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Autore: Recchan8    14/12/2015    3 recensioni
Il mio nome è Lidia Mormorai. Nobile giovane fiorentina, possedevo tutto ciò che una ragazza della mia età potesse desiderare: una ricca famiglia, una grande villa, un'eccellente vita sociale e l'amore delle persone più care. Ma un giorno in quell'ingranaggio perfetto si insinuò un granello di sabbia; il tutto si disarmonizzò e il macchinario si bloccò improvvisamente, fino a rompersi. La mia famiglia venne uccisa e la nostra villa saccheggiata. Per proteggermi mi macchiai di omicidio e fui costretta a fuggire e a rinnegare il mio nome.
La mia splendida vita si frantumò in mille pezzi che io gettai al vento.
Ma qualcuno si fermò, volse lo sguardo a terra e, incurante del fatto che potesse ferirsi, raccolse quei frammenti.
Genere: Drammatico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Memore di ciò che gli era stato detto, entrò nell'edificio attraverso la porta sul retro. Si guardò furtivamente intorno e, sperando di non essere intercettato da una delle cortigiane, si avviò il più velocemente possibile ai piani superiori, dove sperava di trovare una camera libera. I cinguettii sempre più vicini delle ragazze lo indussero ad accelerare il passo.
-“Che cosa stai facendo?”- domandò improvvisamente una voce dietro di lui.
Il ragazzo incappucciato si girò di scatto, facendo vacillare il peso morto avvolto negli stracci che teneva in braccio. Guardò il suo interlocutore e pensò che, probabilmente, quella non fosse la sua giornata migliore.
-“Madonna Claudia...”- disse con un cenno del capo a mo' di saluto. -“Siete venuta a trovare Matrona Paola?”-.
-“Proprio così”- annuì la donna.
Il ragazzo notò le strane occhiate di Claudia e si affrettò a eclissarsi.
-“Con permesso...”-.
Fece per andarsene quando la donna dai capelli castani si schiarì la voce e lo guardò male. Non doveva avere più di trent'anni, ma quando si comportava così era come se ne dimostrasse molti di più. Una donna saggia e matura, ecco cos'era.
-“E' una fanciulla quella che ti stai portando dietro?”- domandò inarcando un sopracciglio.
-“...Esattamente”- confermò.
-"Non pensavo che l'Arcangelo avesse problemi del genere"- disse Claudia trattenendo una leggera risata.
Il ragazzo sbuffò e, incurante degli sguardi curiosi delle cortigiane che avevano raggiunto Claudia, cominciò a salire la scalinata di marmo.
-"Madonna Claudia, permetettemi di dirlo: siete una donna molto perversa"-.
Le tre cortigiane risero dietro ai loro ventagli variopinti.
-"Allora, Arcangelo, dimmi cosa intendi fare con quella ragazza. Una partita a carte? Un dialogo filosofico?"-.
-"Donne maleducate, non mi offrite nemmeno accoglienza? Fuori sta piovendo e voi non vi preoccupate minimamente della salute dei vostri ospiti? Che razza di bordello è mai questo?"- domandò ironicamente il ragazzo mentre saliva lentamente le scale.
Le risate delle cortigiane si interruppero di botto, e l'Arcangelo sentì un brivido corrergli lungo la schiena.
-"Non cercare di cambiare discorso. Fino a prova contraria questo bordello è gestito da me ed è sotto la mia responsabilità; perciò mi sembra il minimo sapere perché sei entrato tenendo in braccio una ragazza priva di sensi"- disse Paola seria, affiancando Claudia Auditore.
-“Matrona Paola... Anche voi qui?”- domandò il ragazzo con una punta di nervosismo nella voce.
Dal momento che continuava a non ricevere una risposta soddisfacente, Paola congedò le cortigiane ordinando loro di tornare immediatamente a occuparsi dei propri affari, e salutò Claudia dicendole che l'avrebbe raggiunta una volta sistemata la questione col giovane. Una volta rimasta sola con l'Arcangelo, si tirò su un lembo del vestito rosso e, con passi rapidi, raggiunse il ragazzo sulla scalinata principale. Nonostante fosse alquanto più alto di lei, lo afferrò per una spalla, costringendolo a voltarsi.
-"Quanto ti ci vuole a dire che hai trovato questa ragazza ferita per strada e che hai pensato di aiutarla?"- gli disse sottovoce.
Sentì il ragazzo irrigidirsi e sussultare.
-"Certe volte sai essere davvero infantile!"- lo rimproverò.
-"Matrona Paola... Sta sanguinando"-.
Paola notò gli stracci sporchi di sangue e, annuendo, disse al giovane incappucciato di portare la ragazza ferita nella prima stanza che trovava libera al secondo piano. Poi chiamò una cortigiana e le ordinò di seguire l'Arcangelo e di occuparsi della ragazza.
Qualche minuto dopo il ragazzo scese la scalinata di marmo.
-"Dì un po', dove l'hai trovata?"- gli domandò la matrona intercettandolo in fondo alle scale.
-"In un vicolo vicino al Palazzo della Signoria"- le rispose.
Paola notò i vestiti fradici del ragazzo e lo invitò a restare al bordello per qualche ora, ma lui rifiutò. Nonostante la pioggia l'avesse bagnato completamente, non gli importava di cambiarsi d'abito e di riposarsi; voleva andare via dal bordello e liberarsi dalle grinfie di Paola il prima possibile. La donna capì quello che passava per la testa al ragazzo e con un cenno della testa lo congedò.
-"Mi ricordi molto Ezio quando ti comporti così, sai?"- disse Paola all'ultimo.
-"Ne sono onorato, Matrona Paola"- sorrise l'altro.
Agile, furtivo e silenzioso come un'ombra, l'Arcangelo Michele scomparve tra le vie di una Firenze colpita da un violento temporale.

 

 

 

   
 
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