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Autore: CaramelizedApple    13/12/2015    1 recensioni
Un nervoso Stiles, si rivela arrabbiato con Scott McCall, ma quale sarà mai la ragione?
Genere: Comico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Scott McCall, Stiles Stilinski
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Salve gente! Ecco un'altra One Shot...non mi convince molto, ma queste storie sono più che altro delle prove :)
In teoria dovrebbe essere divertente...ma non credo di esserci riuscita, fatemi sapere come vi sembra! ;)
Buona lettura!!

-Stiles?- arriva agitato il sussurro di Lydia al mio orecchio. Deliberatamente la ignoro, prima di fingere di concentrarmi sulla lezione.
La penna comincia lentamente ad oscillare tra le dita della mia mano destra, in un movimento nervoso, sempre più veloce.
-Stiles!- sento di nuovo il richiamo della ragazza dai capelli rossi, spazientita e scocciata. -Stiles!- continua a chiamarmi, senza più curarsi di essere scoperta dall'nsegnante.
La penna nella mia mano dondola sempre più velocemente, ignorando la ragazza, tanto da formare alcune righe scure e macchie di inchiostro sul foglio, prima immacolato, che ho davanti.
-Stil...-tenta di dire lei, ancora una volta.
Mi giro improvvisamente verso la ragazza e la guardo torvo, facendola sussultare, la penna conficcata improvvisamente nel foglio. -Ti sto ignorando- dico secco, prima di diventare serio e indicarmi il volto con una mano. -E lo faccio di proposito!- la mia voce è arrabbiata e scontrosa. Lydia si rabbuia, prima di piegare la testa di lato e arricciare le labbra, pronta a ribattere.
-Stilinski, fa silenzio- risuona la voce apatica della professoressa nella stanza. La mia testa, così, si gira automaticamente, tornando sul foglio macchiato, e sulla mano che ricomincia a torturare la penna.
-Stiles!- torna all'attacco la ragazza, dopo circa trenta secondi. -Stiles!-.Tento di nuovo di ingorarla, ma la cosa sembra non scoraggiarla affatto. -Stiles!-.
-Cosa!?- urlo io all'improvviso girandomi nella sua direzione.
-Stilinski!- grida questa volta la professoressa a pieni polmoni, facendomi saltare sulla sedia.

-Ho detto di no- dico camminando svelto lungo i corridoi del liceo, che su entrambi i lati presenta delle lunghe file di armadietti tutti identici.
-Perchè no?- protesta Allison affiancandomi.
-Perchè no, non voglio parlare con McCall- sputo in fretta, senza nemmeno guardarla in faccia.
-Ora è McCall?- domanda con uno strano tono, a metà tra il sorpreso e il contrariato, e un'espressione indecifrabile. Annuisco con forza alla sua domanda, stringendo gli occhi nella sua direzione, prima di aprire con prepotenza l'armadietto e buttarci alcuni libri dentro. -Va bene, va bene, si può sapere che vi è preso, almeno?-.
-Prova a chiederlo a McCall- assumo un'espressione disgustata, battendo con forza la mano sullo sportello in ferro per richiudere l'armadietto, prima di voltarmi e allontanarmi, per lasciare da sola la ragazza dai capelli scuri.
Cammino in fretta senza nemmeno far caso a dove mi portano i piedi, quando finalmente svolto l'angolo scuoto la mano a mezz'aria, infastidito dal forte bruciore. È, davvero, possibile farsi tanto male chiudendo un armadietto?
Continuo il movimento soffocando un lamento e girando su me stesso, come se la cosa potesse alleviare la fastidiosa fitta, che sta lentamente lasciando il posto ad uno strano formicolio. Lentamente torno fermo ed osservo la mano con cui ho colpito l'armadietto, il palmo e tutte e cinque le dita sono leggermente più rosse del solito. Un veloce ricordo attraversa la mia mente, mostrandomi Scott sorpreso nel vedermi arrabbiato, mentre gli parlo in tono brusco. Effettivamente potrei aver esagerato un pochino, ma con i problemi che ha al lavoro mio padre sono molto nervo...no, non doveva dire quelle cose su di lei.
Scuoto lentamente la testa, arricciando il naso e aggrottando la fronte.
-Ma cosa stai facendo?- mi fa sussultare una voce familiare, alzo subito la testa e mi guardo intorno spaesato.
Isaac mi osserva con uno strano sguardo, quasi disgustato.
Alzo gli occhi al cielo e mi volto, ricominciando a camminare. -Se sei venuto a dirmi di andare a parlare con Scott, te ne puoi anche andare- alzo le spalle.
-Oh...no- alza a sua volta le spalle. -Volevo solo dirti che è lui che sta venendo a parlare con te-.
-Cosa?- mi blocco di scatto, anche se ho sentito ogni parola.
-Già- fa uno strano sorriso guardandomi. -Oh...eccolo- aggiunge, spostando lo sguardo verso qualcosa alle mie spalle, e allontanandosi da me come se nulla fosse.
Mi volto finendo per incrociare gli occhi di Scott, che alza una mano in segno di saluto, ancora all'inizio del corridoio. In risposta alzo gli occhi al cielo e sbuffo rumorosamente, facendo aggrottare la sua fronte e aumentare velocemente il ritmo dei suoi passi.
-Stiles, tutto bene? Cosa è successo?- dice, ora più vicino.
Oh, certo! Comportati pure come se nulla fosse! Come se non avessi insultato la mia bellissima Jeep cj5 del 1976, dicendomi di rottamarla!

  
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