La stavo aspettando.
Chiuso tra i miei pensieri sentivo appena i rumori della città assonnata,i rumori sbiaditi della vita.
L'ansia del viaggio svanisce mentre quella dei sentimenti mi assale.
La rivedrò nonostante la distanza,nonostante tutto e tutti.
Tutto scomparve e riapparve in un solo istante. Le sue braccia frenetiche cingevano la mia vita.
Mi bacia.La bacio. Mi sento completo.
Eravamo entrambi affamati, affamati dei nostri baci, dei nostri corpi, delle nostre anime.

Il nostro posto era una semplice scala in ferro.
Ci avrei passato ore intere lì con lei, ad ascoltare i nostri cuori sincronizzarsi.
-Se mi stendessi qui,se solo mi stendessi qui, ti stenderesti accanto a me a dimenticarci del mondo?-
Sorvolammo il cielo chiudendo semplicemente gli occhi.
A parole è  difficile spiegare quella chimica che sentivo.
La sua grazie e delicatezza mi infondeva una qual certa pace indescrivibile.
Era il tempo di andare via, un altro treno,un altro viaggio.
-Io pensavo che salutare la mia ragazza con un bacio alla stazione prima di prendere il treno fosse una cosa romantica,lo è sicuramente, ma io ho anche paura di non riuscire più a tornare a casa- Le dissi.
Mi guardò con quei suoi occhi dolci e lì capì che non avrei dovuto avere paura, perchè lei stava diventando la mia casa.
Le dissi che lei era la mia luna,perchè nelle mie notte avrebbe dovuto illuminare la strada. 
Era davvero bellissima, non avrei mai voluto lasciarla,anzi avrei voluto tenerla sveglia con i miei mille aneddoti.
Ne valeva la pena, tutta la strada spesa ne valeva la pena,davvero.
Lo sapevo, sapevo che l'avrei protetta dalle notti insonni, dalla sociopatia di tutti questi giorni,che le avrei spiegato i sentimenti che ripiegherò in una stanza con lei.
Con i chilometri contro.