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Autore: minny16    15/12/2015    3 recensioni
Questa storia è ambientata subito dopo l'episodio 9 di Arrow , cioè dopo l'attacco dei fantasmi.... cosa sarà successo alla nostra eroina Felicity? si sarà salvata? ...lo scoprirete leggendo :D
Genere: Sentimentale, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Felicity Smoak, Oliver Queen
Note: Missing Moments, Movieverse, Traduzione | Avvertimenti: Incompiuta, Spoiler!
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Capitolo 1
 
Ricordarti il modo in cui mi hai amato 

Prologo


Oliver camminava per la piccola stanza d'ospedale per quello che era probabilmente la millesima volta, lui aveva tracciato tutta la piccola stanza, sapeva che i venti passi a destra sarebbero stati verso la porta, poi a sinistra venti passi  sarebbero stati verso la finestra,  per guardare fuori la città, la sua città. Poi cinque passi in avanti dal muro  sarebbero stati verso il letto.  Il letto di Felicity.  Felicity dormiva, era ciò che sembrava. Lui non riusciva a dire coma. Felicity stava dormendo e si sarebbe svegliata presto. I medici erano stati positivi,  da tutti gli esami che era stata sottoposta lei stava guarendo bene. Le ferite da proiettile stavano guarendo bene, entrambi avevano mancato gli organi vitali, un proiettile aveva leso la spalla,  molto presto lei non sarebbe stata in grado di digitare freneticamente sulle tastiere,  una volta che si fosse svegliata il suo braccio sarebbe stato fasciato al collo. Il medico disse che questo dipendeva ora a Felicity, lei si sarebbe svegliata quando lei si sarebbe sentita pronta. Soltanto Oliver  non riusciva a pensare, lui non poteva più aspettare. Due settimane senza vedere il suo sorriso, sentire la sua risata, sentire i suoi infiniti balbettii ... Due settimane senza Felicity lo stava uccidendo.

-X-

 
"Si sveglierà presto." Donna sussurrò mentre si sedeva al capezzale della figlia,  prese la mano  mentre giocherellava un po' con le sue dita.
"Lei lo farà." Oliver annuì, stava camminando di nuovo. Doveva fare qualcosa, non poteva semplicemente stare seduto a non far nulla, ma non poteva lasciare la stanza ed entrambi. Tra lui e Donna c' era sempre qualcuno con lei, loro facevano a turno per tornare a casa, nel caso di Donna  la casa era il loft, la donna era ospite lì dal giorno dell’incidente. Non poteva tornare a Las Vegas. Sua figlia aveva bisogno di lei. " Lei è forte".
"Lei lo è". Respirò Donna. Questa era una rassicurazione giornaliera per entrambi. "Quando aveva cinque anni dovette restare in ospedale per una settimana."
«Cos’era successo?» Chiese Oliver.
"Prese un virus a scuola, fu orribile. Non riusciva a mangiare, costantemente stava male e aveva questa ridicola febbre alta. Ricordo di aver pensato che non era giusto, come mai doveva essere mia figlia l’unica a soffrire così tanto, gli altri ragazzi a scuola l’ebbero per due giorni, niente di così grave come lei. Non dimenticherò mai quello che disse quando mi vide piangere, lei mi disse “Mamma non mi dispiace essere in ospedale. Le altre ragazze volevano andare alla festa della scuola. Io no. Sto bene qui con te".
Oliver debolmente sorrise e la guardò Felicity nel suo sonno ,  “questo suona come Felicity”. Oliver prese il respiro e, infine, si sedette sull'altro lato di Donna.
"Lei si sveglierà presto e poi voi due avrete ciò che vi meritate.  Voi sarete felici per sempre." Donna sorrise e si sporse per prendere la mano di Oliver ed fu così che trascorsero il resto del pomeriggio - solo aspettando. Aspettando che Felicity si svegliasse. Aspettando che la loro vita sarebbe ricominciata di nuovo.

-X-


Quando Felicity finalmente si svegliò, Donna era al suo fianco. Stava leggendo una rivista - quella che probabilmente aveva già letto una dozzina di volte quella notte, ma lei stava lì e stava parlando con Felicity, dei vestiti e su ogni piccola cosa che le veniva in mente. Felicity sbattette  un po' gli occhi e mentre lei si muoveva era come se le stesse sfuggendo un lamento dalle labbra, solo un piccolo gemito appena percettibile,  ma Donna sentì forte e chiaro e si rivolse alla figlia e tutto ciò che sentì meglio quando vide quei bei occhi azzurri luminosi su di lei .
"Mamma?" Sussurrò Felicity e si guardò intorno, lei fece subito una smorfia mentre cercava di trovarla nei dintorni, ma lei non riconobbe nulla e il panico le prese il sopravvento.
"Sono qui tesoro. Sono qui. Stai bene. Ora sei al sicuro. "Lei dice dolcemente mentre premeva il pulsante di chiamata una mezza dozzina di volte. "Sei sveglia. Sei finalmente sveglia. Non vedo l'ora di dirlo a Oliver. Lui sarà così felice. Sei sveglia". Lei era entusiasta mentre Felicity aggrottò la fronte e guardava verso sua madre, la confusione su tutto il suo viso.
"Oliver?» Sussurrò Felicity.
«Lo chiamerò ora. Sarà qui subito. "Donna, disse accarezzandole la guancia.
"Mamma ... Chi è Oliver? Dove sono? »Chiese Felicity e Donna fissò la figlia in stato di shock, Felicity era sveglia e parlava, ma la Felicity che fissava non era la sua Felicity che spararono, questa non era la Felicity di Oliver.
   
 
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