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Autore: _Akimi    16/12/2015    3 recensioni
Partecipa al contest "Dear Diary" sul forum di EFP indetto da NeuPreussen.
"Quello di cui sono certo è che questa sensazione, quest' incomprensione che il mio animo si ritrova a provare, rappresenta quell'esatto momento in cui il bello mi pervade, in cui il bello diventa personale, incondivisibile e unico."
Genere: Generale, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Rei Ryugazaki
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Titolo: Ronri no koete (Oltre la logica)
Nome autore EFP: _Akimi
Numero parole: 915
Fandom: Free!
Personaggio: Rei Ryugazaki
Eventuale coppia: //
Rating: Verde
Genere: Generale, introspettivo.
Note: Dovrei fare una "piccola" premessa prima di presentare la mia one-shot. Inizio con il dire che ho evitato di raccontare un evento presente nella serie e non mi sono neppure cimentata in un AU.
Rei si ritrova a scrivere un diario per la scuola, ma ho immaginato che non l'avesse mai fatto in vita sua, trovandola un'attività troppo illogica. Per questo motivo, non parla ad un ipotetico amico immaginario, ma ad un pubblico, come se avesse necessità di preparare un discorso da esporre in modo del tutto formale, (anche se è ben consapevole che il Diario richieda, invece, un registro informale.) prendendo quasi la forma di una pubblicazione scientifica.
Dal testo:
* 10%: E' diffusa una strana credenza che porta molti a pensare che siamo capaci di utilizzare al massimo il 10% del nostro cervello. Il realtà, quest'ipotesi è stata smentita per diversi motivi tra cui il fatto che, mentre dormiamo, ogni parte del cervello registri un livello di attività e che in genere, ogni area differente di esso ci permetta di compiere diverse azioni.
*Susano'o: nella parte in cui viene citata la divinità, ho inserito il tipico confronto tra Fede e Scienza, mi sono ispirata lievemente ai concetti spiegati in alcune opere di Galileo Galilei.
*la descrizione di bellezza/estetica: A grandi linee, ho ripreso il concetto che Immanuel Kant espone nella sua Critica del Giudizio, ovvero che il bello è basato da ciò che noi avvertiamo, che non esistono regole per l'estetica e che il sublime, invece, incuta timore. (e nel caso di Rei, confusione e incomprensione.)
*ipocriti lettori!: è un riferimento ad "Al lettore" di Baudelaire che accusava il tipico borghese annoiato del suo tempo, marcando il distacco tra autore e lettore.
Nel caso di Rei, si intende una lontananza tra autore razionale e potenziale lettore sentimentale/emotivo.
Non studio né filosofia né psicologia, (e neanche fisica/chimica, a dire il vero...), quindi se ci sono delle inesattezze, mi scuso in anticipo.
 

論理 の 超えて
Ronri no koete


 
ReiPer consuetudine, direste voi, la forma più appropriata per cominciare uno scritto informale di questo genere richiede un'introduzione semplice e piuttosto comune; di conseguenza, "Caro Diario" dovrebbero risultare le mie parole d'apertura per quello che è, purtroppo, un compito che avrei caldamente evitato.
Mi definisco un ragazzo che porta a termine i propri incarichi, altrimenti ne andrebbe della mia media scolastica, per questo preferisco non esternare il mio disaccordo nei confronti di questo progetto, anche se la mia fondata ritrosia aiuterebbe a riempire queste pagine bianche che, in alternativa, finirebbero con il contenere argomenti che dubito possiate capire.
Non fraintendetemi, - sempre che io mi stia riferendo ad un pubblico di tanti e non ad un singolo individuo - ma temo che le mie ipotesi possano sfuggire alla mente di molti.
Non per questo voglio sottovalutarvi, né tanto meno favorire la sciocca credenza sostenente che le capacità intellettuali umane siano circoscritte ad una percentuale pari al 10%.
In ogni modo, conoscendomi piuttosto bene, credo di poter dare un'occasione a questa attività voluta dalla mia professoressa: esplicitare i miei pensieri, in questo caso in forma scritta, potrebbe aiutarvi a comprendere al meglio il mio metodo di ragionamento, approfondendo su ciò che ritengo interessante da esporre a qualcuno, o almeno, spero in un potenziale giudizio positivo da parte vostra.


Sostengo che ognuno di noi abbia una diversa natura e che quest'ultima non possa essere scelta, ma non per questo essa deve risultare completamente immutabile; la forza di volontà contribuisce in piccola parte al variare delle nostre vite perchè, secondo il mio parere personale, la razionalità è l'elemento essenziale per poter comprendere nella sua totalità la condotta umana.
Per essere più chiari:
Io, Ryugazaki Rei, convinto sostenitore di qualsiasi metodo che implichi la logica, ritengo il modo di vivere di molti, troppi individui, basato su princìpi che non permettono di sfruttare al meglio le abilità umane legate all'intelletto stesso che, in linee universali, la nostra specie è riuscita a migliorare in un arco di lunghi anni di storia.


Con questo mio minimale scritto vorrei trattare una delle tante materie che ha suscitato problemi per molte persone che, come me, si considerano di natura strettamente razionale.
Mi sono domandato su quale base scientifica io potessi classificare alcuni elementi della natura: sappiamo con certezza che alcuni fenomeni dapprima considerati sconosciuti, ora hanno una spiegazione chiaramente legata al campo della fisica o della chimica; citandone un esempio: un seguace della religione shintoista può affermare, secondo il proprio culto, che un comune fulmine sia, in realtà, il volere della dività chiamata Susano'o che, in quanto creatura sovrumana, ha il controllo delle tempeste e del vento.
Se osservassimo lo stesso "comune fulmine" sotto una visione prettamente scientifica, diremmo invece che una saetta non è altro che una manifestazione verificatasi da una scarica elettrica tra due oggetti con un potenziale elettrostatico differente o del tutto opposto.
Con questo voglio dire che, se proiettassimo questo esempio in altri ambiti, non sempre riusciremmo a trovare una spiegazione personale - che sia legata all'affettività o alla propria fede - e una accertata attraverso metodi scientifici.


Alla domanda:
Come fare a descrivere e quantificare la bellezza?
Io stesso non riesco a trovare risposta.


Si crede, molto spesso, che la bellezza intesa come canone, non sia il realtà un'unità di misura, quindi risulta imponderabile, non legata ad un conseguirsi di valori numerici che troveremmo, invece, in misure come la lunghezza o la densità.
Eppure, accertato di non poterne misurare l'intensità, come potremmo trovare una definizione per descriverla?


Ho domandato cosa fosse, questa misteriosa bellezza, e le risposte sono risultate differenti l'una dall'altra: una parola, per alcuni è bastata una parola per riuscire a racchiudere un concetto così vasto, altri, invece, hanno affermato di non poterlo dire con certezza, poteva essere un momento, una persona, un ricordo, ma nulla di tutto questo risultava seguire uno standard dettato dalla Scienza.
Avendo raccolto così tante testimonianze diverse, pensavo di essere arrivato alle conclusioni della mia argomentazione, pur sapendo che finire un lavoro così impegnativo comprendesse un ultimo dato, il più difficile da trovare dopo aver conosciuto correnti opposte: la mia opinione.
Sì, perchè per quanto sia stato interessante ascoltare gli altri, riflettere sul proprio pensiero, sulla propria visione a riguardo della bellezza, mi ha portato a dover combattere contro un senso di confusione che non avevo mai provato prima di questo momento.


La bellezza potrebbe essere tutto, quel Tutto che la scienza considera come Infinito: quest'ultimo è un concetto che si ripete, si auto genera e prosegue lungo quella che è una via astratta, non solo indescrivibile, ma che altera tutto ciò che l'uomo ha scoperto fino al nostro secolo.
La bellezza supera schemi predefiniti, sconvolge, coinvolge e mi porta a pensare, o meglio, a cercare di pensare ad un qualcosa che, in realtà, non riesco e non voglio più definire.
Quello di cui sono certo è che questa sensazione, quest' incomprensione che il mio animo si ritrova a provare, rappresenta quell'esatto momento in cui il bello mi pervade, in cui il bello diventa personale, incondivisibile e unico.


L'estetica oltre la fisica, l'armonia oltre l'equilibrio scientifico.
Credo di poterla considerare come la mia prima sconfitta in ambito logico, anche se potrei approfondire a riguardo nei giorni successivi...


No, so a cosa state alludendo, ipocriti lettori! Non pensiate che mi stia abituando all'idea di scrivere questo maledetto diario, la mia razionalità non sconfinerà in campi privi di ragione ancora a lungo, motivo che mi porta a desiderare di allontarmi al più presto dalla mia scrivania.
Mi aspetta una giornata ardua, ma non aspettatevi che io riempa una nuova pagina d'inchiostro l'indomani per raccontarla...


 
Ryugazaki Rei



 
ANGOLO DELL'AUTRICE
Ed eccomi con una piccola fanfic tutta dedicata al mio personaggio preferito di Free. Ho approfittato di questo contest per tentare di scrivere in prima persona, anche se i diari sono sempre stati il mio più grande punto debole. Non ho avuto particolari problemi ad immaginare il modo di pensare di Rei, dato che è similissimo al mio ed è per questo che mi rispecchio molto spesso in lui. Ho sempre pensato che una qualsiasi persona razionale avesse il vantaggio di poter giudicare ogni situazione con oggettività, credo sia la più grande dote che noi persone seguaci del pensiero logico abbiamo; il problema comincia a manifestarsi in casi come questo: ho voluto vagamente citare concetti di filosofia, ma alla fine la definizione di bellezza (sempre se esista o meno) non può rientrare in nessun campo razionale.
Avrei voluto postare la fanfic il 14, ma ho dovuto aspettare conferma >w< Quindi prendetela anche come una sorta di piccola storia per il compleanno di Rei :3
Alla prossima!

Link dell'artista PIXIV


 
  
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