Anime & Manga > Ranma
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Autore: CrisAndree    12/12/2015    2 recensioni
Arriva un momento in cui tutti dobbiamo maturare. Non tanto, ma almeno un pochino! Bisogna tirare le somme e capire dove si vuol andare! E' il caso di questa mia FF. Come sempre, le femminucce sembrano maturare prima dei maschietti. Akane sembra prendere un pò più di coscienza di sé stessa, ma Ranma?
Riguardo il titolo "Unconventional Days" l'ho dato più che altro per segnalare che i personaggi potrebbero risultare leggermente diversi, ma io non sono la Takashi ;)
Buona lettura!
Genere: Commedia, Introspettivo, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Akane Tendo, Altro Personaggio, Nuovo personaggio, Ranma Saotome, Un po' tutti
Note: OOC, Otherverse | Avvertimenti: nessuno
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Si affacciò oltre il portone esterno di casa Tendo per l'ennesima volta, ma il viale risultò ancora vuoto.
Provò ad allungare l'orecchio per sentire se dall'interno provenisse qualche rumore ma nulla anche in quel senso.
Sbuffò tornando ad appoggiare le spalle contro il muro. Mise le mani in tasca e attese.

Due secondi dopo si affacciò di nuovo. Niente.

-Uffaaa... si può sapere che fine ha fatto Akane?... Faremo tardi per le lezioni.

Bugia! Era decisamente troppo presto perché fosse possibile che facessero tardi.
Ranma distolse lo sguardo con aria supponente, per poi voltarsi di nuovo al suono di una foglia che strusciava sul ciottolato. Nella situazione d'allerta in cui si trovava, forse sarebbe anche riuscito a sentire una formica che andasse fuori ritmo lungo la fila.

Piegò le ginocchia e rimase a fissare la via d’ingresso, per metà nascosto dietro lo stipite.
Diede uno sguardo fugace all'orologio costatando che era davvero troppo presto.
E pensare che invece a lui sembrava essere così tardi.

...

Per chi lo avesse visto da fuori, sarebbe potuto sembrare che stesse solo aspettando ma se avessero potuto sentire cosa gli ronzava nel cervello avrebbero trovato solo un disco in loop su un'unica frase: "esce? esce? esce? esce?.

Era dal giorno precedente che non riusciva a togliersi dalla testa il desiderio di vedere Akane.
Già una volta uscito dalla camera ci mise una vita a scendere in salone: chiuse la porta, e subito dopo si voltò per bussare... però forse non era il caso, meglio andare via... fece un passo o due e si voltò nuovamente, tornando indietro con l'orecchio alla porta. Aveva forse sentito il suo nome? L'aveva chiamato? No? Niente?

Si allontanò raggiungendo le scale, scese fino a metà, poi tornò su spiando la porta della camera da dietro i gradini. Non successe nulla.

Si nascose dietro il gradino e guardò di nuovo, lo fece ancora, e poi ancora... sembrava un'idiota a giocare a "bubù settete" con la porta ferma di Akane.

Sarebbe andato avanti chissà per quanto se non ci fosse stata Kasumi che era andata a cercarlo, beccandolo sul fatto e facendolo saltare come un gatto impazzito.

Dovette tornare alla sua festicciola di compleanno, dove papà Tendo, papà Saotome e Happosai diedero spettacolo nel cantare Tanti Auguri a Te brilli come zucchine sotto lo sguardo gentile di Nodoka e Kasumi e quello distratto di Nabiki.
A ben vedere nessuno notò che la sua partecipazione attiva fosse alquanto limitata, ma andarono avanti senza troppi problemi.

Arrivò il momento di accomiatarsi da casa Tendo e Ranma fu costretto a seguire la madre verso casa. Di Akane neanche un sospiro.

Anche la notte la trascorse male, sdraiandosi e quindi sedendosi, mettendo il broncio perché non voleva pensare a quelle stupidaggini e poi nascondendosi in un angolo senza sapere cosa fare. Aprì la finestra della sua camera, pronto a saltare giù e raggiungere quella di Akane. Poi la chiuse. La riaprì. La richiuse. Fu così per tutto il tempo.
Alla fine, alle prime luci dell'alba, decise che era possibile muoversi e finì per scappare da casa per raggiungere il cancello dove, da ormai un'ora, attendeva scodinzolando.

Mise il broncio.

"Accidenti... ma guarda cosa mi tocca fare! ... Che posso farci se quelle sono matte! Io ci provo a farmi sentire ma da un orecchio gli entra e dall'altro esce! Non è mica colpa mia!!!

"Non dire idiozie, certo che è colpa tua! Sei un inetto con le donne! Ha ragione lei, se avessi più polso anche solo una volta su tre andrebbe di sicuro meglio!

"Ma perché mai dovrei impegnarmi io se quelle sgallettate si fanno i film!

"Perché sei te quello su cui costruiscono i film!

"Stai zitto!

"Stai zitto tu!!

Inginocchiato ancora davanti al portone, nel suo cervello due chibi version di sé stesso sembravano accapigliarsi come donne isteriche.
All'improvviso tutti e tre - sia Ranma grande che i due Chibi Ranma- aguzzarono le orecchie, attirati dal suono della porta scorrevole che veniva aperta.
Scattò in piedi e si affacciò ma le sue aspettative furono immediatamente deluse: da casa uscirono solo Kasumi e Nabiki. Fu la prima ad intercettarlo.

-Ah, Ranma. Buongiorno. Sei qui da molto?

-No, sono appena arrivato.

Bugia! Chibi Ranma2 diede un pugno in testa a Chibi Ranma1.

-Meno male. Mi dispiace ma Akane è uscita presto stamattina.

-Come?

A che diamine di ora era uscita, se lui era lì da poco meno dell'alba!

-Già. Aveva voglia di andare a correre. Mi ha chiesto di dirti che si scusa per non averti avvisato.

-Ah... va bene allora, se è così non fa nulla..

"Aaaahh... ha detto che si scusa... e Kasumi non sembra aver notato che fosse arrabbiata...

Chibi Ranma 1 scaraventò lontano Chibi Ranma 2 saltellando entusiasta: Akane non ce l'aveva con lui!
Sorrise a Kasumi con espressione beata, l'aria riprese a passargli facile nei polmoni e il nuvolone d'ansia sulla sua testa si disperse liberando colombe e archi d'oro.

-Vorrà dire che ci vedremo all'università. Grazie Kasumi. Buona giornata!

-Ehi Ranma, aspetta un momento!

Fu Nabiki a richiamarlo, lui già in procinto andarsene. Gli allungò un cestino del pranzo.

-Portaglielo tu, io non ho voglia di accollarmi anche il pranzo di mia sorella.

-Nabiki, non potresti essere un po’ più gentile?

-Perché dovrei rimetterci io se Akane ha deciso di alzarsi prima dell'alba..

-Non preoccuparti Nabiki. Lo porto io.

Ranma prese il cestino dalle mani di Nabiki. Cercò di mantenere un tono neutro per evitare di produrre stelline.

-Allora ci vediamo più tardi! Ciao ciao!!!

Salutò con la mano e corse via pieno di entusiasmo, facendo lievemente invidia a Nabiki che si domandò dove trovasse tutta quell'energia di prima mattina.
Le strade erano ancora vuote e Ranma corse senza trovare ostacoli.

Quindi era tutto sistemato! Se Akane si era preoccupata di farlo avvisare da Kasumi, doveva essere per forza così! Si diede dello stupido per essersi preoccupato tanto.

In fondo, Akane alla fine lo perdonava sempre. Non poté negarsi di sorridere a quel pensiero che per la prima volta aveva fatto capolino.
Era una sicurezza, nella sua vita: lei l'avrebbe perdonato e sarebbe tornato tutto come prima.
Si caricò e, una volta tanto, non vide l'ora di raggiungere l'università.

------------------
Akane guardò l'orologio sul polso sinistro.

-Mhhh... speriamo che non abbiano spiegato cose troppo complicate, oggi a lezione...

Lasciò cadere il braccio lungo il fianco riprendendo a guardare il cielo oltre le fronde degli alberi, in parte ipnotizzata dai raggi di sole che vi passavano attraverso.
L'idea di trascorrere la mattinata in giro le era parsa decisamente buona appena alzata, ma dovette ammettere che si stava davvero annoiando.
Un uccellino le vibrò davanti agli occhi, svanendo un attimo dopo fra i rami.
Sospirò e chiuse gli occhi.

Si era svegliata senza alcuna voglia di andare a scuola: quelle poche ore di sonno che era riuscita a fare non le erano bastate e quella mattina, di combattere, non aveva proprio intenzione.
Combattere per rimanere sveglia, combattere per cercare di capire cosa stessero dicendo i professori, combattere per farsi allegra con le compagne e per non farsi chiedere perché avesse gli occhi gonfi.
In più, non riuscì proprio a trovare la voglia di incontrare Ranma.

Aprì gli occhi e cercò nella borsa che teneva al fianco lo specchietto da trucco, lo aprì e si studiò il viso. Il gonfiore era diminuito.

Posò lo specchio e si tirò le ginocchia al petto, abbracciandole e ponendovi sopra il mento.

Una coppia di bambini, maschietto e femminuccia, le passò davanti giocando oltre i cespugli: lui le stava facendo i dispetti e lei cercava di catturarlo minacciandolo di dargli un pugno in testa.
Li seguì con gli occhi, sorridendo. Sospirò di nuovo.

Sapeva benissimo che non sarebbe potuta rimanere nascosta lì nel parco per tutta la vita, dunque mettere ordine nel suo cervello risultò essere di fondamentale importanza.
Ripensò alla giornata precedente per l'ennesima volta: era quasi certa di essersene fatta una ragione di com’erano andate le cose. In fondo non è che fosse così strano che si creasse quel macello, avrebbe dovuto rifletterci.
 Doveva saperlo.
 Succedeva tutte le volte.

....

Magari aveva esagerato. Era il suo compleanno, avrebbe potuto essere più gentile, per una volta, no?
Però sarebbe davvero potuta essere più gentile di così, dopo che aveva passato l'intero anno a risparmiare per fargli i regali? Chi non si sarebbe arrabbiato in una condizione simile?

Possibile che Ranma avesse ragione e fosse stata petulante?

Eppure a lei parve così logico arrabbiarsi.

Chiuse gli occhi, sostituì la fronte al mento sulle ginocchia e mugugnò come una bambina che fa i capricci.

-Uffaaaa... perché deve essere così difficile!?!?!?!

Groooooooowl

Arrossì.

-Ecco, adesso ci mancava anche il mio stomaco a tormentarmi. Uffa, ho fame ma non ho voglia di alzarmi... e sono uscita troppo presto per avere il pranzo al sacco di Kasumi! Uffaaaaaaaaaa!!! Ma perché devono capitare tutte a meeeeheeee!!!

-Hi, Darling..

Si lamentò a voce alta ma s’interruppe subito nel sentire qualcuno salutarla in inglese, e per un momento pensò di trovarsi di fronte il preside della scuola Furinkan.
Si voltò di scatto e per fortuna non comparve nessun uomo in camicia hawaiana e hokulele. Davanti a lei, con in mano un panino incartato, si presentò una ragazza.

Akane rimase immediatamente colpita dal colore dei capelli che le incorniciavano il viso, lunghi, mossi, retroilluminati dal sole e biondi a tal punto da sembrare incandescenti. Le sembrò che fosse comparso un angelo.
Non ricevendo risposta al saluto, la biondissima ragazza le sorrise.

-Buongiorno Cenerentola. Non credi che sia ora di mettere qualcosa sotto i denti?

-Come, scusami?

-L'ora di pranzo è passata da un pezzo, sai? E tu sei ancora qui a rimuginare. Tutto quel pensare deve averti consumato tutte le energie. Tieni.

Le lanciò il panino, Akane lo prese al volo battendo gli occhi interdetta; intanto la sconosciuta si sedette al suo fianco incrociando le gambe.

-Buon appetito!

Ancora allibita Akane riuscì a staccare gli occhi dal panino solo dopo qualche attimo, girandosi alla sua sinistra e potendo finalmente vedere la ragazza senza il disturbo del sole.
Notò come prima cosa che indossava dei pattini a rotelle, un paio di pantaloni neri semi opachi e una maglietta larga dal taglio americano, con il collo ampio e top sottostante a vista su una spalla; aveva un grembiule in vita, delle ginocchiere e i polsi pieni di bracciali tintinnanti, al fianco uno zaino nero dalle cuciture rosa shocking e una busta di carta dalla quale comparivano altri panini.
Si scoprì più perplessa di prima.

La giovane diede un bel morso al suo panino guardando distrattamente la vita del parco. Sentendosi osservata, si voltò verso Akane.

-Bé? Non mangi? Se aspetti troppo si fredda e non è più un granché.
-Si però...

Sorrise appena piegando il capo da un lato.

-Scusa... potrei sapere chi sei e perché mi hai offerto il tuo panino?

-Prima mangi il panino, poi risponderò alle tue domande.

Grooooooooooooooooooooooooooowl.

Akane divenne di pietra. La ragazza sollevò un sopracciglio sorridendole sfacciatamente.

-Direi che il tuo stomaco è d'accordo con me. Avanti. Buon appetito!

Fu costretta ad ammettere di avere fame, e che quel panino era arrivato proprio al momento giusto. Attese una manciata di secondi, quindi cedette e mangiò.
Finì in poco tempo, e appena ingoiò l'ultimo morso la bionda gliene offrì un secondo.

-Mangia... e ho anche da bere. Spero che le bevande gassate ti piacciano, in caso contrario ho l'acqua.

-Ma io...

-Ah! Prima il cibo, poi le domande! Non si fanno le domande giuste, a stomaco vuoto!

Si convinse che non avrebbe cavato un ragno da un buco. Sospirò e accettò il secondo panino.

-E va bene... la bevanda gassata andrà benissimo.

-Brava ragazza.

Mangiarono in silenzio con i suoni del parco e della gente che chiacchierava a distanza.
A ogni morso che dette, Akane si sentì un po’ meglio e più tranquilla.
Ci furono un altro panino e un po’ di patatine fritte, poi il pacchetto di carta fu del tutto svuotato.  La sconosciuta lo appallottolò e se lo mise in borsa.

-Ora posso farti le mie domande?

-Sicuro! Erano gli accordi.

Akane non poté impedirsi di sorriderle.

-Posso sapere chi sei? E perché mi hai offerto il pranzo senza neanche conoscermi?

-Sono la tua Fata Madrina...

-Cosa?

-...E ti conosco da abbastanza tempo da aver notato che stai girovagando per il parco da stamattina presto senza aver toccato cibo o acqua.

-Come fai a saperlo?

La biondissima prese alcuni fogli dallo zaino.

-Sto facendo volantinaggio da queste parti e sono in giro da ore.

Le offrì un volantino: la pubblicità parlava di un locale, dove il cibo veniva servito ai tavoli da cameriere e camerieri sui pattini, si poteva ascoltare musica e partecipare a eventi a tema o di karaoke.

-Ti ho notata subito. Eri qui ancora prima di me! Poi ti ho vista ancora, e ancora, e ancora. Girovagavi senza meta con gli occhi al cielo e davi la sensazione di una Cenerentola alla quale avessero rubato la possibilità di andare al ballo per la seconda volta.

Akane ascoltò quella descrizione e fu contenta di aver deciso di saltare le lezioni: se quello era l'effetto che faceva a un'estranea, figuriamoci a chi la conosceva.
Abbassò lo sguardo.

-Capisco.

Ci fu un momento di silenzio.

-... Vuoi parlarne?

-Eh?

-A volte vuotare il sacco con uno sconosciuto è più facile che sfogarsi con altri. Ti prometto che non farò domande.

La strana ragazza le sorrise portando i palmi delle mani dietro la schiena. Aveva degli splendidi occhi verdi, talmente chiari da sembrare ghiacciati.
Senza sapere il perché, Akane si scoprì a pensare seriamente di accettare quella proposta.

Decise di farlo.

-Ecco io...

-RANCHAN!!!

Si zittì di colpo e girò gli occhi verso il centro del parco: oltre i cespugli che delimitavano l'intimo spazio in cui erano nascoste lei e la Fata Madrina, Ukyo raggiunse Ranma.

-Finalmente ti ho raggiunto! Volevo proporti di fare la strada insieme, ti va?

-Veramente io starei andando da tutt'altra parte.

-Come, non torni a casa?

-Eh già.

Vide Ranma sorriderle in imbarazzo. Akane si mise a quattro zampe e si avvicinò al limitare dei cespugli per osservare meglio. Riconobbe nel modo di sorridere di lui l'intenzione di togliersela dai piedi ma senza riuscire a capire come fare evitando spiegazioni.

-Allora possiamo fare una passeggiata insieme!! Sarebbe romantico!

-Non penso sia una buona idea, Ucchan. Sai, ho delle cose da fare e...

-Tipo?

-E... tipo... ecco... emh..

Ranma guardò altrove grattandosi la guancia con l'indice, Akane sollevò stizzita un sopracciglio

"Ma si può essere più stupidi?"

-Di un po’, non è che stai andando a cercare Akane?

Lei si fece attenta, lui s’immobilizzò. Ukyo era sempre stata la più sveglia delle concorrenti al titolo di Miss Saotome.

-Ma che ti viene in mente! Perché mai dovrei andare a cercare Akane?

Rideva con troppa sguaiatezza per essere credibile e Ukyo se ne accorse.

-Beh, non è venuta alle lezioni e ieri mi è sembrata un tantino fredda.

"Un tantino, eh?"

-Guarda che ti sbagli, non mi è parso proprio.

Le si gonfiò una vena sulla tempia. Non gli era parso che fosse arrabbiata?!?!?!

-Ne sei proprio sicuro, Ranchan?

Ranma perse le staffe.

-Assolutamente si!!! E poi cosa diavolo vuoi che ne sappia io di che cosa passa nella testa di quella scema di Akane!!!

Neanche il tempo di finire la frase che Ranma fu colpito in piena testa da un sasso grosso quanto una palla da baseball.
Akane non era riuscita a trattenersi dal lanciargliela.

"Sei un maledetto idiota, Ranma! Ed io che mi sono anche preoccupata!!!"

Ranma si sollevò da terra rapido come una saetta iniziando a guardarsi intorno con sguardo scrutatore.

-AKANE!

La sua voce la colse alla sprovvista. Lo vide girarsi nella sua direzione e come un fulmine si nascose dietro ai cespugli: si rese conto solo in quel momento di essersi scoperta.
Dal canto suo, Ranma non l'aveva vista materialmente lanciare il sasso ma conosceva troppo bene la fidanzata per non riconoscerne il tiro.
Tenendosi la testa con la mano iniziò a cercarla.

-ESCI FUORI AKANE! TANTO LO SO CHE SEI STATA TU! FORZA, VIENI FUORI!!!

Si dimenticò totalmente di avere Ukyo alle spalle, impegnato a cercare fra le persone che aveva davanti la sua Akane.

Era vero, la stava cercando: la stava cercando dalla mattina e quando non l'aveva vista alle lezioni, non aveva fatto altro che fremere per andarsene e riprendere a cercarla. Fremette talmente tanto che uno dei professori, esasperato dal tremolio provocato dal movimento nervoso della sua gamba, finì per lanciargli un cancellino. Guardandolo bene in effetti aveva ancora i capelli sul grigio andante del gesso.

Akane si fece piccola piccola, maledicendosi per quel maledetto riflesso condizionato che aveva mosso il suo corpo.

-Akane, sto perdendo la pazienza! Smettila di fare la bambina ed esci fuori!

Chiuse gli occhi e si fece ancora più piccola.

"Non venire qui! Non venire qui! Non venire qui!!!!"

-Akane???

La voce le arrivò da troppo vicino, di sicuro l'avrebbe scoperta.

"E adesso che faccio!?!?!?!?!"

Un rombo interruppe i suoi pensieri.

-Odddddiiiooooo, scusami tanto, non volevo!!!-

-Ranchan!!

Spalancò gli occhi nel sentire la voce della misteriosa biondina alle sue spalle.
Facendo attenzione a rimanere coperta si girò per vedere cosa fosse successo: ai suoi occhi apparve una scena in cui molti volantini erano sparsi in terra e altri svolazzavano liberamente, Ranma era disteso a terra e la ragazza vicino a lui.

-Stavo pattinando troppo veloce, non ho visto il ramo e non sono riuscita a schivarlo in tempo. Non volevo venirti addosso!!

Gli occhi di Ranma roteavano come girelle e aveva l'espressione da beota: lo scontro lo aveva messo KO.

-Accidenti a te, ma si può sapere dove cavolo guardi quando pattini???

Ukyo urlò contro la biondissima, la quale si limitò a guardarla con un'espressione colpevole che più finta non poteva esserci.

-Mi dispiace davvero tanto.

-Sisi, certo! Come no! Vedi di stare più attenta la prossima volta!! Andiamo Ranchan, ti porto a casa.

Ukyo si caricò in spalla Ranma ancora svenuto, allontanandosi quindi in direzione del ristorante di okonomiyaki.
Quando fu abbastanza distante, la biondissima si voltò verso i cespugli: da questi, molto simile a un coniglietto timoroso e incuriosito, apparve Akane.
Le sorrise facendole l'occhiolino.

-Te l'ho detto che sono la tua Fata Madrina.


CONTINUA...


----------- Off Time -----------
Rubo due righe per ringraziare chi mi ha letto e chi mi ha recensito ^^
Grazie per il vostro tempo e le vostre opinioni.
Alla prossima!
   
 
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