urlai - Non sto calmo, questo bastardo ci ha traditi tutti!"
"E' questo quello che pensi Sirius???" urlò a sua volta Remus.
Era diventato rosso in volto e le sue cicatrici bianche erano ancora più evidenti.
"Cosa succede qui?" irruppe Selene, seguita da Lily e Peter.
"Niente Selene. Il tuo Sirius non ti ha detto che sono il traditore, che sono la spia?" disse Remus. Era diventato la rabbia in persona.
Selene abbassò lo sguardo, come se volesse dire che sì, sapeva già tutto.
"Oh, beh. Allora se è così, non c'è più nulla da dire." e così dicendo Remus lasciò Godric's Hollows dopo aver sbattuto violentemente la porta, mentre Selene usciva di casa disperata urlando il suo nome.
 
Selene's POV
"Remus! Aspetta.."
"Selene, lasciami in pace!" urlò Remus e si smaterializzò nel buio.
Remus, il mio migliore amico, non era la spia, non meritava di essere trattato così.
Rientrai in casa più furiosa che mai, andai verso Sirius e gli diedi un spintone che purtroppo non ebbe nessun effetto sul suo saldo equilibrio.
"Sei un idiota!" gli ringhiai contro.
Avrei voluto spaccargli la faccia, prenderlo a pugni. Mi aveva privato del mio migliore amico, una delle ultime persone che potevo considerare come la mia famiglia.
Ma Sirius non mi disse nulla: si limitò a guardarmi con un un'espressione stupita, dispiaciuta e allo stesso tempo delusa.
Tutta colpa di questa maledettissima guerra.
Ero più confusa di prima: Sirius pensava che Remus fosse la spia ed io non potevo crederci, ma soprattutto non volevo crederci. Ero solo troppo ingenua, come diceva Sirius, o avevo ragione a fidarmi del mio migliore amico?!
Presi la mia borsa e la mia giacca, salutai in fretta i miei amici e me ne andai. Dopo qualche minuto Sirius uscì correndo.
Pensai mi volesse fermare, ma mi sbagliavo.
"Dove stai andando?" mi disse freddamente
"Ho bisogno di stare un po' da sola."
"E' pericoloso..."
"Avrò cura dei nostri figli, se è questo che ti preoccupa."
E mi smaterializzai anche io nel buio della sera come aveva fatto Remus.
Ero troppo arrabbiata e dispiaciuta; non volevo litigare con Sirius e aggravare ulteriormente la situazione.
In un momento di crisi come questo avrei cercato conforto nelle parole di mia madre o nella saggezza di mio padre... ma loro non erano qui con me; e quasi sicuramente, non li avrei mai più visti e loro non avrebbero mai conosciuto i loro nipotini.
Avevo bisogno di parlare con qualcuno e l'unica persona che potessi considerare 'famiglia' in quel momento era Andromeda.
Mi materializzai di fronte alla porta di casa Tonks, sebbene fosse molto tardi, e bussai cercando di non fare troppo rumore.
Un'Andromeda un po' addormentata e in vestaglia mi aprì la porta ed io mi sentii terribilmente in colpa. La signora Tonks spalancò gli occhi e mi guardò stupita.
"Selene, cosa ci fai qui, a quest'ora??!"
"Andromeda.. ho litigato con Sirius... - dissi timidamente - Mi dispiace averti disturbato a quest'ora.."
"Non ti preoccupare, entra cara. - mi disse facendomi spazio - Ora non devi fare altro che dormire: ti farà bene. Domani mattina mi racconterai tutto."
Dopo avermi lasciato nella stanza degli ospiti, tornò a dormire, mentre io pensavo a Sirius, tutto solo nella nostra camera da letto, e a Remus chissà dove ad insultarsi.
 
La mattina dopo fui svegliata dalle urla di gioia di Dora che aveva appena saputo della mia presenza. Quando scesi al piano inferiorie la piccola Tonks mi abbracciò e mi disse che era contentissima di vedermi. Poi guardò la mia pancia appena gonfia e fece una faccina delusa.
"Che c'è?" le chiesi.
"Pensavo di vederti con la pancia enorme..." mi disse con la sua vocina stridula.
"Oh, Ninfadora! Per queste cose ci vuole tempo! - la riprese la madre, mentre la piccola la fulminava con lo sguardo - Vieni Selene, mi devi raccontare cosa ha combinato mio cugino!"
Una volta seduta raccontai ad Andromeda tutto ciò che era successo, mentre la piccola Tonks giocava sul tappeto del salotto.
"E quindi Remus è andato via per sempre?" mi chiese Dora con uno sguardo triste.
"Non lo so piccola.. Spero di no." le risposi scompigliandole i capelli che quella mattina erano biondi come i miei.
"Anche io..." disse arrossendo, mentre Andromeda inarcava un sopracciglio.
"Eppure mi sembrava un così bravo ragazzo quel Remus Lupin.." disse la signora Tonks versando del latte nel suo thè.
"Ma lo è.. insomma non può essere stato lui! Io.. non so più che pensare, Andromeda. Mi sento in colpa per aver dubitato di lui, ma anche per essermi arrabbiata con Sirius, in fondo lui vuole solo difendermi..."
"Mio cugino non è un idiota. Certo, è pur sempre un uomo... Però capirà."
Proprio in quel momento suonò il campanello e la piccola Dora si alzò inciampando in un giocattolo e andò ad aprire la porta saltellando e canticchiando.
"Ciao Dora, è qui Selene?" disse una voce fin troppo familiare.
"Ciao Sirius! Sì, Selene è qui.."
E come un fulmine Sirius irruppe nella sala da pranzo di casa Tonks. Dalla faccia sembrava furibondo e pronto a dirmene di tutti i colori. Ma Andromeda si alzò prima che potesse iniziare a riempirmi di rimproveri e lo distolse dal discorsetto che aveva intenzione di fare.
"Sirius, da quanto tempo non ci vediamo! Perchè Selene viene sempre a salutarmi e tu no? Ti dimentichi così facilmente della tua cugina preferita?"
Sirius la guardò torvo e sbuffò.
"Se solo Selene mi avesse avvisato.. l'avrei accompagnata volentieri." disse con un tono serio che raramente assumeva.
Poi Dora lasciò i suoi giochi e si avvicinò a Sirius, prese un angolino del suo mantello e iniziò a tirarlo per attirare la sua attenzione.
"Sirius per favore, non arrabbiarti con Selene." implorò la bambina sporgendo il labbro inferiore.
"Questa è una congiura! Dov'è Ted? Ho bisogno di un supporto maschile!" esclamò Sirius esasperato.
Andromeda scoppiò a ridere insieme a me alla vista di Sirius spazientito, ma lui rimase impassibile e capii che era arrivato il momento di affrontarlo.
"Vado a prendere le mie cose, arrivo subito" dissi con la testa bassa.
E così uscii dalla sala da pranzo intenzionata a salire le scale per nella stanza degli ospiti, ma la voce di Sirius attirò la mia curiosità e mi fermai ad ascoltare.
"Insomma Andromeda, poi sarei io quello irresponsabile! Sparire così, senza dire niente, nel bel mezzo della guerra, incinta!" esclamò Sirius dimenando le braccia.
"Tu non sei un campione  di delicatezza! Cerca di capirla: aspetta due gemelli da un Black, i suoi genitori sono chissà dove e l'unica famiglia che ha siamo io, tu ed i suoi amici. - iniziò Andromeda con un tono convincente e allo stesso tempo dolce e deciso - E' ovvio che si senta persa... Remus era il suo migliore amico!"
"Io volevo proteggerla! - esclamò Sirius, come se non avesse avuto alternative - E poi è stata una maledettissima casualità.. Remus non doveva sentire."
"Tu non avresti dovuto urlargli contro, dovevi dargli la possibilità di spiegarsi." aggiunse la saggia Signora Tonks.
"Non è evidente che sia lui la spia?"
"Sirius, niente è quello che sembra."
Quando tornammo a casa furono davvero poche le parole che scambiammo. Io provavo un misto di rabbia e dispiacere e non avevo idea di come comportarmi; invece Felpato era ancora parecchio nervoso e irritato: con un'espressione terribilmente corrucciata sul volto leggeva la gazzetta del profeta, con i piedi appoggiati sul tavolino.
Poi nel bel mezzo del pomeriggio si alzò ed uscì in giardino nonostante stesse nevicando. Dalla finestra, mentre mi mangiavo le unghie - cosa che non avevo mai fatto in vita mia - lo osservavo furmarsi una sigaretta e sputare nervosamente il fumo grigio e denso. Non aveva perso quel vizio.
 
La situazione andò avanti così per qualche settimana, su di noi era calato un gelo e un imbarazzo che non c'era mai stato fra noi.
Il mio umore era sotto i piedi: le cose non erano poi tutte rose e fiori come mi ero immaginata sarebbero state. Stavo per avere due gemelli da Sirius, e da settimane parlavamo solo con monosillabi e per di più aveva deciso di dormire sul divano.
 
-
 
Il tempo passava ed io ero arrivata al quarto mese di gravidanza; la pancia iniziava farsi vedere e raramente passava inosservata, anche perchè io ero fiera di mostrarla. Sirius, dopo molta insistenza da parte mia si era deciso a tornare a dormire nel nostro letto, nonostante tra di noi ci fosse ancora un po' di ostilità per la discussione su Remus: ogni cosa diventava un buon protesto per discutere.
Remus da quella famosa sera aveva lasciato definitivamente l'Ordine e nessuno l'aveva più visto. Così l'Ordine di comune accordo aveva deciso di cambiare il luogo del quartier generale, dato che ormai tutti avevano dato per certo che Remus era la spia. Ogni volta che sentivo dire 'Lupin, la spia...' serravo i pugni e mi trattenevo dal cruciare chi aveva chiamato il mio migliore amico in quel modo. Era più forte di me: se una parte del mio cervello si era arresa all'idea che solo lui potesse essere la spia, l'altra più combattiva e cocciuta di me mi suggeriva che tutti si sbagliavano. E mi stupivo di come Silente potesse credere a quell'idiozia, ma soprattutto ero incredula di fronte alla rassegnazione dei miei amici.
 
Era da tempo che non suonavo e non cantavo, così una domenica pomeriggio scesi giù in salotto dove c'era già Sirius a leggere e mi sedetti al pianoforte.
Sentii il suo sguardo stupito perforarmi le spalle e sentii dentro di me che quella era l'occasione perfetta per fare pace, e stavolta spettava a me fare il passo decisivo; dovevo essere io a mettere da parte il mio orgoglio grosso quanto la piovra gigante del Lago Nero, per il bene dei bambini, per il bene mio e di Sirius e della famiglia che stavo costruendo.
Mi voltai per incontrare il suo sguardo, ma lui fece l'indifferente e riprese a leggere il libro.
 
"À faire pâlir tous les Marquis de Sade
À faire rougir les putains de la rade
À faire crier grâce à tous les échos,

à faire trembler les murs de Jéricho
Je vais t'aimer.


À faire flamber des enfers dans tes yeux
À faire jurer tous les tonnerres de Dieu
À faire dresser tes seins et tous les Saints
À faire prier et supplier nos mains, je vais t'aimer.



Je vais t'aimer comme on ne t'a jamais aimée.
Je vais t'aimer plus loin que tes rêves ont imaginé.
Je vais t'aimer, je vais t'aimer.
Je vais t'aimer comme personne n'a osé t'aimer.
Je vais t'aimer comme j'aurai tellement aimé être aimé.
Je vais t'aimer, je vais t'aimer."
 
Cantare mi fece sentire improvvisamente bene, felice e spensierata: le preoccupazioni sembravano aver preso il volo ed essere uscite dalla mia mente. Poi ad un tratto sentii qualcosa nella mia pancia: fu come se avessi avuto davvero quelle famose farfalle nello stomaco, come un fruscio o un fremito d'ali. Dopo qualche minuto di nuovo...
"Selene tutto bene?!" mi chiese Sirius, che nel frattempo si era accorto del fatto che avevo smesso di suonare e mi ero appoggiata una mano sulla pancia. Era accanto a me, mi guardava ed era seriamente preoccupato, in attesa di una mia risposta.
"Sirius, i bambini... li ho sentiti! Si sono mossi!" gli dissi con gli occhi pieni di lacrime di gioia e di emozione.
Felpato rise come un bambino.
"Davvero?" mi chiese incredulo.
Io annuii e prendedogli la mano gliela appoggiai sul mio ventre. Ma a lui evidentemente quel contatto non bastò: allontanò lo sgabello su cui ero seduta dal pianoforte, mi scoprì la pancia e si inginocchiò per appoggiarci l'orecchio.
Dopo un po' si alzò e si sedette affianco a me.
"Senti Selene.. mi dispiace! Io..." iniziò a dire.
Ma non volevo sentire nulla, non volevo rovinare quel momento unico.
"Shh - sussurrai portando l'indice della mia mano destra sulla sua bocca - Non importa."
E lo baciai, forse come non avevo mai fatto. Le mie labbra avevano sentito molto la mancanza di quel contatto, quell'unione che ci rendeva davvero una cosa sola.
"À faire vieillir, à faire blanchir la nuit; À faire brûler la lumière jusqu'au jour, à la passion et jusqu'à la folie.. Je vais t'aimer, je vais t'aimer d'amour.." mi sussurrò Sirius in un orecchio, mentre ci dondolavamo abbracciati.
Poi avvolse il braccio destro attorno alle mie gambe e quello sinistro attorno alla mia vita e, prendendomi in braccio, mi portò nella nostra camera da letto.
Furono baci e furono sorrisi; mi persi tra le sue carezze, le sue mani, i suoi capelli, il suo profumo e il suo amore.
Quella notte davvero ci sembrò di aver fatto invecchiare e imbiancare la notte, ci amammo fino a far volare i nostri corpi al settimo cielo.
 
-
 
Dopo quella sera le cose tra me e Sirius tornarono decisamente al loro posto. Felpato aveva riacquistato il suo buon umore da bravo malandrino qual era ed io con lui, a parte qualche sbalzo d'umore dovuto agli ormoni in subbuglio.
La mia pancia diventava sempre più evidente e difficile da camuffare sotto le maglie larghe e i mantelli. Ma in fondo non avevo nessuna intenzione di nasconderla: ero così fiera di portare in grembo due Black ribelli come il padre.
"Sirius oggi ho la visita medica.. Tu lavori vero?"
"Sì, purtroppo non posso farmi sostituire da James perchè ha il turno assieme a me - disse mentre si abbottonava la camicia - E' necessaria la mia presenza?"
"No, è solo che oggi molto probabilmente potremo scoprire il sesso sei bambini.." dissi vaga, come se a me non importasse molto.
In realtà era così: non mi importava il sesso dei gemelli, tutto ciò che mi interessava era poterli avere tra le mie braccia, in salute.
"Davvero?" chiese sconsolato Felpato.
"Sì..."
"Me lo dirai vero?"
"Perchè non dovrei dirtelo?!" gli risposi ridendo.
"Perchè sei dispettosa da quando sei incinta."
"Ah, questa mi è nuova..."
Con un bacio mi salutò e dopo aver sceso le scale in fretta e furia si smaterializzò.
Io mi preparai per andare dal dottor Butler ed uscii di casa come una normale babbana.
Il nostro vicino Duncan era - come al solito - a torso nudo in giardino; mentre metteva ordine in giardino si guardava i bicipiti in continuazione e rideva compiaciuto.
"Buongiorno Selene!" mi salutò quando smise di contemplarsi e si accorse della mia presenza.
"Buongiorno a te Duncan. E' febbraio, ci sono appena 2° gradi... Non hai freddo?" gli chiesi ingenuamente.
Duncan mi rispose con una sonora risata.
"Sai, sono in movimento, poi sono un tipo caloroso." mi rispose con uno sguardo ammiccante.
Se solo lo vedesse Sirius pensai tra me e me.
"E così è vero quello che dicono in giro... - riprese poi indicando con un dito la mia pancia - Sei incinta! Ma io non ho mai viso il tuo compagno..."
Ritieniti fortunato.
"Eh sì, quinto mese! Oh, Sirius, perchè così si chiama, è sempre molto impegnato con il lavoro per questo non lo hai mai visto, ma ti posso assicurare che non è opera dello Spirito Santo."
Duncan fece una faccia non troppo contenta, infatti si limitò a mostrarmi un ghigno, che doveva essere una sorta di sorriso forzato e ipocrita.
"Sarà meglio che io vada allora... Buon proseguimento!"
Con un gesto della mano quel Troll del mio vicino di casa mi salutò e riprese a contemplare i suoi muscoli.
 
La visita non fece altro che rassicurarmi: la gravidanza procedeva benissimo i bambini crescevano a vista d'occhio e stavano benissimo. Durante l'ecografia il dottor Butler mi mostrò i piccoli Black sul monitor e ribadì che i miei gemellini erano eterozigoti.
"Quindi non avrò difficoltà a distinguerli?" chiesi al dottore con un enorme sorriso.
"No, non si somiglieranno più di due fratelli normali..."  mi rispose il medico.
Subito pensai a quanto Sirius e Regulus fossero simili, e lo stesso valeva per Andromeda e Bellatrix...I Black rimanevano ancora un mistero per me.
"Allora, vogliamo sapere il sesso di questi due monelli?"
"Sì, il mio compagno non aspetta altro..."
Il dottor Butler annuì e si mise all'opera.
"Cosa si aspetta?" mi chiese.
"Lui spera siano due maschietti... Per me è uguale."
Il dottor Butler iniziò a ridere di gusto.
"Dottore? Tutto bene?" dissi anche io ridendo.
"Temo che le aspettative del suo compagno saranno deluse... - sussurrò indicando il monitor - sono due signorine a quanto pare."
Mi coprii il viso con entrambe le mani come se volessi nascondere un sorriso soddisfatto.
 
Mentre camminavo per le strade di Londra pensavo al modo più adatto di rivelare a Sirius, con più delicatezza possibile, che i nostri figli in realtà erano delle signorine, come aveva detto il dottore. Poi mi ricordai di come gli avevo dato la notizia della gravidanza.. e mi venne un'idea. Quella volta quando uscii con Lily vidi una tutina carinissima bianca con i bordini del collo e delle maniche rosa e con la scritta 'Daddy's my first love'. Forse sarei stata banale e noiosa, ma fu l'unica buona idea che mi venne in mente. Così andai in quel negozio e comprai due tutine con quella scritta e le feci impacchettare.
Mi materializzai davanti a casa e pregai Merlino che Sirius la prendesse bene....
"Buonasera..." dissi entrando in casa.
Sirius che un secondo prima era sulla sua poltrona a leggere, si alzò di scatto e mi venne incontro.
"Allora?" mi chiese con gli occhi sbarrati.
"Tieni." dissi porgendogli la busta.
"Oh insomma, non me lo puoi dire semplicemente?" si lamentò mentre io scuotevo la testa.
Poi iniziò ad aprire la busta e lo vidi parecchio confuso davanti a quelle due tutine minuscole. La sua espressione passò da confusa a stupita, da stupita a smarrita, fino ad aprirsi in un sorriso enorme.
"Sono due femminucce?!" disse tenendo in mano le tutine e sventolandole.
"Sì..."
Lanciò all'aria le tutine - che furono prontamente afferrate, piegate e messe a posto da Elmo - e si precipitò ad abbracciarmi come aveva fatto quando apprese che ero incinta.
"Sei contento lo stesso..?" gli chiesi intirmorita.
"Ma certo che lo sono! Saranno belle come te... - disse affondando il viso tra i miei capelli e ispirando per sentire il mio profumo - E quelle tutine sono meravigliose, dovremo fare qualche incantesimo per fare in modo che le indossino anche quando saranno grandi... Io e solo io sarò il loro unico amore."
"Già sei geloso?" gli dissi tirandogli dispettosamente una ciocca di capelli.
"Ovvio! - mi rispose dandomi uno schiaffo sulla mano - Ora dobbiamo decidere come chiamarle, ti ho preso una cosa..."
Si allontanò un attimo e mi porse un pacchetto che conteneva un libro dei nomi.
"Vieni qui - gli dissi portandolo sul divano - iniziamo a dare un'occhiata. Anche se c'è tempo.. mancano quattro mesi."
Discutemmo parecchio sui nomi e alla fine fummo d'accordo solo sul fatto che avrebbero avuto come secondo nome quello dei miei genitori, un po' rivisitati: Phoebe e Margot. Per i primi nomi eravamo molto confusi: a Sirius piaceva molto il nome italiano Azzurra, ma io sostenevo che non stesse bene assieme a Phoebe o Margot.
 
-
 
Sirius' Pov
"Selene, sei sicura che ci servano davvero tutte queste cose? Insomma siamo dei maghi!"
Delle signore si girarono inorridite al suono della parola 'maghi' e si allontanarono dicendo qualcosa tipo 'questi giovani di oggi'.
Nel frattempo Selene continuava a camminare per quel negozio e metteva nel carrello qualsiasi cose le capitasse davanti dopo aver detto 'che carino!' o 'che amore!'. Aveva comprato oggetti babbani per neonati di ogni genere: pannolini, bavaglini, omogenizzati, due marsupi, giocattoli, pupazzi, tutine, cappellini e scarpe.
"Okay, penso di aver finito." disse dopo voltandosi e rivelando il suo pancione sempre più ingombrante.
"Scusami tesoro, tu eri quella che non amava fare spese?" le dissi io sarcastico indicando tutta la roba che c'era nel carrello.
"Sirius, ma queste sono tutte cose che ci servono! E... - non finì di parlare che era corsa a vedere delle culle - Ci serviranno anche queste!"
Mi lanciò uno sguardo di quelli ai quali proprio non riuscivo a resistere, e rassegnatomi annuii approvando così anche l'acquisto delle culle.
"Queste vanno montate a mano - disse Selene allegra - Prendi due pacchi!"
"A mano?! E come?" dissi squadrando la culla in esposizione e il pacco che doveva contenere tutti i pezzi.
"Ci sono le istruzioni, e tu sarai bravissimo a montarle!"
"Io?! Senti non possiamo andare a Diagon Alley a comprare queste culle? Ne ho viste alcune che si dondolano da sole non appena il bambino inizia a piangere!"
Sorridevo entusiasta sperando di convincere Selene e per un nano-secondo sembrò quasi essersi convinta.
"Mmmh.. NO." disse sicura.
E con un gesto della mano mi ordinò di prendere due scatoli.
 
Quando tornammo casa, dopo aver messo a posto tutta quella roba e aver cenato, ci sdraiammo come facevamo ormai da tre mesi sul divano per scegliere i nomi delle bambine.
"Allora su uno ci siamo: Lara Phoebe Black. Giusto?" mi rassicurai, dato che erano giorni, ma che dico, mesi che cambiavamo ogni istante idea.
"Sì, Lara Phoebe Black. Mi piace." rispose sorridente.
"E l'altra?" - chiesi impaziente, cercando di sforzafarmi a pensare - "Non lo so.... 'ehmehm' Margot Black."
"Dai, Sirius, sei tu il genio! Fatti venire qualche bel nome in mente!"
"Prendi un giornale!" le dissi frettolosamente sotto il suo sguardo stupito.
Selene senza replicare mi porse il primo giornale che le capitò sotto mano. Riconobbi subito che era un giornale babbano perchè le immagini non si muovevano di mezzo millimetro. Iniziai a sfogliarlo un po' scocciato... che idea stupida mi era venuta? Trovare il nome di nostra figlia su un giornale?!
Poi la mia attenzione fu attirata da un titolo: il giornale parlava di una donna che stava frequentando un principe inglese, più precisamente l'erede al trono di Inghilterra. La donna in questione si chiamava Diana Spencer e una foto la ritraeva sorridente ma il suo sguardo traspariva una certa malinconia: aveva occhi di un blu scuro e capelli biondi, corti e vaporosi. Non riuscii mai a capire perchè ma quel viso mi fece subito simpatia, forse anche un po' di compassione dopo che vidi la foto del principe Carlo, forse suo futuro sposo, nasone e con le orecchie a sventola. Quella ragazza meritava di meglio.
"Sirius, ti interessano davvero le vicende della famiglia reale britannica?!" mi chiese Selene un po' scettica.
Mi ricordai del motivo per cui stavo leggendo quel giornale e i miei occhi si soffermarono sul nome Diana.
"Diana Margot Black" dissi guardando il vuoto.
"Cosa?" chiese Selene.
"Diana. Ti piace il nome Diana?!"
Selene prese il libro dei nomi ed iniziò a cercare quel nome.
"Diana... - disse sfogliando le pagine - Diana Margot Black. Mi piace. Al diavolo questo libro!"
Lo scagliò sul tappeto del salotto e mi abbracciò.
"Ehi, quello è un mio regalo!" dissi protestando e fingendo di oppormi al suo abbraccio.
Lei mi sorrise e raccolse il libro, accarezzandolo e appoggiandolo sul tavolino.
"Quindi ci siamo: le nostre bimbe si chiameranno Lara Phoebe Black e Diana Margot Black. Lara e Diana. Diana e Lara. Suonano bene insieme. Che dici?"
"L'importante è che piacciano a noi." le dissi stringendola tra le mie braccia.
 
Qualche giorno dopo mi ritrovai alle prese con oggetti strani e che all'apparenza potevano sembrare delle armi da combattimento.
"Allora posso lasciarti solo per qualche ora senza che tu mi distrugga casa?" mi chiese Selene pronta per accompagnare Lily a fare shopping.
James e Lily avevano saputo da poco che aspettavano un piccolo Potter e avevano già deciso che lo avrebbero chiamato Harry. Lara e Diana sarebbero nate a fine Giugno, mentre Harry a fine Luglio e tutti noi non aspettavamo altro che l'arrivo dell'Estate.
"Sì, stai tranquilla Gattina. Quando tornerai troverai le due culle pronte per accogliere le nostre bimbe." dissi fingendomi sicuro.
La realtà era che non avevo la più pallida idea di come si montassero quelle culle. In quel caso Lunastorta mi sarebbe stato parecchio di aiuto, grazie alle sue conoscenze sul mondo babbano.. ma erano mesi che non avevamo più notizie di Remus ed io mi sentivo terribilmente in colpa. Le informazioni riguardanti l'Ordine erano comunque arrivate al Lato Oscuro e questo non voleva dire altro che mi ero sbagliato e che Selene aveva avuto ragione, per l'ennesima volta. Dannazione.
"Allora vado... stai attento a non farti male con quel cacciavite."
"Sta tranquilla! E' tutto sotto controllo."
Quando se ne fu andata iniziai a scartare tutti i pacchi e a cercare di capire come procedere.
Passai più di mezz'ora a tentare di assemblare i pezzi invano; iniziai a perdere la pazienza, ma mi ripetevo come un mantra 'Sirius sta calmo'.
Quando all'improvviso sentii il campanello suonare; lasciai tutto come stava nel salotto ed andai ad aprire la porta convinto che fosse Selene. Purtroppo le mie aspettative furono deluse: davanti a me c'era quell'energumeno del nostro vicino di casa in tenuta sportiva mentre saltellava sul posto e mi tendeva la mano sorridente.
Quanto avrei voluto spaccargli i denti.
"Tu devi essere il compagno di Selene! Finalmente ho il piacere di conoscerti - disse prendendomi la mano con forza - Piacere Duncan."
"Piacere Sirius - dissi non con troppo entusiasmo - Come posso esserti utile?"
"Ho sentito dei rumori strani e volevo accertarmi che Selene stesse bene - affermò fingendosi preoccupato sempre saltellando sul posto - Posso entrare? Non ho mai visto questa casa!"
E prima che io gli rispondessi che no, non poteva assolutamente entrare in casa, si era fiondato nel corridoio per raggiungere il salone.
"Ecco da dove provenivano quei rumori, amico! - disse l'idiota muscoloso - Non sembra che te la stia cavando molto bene con il fai da te!"
Poi scoppiò a ridere ed io avrei voluto appenderlo al lampadario, così avrei riso io. Oh sì, come avrei riso.
Non risposi alla sua provocazione e mi limitai a mostrargli un sorriso forzato.
"Posso aiutarti, io ho un talento naturale per il fai da te!"
Certo, ci mancava solo che si piantava a casa per tutta la giornata con la scusa di aiutarmi.
"Non ti preoccupare, me la caverò in qualche modo - risposi cercando di essere il più gentile possibile - Non voglio privarti dei tuoi sacri allenamenti"
"Ma non ci sono problemi, posso aiutarti!"
E come aveva fatto per entrare in casa, si mise all'opera senza permesso, prendendo cacciavite e viti e i pezzi della culla.
"Che lavoro fai Seamus?" mi chiese sbagliando il mio nome.
"Veramente mi chiamo Sirius, come la stella... Hai presente? - cercai di spiegargli mentre mi fissava con lo sguardo di una mucca quando passa il treno - Non importa. Comunque sono un poliziotto."
Selene mi aveva detto di dire così ai nostri vicini di casa babbani, diceva che il mestiere del poliziotto era molto simile a quello dell'Auror.
"Woow - esclamò Duncan - Però, non si direbbe proprio dal tuo aspetto."
Invece dal suo aspetto si poteva envincere che aveva un cervello da gallina.
"L'abito non fa il monaco, Duncan."
"Come scusa?"
"Niente, lascia perdere. - risposi rassegnato alla sua stupidità - Allora come procede con le culle?"
Notai che l'arrogante palestrato vicino di casa aveva quasi completato la parte inferiore della prima culla. Almeno qualcosa era in grado di farla.
"Dovresti imparare amico, è come giocarre con le costruzioni!"
Così mi avvicinai per capire come riuscisse a capire quelle istruzioni che a me sembravano scritte in arabo.
Dopo un po' sentii il rumore della serratura e vidi Selene entrare nel salotto e guardare quella scena stupita.
"Ciao Duncan! Hai conosciuto Sirius vedo.." disse titubante.
"Sì, è simpatico Seamus. Tanto simpatico quanto incapace con il cacciavite."
Ringraziai Merlino per il resto della mia esistenza per avermi frenato dal cruciarlo.
 
Dopo che Duncan ebbe finito di montare anche la seconda culla, tolse il disturbo, per fortuna, dicendo che doveva andare ad allenarsi.
"Beh dai, è stato gentile!" disse Selene osservando le culle con gli occhi a cuoricino.
"E' un amore!" dissi sarcastico.
Selene scoppiò a ridere divertita ed io con lei. Poi ad un certo punto le sue risate cessarono e si portò una mano sul pancione. Le sue mani nervose si muovevano quà e là sul suo ventre ed emetteva risolini isterici.
"Senti!" disse invitandomi a toccare il pancione.
Misi una mano sulla pancia e sentii della pressione, un movimento. Le bimbe si stavano muovendo, forse stavano ridendo con noi, e chissà, magari anche loro non sopportavano Duncan come me.
In quel momento mi sentii così fortunato, così privilegiato.. tanto da sentirmi in colpa per Remus. Chissà dov'era in quel momento: sicuramente era da solo, abbandanato dai suoi amici ad autocommiserarsi.
Il campanello suonò e Selene si precipitò ad aprire la porta; sentii il cigolio della porta mentre si apriva ed un sussulto. Mi precipitai fuori dal salone per vedere chi fosse e sentii tutta la felicità e la spensieratezza frantumarsi in mille piccoli pezzi dentro di me.
Mia madre Walburga era sull'uscio della porta e guardava con un ghigno malevolo me e Selene: non disse una parola e dopo pochi secondi sparì dalla mia vista.
Perchè si era presentata a casa nostra, cosa voleva ancora dalla mia vita?!
 
NdA:
Salve a tutti miei amati lettori. Scusate per il ritardo, questo è uno di quei capitoli critici... della serie "o la va o la spacca". Spero vi siai piaciuto e come al solito spero di non aver deluso le vostre aspettative. Io ci credo nelle mie idee, e le porterò avanti fino alla fine. :)
Purtroppo ho avuto problemi nel pubblicare il capitolo e dovete perdonarmi per il formato orribile... Appena riuscirò a risolvere il problema provvederò a modificarlo.
Ora passiamo ai ringraziamenti: alla cuoricina di panna Claude, a _apefrizzola_ (andate a leggere la sua bella storia!), a SaraPia, a Never_Anna e a tutti gli altri lettori. Davvero grazie.
 
PS: 1)Ci ho messo un po' per scegliere i nomi delle piccole, spero vi piacciano e fatemi sapere come le avreste chiamate voi, se vi va!
       2) La canzone che canta Selene si chiama Je vais t'aimer, una canzone di cui mi sono follemente innamorata.
 

 
 
   
 
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