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Autore: MaryS5    17/12/2015    0 recensioni
Per motivi burocratici i cercatori sono costretti ad andare in Olanda. Però non sarà una vacanza piacevole come alcuni di loro avevano immaginato.
Ringrazio chi ha deciso di dare un’occhiata a questa piccola storia.
Genere: Drammatico, Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Den Fears, Harrison Fears, Lok Lambert, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Le nuvole scorrevano lente tra quel meraviglioso paesaggio azzurro e nebuloso. Qualche volta piccoli pezzettini di terra verde si intravedevano dalla foschia oppure fievoli raggi di luce squarciavano il cielo.

Lok stava con il viso schiacciato sul finestrino alla sua destra e guardava con noncuranza il paesaggio sottostante.
Sophie, accanto a lui, seduta elegantemente, leggeva un libro dalla copertina blu, molto spesso e sembrava non voler dare retta a nessuno.
Dan invece, alla sinistra della ragazza dava l’impressione di giocare con un videogame datogli dall’hostess, ma visto il punteggio ottenuto nel gioco e l’indifferenza nel giocarci o anche nel prestargli attenzione, scuramente stava facendo altro: forse guardava Sophie, oppure il finestrino accanto a Lok, sta di fatto che il giochino non stava ottenendo tutta la sua attenzione.
Nella fila avanti c’era Zhalia, vicino al finestrino, che guardava anch’essa il paesaggio, ma al contrario del ragazzo biondo non era stravaccata nel sedile grigiastro, stava invece a braccia conserte e con un’espressione concentrata, forse sui suoi pensieri.
Dante era accanto a lei e studiava esasperato delle carte disordinate sulle sue gambe. Harrison stava guardando annoiato lo stretto corridoio, a volte spostava lo sguardo sui passeggeri, oppure sul lungo tappetino rosso pieno buchi, o ancora alla borsa che pendeva sulla testa di un omone addormentato.

Lok sbuffò per attirare l’attenzione, ma nessuno sembrava averlo sentito. Si drizzò sul posto e sbuffò ancora guardando gli amici che sembravano ignorarlo di proposito. << qualcuno vuole ricordarmi perché stiamo andando a Rotterdam?! >> chiese.
<< te l’avrò già detto un miliardo di volte!! Stiamo andando a Rotterdam perché dobbiamo garantire alla direttrice dell’orfanotrofio di Dan e Harrison che sono sotto la nostra tutela! >> rispose Dante esasperato.
<< e perché sono venuto anch’io? >> chiese ancora.
Sophie gli lanciò una terribile occhiataccia che lui sembrò non notare. << sei venuto anche tu perché dopo questa faccenda Metz vorrebbe affidarci una missione e le tue capacità sono necessarie >> rispose ancora una volta l’uomo abbandonando, rassegnato, gli appunti. << pensavo ti piacesse viaggiare " grande avventuriero"! >> lo canzonò Sophie.
<< dai una vacanza gratis!! Paga tutto la fondazione!! Che puoi chiedere di meglio!?! >> lo invogliò Dan.
Il ragazzo biondo sbuffò ancora e Harrison si voltò a guardarli.
<< se è per questo, nemmeno io volevo venire!>> li interruppe Sophie << ora che abbiamo finito il liceo devo darmi da fare all’università e questo viaggio non aiuterà affatto i miei progressi nello studio >> chiuse il libro e lo rimise nella borsa.

<< perché non abbiamo portato anche Cherit!? >> continuò ancora Lok ignorando la ragazza. << dobbiamo ripeterti le stesse cose? >> si intromise Zhalia << Cherit non può venire perché darebbe troppo nell’occhio e poi alla fondazione hanno più bisogno di lui in questo momento …>> << se, se …>> .
Lok era stufo di sentirselo dire, ma non poteva fare a meno di chiedere, solo per spezzare quel momento di noia.
<< non preoccuparti! Tra poco arriveremo! Pensa ai lati positivi : andremo a stare in una casa tutta nostra, vero Dante?>> si unì Harrison. << si, Metz l’ha affittata apposta per noi ed è molto grande, così tutti voi potete fare quello che vi pare senza disturbarmi >> << e se volessimo girare un po’ la città? >> chiese Dan.
<< Ci hanno messo a disposizione delle macchine, ma nessuno di voi le può guidare tranne me e Zhalia >>. << Hey !!! io ho diciannove anni ed ho la patente, tecnicamente posso andare dove voglio!>> si lamentò Lok.
<< si, ma le macchine sono state prese solo per noi due >> insisté Dante. << così non è giusto!!! >> il ragazzo si mise a braccia incrociate e lo guardò storto.
<< ti prometto che se farai il bravo ti lascerò fare un giro >> sospirò l’uomo, mentre il ragazzo si sistemava nel sedile soddisfatto e i due fratelli ridevano.

<< buona sera. Vi preghiamo di indossare le cinture di sicurezza, l’aereo sta per atterrare a destinazione. Grazie >>
<< finalmente >> borbottò il biondo sistemandosi la cintura.



Rotterdam, Olanda:

Il pulmino si fermò a destinazione e, una volta scesi tutti e presi i bagagli, Dante pagò l’autista e lo ringraziò per la disponibilità.

<< “Villa dei sogni” ! buffo! >> sorrise Dan, << cos’è buffo? >> chiese Sophie osservando l’insegna della villa insieme a tutti gli altri.
<< beh … >> cercò di spiegare imbarazzato il ragazzino, << siamo venuti qui per accordare la nostra tutela e vivere con voi è il nostro sogno, quindi … >> disse arrossendo.
<< fratellino … solo tu riesci a trovare simili similitudini >> lo prese in giro Harrison. Evidentemente Dan non capì il tono di voce, visto che entrò nella villa tutto tronfio.

La casa presentava un grande giardino all’ingresso, molto accogliente, contornato da alberelli, fiori e piante di tutti i tipi che emanavano un profumo quasi stordente. La costruzione sembrava abbastanza grande dall’esterno e all’interno non si dimostrò da meno.
Appena entrati un grande salone li circondava, c’erano divani e poltrone ai lati, una bella tv al plasma, qualche vaso di fiori e un muretto che separava la stanza dalla cucina, anch’essa elegantemente decorata. Il tutto era messo il risalto dal colore chiaro delle pareti che rendevano le stanze molto luminose.
<< allora ragazzi! >> li chiamò a se Dante, << ognuno ha la propria stanza, tranne Dan e Harrison che la condivideranno >> spiegò distribuendo le chiavi, << le camere sono al piano di sopra, le scale vicino la cucina. C’è un seminterrato con un tavolo da biliardo, se volete giocare, c’è un giardino grandissimo fuori con un campetto da Basket e qualche amaca. Si può uscire in giardino o dalla cucina o da qui, entrambe le vie portano al retro: dall’ingresso principale o dalla porta a vetri alla mia destra >> disse indicandola.
<< c’è un bagno in questo piano, nel seminterrato e due sopra: uno lo useranno le ragazze, l’altro i ragazzi. Nel frigo c’è il necessario, se non va bene andremo a comprare qualcosa. Qui in giro, soprattutto nel seminterrato, c’è qualche gioco. Tutto chiaro? Qualche domanda? >>
<< ti sei organizzato bene!>> osservò Zhalia. << quando si mangia? >> chiese Dan scherzando.
<< dove sono le macchine? >> chiese Lok sognante. << sono nel garage ma … >> Dante non ebbe nemmeno il tempo di rispondere che il ragazzo si era già fiondato fuori abbandonando il suo borsone.
<< aspetta!! Voi sistematevi di sopra, domani vedremmo il da farsi >> disse il mentore seguendo Lok. << Lok! Lok fermo!! >> ma era troppo tardi, il ragazzo era già entrato nella stanza attraverso la porta di servizio.

<< ohhhh, è bellissima! >> constatò osservando ammirato la prima macchina. << si, ma ti ho già detto che tu non hai il permesso di … >> << è una Bmw sezione i8 coupe? >> chiese interrompendolo, non smettendo di osservare e sfiorare con i polpastrelli il veicolo nero metallizzato.
Dante non poté fare a meno di annuire e osservare la sua curiosità. Era da poco che Lok aveva acquisito quella passione per le macchine, forse da quando aveva preso la patente, molti pensavano che fosse una fase di passaggio e speravano che ne uscisse in fretta, perché era difficile sentir parlare Lok sempre di macchine.

Accanto alla Bmw nera c’era una familiare grigia a otto posti, molto comoda ma non dava lo stesso brivido. << quando potrò guidarla? >> chiese impaziente. << chi ti ha detto che potrai guidarla?! >> << sei stato tu!! Hai detto che se mi fossi comportato bene avrei … >>
<< va bene! Va bene!! Hai ragione. Cercherò di lasciarla disponibile, ma non ti garantisco niente. >> acconsentì in mentore.
<< GRAZIE!! Grazie!! >> disse l’altro correndo via e lasciandogli una potente pacca sulla spalla.

Le stanze al piano di sopra erano grandi e molto luminose. I cercatori sistemarono i loro effetti personali, scesero a fare una cena veloce e si divisero ognuno nel proprio alloggio concordandosi di trovarsi tutti alle sette in punto a colazione.
L’indomani, puntuali o meno, riuscirono a ritrovarsi in macchina per le nove, dovevano andare a fare un primo sopralluogo all’orfanotrofio.

Quel posto era esattamente come i due fratelli e Zhalia lo ricordavano, non era cambiato di una virgola, tranne la direttrice forse, che era più vecchia e brutta che mai.
Dan, Harrison, Zhalia e Dante dovettero rinchiudersi nell’ufficio della donna per accordare le ore di trattazione e per prendersi la provvisoria responsabilità dei ragazzi. Sophie e Lok invece ne approfittarono per fare un giretto.

<< che brutto posto >> costatò la ragazza indicando le pareti grigie e sporche. << tutto sommato sono stata fortunata a non essere stata messa in un posto come questo >>.
Era vero, sia Sophie che Zhalia che i due fratelli avevano perso entrambi i genitori e Lok non si era mai reso conto, fino ad allora, di quanto fosse stato fortunato a vivere in una casa accogliente con sua madre e sua sorella.
A volte si sentiva un po’ egoista quando parlava di suo padre. Gli dispiaceva che solo lui avesse una seconda possibilità.
Desiderava conoscere, sotto grandi linee, anche l’infanzia di Dante, per ricevere una specie di sostegno, ma l’uomo declinava la domanda ogni volta che gli veniva posta o cambiava argomento e Lok non ne sapeva proprio il motivo.

<< già >> il ragazzo non sapeva che altro dire per allentare la tensione che lui stesso aveva creato. Rimasero quindi a camminare per i corridoi in silenzio, limitandosi a fare qualche commento sulle stanze che incrociavano.
<< almeno ci sono pochi residenti, no? >> disse Lok riferendosi ai bambini. << si, è vero, ma non penso che la maggior parte avranno la possibilità di essere adottati. Sono troppo grandi. >> dibatté l’altra. << chi lo sa, tutti loro hanno una possibilità. La gente buona esiste ed esiste per loro >>, lei gli rivolse un sorriso commosso.

Uscirono nel giardinetto trascurato, dove alcuni bambini stavano giocando in gruppi, sorvegliati da una giovane donna che li coinvolgeva in qualche attività.
Mentre passeggiavano osservavano minuziosamente ogni dettaglio: l’abbigliamento dei bambini, il muretto crollato per metà, l’erba scura sotto una dolce coltre di neve gelida, le altalene ghiacciate e le altre cose che attiravano la loro attenzione.
Improvvisamente un piccolo bambino, forse di tre anni, corse verso di loro e gli si fermò davanti. << Ciao!! >> li salutò affettuosamente mostrando un dolce sorriso sdentato. << ciao! >> risposero loro all’unisono.
Il piccolo aveva i capelli di un colore rosso acceso che si notava nonostante la sua testa fosse, in parte, coperta da un cappellino verde. Le lentiggini risaltavano sul suo visino tondo così come i sui capelli sulla neve candida.

Prima che qualcuno dei due potesse dire qualcosa il bambino chiese speranzoso: << siete venuti per adottare qualcuno ?! >> .
I ragazzi arrossirono velocemente e si guardarono imbarazzati, non volevano deluderlo. << è che siamo un po’ giovani e … >> << io sono bravo, se volete potete prendere me, ma se volete dovete prendere anche mia sorella perché io non la lascio. Però potete anche prendere Marco, è da tanto che vuole essere adottato ed ha aspettato molto. Oppure Giorgia che … >> continuò tutto d’un fiato.
<< tesoro, ascolta… >> lo interruppe Sophie accovacciandosi davanti a lui e prendendo le sue manine calde fasciate dai guanti. << non siamo venuti per adottare qualcuno, mi dispiace. >> << è perché non volete me, vero?! >> urlò mentre gli occhi gli si riempivano di lacrime.
<< no! No! Noi non …>> << scusatelo!! >> una voce femminile interruppe Lok.
Una ragazzina verso i dieci anni e con gli stessi capelli rossi corse verso di loro e prese il piccolo per le spalle. << lui ci spera sempre, ma non sa che non tutti sono disposti ad adottare >>. La guardarono ancora imbarazzati. << sei sua sorella? >> chiese Lok. << si >> << mi raccomando resta vicino al tuo fratellino, lui ha molto bisogno di te >> continuò il ragazzo. << lo so, ci sto molto attenta, l’ho promesso alla mia mamma e io mantengo sempre le promesse >>.
<< brava! >> la elogiò la cercatrice. << vedi, ti dico questo perché anch’io ho una sorella più grande e le voglio tanto bene, siamo molto legati … >> << dov’è adesso? >> gli chiese la bambina. << beh … ora è a casa sua, con il tempo siamo andati a vivere in posti diversi, ma non vuol dire che ci vogliamo meno bene>>.
<< io e Silvia non ci separiamo mai!! Nemmeno da grandi!! >> disse il piccolo abbracciando la sorella e i due cercatori sorrisero.
<< ora dobbiamo andare, ciao! >> disse la ragazzina allontanandosi e trascinando con se il bambino.

Però il piccolo si dimenò dalla presa della sorella e corse ancora verso di loro, ma questa volta la sorella lo lasciò fare e si allontanò comunque sapendo che presto l’avrebbe seguita.
<< scusate per quello che ho detto >> disse dispiaciuto. Sophie si accovacciò di nuovo. << sei un bambino molto coraggioso, lo sai? >> << grazie >> il piccolo arrossì e la ragazza continuò << è nobile da parte tua preferire che i tuoi compagni trovino una famiglia prima di te >>, << è che so cosa si prova e non è bello, così preferisco che prima escono loro >> spiegò il piccolo, mentre i due sorridevano.
Senza nessun preavviso il piccolo rosso abbracciò la ragazza. << sono sicuro che quando volete dei bambini sarete dei bravi mamma e papà >> disse un volta sciolto l’abbraccio guardando entrambi, poi corse a giocare.

I ragazzi si guardarono stupiti e imbarazzati.
 << hey!! >> Dan correva verso di loro seguito dagli altri, << vi siete divertiti mentre noi non c’eravamo, eh? >> disse guardando il bambini che giocavano.
<< veramente noi … >> << hanno accettato la nostra tutela provvisoria, almeno fino a domani sera >> li informò Harrison interrompendo Lok. << bene … ora che facciamo? >> Chiese Lok sperando di ricevere un certo consenso. << andiamo in centro? >> propose Sophie. << perché no? Su muoviamoci >> disse Dante avviandosi per primo.
Il biondo lanciò un’occhiataccia alla ragazza, ma li seguì comunque, aveva promesso di comportarsi bene.
Dopo un’estenuante giornata di shopping, infreddoliti, tornarono alla villa, pronti affrontare un’altra giornata difficile.

Anche se i due fratelli non lo dicevano avevano molta paura di perdere la causa, l’avvocato non si era presentato, anche se per quel giorno non ce ne era stato bisogno.
Evitavano anche di parlare delle loro paure fra loro, non volevano demoralizzarsi.

Il mattino lo passarono tranquillamente; giocarono un po’ a basket , anche se presero delle botte tremende perché il terreno era ghiacciato, a biliardo a carte e ad altri giochi da tavolo trovati per la casa. Non avevano molta voglia di uscire visto il brutto tempo.
Trovarono anche qualche minuto per allenarsi; Dan migliorava considerevolmente.
Il pomeriggio invece dovettero ritornare in orfanotrofio, ma non conclusero niente visto che l’avvocato non si presentò nemmeno per quell’occasione.

Dante era furioso, continuava a chiamare l’avvocato, si lamentava con Metz e si arrabbiava per ogni piccola casa. Tutto sommato aveva ragione, quella era una questione delicata e c’era bisogno di tutto l’aiuto possibile.
Il secondo giorno fu lo stesso risultato così Metz mandò un altro avvocato che l’indomani si sarebbe presentato all’udienza. Il giorno stabilito l’ansia era palpabile, nessuno parlò per tutta la mattina, quella non era certo l’ultimo incontro, ma era altrettanto importante.

<< non preoccupatevi, andrà bene >> disse Sophie davanti all’ingresso. Lei e Lok avevano deciso di rimanere in casa, non volevano essere d’intralcio, mentre Zhalia aveva promesso a Harrison che sarebbe venuta.
<< grazie Sophie >> Dan era lieto del suo sostegno, non altrettanto di quello di Lok che era molto di cattivo umore. << dai Lok i ragazzi hanno bisogno del tuo sorriso >> disse Zhalia, << scusate ragazzi è che vorrei trovare un modo per distrarmi da questa faccenda. Sono un po’ nervoso, ma sono sicuro che andrà magnificamente. >> e si sforzò di fare un sorriso.
<< forse c’è qualcosa che ti potrebbe alzare il morale >> suggerì Dante mostrando le chiavi della Bmw.
La faccia che fece il ragazzo in quel momento fece ridere tutti.

<< buona fortuna!! >> urlarono in coro i due ragazzi mentre gli altri si allontanavano in macchina, dopo di ché entrarono in casa per via del gelo.
Lok salì in camera, mentre Sophie ne approfittò per studiare un po’ sul comodo divano all’ingresso, con una calda coperta rossa.
<< ti va di fare un giro? >> gli chiese quello una volta sceso sventolando le chiavi.

Si era già preparato per uscire, con un maglione, i soliti jeans e un giubbotto comodo .
<< no, scusa. Vorrei approfittarne per studiare un po’ >> << capito … allora io vado. Tornerò prima di cena. >> << aspetta, sei sicuro di voler uscire? Il tempo non è dei migliori …>> << certo! Dovrò pure fare qualcosa e poi questa potrebbe essere la mia unica possibilità di guidare quel gioiellino >> << ok, allora vai. A stasera >>, << Ciao!! >> e uscì eccitato dalla porta.

Fuori c’era un po’ di freddo, ma non ci badò. Aprì la macchina con il telecomando ed entrò lentamente, cercando di assaporare per bene il momento.
Accarezzò con cura il volante prima di infilare la chiave e fu piacevolmente sorpreso quando questo vibrò leggermente sotto i suoi palmi una volta acceso il motore. Senza aspettare ancora partì.

Sentiva qualcosa di stano nella macchina, forse nello sterzare, ma l’adrenalina che gli circolava nelle vene oscurava quel presentimento. Si sentiva libero mentre guidava. Gli alberi, le case, i lampioni, le strade, tutto lo superava a grande velocità, ma lui stava comodo sul sedile con un grande sorriso stampato in faccia. Sentiva lo stomaco in subbuglio mentre cambiava marcia o girava lo sterzo, ma presto queste fantastiche sensazioni sparirono.
Il silenzio nella macchina non poteva fare a meno di portargli alla mente le preoccupazioni sul processo. Teneva moltissimo a Dan e non voleva separarsi da lui era diventato il suo migliore amico.
Per non ascoltare i suoi pensieri accese la radio e alzò il volume al massimo. Guidò fino al confine della città quando decise di tornare, visto che ormai si trovava su ripide collinette. Si era fatto buio, il vento si stava alzando, la strada era deserta. Decise di prendere una piccola stradina per girare e tornare indietro, prima di immettersi però notò un cartello di rischio frane, ma non ci fece molto caso, ormai nevicava.
Spense di colpo la radio: le ruote facevano uno strano rumore, sembrava si stessero sgonfiando, ma non era possibile, così ad una curva rallentò la corsa, soprattutto perché la strada era ghiacciata. Lui suppose che fosse per quel motivo che le ruote scricchiolavano in modo strano, oppure era per i trucioli sparsi ovunque.
Proprio quando era al centro della curva sentì un botto enorme che lo fece sobbalzare. Poi un altro ancora più forte e perse il controllo dell’auto, non riusciva più a sterzare.
Per la paura fece la cosa più istintiva che gli passò per la mente: frenare, ma pochi secondi dopo si rese conto che aveva fatto una pazzia.
La macchina slittò dritta verso il burrone sotto la curva e Lok riuscì solo ad urlare: << Honorguard!! >> prima di crollare nel vuoto.







Angolo dell’autrice:
Salve a tutti.
Mi dispiace se questa storia vi sta sembrando banale, ho cercato di raggruppare bene le mie idee per farne uscire qualcosa di buono, ma sono arrivata solo a questo ( ed ho paura di essere giunta al limite delle mie capacità).
Se ne avete vi prego di darmi qualche consiglio.
Grazie.
  
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