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Autore: fedetojen    14/12/2015    0 recensioni
Joanna frequenta l'università di medicina, nonostante la sua famiglia sia cattolica a livelli stratosferici, lei non ne vuole proprio sapere. Tutto cambia però quando oltre alla sua famiglia, che è già un gran peso per lei, arriva anche Drake.
Per chi non sapesse chi fosse Drake, questa è la sua storia, se volete sapere qualcosa in più di lui, leggete Un Vuoto Colmabile..., è fondamentale per leggere questa storia :)
Genere: Commedia, Romantico, Suspence | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Min Yoongi/ Suga, Nuovo personaggio, Sorpresa
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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ANGOLO SCRITTRICE: Salve gente! Ed eccoci ritornati con una nuova storia con il magnifico e misterioso Drake. Per chi non lo conoscesse, come già scritto in precedenza, leggete la mia fan fiction Un Vuoto Colmabile...   :D Buona lettura!
 

ME, MYSELF AND I
 
1
 
Mi chiamo Joanna, frequento l’università di medicina. La mia famiglia è molto cristiana, infatti il mio nome significa dono del Signore.
Io, invece, sono molto poco cattolica: sì, sono cristiana perché i miei mi costringono tutte le domeniche ad andare a messa con loro, ma non sono credente da molto. Purtroppo anche oggi, mi hanno costretta ad andare a messa con loro.

-Joanna ti muovi? Faremo tardi e il Signore ci aspetta- disse mia madre bussando alla mia porta di camera.

-Fallo aspettare, non va da nessuna parte- dissi con una smorfia prima di mettermi il capotto e uscire di casa.
Come ogni volta, in macchina partono le canzoni della chiesa, quei canti che ti perforano le orecchie e alla fine li impari a memoria.

-Sorellina, sorridi che andiamo dal signore- mi disse Matteo, poggiandosi al mio braccio felice.

-Sì, sì- dissi distrattamente. Anche lui, poverino, aveva avuto la stessa sorte nell’avere un nome biblico.

-Entrate devo vedermi con Sarah- dissi ai miei, che annuirono e mi lasciarono libera, finalmente.

-Joanna!- mi disse Sarah facendomi spaventare.

-Sarah- dissi abbracciandola.

-Come va?- mi chiese osservandomi per bene.

-Combatto- dissi sorridendo.

Questa ragazza riesce a mettermi sempre di buon umore.
Il rumore di una moto ci fa girare di colpo, catturando la nostra attenzione: un ragazzo con un giubbotto di pelle, si toglie il casco entrando poi in chiesa squadrandoci e regalandoci un sorriso malizioso.

-E quello chi è?- disse subito Sarah, guardandomi poi interrogativa. Feci spallucce, ammirando nuovamente la sua moto.

Entrammo in chiesa e subito incontrai ancora lo sguardo di quel ragazzo, che era appoggiato al muro della chiesa, mentre seguiva la messa in modo distratto. Era un bel ragazzo, niente da dire, ma mi fece pensare molto il suo sguardo quasi divertito. Mi sentii tirare da Sarah.

-Che c’è?- dissi sottovoce.

-Ci sta fissando. Anzi: TI sta fissando- mi disse ridendo.

-Che dovrei fare?- dissi guardandola divertita.

La gente davanti a noi ci riempì di sguardi contrariati e di inviti al silenzio, così cercammo di ritornare serie e di seguire la mesa.
Appena finì, uscimmo fuori, notando ancora il ragazzo guardarci e prima di ripartire con il casco, regalarci ancora uno dei suoi sorrisi stupendi.

-E’ un figo pazzesco- disse Sarah cercando di rimanere calma.

-Devo correre a casa, domani ho un test importante- dissi prendendo sottobraccio Sarah.

-L’università non mi permette di vederti a dovere. Dovresti pensare meno allo studio e svagarti di più- disse Sarah, cercando di convincermi.

-Preferisco studiare, per non sentire i miei dire sempre una cosa, lo sai- le dissi severa. Lei annuì senza aggiungere altro.

-E se vieni a studiare da me?- chiese subito mostrandomi il suo sorriso più bello.
La guardai dubbiosa, poi mi voltai verso la mia famiglia che si apprestava ad entrare in macchina, mentre mi richiamavano.

-Fammi prendere solo quello che mi serve da casa- dissi sorridendole.

-Evvai!- esultò felice. Mi allontanai da Sarah, raggiungendo i miei.

-Appena torniamo a casa, prendo la roba che mi serve e vado a studiare da Sarah- dissi sedendomi. Mia madre si voltò a guardarmi.

-Dormi lì?- mi chiese subito. Annuii, sperando che la sua risposta fosse positiva.

-Va bene- mi disse.

Sarah era l’unica amica che mia madre riuscì ad accettare. A volte i suoi standard sono troppo alti.
Mandai un messaggio a Sarah avvisandola che sarei andata da lei nel pomeriggio e che mi sarei fermata anche la notte.

-Sto andando!- dissi chiudendo la porta di casa.
Finalmente sono fuori di casa, si respira anche un’aria diversa.
Camminai a piedi per tutto il tragitto, arrivando poi a casa di Sarah.

-Joanna!- disse aprendomi, sua madre. La abbracciai.

-Sarah è di sopra- disse sorridendomi e lasciandomi proseguire per le scale.

-Eccomi- dissi sorridendo a Sarah, indaffarata sulla sua scrivania.

-Finalmente!- mi disse alzandosi e stringendomi a sé.

-Mi soffochi- dissi ridendo.

-Scusa- disse mortificata.

-Iniziamo a studiare o domani farò schifo all’esame- dissi aprendo i libri e concentrandomi sullo studio.
Arrivò sera e i miei occhi chiedevano pietà. Capii che era il tempo di staccare, chiudendo con forza il libro guardai Sarah mentre si metteva lo smalto.

-Vuoi?- mi chiese. Scossi la testa sorridendo.

-A tavola!- disse sua madre dalla cucina.

-Finalmente! Il mio stomaco continuava a borbottare- disse Sarah, scendendo.

-Buonissimo!- dissi appena finito di mangiare.

A casa di Sarah, ero a mio agio e mi sentivo in famiglia.
Mi hanno sempre trattato come una seconda figlia, senza che io chiedessi mai nulla.

-Sto morendo di sonno- disse Sarah nel letto affianco al mio.

-Smettila di muoverti o non prenderò mai sonno- dissi divertita.

-Arrangiati- mi disse scoppiando a ridere. Fui svegliata bruscamente dalla sveglia di Sarah che suonava nel mio orecchio.

-Zitta!- dissi schiacciando tutti i pulsanti possibili, alla fine si spense. Mi alzai e non trovai Sarah a letto.

-Buongiorno!- disse portandomi la colazione a letto.

-Così mi vizi- dissi ringraziandola con un sorriso.

-Per te questo ed altro- mi disse mentre mangiavo.

-Posso farti una treccia? I tuoi capelli sono bellissimi!- mi disse supplicandomi.

-Va bene- dissi alzandomi. Appena misi piede nell’università, una moto quasi mi mise sotto.

-Ma dico sei cretino o cosa?!- dissi cercando di reprimere il mio istinto di buttargli i libri addosso.

-Scusa dolcezza- mi disse togliendosi il casco: merda! È il ragazzo della chiesa!
I suoi occhi…ne vogliamo parlare? Mi sorride innocentemente, guardandomi con interesse.

-Tsk!- dissi andandomene. Continuai a camminare mentre salutavo i miei docenti e raggelai quando con la coda dell’occhio lo vidi seguirmi.

-La smetti di seguirmi?!- dissi fermandomi e voltandomi verso di lui. Si fermò soffocando una risata e quasi sprofondai nei suoi occhi.

-La mia classe è quella- disse indicandola per poi sorpassarmi.
Mi voltai velocemente vedendo dove andava: è la stessa mia classe! Non ci credo. Entrai osservandolo seduto proprio dove mi siedo di solito io. Decido così di sedermi qualche posto dietro di lui.

-Giorno’ ragazzi. Oggi abbiamo un nuovo studente, quindi il compito è saltato. La prossima settimana faremo il test, per questa settimana faremo ripetizioni e chiariremo dubbi. Vuole presentarsi?- disse il docente appena entrò in aula. Lui si alzò e parlò.

-Piacere, sono Drake Collins- disse per poi risedersi.

È molto strano: nessun nuovo alunno ha avuto tali privilegi. La lezione seguì la sua piega normale, senza risvolti particolari, e come al solito rimasi assorta nei miei pensieri mentre il mio sguardo era fisso sulla giacca di pelle di Drake.

-Joanna!- mi disse qualcuno spaventandomi.

-Gesù! Mi farai morire!- dissi verso Sarah che rideva.

-Veramente se vuoi fare un’allusione biblica dovevi riferirti ad Abramo, ma dettagli- disse lei alzandosi e andando verso la porta. Presi le mie cose e
velocemente la raggiunsi.

-Non ti ci mettere anche tu: mi basta la mia famiglia- dissi sconsolata.

-Mi spiace ma ora hai anche un problema in più- mi disse ridacchiando. Le feci cenno con il capo che non sapevo a cosa si riferisse.

-Giubbotto di pelle non ha smesso di toglierti gli occhi di dosso- mi disse con un cenno del capo.
Lo guardai vedendolo appoggiato al muro con le braccia conserte che mi guardava sorridente.

-Drake- dissi a denti stretti.

-Quello della chiesa, figo- disse Sarah felice.

-Non è una cosa normale- dissi voltandomi verso di lei.

-Oggi avevamo un test e visto che lui era nuovo il test è stato rimandato alla settimana prossima. Questa cosa mi puzza- dissi andando alla mia macchina.

-A te puzza qualsiasi cosa- disse lei divertita.

-Io vado, Megafusto in arrivo!- disse squagliandosela.

-Cosa…- dissi non capendo.

-Ciao- mi sentii dire alle spalle. Dal finestrino della mia macchina vidi Drake sorridermi, così mi voltai, senza dire una parola.

-Drake- disse sorridendomi ancora. Rimasi ferma e con sguardo serio.

-Sei sempre così seria con i nuovi arrivati?- mi chiese divertito appoggiandosi con il fianco alla mia Ford Kuga.

-Se l’arrivato in questione fa saltare un test per cui mi sono preparata per più di una settimana, non credo ci sia altro da fare- dissi aprendo la portiera
ma con una mano mi blocca il polso.

-Come siamo stamattina: ti è morto il cane?- chiese sarcastico.

-Lasciami- dissi a denti stretti. Mi sorrise e quasi tentato dal non farlo, alla fine lasciò la presa. Aprii la macchina e me ne andai.

Drake

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