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Autore: SiSi    05/03/2009    0 recensioni
Sorrido ancora, divertita. Inspiro un’ ultima volta l’aria, prima di entrare dentro. Tracce di anidride carbonica sono ancora percettibili. Sorrido, l’ennesima volta. Sì, quello è l’odore dell’inferno.
Genere: Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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The smell of the Hell

 

Lo scirocco continua a soffiare imperterrito da sud, è ormai notte e, nonostante la temperatura si sia abbassata di molti gradi, c’è ancora caldo.

Le strade sono semideserte. Mi affaccio dal balcone, vedo solo un barbone ubriaco, disteso su una panchina che maledice la vita e le donne, e una coppietta  seduta qualche metro più in là dell’uomo sbronzo.

 

Sbuffo, sbuffo ancora. Mi annoio e non so che fare. Do uno sguardo oltre il vetro della portafinestra, l’orologio appeso al muro della mia camera segna l’una e quarantasette minuti.

 

Mi distendo sul letto, sento troppo caldo per addormentarmi, lascio la finestra aperta, il caldo continua ad entrare e sto sudando, ho la nuca completamente bagnata. Odio questa sensazione.

La luce lunare illumina giusto un po’ la mia camera, guardo il soffitto, stelle fosforescenti tappezzano il tetto, adoro l’effetto che fanno. Tutto ciò che fa luce mi affascina.

Poi il mio sguardo si posa sulla mensola e inizio ad osservare le forme scure che sono poggiate lassù.

 

Per un attimo chiudo gli occhi. Un solo attimo, uno solo, nulla di più..

 

Li riapro. Mi risveglio di soprassalto. Le mie narici percepiscono un forte odore acre di bruciato. Guardo immediatamente l’orologio elettronico nel mio comodino, sono le tre e mezza di notte.  Sono confusa, non capisco cosa stia succedendo.

 

Esco fuori dal balcone e trovo mia madre affacciata, è nel panico. Mi affaccio anche io, voglio capire. Guardo giù. Mi trovo davanti un sublime spettacolo: altissime fiamme avvolgono in un caloroso abbraccio una, due, tre, quattro macchine.

 

“Boom” si sente e mia madre mi dice di entrare dentro e che è troppo pericoloso star fuori. Non la ascolto, sono troppo affascinata, sento il calore del fumo intrecciarsi con i miei capelli e invadere il mio corpo, ora sento più caldo di prima. Lei entra dentro, afferra il telefono e chiama i vigili del fuoco. Tutti gli abitanti del mio palazzo sono in preda al panico, nessuno sa che fare.

 

Io continuo a fissare, non sono spaventata, ma calma e serena.

I vetri di tre macchine si frantumano in un “Tum” e il pavimento trema. Fortunatamente abito al dodicesimo piano, e i pezzi delle automobili che improvvisano una danza con il fuoco, non arrivano nel mio balcone.

 

Il fuoco continua la sua esibizione: salta, ondeggia e volteggia. Ed io continuo a fissare: tutto questo è bellissimo, incredibilmente affascinate, incredibilmente coinvolgente. Sono incantata, non riesco a distogliere lo sguardo.

 

Il fuoco inizia a ritirarsi, da qualche minuto sono arrivati i vigili del fuoco, dicono alla gente di allontanarsi, perche potrebbe essere pericoloso. Si sente un mormorio e qualcuno urla. E’ il grido disperato di alcuni dei proprietari delle macchine. Maledicono chi ha a causato quell’incendio. Improvvisamente mi sento divertita.

 

Il fuoco è quasi completamente spento, il fumo, nero, invade ancora una volta le mie narici. Amo l’odore del fumo e lo aspiro, finché ci riesco. I miei polmoni bruciano, ho bisogno di ossigeno.

 

Ormai, le fiamme sono scomparse, lasciando dei spettatori a bocca aperta e dei rottami, completamente carbonizzati.

 

Ad un certo punto starnutisco, e porto le mani al viso. Casualmente le odoro.

Non posso crederci.

Le odoro ancora, aspiro il dolce odore di benzina che fanno.

 

Sorrido.

 

Le odoro ancora.

 

Sorrido di nuovo.

 

Poi, la mia mano scivola dentro i pantaloncini del pigiama. Sento qualcosa dentro, ha una forma rettangolare. La tiro fuori, la osservo attentamente, la scuoto. Sento che c’è del liquido dentro. La porto alla luce. E’ un accendino.

 

Sorrido ancora, divertita.

 

Inspiro un’ ultima volta l’aria, prima di entrare dentro. Tracce di anidride carbonica sono ancora percettibili.

 

Sorrido, l’ennesima volta. Sì, quello è l’odore dell’inferno.

  
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