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Autore: glins    16/12/2015    2 recensioni
Faberry! What if?
Storia che segue gli avvenimenti della season 6, ma basandosi sulla Faberry.
Altre coppie: Brittana, Klaine e Samcedes sicure.
Genere: Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash, FemSlash | Personaggi: Quinn Fabray, Rachel Berry, Un po' tutti | Coppie: Blaine/Kurt, Brittany/Santana, Mercedes/Sam, Quinn/Rachel
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Si guardò ancora una volta allo specchio, per assicurarsi che i calzettoni che indossava fossero alla stessa altezza e che la gonna non avesse pieghe, non voleva certo che la prendessero in giro.
Anzi, era pronta a far brillare il suo talento lì dentro.
Aveva scelto un trucco semplice e delicato, che copriva i brufoli che avevano deciso di spuntare proprio quella mattina, dava colore -troppo- ai suoi zigomi e faceva luccicare le sue labbra.
Si sistemò la collana di perle e gli orecchini abbinati che portava, ed annuì soddisfatta alla sua immagine riflessa, per poi recarsi in macchina dai suoi papà che l'aspettavano. 



William McKinley High School, tieniti pronto per Rachel Barbra Berry.




**



Si diede un ultimo ritocco al trucco e si ravvivò i lunghi capelli color grano.
Era molto felice del risultato, soprattutto se pensava a com'era qualche anno prima.
Un disastro vero e proprio, odiava la se stessa di un tempo. 
Ma era il passato quello, era un'altra persona adesso, aveva cambiato aspetto, ma avrebbe cambiato anche il modo in cui gli altri la vedevano. 
Lucy Caboosey non sarebbe mai più esistita.



Una donna, dagli stessi capelli chiari e lo stesso sorriso perfetto e luminoso, le si avvicinò da dietro, distraendola dai suoi pensieri.


"Sei bellissima Quinnie" disse, sistemando il retro del vestitino chiaro di sua figlia.


"Grazie mamma" le rispose Quinn, guardando la madre negli occhi dal riflesso dello specchio.


"Allora, le mie donne sono belle e pronte?" Chiese in tono scherzoso Russell Fabray.
Judy mandò uno sguardo interrogativo a sua figlia, come se dovesse rispondere per entrambe. 
Quinn guardò prima gli occhi verdi e limpidi di sua madre e poi gli occhi nocciola più scuri di suo padre.


"Andiamo" disse infine.



William McKinley High School, tieniti pronto per Quinn Fabray.



**




Quel primo giorno era stato orribile.
Appena entrata a scuola si era diretta all'armadietto assegnatole e neanche il tempo di aprirlo che una granita le era arrivata in piena faccia.
Quanto aveva bruciato.
Era rimasta immobile per non ricordava quanto, prima di rendersi conto che dei ragazzi attorno a lei la indicavano e ridevano.


Si era diretta in bagno alla cieca, a causa del liquido negli occhi, si era guardata allo specchio dopo aver rimosso il liquido almeno dalla zona visiva ed era scoppiata a piangere.


Non l'aveva previsto quel pianto, non aveva neanche sentito il groppo alla gola. 


Era semplicemente scoppiata.


Evidentemente era destinata ad essere in basso alla piramide scolastica.




I suoi pensieri furono interrotti quando si ritrovò proprio sotto al naso un asciugamano. 


Guardò la persona che glielo stava porgendo, e si perse in un paio di smeraldi.



"Mi dispiace tanto per quello che ti hanno fatto quei trogloditi"


Dio, che voce.
Rachel continuava a guardare quella che forse era la cosa più bella che avesse mai visto.



Era così presa che neanche si rese conto che la ragazza l'aveva incitata con un gesto a prendere l'asciugamano, ma non ricevendo risposta aveva preso a pulirle il viso di sua iniziativa. 


Rachel si lasciò andare a quei tocchi delicati, mentre l'altra ragazza osservava estasiata ogni centimetro del suo viso mentre la ripuliva.



Una volta finito la bionda fece un grande sorriso.
"Sono Quinn Fabray" disse porgendo la mano.
"Rachel Berry" rispose la bruna facendo incontrare i loro palmi.



Entrambe furono percosse da brividi mentre i loro occhi ancora non si staccavano gli uni dagli altri.


Quinn fu come risvegliata dalla trance improvvisamente, e ritirò la mano.


"Non piangere per colpa loro... non puoi dargliela vinta, scommetto che vali molto di più"


"Infatti io valgo più di quei testoni" disse Rachel con un tenero broncio.
Quinn si lasciò andare ad una risata che fece comparire un sorriso sul viso dell'altra. 



Aveva un sorriso perfetto cavolo.


E quella risata.


Oh Mosè. 



"Ci scommetto... ora devo andare, ci vediamo Rachel" le sorrise un'ultima volta quella creatura perfetta prima di andarsene.



Rachel fissò la porta per un po' prima di rendersi conto che aveva qualcosa tra le mani.


Cavolo, l'asciugamano. 



Uscì dal bagno per restituirla alla proprietaria, ma questa era probabilmente già in classe, dato che i corridoi erano deserti.



Rachel si rigirò il pezzo di stoffa tra le mani e vide un ricamo all'angolo destro.



Quinn.



Sorrise, stranamente, senza rendersene conto, al solo leggere quel nome, dopodiché si catapultò in classe per la sua lezione.




**



Quella settimana era passata in fretta ed era stata davvero stancante, ma poteva dirsi più che soddisfatta del suo operato. 


Era entrata nella squadra delle cheerleader, e la Sylvester già l'adorava, poteva capirlo nonostante gli atteggiamenti ostili della donna, ed inoltre aveva rifondato il club della castità.


I suo genitori erano così fieri di lei.


E Quinn era fiera di sé stessa.


Si poteva dire fosse già in cima nella gerarchia scolastica.


Ma per avere la supremazia assoluta doveva avere qualcuno che fosse altrettanto in alto nella piramide scolastica.


Karofsky? No, le veniva il voltastomaco solo a pensare di stare con quell'energumeno. 


Puckerman? Sì certo, era molto attraente, quell'aria da cattivo ragazzo la intrigava non poco, ma era uno zotico. 


Dorsey? Nah, troppi tatuaggi per essere solo al primo anno. 


C'era anche quel giappocinese, sua madre, da inguaribile romantica, sarebbe stata felice di vedere che andava oltre la "razza" per amore, ma suo padre... no meglio di no.



"Hey Q, l'hai visto il nuovo Quaterback?" Santana interruppe i suoi pensieri, avvicinandosi con Brittany.


Tutte e tre erano nella loro divisa da cheerleader, con le code perfettamente acconciate, la testa alta e sentivano gli sguardi della scuola addosso.



Santana aveva fatto amicizia con Brittany mentre scrivevano il loro nome sulla lista delle selezioni per la squadra della Sylvester... o meglio, la latina l'aveva vista avvicinarsi alla bacheca e scrivere il suo nome con i pastelli colorati e, per qualche strana ragione, si era avvicinata, come attratta da una calamita.
La bionda si era girata avvertendo una presenza dietro di sé e aveva puntato i suoi occhi limpidi in quelli scuri di lei. 



'O dio benedetto' , questo era stato il pensiero di Santana trovandosela vicina per la prima volta.


Brittany le aveva sorriso e si era presentata, chiedendo se anche lei era lì per iscriversi, e Santana aveva risposto di si, anche se in realtà non conosceva il vero e proprio motivo per cui era lì, ma doveva evitare una figuraccia.


Ed inoltre aveva sempre voluto essere in cima e rispettata, non che non lo fosse normalmente, ma le cose sarebbero state decisamente migliori così. 



Da quel giorno le due erano inseparabili, si vedevano durante la pausa tra una lezione e l'altra, andavano a mensa insieme, ed erano anche andate al provino insieme, dove avevano conosciuto Quinn.




Quelle tre stavano già governando la scuola dopo poco più di una settimana, essendo le ragazze più carine della scuola e tra le migliori cheerleader.


"No San, non ne ho sentito parlare" rispose Quinn all'amica, mentre arrivava al suo armadietto e le due si fermavano al suo fianco.


"Beh credo faccia al caso tuo, è carino" disse Britt.



"In realtà sembra un tricheco, ma almeno è nella squadra... inoltre Puckerman è già prenotato" disse Santana, ottenendo uno sguardo confuso di Quinn, che si fece ancora più perso quando vide una sorta di broncio sul viso di Brittany, ma non ci fece molto caso.


"Ho visto che gli hai messo gli occhi addosso" riprese la latina incrociando le braccia.



Quinn alzò lo sguardo al cielo, e prima di riportarlo nell'armadietto alla ricerca dei suoi libri, fu catturato da qualcosa alle spalle delle due cheerleader. 




Le sue amiche guardarono nella stessa direzione e si sorrisero, prima di voltarsi di nuovo verso l'amica.


"Allora, che ne pensi Q?" Chiese emozionata Britt. 


"Ah?" Chiese la diretta interessata, riportando lo sguardo su di loro.
"Hudson, il Quaterback, che è alle nostre spalle e che tu ti sei mangiata con gli occhi" specificò Santana.



Quinn riportò lo sguardo dietro di loro e solo in quel momento notò un ragazzo alto -tanto, troppo- con la giacca dei Titans che prendeva i libri dal suo armadietto e prima di andarsene si voltò verso di lei facendole un tenero mezzo sorriso.



Poi i suoi occhi tornarono alla persona che li aveva catturati la prima volta.


Rachel era lì intenta ad ammirare estasiata qualcosa nel suo armadietto. 



La bionda sorrise.


"Davvero niente male"





**



Rachel stava guardando le foto dei suoi idoli appese nel suo armadietto.


Patty Lupon, Barbra Streisand... un giorno sarebbe stata come loro.
Sentì uno sguardo puntato sulla sua schiena e si voltò, vedendo Quinn che distolse lo sguardo.
Sorridendo, si avvicinò alle tre cheerleader.


"Ciao Quinn" disse, attirando lo sguardo scettico di Santana e quello curioso di Brittany.
Quinn si girò e prima che potesse reagire in qualsiasi modo, la latina prese parola.


"Hobbit non credo tu sia all'altezza, in tutti i sensi, per stare con noi, quindi smamma"


Quinn guardò Santana indignata e poi Rachel che si era incupita d'un tratto.


"Io... uhm... volevo solo restituire questa"
La bionda non capì di cosa parlasse, finché non vide il suo asciugamano tra le mani della ragazza.
"Oh... grazie" riuscì semplicemente a dire sotto lo sguardo intimidatorio di Santana e davanti agli occhioni da cucciolo bastonato di Rachel.


"Figurati, grazie a te" rispose questa, dopodiché ci furono vari secondi di silenzio.


"Okay, ora sloggia nana, prima che ti spedisca nella Contea Baggins a calci"
Rachel guardò Quinn, sperando la difendesse, sperando dicesse a quell'arpia di smetterla, ma nulla successe.
Quinn non fece nulla, se non distogliere lo sguardo colpevole.



Allora Rachel andò via, piena di rabbia e dispiacere, ma d'altronde doveva aspettarselo: era Quinn Fabray, la quale, quando Santana le chiese perché l'Umpa Lumpa avesse il suo asciugamano, disse semplicemente che doveva averlo dimenticato in bagno qualche giorno prima.




**





Passarono quattro giorni da quell'episodio tra Rachel e le cheerleader. 


Una volta passato il primo periodo, i giorni iniziavano ad essere monotoni al McKinley, mentre si entrava nella straziante routine scolastica.


Quinn aveva conosciuto Finn, che si era avvicinato timidamente insieme a Puckerman nella sua divisa da football ad allenamento finito.
Si erano limitati alle presentazioni, ma alla bionda sembrava davvero un bravo ragazzo, niente di che, ma ci avrebbe fatto un pensierino, soprattutto per le pressioni di Santana e Brittany. 



Pensava a questo e al fatto che avrebbe dovuto fare una maschera per il viso, di quelle belle che solo sua madre sapeva fare, quando dallo specchio del bagno dove si stava specchiando vide la porta aprirsi e una figura minuta entrare, che riconobbe subito.


Si guardarono per un secondo, dopodiché Rachel si riscosse e andò in bagno per fare quello che doveva fare- perché dopotutto era un bagno e quella era solo una sgradevole coincidenza. 



Quinn finì di sistemarsi il trucco e iniziò a mettere tutto in ordine nella sua trousse, proprio quando l'altra uscì dal bagno avvicinandosi al lavandino. 


Non ci furono parole tra loro, come due sconosciute continuarono a fare le loro cose, guardandosi però con la coda dell'occhio di tanto in tanto, e quando Rachel uscì, pensò fosse solo un'impressione che la bionda avesse aperto la bocca per dirle qualcosa ma che le fosse uscito solo un respiro strozzato.


Si sbagliava.



**



Rachel era alla lezione di spagnolo, seduta di fianco a Mercedes, una ragazza conosciuta da poco, mentre William Schuester continuava a dire cose col suo pessimo accento spagnolo e la sua a dir poco scadente preparazione.
Provò quasi pena per Santana, che di origini latine, doveva sentirsi torturata dalla lezione di quell'uomo. 


Poi si ricordò che Santana Lopez era una stronza.
Che le aveva dato dello Hobbit, della nana, che aveva minacciato di spedirla nella Contea Baggins a calci e che proprio quel giorno aveva aggiunto "umpa lumpa" alla lista di insulti.
E Quinn come al solito era stata ferma e zitta, limitandosi ad abbassare lo sguardo come se la cosa non la riguardasse minimamente. 
Ed effettivamente così era, cosa pretendeva dalla ormai futura regina della scuola? 
Nonostante questo però, l'atteggiamento della bionda proprio non le andava giù, e avrebbe preferito averla lontana, non di certo due banchi più a destra. 


Gettò un'occhiata proprio al posto della bionda, e notò che distolse lo sguardo.



Che la stesse osservando?



No Berry, torna coi piedi per terra.




Iniziò- o almeno provò- a seguire la lezione del professore, e dopo alcuni minuti la campanella suonò annunciando l'ora di pranzo.


Mercedes scappò via con un veloce saluto, servivano le crocchette, il suo piatto preferito, e probabilmente si sarebbe messa in prima fila per averne il più possibile appena sfornate.


La classe si stava svuotando mentre lei si prese tutto il suo tempo per mettere tutto apposto.
Non aveva certo bisogno di correre a fare la fila o prendere i posti in mensa, essendo vegana aveva il suo pranzo ed era sicura che Kurt e Cedes le avrebbero tenuto il posto.
Aveva legato molto coi due ragazzi e sperava ammettessero la loro inferiorità e che la cosa continuasse nonostante la competitività del glee.





I suoi pensieri furono interrotti da un foglietto giallo piegato in due che una mano pallida posò sul suo banco. Nessuno lo vide, solo lei, e quando lo aprì sperò di non trovare una scritta o un disegno offensivo.



"Dietro gli spalti tra dieci minuti"


Ecco cos'era scritto con una calligrafia elegante.
Alzò la testa per avere un minimo indizio di chi le avesse lasciato quel messaggio, ma non vide niente se non una coda da pony bionda e un pezzo di tessuto rosso svolazzante che sparivano oltre la soglia.




**




Passarono sei giorni, incluso il weekend, da quando Rachel aveva scoperto essere davvero Quinn la mittente del messaggio.


La bionda le aveva chiesto scusa per il suo comportamento e aveva confessato di non voler troncare un'amicizia sul nascere, perché pensava potessero diventare davvero buone amiche, ma doveva pur sempre salvaguardare la sua reputazione.


La mora capì il punto e da allora, entrambe avevano qualche strano rituale o il trucco da sistemare prima o dopo il pranzo, secondo i loro amici.


Invece si incontravano dietro gli spalti, nascoste da tutti, e parlavano di tutto.
 
 
Un bel legame si era instaurato.



Ma Quinn quel weekend non si era fatta sentire, non aveva risposto ai messaggi della Berry, e il lunedì a scuola l'aveva avvisata di non farlo mai più, perché qualcuno avrebbe potuto leggere e farsi domande.


E Rachel tollerò ancora. 
Come aveva tollerato il segreto del loro rapporto, i continui insulti della Lopez a cui Quinn assisteva passivamente, ma quello che non tollerò fu quando un giorno quegli energumeni della squadra di football lanciarono granite addosso a lei ed i suoi amici, e la bionda restò lì immobile, fingendo una risata, ma chiedendole scusa con lo sguardo.



Questa volta non sarebbe bastato.



Arrivò in ritardo e col fumo che usciva dalle orecchie dietro gli spalti dove Quinn già l'aspettava. 



"Hei sei arrivata finalmente" disse questa con un sorriso, che Rachel aveva scoperto col tempo disarmarla,  ma non quella volta.


"Sai com'è, i tuoi amici mi hanno costretta a trattenermi in bagno più del dovuto" iniziò irata. 



"Rachel ne abbiamo parlato... non posso farci niente e non possiamo negare la realtà dei fatti, ormai io sono quasi in cima alla gerarchia scolastica e tu-"


"E io sono una sfigata del glee club, lo so"


Quinn aprì bocca, per dire qualcosa di cui neanche lei era sicura, ma la piccola la precedette. 



"Sai cosa? Se non ci tieni abbastanza a me da salutarmi per i corridoi, o difendermi quando mi offendono o lanciano granite, o quando il tuo ragazzo ed il suo amico gettano Kurt nel cassonetto, o semplicemente da rispondermi ad un messaggio nel weekend per paura degli altri, non meriti né di stare in cima e tanto meno la mia considerazione. Tu sei una brutta persona Quinn Fabray"




Quinn restò interdetta.
Sapeva di non poter ribattere, era nel torto, ma avrebbe voluto dire qualcosa, una qualunque che facesse cambiare idea all'altra ragazza e a sé stessa.



Ma dalla bocca che aveva aperto per parlare, non uscì alcun suono.



E poté leggere la delusione e la rabbia negli occhi di Rachel, che non fece altro se non girare i tacchi ed andare via.




“Fai finta che tutto questo non sia mai esistito, perché io lo farò”


 
E Quinn sapeva che nessuna delle due avrebbe più cercato l'altra. 



Perché Rachel era nella ragione, e perché lei era una brutta persona.
 
 
 
 
 
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Salve a tutti, sono tornata come potete ben vedere!
 
 
Certo, se ancora c’è qualcuno che segue questa storia dopo mesi… ma comunque, se c’è qualcuno dall’altra parte, vi chiedo infinitamente perdono per la lunga, lunghissima assenza ed ecco a voi un altro capitolo, che non so se sarà il penultimo o terzultimo, di questa storia che si avvicina sempre più al termine, ma ho già il prossimo pronto quindi chissà, potrei pubblicarlo presto questa volta.
 
Per quanto riguarda il capitolo che avete appena letto, non so se sono soddisfatta, ma in ogni caso volevo che tutti ci affacciassimo brevemente su un primo tentativo d’approccio tra le due protagoniste, che a quanto pare hanno da sempre avuto lo stesso problema: i loro sentimenti e la società. Molto cliché direte voi, forse è vero, ma in ogni caso eccolo qui!
 
Non ho molto altro da dire, se non fatemi sapere che ne pensate.
 
 
Alla prossima! C:
   
 
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