Anime & Manga > Le bizzarre avventure di Jojo
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Autore: Recchan8    12/12/2015    2 recensioni
Padre Enrico Pucci venne fermato prima della creazione del Nuovo Universo. La Fondazione Speedwagon e Jotaro Kujo presero una decisione drastica al fine di eliminare per sempre il seme di Dio Brando dalla terra: Enrico Pucci, Ungaro, Rykiel e Donatello Versus furono uccisi. Per vari motivi, solo Giorno Giovanna venne risparmiato.
Maggio 2012: Finalmente ogni traccia oscura di Dio Brando era stata spazzata via.
O meglio, così si credeva.
"Non ti fidare di Jotaro Kujo. Trova Giorno Giovanna; ne va della tua vita" sono le parole che spingono Celeste a fuggire a Napoli. Ma a chi appartiene la voce suadente che le parla? Perché vuole che trovi Giorno? E perché Jotaro Kujo pare ossessionato dalla voglia a forma di stella che possiede Celeste, così tanto da chiederle un campione di DNA?
Che la stirpe di Dio non si sia estinta?
Genere: Azione, Drammatico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Giorno Giovanna, Jotaro Kujo, Nuovo personaggio
Note: What if? | Avvertimenti: Spoiler!
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- Questa storia fa parte della serie 'Deep Memories'
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-"Ci andiamo?"-.
Celeste lesse un paio di volte e svogliatamente il volantino che un tizio le aveva lasciato una mezz'oretta prima all'ingresso della mensa universitaria, poi spostò lo sguardo su Tessa, seduta di fronte a lei. Si vedeva benissimo che era su di giri. Doveva forse assecondarla?
-”Sembra interessante...”- disse Celeste arrendendosi alle occhiate supplichevoli dell'amica. -”Voglio dire... Una conferenza, in Italia, nella nostra città, sulla biologia marina egiziana tenuta da un giapponese? Bizzarro...”-.
Tessa annuì più volte; si vedeva lontano un miglio che non stava più nella pelle all'idea di partecipare alla conferenza.
-”A che ora e dove?”- le chiese subito.
Celeste cercò le informazioni sul foglio.
-”Trovato...”- mormorò qualche istante dopo. -”Sì, si può fare”- commentò. Guardò l'ora sul suo orologio da polso e sobbalzò.
E' già così tardi?!”.
Scattò in piedi e recuperò la borsa a tracolla dall'attaccapanni accanto al tavolino. Tessa, il vassoio con i piatti ancora mezzi pieni, la guardò con aria interrogativa.
-“Tra quindici minuti a Biologia!”- le disse.
-”Merda!”- esclamò Tessa facendo cadere le posate nel purè. -“Ci conviene sbrigarci o rischiamo di non trovare posto!”-.
-”Scherzi?”- domandò Celeste accompagnandola al nastro trasportatore in fondo alla mensa. Celeste e Tessa si erano trovate per caso dentro la mensa, proprio quando Celeste aveva finito di pranzare e stava per andarsene.
Tessa, i capelli mori legati in una coda bassa, posò il vassoio sul rullo e scosse la testa. Si precipitò giù per le scale e Celeste la seguì a ruota.
-”E' un biologo marino piuttosto famoso, il nostro giapponese”- spiegò la ragazza mora.
-”E tu come lo conosci?”-.
-”Sai, anche a noi studenti di ingegneria ogni tanto piace svagarci, specialmente se a offrire materiale di svago è un uomo come lui!”- le rispose facendole l'occhiolino.
Celeste la guardò spaesata. Tessa alzò gli occhi al cielo, scosse la testa, la afferrò per mano e prese a camminare più velocemente, ignorando le proteste dell'amica.
Abbiamo appena mangiato! Come può pretendere di correre?!”, si domandò Celeste. A quanto pare per Tessa la conferenza era davvero importante.
Arrivarono davanti all'ingresso del palazzo della sede di Biologia col fiatone, le gambe doloranti e cinque minuti di anticipo sull'inizio della conferenza.
-”Tessa... Prima di entrare... Toglimi una curiosità...”- iniziò Celeste levandosi il giacchetto di pelle e cercando di riprendere fiato; le era improvvisamente venuto caldo. -”Come... Come si chiama 'sto tipo? Non ho visto il nome sul volantino...”-.
-”Lascia... Lascia che si presenti da solo...”-.

 

 

Celeste si sorprese nel constatare che l'aula magna della facoltà di Biologia fosse piena zeppa di persone; c'era persino qualcuno in piedi in fondo e ai lati dell'aula. Senza tanti complimenti le due ragazze si sedettero nei posti che Tessa era riuscita abilmente a conquistare.
-”E' un gran peccato essere qui in fondo, ma almeno siamo sedute”- commentò Tessa guardandosi intorno.
Lanciò un'occhiata all'ora sul display del cellulare ed esultò silenziosamente. Celeste la guardò basita, non riuscendo a capire quale fosse la fonte della sua impazienza.
-”Non guardarmi così, aspetta di vederlo... Oddio, eccolo!”- esclamò indicando il palco rialzato.
In mezzo a una cascata di applausi e apprezzamenti verbali, fece il suo ingresso un uomo con un soprabito nero tempestato di spille variopinte e un cappello altrettanto nero con una spilla dorata a forma di mano sulla visiera. La cosa che stupì Celeste più di tutte fu la sua altezza: a occhio e croce un metro e novantacinque. Il direttore della facoltà, in piedi accanto a lui, in confronto sembrava un nano da giardino.
-”...Lascio la parola al nostro ospite”-.
Non appena il biologo prese in mano il microfono, nell'aula calò il silenzio. Tutti gli occhi erano puntati su di lui, persino quelli di Celeste. C'era qualcosa di ipnotico nella sua figura.
-”Sono Kujo Jotaro”- disse; il suo tono di voce era caldo e profondo. -”Jotaro Kujo per voi occidentali. La mia conferenza inizia adesso”-.

 
   
 
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