Una voce, abbastanza armonica giunse dalla cucina. Beh, non poteva essere altro che Sanji, che stranamente, si era messo a canticchiare un piccolo motivetto. Non pareva sussurrarlo, non pensava neanche a se qualcuno avesse mai potuto udirlo. Non gli importava, felice com’era.
In lui si era risvegliato qualcosa, un sentimento sincero, probabilmente, che aveva provato verso uno dei propri nakama.
Ebbene, quel primo pomeriggio, aveva ripensato a quel bacio che si era scambiato con lo spadaccino. Non aveva mai creduto che uno come lui potesse ricambiare, in un certo senso, quegli strani sentimenti che da un po’ non facevano altro che fargli battere il cuore.
Che l’isola di Kamabakka l’avesse deviato? Sgranò gli occhi a quel solo pensiero, no, di certo non sarebbe voluto diventare un Okama. Scosse il capo, continuando a preparare gli Onigiri, un piccolo dolce da portare alle sue “sirene”, nonostante ve ne fosse uno in più, destinato, a chissà chi.
Ritornando ai suoi pensieri, beh, Sanji non era stato affatto deviato. Aveva provato sentimenti, o almeno un qualcosa di più, per quello spadaccino, da prima delle vicende di Thriller Bark. Lì capì veramente di provare qualcosa, ma mai si chiese “cosa”.
Preparò in fretta il vassoio, prima di uscire fuori dalla cucina.
Passò da Nami, lasciandole il dolce con i soliti complimenti e sorrisi, per poi fare la stessa identica cosa con Nico Robin, intenta a leggere un libro, come suo solito.
In quel vassoio, però, vi era ancora un Onigiri, dunque, il cuoco pensò di raggiungere la palestra.


Zoro aveva appena finito di allenarsi ed aveva deciso di donare a sé stesso, un po’ di riposo, dopo quegli allenamenti un po’ troppo “rigidi”. Strano comunque, che avesse smesso di allenarsi, ma beh, la spiegazione era più che plausibile. I suoi pensieri, e la sua mente ultimamente, erano offuscati da un certo biondo. Anch’egli non riusciva a non pensare a quel giorno, in cui aveva deciso di baciare spontaneamente Sanji. Ma dopo cosa ci sarebbe stato? Avrebbero dimenticato e tutto sarebbe tornato come prima? Non sapeva spiegarselo, e sinceramente, il pensare troppo avrebbe potuto fargli venire solamente un’emicrania, cosa che accadde.
Si era ritrovato seduto sul pavimento della nave, ed aveva recuperato una bottiglia di sake dalla sua “scorta personale”, ben nascosta, bevendone almeno un mezzo sorso. Chissà, magari avrebbe potuto perfino sbronzarsi per far passare il dolore che aveva in quel momento, alla propria testa. Pensare molto non era proprio cosa da lui, questo era doveroso dirlo.
Sentì i passi di qualcuno, successivamente, dovevano essere quelli di Sanji, a quanto pareva.

<< Oi Marimo, un “bonus” per te. >>

Proferì il cuoco, senza dilungarsi, né specificare il perché di ciò, era ovvio che mai l’avrebbe fatto. Una volta che il vassoio si avvicinò di più, assieme al biondo stesso, lo spadaccino afferrò quel dolce, facendone un primo morso e commentando a bassa voce: “Questi piacciono a Law.”, ma non si dilungò oltre, bensì, torno a masticare quello stesso boccone.
Sanji, che si era abbassato al livello dell’altro, era rimasto così “incantato” a quella visione dello spadaccino che non si era mosso neanche di un millimetro. Il verde passò le dita della mano libera sotto il mento del compagno osservandolo, ora, in volto.

<< E sei arrivato fin quassù solo per portarmi questo, mh? >>

A quei gesti il biondo quasi non si pietrificò. Quanto volle voltare il capo altrove per non far vedere quelle sue gote, oramai arrossate, ma beh, era troppo tardi, lo sguardo di Zoro l’aveva catturato completamente.
Si sentiva imbarazzato, come mai si era sentito prima, neanche in presenza di una donna. Non erano le stesse emozioni, lì vi era qualcosa in più.

<< Io… >>

Non riuscì ad aggiungere altro, non ad alta voce, bensì sussurrò un qualcosa come: “Mi mancavi.”, ma mai l’avrebbe ammesso ad alta voce, mai si sarebbe fatto udire da lui, nonostante fosse accaduto proprio il contrario.
Zoro, dal canto suo, sorrise, anzi, ghignò, come suo solito, ma in modo divertito. Vedere il cuoco in difficoltà gli sarebbe sempre piaciuto.
Sanji indietreggiò, per poi aggrottare le sopracciglia e cercare di guardarlo male. Scostò la mano che l’altro aveva postato sotto il suo mento, non molto gentilmente.
Zoro notò l’imbarazzo dell’altro, e, senza preavviso, si avvicinò ancor di più a lui, andandogli a baciare il mento, all’altezza del pizzetto.

<< Forse ho bevuto un po’ troppo, ma chissene frega, resta con me. >>

Proferì il verde, prima di prendere il volto del compagno con entrambe le mani e far sfiorare le loro labbra. A tutto ciò, Sanji, che si era imposto di non darla vinta a quello stupido di uno spadaccino, cedette, e decise di baciare, lui, questa volta, il compagno.
Il biondo, nel frattempo posò il vassoio sul pavimento, per non farlo cadere dalla propria mano, e si concentrò su quel bacio, che man a mano divenne sempre più approfondito. Non ci volle molto affinché le loro lingue si scontrassero in una danza frenetica, in una specie di sfida. Il verde, lentamente, lo trasportò, facendolo sedere a cavalcioni su di lui, e, dopo aver interrotto il bacio per il poco ossigeno rimasto, incominciando a baciargli il collo, fino a che quella camicia permettesse. Fu tremendamente lento, in quei suoi movimenti, tanto da far socchiudere gli occhi al biondo e farlo arrossire, probabilmente, più del dovuto. Si lasciò comunque trasportare, inclinando il capo, per dare più spazio all’altro, e per godere al meglio di quel momento.
Mai era stato toccato da qualcuno in quel modo, e mai da un uomo.
Zoro, intanto, incominciò a sbottonare i bottoni della giacca nera del cuoco, elegante, sì, ma anche ingombrante, a parer suo. Questa volta non utilizzò la stessa lentezza con cui gli aveva baciato il collo, no, fu lievemente più veloce. Lo liberò da quella giacca, fino a portare le mani sotto la camicia, sbottonando anche essa. Incominciò ad odiare i bottoni in quel momento, mai che avesse rotto camicia o giacca al cuoco, o di certo non l’avrebbe passata liscia, e beh, non volle rovinare quel momento. Nel mentre i bottoni venissero, appunto, sbottonati, Zoro posò il naso fra il capo ed il collo del cuoco, fino a sentirne l’odore, quell’odore che non faceva altro che mandarlo in estasi.

<< Sarà il caso che ti ripaghi per tutti quei pranzi che ho consumato gratuitamente. >>

Affermò, con una punta di ironia, per poi lasciare che la camicia raggiungesse la giacca, sul suolo. Si allontanò di poco, giusto per avere un’ottima visione dell’altro, ed incominciò ad accarezzargli il petto, andando a pizzicargli un capezzolo, più che altro, curioso di vedere la sua reazione. Reazione che vi fu praticamente subito. La schiena del biondo s’irrigidì di colpo, e quest’ultimo si morse con forza il labbro inferiore, pur di non farsi scappare nulla da quella bocca.
Ebbene sì, il verde aveva trovato proprio il suo punto più sensibile.
Successivamente, lo spadaccino, gli passò le mani fra i capelli, cercando di tirarglieli tutti all’indietro, e ci riuscì, scoprendo così, la buffa forma di quelle sopracciglia.

<< Che dici cuoco, riusciremo a fingere di odiarci, ancora? >>





Angolo Autrice:
Innanzitutto vi chiedo grazie, se mi avete seguita, e sì, questa storia sarà composta da due capitoli, si spera! Mi scuso ancora se Sanji sembrerà OOC, ma adoro farlo imbarazzato! xD Tendo, e provo comunque, a far sì che i personaggi non sfocino fin troppo nell’OOC, comunque, e vi chiedo ancora scusa di questo.
Comunque sia, grazie ancora a chi segue le mie FF a chi le seguirà e chi recensirà!