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Autore: eleCorti    14/12/2015    5 recensioni
Era così felice, perché era il primo Natale che passava con il padre, tornato da poco in vita; ed anche Goku era contento, poiché per la prima volta dopo anni, avrebbe festeggiato il Natale e poteva passare dei bellissimi momenti con la sua famiglia.
Genere: Comico, Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Chichi, Goku, Goten, Vegeta
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Quell’anno era passato in fretta, le vacanze di Natale erano già giunte, tutte le città erano decorate da addobbi natalizi, e le persone affollavano le strade in cerca di un regalo da regalare.
Vi era anche la neve che cadeva sui monti, quell’anno, infatti, i monti Paoz erano tutti imbiancati.
Nelle cime più alte vi era una casa tutta piena di lucette che la illuminavano tanto, facendo morire d’invidia qualsiasi monumento.
Affacciato alla finestra di quella piccola casa in mezzo al nulla, vi era un bambino di sei anni circa; era da un bel po’ che guardava fuori da quella finestra, poiché attratto dai fiocchi di neve che cadevano.
Ne osservava, infatti, il percorso fino alla terra, dove si scioglievano, e si chiedeva com’era possibile.
“Goten entra prima che ti prenda un raffreddore” lo richiamò la mamma, intimando il bimbo di chiudere la finestra.
“Sì mamma” rispose il piccolo dai capelli neri, chiudendo la finestra.
Aiutò la madre a sistemare gli ultimi ritocchi dell'albero, posto nel piccolo salotto; era così alto che toccava quasi il soffitto, ed era abbellito con delle luci blu, bianche e verdi, ed ovviamente con delle palline di tutti i colori, di ogni tipo e forma; infine sulla punta il piccolo Son vi aveva riposto una stella.
La porta di casa si aprì facendo entrare due individui, il più grande aveva i capelli neri e di una strana forma, mentre il secondo aveva i capelli dello stesso colore del primo, ma di una forma diversa.
“Papà!” esclamò il piccolo Goten, correndo incontro al più grande.
Era così felice, perché era il primo Natale che passava con il padre, tornato da poco in vita; ed anche Goku era contento, poiché per la prima volta dopo anni, avrebbe festeggiato il Natale e poteva passare dei bellissimi momenti con la sua famiglia.
Quella era la sera della vigilia, e la famiglia Son decise di passarla in famiglia, avevano anche invitato Videl, la fidanzata del giovane Gohan, e il padre di ChiChi.
ChiChi aveva preparato del pesce al forno, pescato il pomeriggio dal marito e dai figli, e per dessert aveva fatto del pandoro immerso in una crema pasticciera preparata da lei.
Anche la vigilia di Natale, ovviamente, l’appetito dei sayan non svanì e così i tre sayan mangiarono fino a scoppiare.
Dopo cena, uscirono  a sciare, tutti tranne ChiChi e Videl, che rimasero a casa a lavare i numerosi piatti che padre e figli avevano usato.
Il piccolo Goten stette sempre con suo padre, si poteva definire il bambino più felice del mondo.
Anche la madre era contenta, perché sapeva quanto il piccolo in quei sei anni avesse sofferto la mancanza di un padre, anche se non lo faceva mai notare a causa del suo carattere assai allegro.
Ed era felice che finalmente Goten avesse una figura paterna nella sua vita.
Però, per renderlo ancora più felice, decise di chiedere a Goku di realizzare il suo desiderio espresso a Babbo Natale.
Per questo una volta che furono soli, ovvero dopo che tutti se ne furono andati, lo prese in disparte, riferendogli la sua idea.
“Goku te sai cosa tuo figlio ha chiesto a Babbo Natale?” domandò la donna al marito.
“Sì, la torta più grande del mondo!” rispose entusiasta il sayan, toccandosi lo stomaco, come segno che gli era venuta fame, solo sentendo nominare la parola torta.
“Esatto!” lo asserì la moglie.
Poi estrasse dal forno una torta al cioccolato, era grande, ma non così grande da essere la più grande del mondo.
“Grazie!” la ringraziò Goku pensando che fosse per lui.
Ma quando volle afferrare il gustoso dessert, ricevette un colpo di mestolo da parte della donna.
“Non è per te brutto idiota! È per Goten!” gli urlò contro la mora.
“Ok, ma non c’è bisogno di picchiarmi!” si lamentò il sayan toccandosi la mano colpita.
“Ok scusa. Allora vieni qua che ti spiego tutto!” gli fece cenno di avvicinarsi a lei.
Il moro si avvicinò, permettendole che gli bisbigliasse la sua idea in un orecchio.
“Aspetta, ma perché lo devo fare io?” le domandò, non capendo il motivo di quell'idea.
“Perché sei suo padre!” rispose la moglie, alzando la voce, esasperata.
“Ma queste cose le fa Babbo Natale” ribatté Goku.
Chichi incredula si mise una mano in faccia. Alla sua età credeva ancora a Babbo Natale? Si domandò stupita, shockata, non sapeva nemmeno in che stato d’animo era.
“Goku Babbo Natale non esiste!” gli rivelò, senza nessuna sensibilità.
E, difatti, tutto il mondo del sayan crollò. Eppure si ricordava di tutte le storielle che suo nonno gli raccontava da bambino, le numerose che aveva raccontato a Gohan quando era piccolo; si rimembrava anche di averlo visto Babbo Natale.
“Ma ChiChi  io l’ho visto Babbo Natale, ti ricordi?” le rimembrò.
“Goku quello era mio padre che faceva la recita per convincere Gohan!” lo smentì la moglie.
“Solo che quest’anno l’ho voluto chiedere a te, perché pensavo ti avesse fatto piacere, visto che è il primo Natale che passi con Goten” proseguì ChiChi, che ormai aveva perso la pazienza.
“Ok lo faccio” si arrese il sayan.
Prese il gustoso dolce e lo mise in un sacchetto di plastica e, mentre la moglie saliva nella sua stanza, pensò a come inscenare l’idea di Chichi.
Gli serviva una slitta e una renna: la prima l’aveva in garage, ma l’animale no. E non sapeva, dove trovarlo.
Poi gli venne un’idea, anzi no un colpo di genio, come lo definì lui stesso.
Si teletrasportò dal suo migliore amico, sperando di convincerlo ad aiutarlo in quella sua assurda idea.
Si ritrovò nella cucina della Capsule Corporation, dove vi era un assonnato Vegeta che si stava versando un bicchiere d’acqua e che non si era accorto della sua presenza.
“Vegeta!” esclamò il sayan.
Il principe, si versò l’acqua sulla canottiera blu e, riconoscendo la voce, si girò furioso contrò quell’idiota che lui chiamava amico.
“Kakaroth! Ma dico come ti salta in mente?” sbraitò avvicinandosi al sayan.
“Suvvia Vegeta non te la prendere, si asciuga” lo tranquillizzò il moro.
“Che cosa sei venuto a fare qui?” arrivò subito al sodo.
“Ecco… sono venuto a chiederti un favore” ammise, grattandosi la folta chioma e ridendo come un bambino.
“Scordatelo!” esclamò il principe, intuendo che l’idea del suddito non gli sarebbe per niente piaciuta.
“Ma non ti ho neanche detto che cos’è!” si lamentò il sayan cresciuto sulla Terra.
Il principe sbuffò, capendo che non aveva scelta che ascoltare l’amico.
“Ecco ChiChi mi ha chiesto di travestirmi da Babbo Natale e dare a Goten il suo regalo” spiegò il sayan, sempre ridendo come un bambino.
“Ed io cosa centro?” domandò irritato il principe.
“Ecco… mi serve una renna ed io avevo pensato che…” non finì di parlare.
“Che cosa? Ma te lo puoi scordare! Non mi abbasserò a fare la renna!” gli urlò in faccia Vegeta, rosso in volto.
“Eh dai Vegeta non ti arrabbiare. Ti prometto che farò ciò che vuoi” cercò di convincerlo il moro.
E funzionò, poiché il principe si calmò e sbuffando appoggiò la mano sulla spalla dell’amico.
Si teletrasportarono fuori dalla casa di Son Goku, pronti per attuare quell’idea che Vegeta trovava sciocca e ridicola, ma aveva accettato, perché sapeva già cosa chiedere a Goku come favore.
Il sayan cresciuto sulla Terra indossò l’abito rosso, tipico di Babbo Natale, imbottito con dei cuscini, in modo tale da sembrare sovrappeso; poi si mise anche la barba e gli occhiali per essere anziano come Babbo Natale.
Vegeta, invece, indossò delle corna di legno, tipiche della renna e sul naso gli fu appiccato qualcosa di rosso, che non sapeva cos'era, e non volle scoprirlo. E giurò a se stesso che Kakaroth l’avrebbe pagata per avergli fatto fare quell’assurda cosa.
Si mise anche delle scarpe alle mani per poter correre a quattro zampe, fu legato alla slitta e poté partire non appena gli fu dato il comando.
Si fermarono davanti alla casa del Son, Goku scese dalla slitta e tentò di entrare dalla porta, ma era chiusa a chiave.
Vegeta allora lo afferrò per il braccio e lo trascinò vicino alla finestra facendolo entrare, ma essendo troppo piccola il sayan rimase incastrato e solo grazie ad una forte spinta da parte del principe riuscì ad irrompere in casa, rompendo la finestrella.
Perse l’equilibrio e cadde su un piccolo mobiletto rompendo le fotografie e il piccolo lampadario posto sopra di esso.
Ora era nei guai, si disse, ChiChi non doveva saperlo altrimenti gli avrebbe fatto una ramanzina interminabile.
Cercò di avvicinarsi all’albero per concludere la sua missione, ma non accortosi della piccola macchinina che c’era sul pavimento, inciampò.
Vegeta, sentendo quegli strani rumori, decise di entrare per aiutare il suo amico.
“Kakaroth che cosa stai combinando?” domandò, entrando dalla finestra ormai rotta.
Cercò di raggiungerlo, ma anche lui inciampò, poiché non aveva visto la macchinina, finendo per cadere sopra Goku.
Ma il sayan cresciuto sulla Terra si era messo sulle ginocchia per rialzarsi e Vegeta, per evitare di sbattere la faccia contro la schiena dell’amico, deviò il suo percorso facendo una capriola e dirigendosi verso l’albero.
BOOM, questo fu il rumore che seguì non appena Vegeta si scontrò contro il povero albero.
La luce si accese mostrando un caos peggio di quello primordiale; il piccolo Goten si era svegliato, sentendo tutti quegli strani rumori e temendo che fossero dei ladri, era sceso a controllare se fosse tutto apposto.
“Papà, Vegeta che state facendo?” domandò guardando i due amici, stranito.
“Ehm… buon Natale” disse il padre, tendendoli la torta ormai spiaccicata.
“Ma che fai? Rubi il lavoro a Babbo Natale?” domandò con un tono di rimprovero.
“Goku ma che hai combinato?” urlò ChiChi, rossa in volto, che era appena scesa.
Non poteva fare affidamento su suo marito, perché era ovvio che avrebbe combinato qualche disastro, ed era stata una sciocca a pensare che quella sera sarebbe stato diverso.
Goten risalì in camera sua, capendo che non era il momento di stare lì, poiché suo padre stava per prendere la sfuriata più brutta di sempre.
E, difatti, il giovane sayan si prese un rimprovero così grosso da bastargli per tutto l’anno.
Ma si sentiva così giù, aveva deluso sua moglie ed anche suo figlio ed avrebbe voluto tanto fare qualcosa, ma cosa poteva fare? Si domandò.
Gli venne un’idea e non volendo perdere tempo, si teletrasportò nel luogo in cui voleva andare.
“Goten svegliati!” urlò il padre da sotto.
Il piccolo, che era molto pigro, non fece fatica ad alzarsi e contento scese le scale correndo.
E quando vide ciò che lo aspettava, sorrise felicissimo e si buttò sopra quel gigante dolce, iniziando a divorarlo con ingordigia.
“Ma questa da dove è saltata fuori?” domandò ChiChi, che era appena scesa in salotto.
“Che domande è il mio regalo di Natale” le rispose il piccolo, con la bocca piena.
Ma com’era possibile? Si domandò la donna.
E non appena vide che il marito le aveva fatto l’occhiolino, capì tutto e non poté fare a meno di pensare che fosse stato così dolce nel volere rendere felice a tutti i costi il suo secondogenito.
Goku era così felice, era la prima volta che rendeva contento suo figlio e si sentì soddisfatto come non mai di se stesso.
Certo, magari avrebbe potuto farsi venire l’idea di chiedere al drago Shenron di far apparire la torta più grande del mondo prima di compiere tutti quei disastri, ma era certo che la moglie già lo avesse perdonato.
E quello per il piccolo Goten fu uno dei Natali più belli che aveva passato fino a quel momento.
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
Note dell’autrice: lo so ancora non è il giorno di Natale, ma ormai manca poco. Ho pubblicato un pochino prima questa piccola storiella, poiché il giorno di Natale non potrò, non solo perché sarò impegnata con la famiglia, ma anche perché essendo dai miei, non avrò il PC con me.
Spero che vi sia piaciuta ed io vi auguro Buon Natale e felice anno nuovo.
 
 
 
 
 
   
 
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