Fanfic su attori > Jamie Campbell Bower
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Autore: PuffKurtscat    13/12/2015    0 recensioni
Sono sempre stata affascinata da come alcuni persone si allontanino dalla loro comunità per inseguire loro stessi, perché richiede coraggio e tanta forza. Il mio personaggio avrà alti e bassi, dopotutto la famiglia l'ha allontanata per aver abbandonato il suo credo Amish.
In tutto questo ci sarà questo ragazzo ribelle e sarcastico che si rivelerà un'ancora e una sfida ai limiti che Lucinda si era posta.
Spero di riuscire a portarla avanti e che possa piacere.
Genere: Generale, Introspettivo, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Jamie Campbell Bower, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Nda: Se la storia piace continuerò a scrivere. È giusto per avere una spinta in più e stimolarmi XD 
Fatemi sapere, se vi va 😎




Prati verdi. Mucche, troppe mucche. Case lontane. La sveglia che suona
.
Apro gli occhi. Il soffitto non è terribilmente vicino e a spiovente. Non sono in Ohio, fortunatamente, era solo un sogno. 
Un incubo.
Non mi spiego ancora come possa esserlo ricordarmi i luoghi della mia infanzia e adolescenza. 
Mi giro sul letto e accendo la luce della stanza. 
C'è la corrente elettrica. 
Si, decisamente non sono più in Ohio. 
Sono tre mesi che sono in questo monolocale, ma ancora mi sembra assurdo poter usufruire di tutta questa tecnologia.
Eppure il mio Rumspringa è stato soltanto un anno fa, non dovrei rimanerne così sorpresa.
Mi alzo dal letto, devo prepararmi per un'altra interminabile giornata di lavoro. 
Entro in doccia e lascio che l'acqua calda mi riscaldi. 
Sembra assurdo ma propio in questo passo mattutino sento più la mancanza di mamma e papà che urlavano senza sosta di muoverci per lavorare. 
Ma non vogliono più sapere niente di me, devo smetterla di pensarci. 
Ho fatto la mia scelta.
Ho abbandonato la comunità Amish tre mesi fa, a 20 anni. 
Si avvicinava sempre più il termine per il mio battesimo, ma non mi sentivo me stessa.
Ho sempre seguito ciò che dicevano i miei genitori. 
Studia, parla Dutch, impara i doveri di casa, non lasciare mai la testa senza una cuffietta.. Io che amo i miei capelli, l'unica cosa che apprezzo di me, questo rosso fuoco.
E come il fuoco sono divampata durante la celebrazione e ho affermato che non sarei più stata una di loro. 
I miei genitori sono diventati rossi di vergogna e da subito non mi hanno rivolto la parola. 
La mia migliore amica Janet, quella che mi portava le focaccelle la mattina, mi ha guardato con profonda paura. 
Una paura che ci lasciava capire che da quel momento non eravamo più legate per sempre come delle sorelle, ma che IO avevo tagliato il cordone ombelicale, pronta a gettarmi nella vita moderna.
Non potevo sopportare una vita come quella. 
Sempre al di sotto degli uomini, sempre in casa a fare servizi, indossando una cuffietta nera fin quando qualcuno non l'avrebbe cambiata sposandomi. 
Un uomo che poteva essere quasi peggio di mio padre, uomo che segue la fede e la comunità più rigidamente di qualsiasi altro.
Spero solo che Isaac, il mio piccolo Isaac non pensi che sua sorella lo abbia abbandonato e capisca un giorno che la vita non è uguale per tutti.
Io voglio viaggiare, vivere, disegnare, suonare. 
Sentirmi libera.
Esco dalla doccia e mi vesto con la divisa del locale che è proprio qui sotto. 
La gente di Brooklyn deve essere rifocillata prima di una giornata di lavoro, e cosa c'è di meglio di un bel caffè?
Scendo di corsa dal monolocale che mi ha affittato la stessa proprietaria della caffetteria, una donna enorme, ma così cordiale e pronta ad aiutare che mi ha aiutato a far diventare quelle quattro mura una casa vera e propria, con televisione, internet e mobili economici ma moderni.
Il locale è già aperto, ma non ci sono ancora clienti. Saluto i miei colleghi e inizio a sistemare le varie poltrone, i tavoli e gli sgabelli al meglio. 
Ed in questo momento mi sale la felicità e la sensazione di aver fatto la cosa giusta. 
Troverò la mia strada, questo è solo l'inizio.
"Lucy,-mi sento chiamare- ma questa macchinetta cosa diavolo ha che non va? Sembra che con me faccia solo i capricci" 
Mia cara ragazza Amish, sei nel mondo moderno e ti sei inserita bene.
"La solita scusa, Sam!"
Lei ride e mi abbraccia dandomi il buongiorno.
"Mia cara ragazza Amish, questa macchinetta da ascolto solo a te!"
 
I clienti iniziano a entrare. 
Le poltrone, i tavoli e i divani si riempiono subito.
Gente con i laptop, altra con i giornali sotto le braccia, chi alza la mano per farsi vedere dalle cameriere, Mario lo chef che impreca in italiano e in una poltrona infondo, la mia preferita perché in disparte, un ragazzo biondo che cerca di sistemare i suoi capelli ribelli è assorto sul suo telefono. 
   
 
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