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Autore: Sognatrice_2000    11/12/2015    2 recensioni
"Non è sbagliato?" Lo sussurrai piano, mille domande arrotolate sulla lingua, mille interrogativi schiacciati sul cuore. E il mio corpo trema, forse per la paura, forse per l'emozione. O forse entrambe.
Due occhi azzurri mi fissano con dolcezza. Il mio angelo, l'altra metà della mia anima.
Un luccichio li fa scintillare nella penombra della stanza.
E con poche, sincere parole, cancella tutti i miei timori e le mie incertezze.
"Perché, esiste un modo sbagliato di amare?"
Genere: Drammatico, Introspettivo, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai, Yaoi | Personaggi: Kaito Kuroba/Kaito Kid, Ran Mori, Shinichi Kudo/Conan Edogawa
Note: AU, OOC | Avvertimenti: Tematiche delicate
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Titolo: La tua immagine persistente nel mio cuore
Autore: Sherry2000
Genere: drammatico, introspettivo, malinconico,
Personaggi principali: Shinichi Kudo, Kaito Kuroba
Rating: arancione
Tipo di coppia: Shonen-ai, Yaoi
Note: AU, OOC
Avvertimenti: Tematiche delicate
Trama: Shinichi Kudo, brillante detective trentenne, è il ritratto dell'uomo perfetto: bello, intelligente, gentile, coraggioso.
Eppure anche lui nasconde un lato oscuro, un lato che potrebbe macchiare per sempre la sua fama e la sua persona.
Il liceale Kaito Kuroba, di dieci anni più giovane di lui, è l'unico a conoscerne la vera natura, l'unico che è riuscito ad entrare in sintonia con lui, che riesce a capirlo nel profondo. Proprio perchè anche lui, dietro a quella maschera allegra e scanzonata, nasconde un segreto altrettanto terribile.
Quel giovane inizialmente insolente e misterioso riesce pian piano a rapire il cuore di Shinichi, e a insegnargli il vero significato dell'amore e della felicità.
Eppure, ogni uomo, alla fine, distrugge con le proprie mani ciò che ama di più al mondo...
 
Note personali: Dunque, partendo dal fatto che questa mini-long è una piccola follia, vorrei precisare che l'universo di Detective Conan c'entra ben poco, ho solo inserito i personaggi... perchè, vi chiederete voi. Forse non c'è una ragione precisa, ma amo talmente tanto questo anime e manga che tendo a vedere i suoi personaggi dappertutto XD
Scherzi a parte, l'idea mi è venuta dopo aver letto il meraviglioso manga “Il ragazzo della porta accanto” di Kaori Yuki. Quella storia mi era entrata a tal punto nel cuore, che praticamente ho voluto darle vita io stessa con le parole.
Praticamente la storia è la stessa del fumetto, con qualche leggera modifica e i personaggi di Detective Conan come protagonisti.
Dev'essere stata l'atmosfera thriller e misteriosa del manga che mi ha fatto saltare in testa quest'idea alquanto bizzarra, ma spero che possa piacervi lo stesso.
L'ultima piccola precisazione è sul rating e i suoi personaggi, che sono abbastanza OOC. Le tematiche inserite sono piuttosto forti e crude, ma io ho messo il rating arancione perchè lo ritenevo più adatto.
Tuttavia, se ritenete che il rating della storia sia da cambiare, potete tranquillamente dirlo motivando il vostro parere, e inserirò le opportune modifiche.
E per adesso basta, vi ho annoiato fin troppo, vi lascio alla lettura!
Spero che possiate apprezzarla, anche perchè, come ho già detto, è proprio una follia nata dalla mia mente contorta XD
Ringrazio tutti i possibili lettori e recensori, e vi auguro una buona lettura.
 

Prologo
 

L'odore del sangue, acre e pungente, mi penetra fin nelle narici, impregnando anche le pareti di questa stanza. Lo sento, sotto le mie dita, sui miei vestiti, sul mio volto. E' vischioso, è tremendamente orribile. Ma non è mio, tutto il sangue che mi ha macchiato la camicia, che si trova adesso sulle mie mani e persino sulle mie labbra.
Stringo il ragazzo che ho ferito tra le mie braccia, contro il mio petto. No, non è vero. E' solo un brutto sogno. Sì, non può che essere altrimenti. Non posso essere stato io, di tutte le persone al mondo non posso essere stato proprio io a fargli del male.
Lo abbraccio più forte, sfiorandogli le labbra. Sta dormendo. Sì, sta solo dormendo, e forse, come me, sta vivendo questo orrendo incubo. E' solo un'illusione, è solo un'immagine contorta che ha creato la mia mente.
Lui si è addormentato tra le mie braccia, abbandonato, sereno, come è accaduto tante volte. Devo aspettare che si svegli, non posso lasciarlo così.
Dei colpi forti battono contro la porta, delle voci gridano un nome. Ma io non li ascolto, e continuo a stringerlo a me. Lo tengo stretto anche quando la porta viene buttata giù con un tonfo violento, e due poliziotti entrano affannosamente nella stanza.
“Che gli hai fatto? Cos'hai fatto a questo ragazzo?” Urlano, cercano di strattonarmi, ma io rimango immobile, stringendo il suo corpo contro di me. Alzo lo sguardo su di loro, perfettamente tranquillo. Perchè devono agitarsi tanto? In fin dei conti non è successo niente.
“Fate silenzio.” Mi porto un dito sulle labbra, fissandoli con occhi inespressivi. “Altrimenti si sveglierà.”
Ma non mi ascoltano minimamente, anzi, mi guardano come se fossi impazzito. E mentre un poliziotto mi trattiene a viva forza, l'altro solleva il corpo del ragazzo vicino a me.
Scalcio le gambe e muovo confusamente le braccia, neanche sicuro di quello che sto facendo. Ma devo liberarmi, devo raggiungerlo. Non possono portarmelo via.
“Che cosa volete fare?” Urlo, agitato e confuso, mentre il poliziotto cerca di farmi stare fermo, bloccandomi contro la parete. Altri agenti sono entrati nella stanza, e stanno sollevando su una barella il suo corpo. Cosa stanno facendo?
“Non potete farlo! Non potete portarmelo via!” Strepito ancora, con voce rotta, colma di rabbia che non riesco a trattenere.
Ma le parole e il respiro mi muoiono in gola, appena vedo che gli hanno calato un telo bianco sopra la testa. Perchè? Perchè l'hanno fatto? I suoi capelli castani sempre scompigliati, i suoi bellissimi occhi azzurro cielo ora chiusi, il suo sorriso allegro, coperti per sempre. E l'orribile realtà, piano piano, comincia a farsi largo nella mia mente.
“Non può essere morto!” Stringo i pugni, mentre le lacrime si affacciano nei miei occhi. “No, no, non è vero!”
Nessuno mi degna della benchè minima occhiata, o se mi guardano lo fanno con ribrezzo e odio. Hanno ragione. Hanno ragione, anche io provo disgusto e ribrezzo per me stesso. Non posso averlo fatto davvero. Non posso averlo ucciso.
“Kaito!” Urlo il suo nome, mentre la barella viene portata via, nell'assurda speranza che lui possa rispondermi.
Ma è solo silenzio, e disperazione. Non posso crederci, mi rifiuto di crederci con tutte le mie forze.
Mi prendo la testa tra le mani, in lacrime. Le parole che non gli ho mai detto riecheggiano lì, martellanti, incessanti.
“Ti amo!”Urla la mia mente, e anche il mio cuore, mentre il suo corpo immobile e inerme sta lentamente scomparendo dalla mia vista. Non posso credere di non averglielo mai detto. Non posso vivere con questo rimpianto.
“Ti amo!” Vorrei urlarglielo, gridarlo con tutta la voce che ho, ma non riesco a pronunciare neanche una sola parola.
Posso solo piangere, e disperarmi.
“Kaito!” Il suo nome è l'unica parola che riesco a gridare, singhiozzando, incredulo e sconvolto. Mi sembra di stare impazzendo: i ricordi si affollano rapidi e confusi nella mia mente, senza un ordine preciso, e ognuno è un pezzo di me, di te, ma soprattutto di noi.
Da quando ho incrociato il tuo sguardo la prima volta, le tue risate, i tuoi abbracci, le tue carezze. Le tue labbra calde, la tua voce dolce e sensuale, il tuo sorriso furbo e un po' sfrontato.
La nostra storia era cominciata una fredda sera d'inverno, quando la neve aveva già ricoperto di una soffice patina bianca i tetti e le strade. Ricordi anche tu, Kaito? Ti piaceva tanto la neve, e i tuoi occhi, a contatto con quel paesaggio, si illuminavano sempre di ingenua meraviglia, e io mi beavo delle tue guance  rosse per il freddo e del tuo sguardo felice. Era semplice acqua bianca, ma amavo la felicità che quei piccoli fiocchi riuscivano a regalarti.
Ma questa storia, questa storia terribile e tenera allo stesso tempo, dolce e amara, fredda come il ghiaccio e calda come il fuoco, avrò il coraggio di ripercorrerla con la mia mente, solo con la mia mente, senza riuscire a tramutare i miei ricordi e i miei sentimenti in parole. In fin dei conti, non è facile esprimere l'inesprimibile.
Perchè non esistono parole adatte per descrivere la grandezza di ciò che provavo per te, quell'amore morboso ma puro che ci legava, quella sconvolgente verità che ci univa e ci ha uniti ancora di più, con il passare del tempo. La verità che non doveva conoscere nessuno, la sola e unica verità, quella che non poteva e non può essere narrata a persona alcuna.
Ma proverò a rievocarla lo stesso, perchè a quella triste, terribile verità, è legato il tuo, il nostro ricordo, e io non posso, non posso e non voglio dimenticarti.
Come avevo detto, era cominciato tutto in una gelida sera di fine dicembre. Era gelida e scura, me lo ricordo perfettamente.
Proprio come la mia vita prima di incontrarti.
  
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