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Autore: Killallera    10/12/2015    0 recensioni
Una giovane ragazza di nome Rachelle, viene catapultata nella città di Vega. Qui scoprirá che le relazione, soprattutto con alcuni personaggi, son più complicate di quanto immaginasse
Genere: Fantasy, Fluff, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Crack Pairing | Personaggi: Gabriel, Michael, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 1

Da quando mia sorella ci ha lasciato e i miei genitori sono  scappati dalla città, nessuno si è più interessato a me. Per questo, non avendo più alcun tipo di sostegno economico, ho dovuto lasciare la scuola di ingegneria e mi sono unita alle truppe speciali. I miei compagni di corso hanno pianto come dei bambini, anche il professore era enormemente commosso, ma avevo intenzione di prendere il posto di mia sorella e proteggere i miei cari amici. La mia città natale, S. , è molto sviluppata, sicuramente all’avanguardia, ma si basa su vecchi fondamenti che tuttora la regolano. Ogni essere deve impiegare le proprie energie al fin che la città continui a funzionare; inizialmente il trasferimento fu duro, svegliarsi presto la mattina e dover far tutto quell’allenamento per fronteggiare il nemico, non era assolutamente ciò che pensavo il destino mi avesse riservato. Già mi vedevo seduta ad una sedia, a controllare e riparare possibili guasti; ogni tanto sogno ancora di dirigermi nell’area tecnica e di aiutare i miei amici come facevamo un tempo. Ma adesso tutto è cambiato, soprattutto da quando ci hanno impiantato queste ali meccaniche. Fatte di una particolare lega metallica, ci permettono di sorvolare i cieli e scrutare dall’alto qualsiasi movimento sospetto; solo che rimuoverle è terribilmente doloroso e fastidioso. Se le placche piazzateci sulle spalle come supporto di queste nostre ‘estensioni’(così vengo chiamate le ali nella città), non vengono pulite correttamente, si rischia di incorrere in infezioni che raramente vengono curate. Un rumore assordante interruppe i miei pensieri “allarme! allarme sovraccarico circuito interno, settore 32 n 45/46/49, una squadra tecnica inviata sul posto, si richiede supporto militare” “ripeto allarme sovraccarico…” nel giro di pochi secondi raggiunsi l’aula principale, dove già altri soldati si erano riuniti. “signori, statemi a sentire bene” urlò il generale “se vengono a mancare quei generatori, rischiamo di rimanere a corto di corrente, e sapete questo che significa? Il nemico avrà il tempo necessario per organizzarsi e colpirci. E questo lo vogliamo?” “no signore” fu risposto a gran voce. “bene, la team Bravo e Charly si muovano subito a supporto della squadra di ingegneri, non perdete tempo”. I militari cominciarono ad sciogliere le fila, quando mi avvicinai al nostro comandante e parlai senza pensare “se permette signore..” urlai.“cosa volete, Rachelle?” “intendo prendere parte alla spedizione signore!”. “perché dovreste?” “sono abbastanza ferrata nel campo della tecnica signore, non vorrei che gli altri soldati, muovendosi, urtino cavi e/o peggiorino la situazione! Signore”. Il generale mi guardò sottecchi “state insinuando che i miei combattenti non siano all’altezza della missione , soldato?” “no signore, è solo che…” “questi sono gli ordini soldato Rachelle e non si discutono”. “spero vivamente che non rompano nulla” conclusi sdegnata, ritornando verso gli spogliatoi. Tolsi quasi tutto l’armamentario, quando un soldato mi fece chiamare, mi informò del cambio di un rapido cambio di programma ordinato dallo stesso generale e mi diressi verso le squadre di supporto. Sapevo di non piacere molto ai miei compagni d’armi a causa del mio caratterino, ma non mi feci intimorire da quelle gelide occhiatacce, raggiungendo il comandante. Questo dispiegò una cartina dei punti colpiti, segnando cosa avremo dovuto fare e come. Una volta ricevute le istruzioni, ci movemmo quasi come un unico corpo compatto e arrivammo presto al luogo prestabilito. “non sappiamo se ci sono dei traditori all’intero, che i falcon indossino le ali!” L’ordine fu presto eseguito. Tutti quelli come me, si sistemarono le ali sulle spalle e ci mettemmo avanti, in modo da poter coprire il resto del gruppo. Ogni volta che le indossavo, un forte sapore metallico mi bagnava le labbra, era davvero disgustoso, ma una volta che ci si era fatta l’abitudine non lo si notava più. Attraversammo i vari settori finché non giungemmo al punto prestabilito; la squadra tecnica aveva incontrato una strenua ma consistente resistenza che non gli permetteva qualsiasi tipo di spostamento. Con sorpresa riconobbi alcuni dei miei ex compagni di corso: alcuni a terra; altri nascosti dietro dei sporgenze, al fine di evitare i colpi che non tardarono a piovere su di noi come frecce infuocate. Per fortuna, l'estensione erano progettate per resistere alle armi da fuoco e noi falcon riuscimmo a superare quella pioggia di proiettili ed ad avvicinarci ai superstiti. Il primo che soccorsi mi indirizzo verso il secondo, questo poi verso il terzo finché il quarto riconoscendomi disse “Elle... Rachelle salva il professore ti prego…” e mi morì, così abbandonandosi sulle mie braccia, in un un sonno eterno. Non potei contenere le lacrime, si era sacrificato per tutti ed ero ormai più che decisa nell’esaudire il suo ultimo desiderio. Localizzai il professore che si trovava vicino al pannello principale “generale generale, il professore vorrà togliere la corrente a tutto il circuito, mi servono altri 2 uomini che mi coprano”comunicai attraverso la ricetrasmittente “va bene, ma cerca di non farti ammazzare come tua sorella!” mi rispose bruscamente, mentre faceva ritirare i soldati feriti “Joe, Tess!” chiamai nella confusione “Formazione a triangolo, proteggetemi” dispiegai le ali e vi accolsi i due militari, che cominciarono a sparare per poter placare per un istante l’offensiva. Tra fuoco e fiamme, riuscii a raggiungere il professore che, colpito alla gamba, si trascinava verso le prese principali “professore professore, siamo qui per salvarla, venga con noi!” lo intimai “no Elle, lo sai meglio di me che se non isolo i circuiti rischiamo un black out!” “lo lascia fare a me allora! segua i miei agenti, si lasci guidare da loro e vedrà come risolveremo questa faccenda”. Accennai un sorriso che bastò a farlo muovere, tentai di sistemare la situazione ma poi… boom, grande luce accecante e un rumore assordante. Aprii gli occhi. Mi ritrovai distesa in quello che poteva assomigliare ad un deserto.
   
 
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