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Autore: carocrazymofo    18/12/2015    0 recensioni
Mi sono sentita triste perchè vorrei che qualcuno mi baciasse e che io non me lo aspettassi, perchè la sera per addormentarmi penso a ciò che vorrei accadesse, momento per momento, come se fosse un film, e per il tempo in cui lo immagino sembra quasi vero, ma non lo è e questo è ancora più triste. Sono sicura che un sacco di gente lo faccia, immaginare ciò che vorrebbe accadesse e a me piace farlo e vorrei tanto che tutto ciò che penso accadesse e non poter fare niente mi fa sentire impotente.
Comunque, tra una settimana è Natale, oggi ho visto un episodio di Grey's Maledetto Anatomy in cui era Natale e sono triste, perciò ho deciso che, dato che non ho l'amore e non posso (o non so) fare niente per averlo oltre che immaginarlo prima di addormentarmi, oggi scrivo qualcosa di felice.
Genere: Fluff, Generale, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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Vivo a Londra da due mesi, con sette coinquilini in una casa troppo piccola. Lavoro 50 ore a settimana in uno dei 14 ristoranti di Gordon Ramsay. Quando sono arrivata qui ero completamente da sola ma per fortuna ho subito fatto amicizia con i miei coiquilini, con tre di loro in particolare; due di questi ora stanno insieme grazie a me.
Comunque. Un giorno in una delle mie prime settimane ho scritto ad un ragazzo che non avevo mai visto ne sentito nominare, un amico del mio migliore amico, e l'ho fatto solo perchè lui, il mio migliore amico, voleva che avessi qualcuno su cui potessi contare sempre ora che vivo qui a Londra, così per farlo felice, dato che questo ragazzo, Giacomo, vive anche lui qui da un anno, gli ho scritto.
Ci siamo visti, abbiamo passato delle belle giornate insieme, abbiamo pranzato, ci siamo sbronzati insieme, siamo andati a ballare ad Halloween, abbiamo girato per Portobello Road, ho visto casa sua e tante altre cose e alla fine lui è finito per piacermi.
Sono stata abbastanza male per lui perchè lui non ha alcun interesse per me, o almeno in un primo momento pensavo di si, fino a quando ho scoperto che ha una ragazza in Italia. Comunque, lui mi ha trovato il posto di lavoro da Ramsay, stesso posto dove lui fa il barman, e così da un mese a questa parte lavoriamo insieme. Non ci sentiamo più nè usciamo insieme, ma lavoriamo insieme ogni giorno, a malapena rivolgendoci la parola, ma pazienza. Ho capito di non poter fare nulla, così l'unica cosa che faccio e cercare di non pensarci; mi limito a salutarlo e a chiacchierci qualche volta se capita. 
Comunque, andando avanti, da un po' ho fatto amicizia con uno dei mille chef del ristorante. Io quando sento la parola chef mi immagino un signore barbuto e grosso di 50 anni, ma da quando lavoro qui ho capito che chef può essere anche un ragazza di 23 anni piena di tatuaggi, che parla romano e ascolta Drake; il "mio" chef infatti, quello di cui sto per parlare, è un ragazzo italiano, penso sulla ventina, di nome Davide.
Ci siamo conosciuti per caso perchè un giorno io avevo dimenticato la mia tessera elettronica per entrare a lavoro così sono stata 10 minuti fuori dalla porta ad aspettare che arrivasse qualcuno ad aprirmi, e alla fine è arrivato lui. Dato che ero in ritardo l'ho a malapena ringraziato quando mi ha aperto la porta con la sua tessera e lui mentre correvo per andare a cambiarmi mi ha chiesto urlando come mi chiamassi e io gli ho risposto urlando, poi lui mi ha ri-urlato un "piacere, Davide" e io gli ho ri-urlato un "piacere mio". Abbiamo urlato abbastanza infatti qualcuno si è girato a guardarci male, ma vabbè. 
Da allora ogni volta che entro in cucina per rubare qualcosa da mangiare o anche solo per allontanarmi due secondi dalla sala piena di gente cerco lui e chiacchieriamo, e ogni giorno alle 4:30 durante il break mi siedo sulle scale nel retrobottega e aspetto che lui arrivi con il cibo per noi dello staff e finalmente ho iniziato a non pensare più a Giacomo.
Così adesso penso a Davide.

A parte questa introduzione, tra una settimana è Natale, oggi non lavoravo, così ho visto una puntata di Grey's Anatomy. In questa puntata nel telefilm era Natale, c'era una versione ancora più lenta e malinconica di Silent Night in sottofondo, e Mark ha baciato Lexi, e Callie non ha perdonato Arizona, e Cristina ha pianto guardando il sole e così, come succede sempre quando finisco un episodio, mi sono sentita triste. Mi sono sentita triste perchè vorrei che qualcuno mi baciasse e che io non me lo aspettassi, perchè la sera per addormentarmi penso a ciò che vorrei accadesse, momento per momento, come se fosse un film, e per il tempo in cui lo immagino sembra quasi vero, ma non lo è e questo è ancora più triste. Sono sicura che un sacco di gente lo faccia, immaginare ciò che vorrebbe accadesse e a me piace farlo e vorrei tanto che tutto ciò che penso accadesse e non poter fare niente mi fa sentire impotente.
Comunque, tra una settimana è Natale, oggi ho visto un episodio di Grey's Maledetto Anatomy in cui era Natale e sono triste, perciò ho deciso che, dato che non ho l'amore e non posso (o non so) fare niente per averlo oltre che immaginarlo prima di addormentarmi, oggi scrivo qualcosa di felice.

(tutto gli elementi inseriti sono reali, a parte la "me" della storia, che nella mia mente e qui è una figa di nome Iza)
 
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I HAD A DREAM THE OTHER NIGHT

Quando le hanno detto che la festa sarebbe stata il 6 Gennaio, la prima cosa che Iza ha fatto è stata andare dal suo manager e chiedere come giorno di riposo il 7 Gennaio, perchè col cazzo che sarebbe andata a lavorare il giorno dopo la festa. La aspetta da settimane, ha davvero bisogno di questa festa, ha bisogno di stare ore davanti all'armadio e disperarsi nello scegliere cosa mettere, ha bisogno di truccarsi e struccarsi almeno 4 volte prima di optare per il semplicissimo eyeliner + rossetto rosso come sempre, ha bisogno di indossare altro che non sia la sua divisa camicia celeste + pantalone blu, ha bisogno di bere e ha bisogno di ballare, ha bisogno di divertirsi; ha bisogno di questa festa, e basta.
Questa fantomatica festa, comunque, è stata organizzata dal ristorante in cui Iza lavora, Bread Street Kitchen by Gordon Ramsay - il nome è solo Bread Street Kitchen ma fa figo aggiungere il nome di Gordon perchè se non lo fai sembra solo un altro qualsiasi ristorante - e sarà riservata solo ai dipendenti; il risotrante viene chiuso al pubblico, il bar viene illimitatamente aperto e la musica viene accesa. Può essere definita come regalo di Natale ai dipendenti che lavorano un minimo di 50 ore a settimana facendo kilometri al giorno su e giù per il ristorante, che devono servire e badare a clienti ricchi e ubriachi e che devono sorridere e annuire ad ogni cosa. 
Così Iza ha finito di lavorare alle 17 e ha dedicato le successive tre ore ai negozi, in cui ha speso un po' del suo stipendio appena ricevuto. E' tornata a casa, si è fatta la doccia, ha messo su la sua playlist "prep" - che nella sua mente contorta sta per "preparazione" - che contiene solo canzoni di cui non sa il testo perchè altrimenti finirebbe per cantarle tutte e perdere tempo, e si è vestita e truccata in un tempo record di un'ora e mezza. E' uscita, ha preso la Piccadilly Line, ha cambiato ad Holborn prendendo la Central Line ed è scesa a Saint Paul. Ora sono le 22:30 ed è finalmente arrivata.

Vedere il ristorante in cui lavora come lo sta vedendo adesso è stranissimo. Tutte le persone che vede in divisa e parlare con i clienti in maniera professionale ogni giorno sono qui già ubriache o quasi, la musica è quella che piace a lei, quella che puoi cantare e ballare contemporaneamente, con la quale puoi divertirti insieme a chiunque e non quella merda house senza ritmo. Nota che tutto è stato spostato: i tavoli sono stati tolti, le postazioni dove normalmente vanno i bicchieri da vino ora sono occupate da cibo già quasi finito e bicchieri mezzi pieni o già vuoti. Lascia il cappotto dove di solito appende quello dei clienti e decide di andare a cercare qualcuno con cui può chiacchierare o bere perchè non intende passare questa serata da sola. 
Camminando saluta tutti, i camerieri, i commis, qualche barista, l'head-chef e addirittura un paio di manager. Arriva al bar e dietro al bancone ci sono dei ragazzi che non ha mai visto e suppone siano stati assunti apposta per la festa e in più un paio di suoi colleghi barman, Laurant, il francese che non parla con nessuno, e Oscar, il ragazzo spagnolo che da quando Iza lavora lì è diventanto il suo più grande amico, che le corregge i caffè con la vodka quando è sera tardi e il ristorante è mezzo vuoto, o che le conserva e le fa bere tutti i cocktails fatti per errore o fatti anche apposta per lei a volte, e inoltre l'unico a sapere e ad ascoltarla parlare di Davide.

"Hola Oscar"
"Hola chica" la saluta Oscar mentre fa volare in aria uno degli shaker. Da come lo prende al volo capisce che non ha bevuto niente, oltre al fatto che Oscar odia bere - un barman che odia bere è come dire un macellaio vegetariano. "Que pasa?"
"Pasa che voglio bere, perciò mi fai qualche dolce e super alcolico cocktail ora che posso finalemente bere senza dovermi nascondere dietro al bancone?". Oscar scoppia a ridere e annuisce. Dopo due minuti in cui Iza l'ha visto afferrare bottiglie dai nomi impronunciabili, mischiare spiriti dai colori strani e far volare shakers come se fosse la cosa più facile al mondo, un delizioso bicchiere pieno di un liquido lilla si è materializzato davanti a lei.
"Ecco a lei senorita"
"Gracias".

E' mezzanotte e Iza è ancora poggiata al bancone del bar a parlare con Oscar di quanto sarebbe bello scoprire le sirene.
"Immagina come sarebbe bello se fossi io, io quella che finalmente dice al mondo intero che aveva ragione e che quelle fottute sirene esistono in realtà e che devono mettersela tutti in quel po- che c'è?" Iza corruga la fronte perchè Oscar ha cambiato espressione e adesso sta sorridendo guardando un punto fisso dietro di lei, così si gira e Davide le sorride. 
E' la prima volta che lo vede senza la giacca bianca da chef e senza cappellino e ha i capelli più biondi di quanto pensasse e il maglione nero gli mette in evidenzia gli occhi celesti.
"Ciao"
"Ciao"
"Che stai bevendo?" le chiede indicando con lo sguardo il cocktail quasi finito; Iza guarda il bicchiere che tiene in mano e poi di nuovo Davide.
"Non lo so, qualcosa di lilla". Davide si mette a ridere e poi "Posso?" le chiede indicando lo sgabello accanto al suo e Iza annuisce.
"Ciao Oscar, prendo anche io la cosa lilla".

Dopo il cocktail lilla - che hanno scoperto chiamarsi Purple Bird - ce n'è stato uno verde - Sasha Green, gioco geniale e di pessimo gusto allo stesso tempo -e poi uno arancione - Tanggero- quindi ora Iza e Davde sono abbastanza alticci. 
Hanno parlato male di quasi tutti i loro colleghi e ora stanno cantando insieme una canzone degli One Republic seduti sul pavimento in un angolo del ristorante, spalla contro spalla, mentre il resto della gente balla e salta davanti a loro tempo della stessa canzone. Poi Davide si alza e le si posiziona davanti tendendole la mano.
"Andiamo a ballare" Iza la fissa e arrossisce, sorridendo.
"Non ho le forza di mettermi a saltare e farmi spingere da gente ubriaca"
"Non lo faremo, dai"
"Ma-" "Balla con me". Così Iza si arrende gli prende la mano. Davide la tira su dal pavimento e una volta arrivati in mezzo alla gente, mentre tutti quanti si muovono senza un ritmo preciso o semplicemente muovendo le braccia e saltando, lui le cinge un fianco con la mano libera, mentre l'altra, ancora intrecciata alla sua, la solleva, e iniziano a ballare lenti.
"Stiamo ballando un lento" è l'unica cosa che esce dalla bocca di Iza.
"Stiamo ballando un lento" sorride Davide. "Sei bellissima stasera comunque". Iza abbassa lo sguardo e arrossisce e nel momento in cui sta per rialzarlo e accorgersi del modo in cui Davide la stava guardando, quel modo, qualcuno di veramente imbecille rovina tutto vomitando esattamente accanto a loro. 
Immediatamente si allontanano, così come tutte le persone intorno a loro e tra chi urla "Tim sei un cretino!", chi fa video e foto e chi ride, l'imbecille continua a vomitare.
"Mio dio" Iza vorrebbe davvero ucciderlo, perchè le scarpe per cui aveva speso 54£ quello stesso giorno ora sono sporche di vomito, così come i pantaloni di Davide. Poi entrambi si guardano e scoppiano a ridere.
"Dai vieni con me" le dice Davide afferrandola per il polso e facendosi strada tra le persone. Arrivano dopo qualche minuto nel retrobottega, dopo ci sono decine di casse di alcolici e altre cose da retrobottega  tipo bicchieri, menù di riserva e pentole.
"Perchè siamo qui?"
"Perchè volevo allontanarmi da quella bolgia e stare un po' con te?"
"Pensavo che ci avessi portati qui per pulirci!" urla Iza e Davide si mette a ridere "sei un idiota" aggiunge e poi ride anche lei, arrendendosi e lasciandosi cadere sulle scale dove di solito spende i suoi break.
"Guarda cos'ho qui però?" le dice, tirando fuori da una delle casse una bottiglia di tequila nuova di zecca.
Iza sorride anche se non vorrebbe e allunga la mano. "Sei perdonato. Dà qua".

Non sanno che ore sono adesso, seduti sulle scale con la bottiglia di tequila mezza vuota.
"Sai, prima, prima che Tim vomitasse, stavo per baciarti" dice Davide ad un certo punto, come se stesse parlando di cosa ha fatto quella mattina, sorridendo, sicuro di sè. Iza arrossisce ovviamente, ma non abbassa lo sguardo, anzi, lo guarda negli occhi e sono davvero tanto azzurri.
"Davvero?"
"Si. Lo voglio fare da quando mi hai urlato il tuo nome, anzi da prima"
"Davvero?"
"Si. E voglio farlo anche ora"
"Ma siamo sporchi di vomito Davide! E siamo ubriachi!". Entrambi scoppiano a ridere senza però smettere si guardarsi, seduti lì sullo stesso gradino.
"Non mi interessa. Lo farei anche se fossi sobrio e appena uscito dalla doccia, lo farei comunque. Tu vuoi che lo faccia?". Iza annuisce e dopo poco Davide le prende il viso con le mani e lo avvicina al suo e si stanno baciando.
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Qui è dove riesco a far arrivare la mia fantasia prima di crollare addormentata. 
Potrei far giacere questa storia tra le mie altre così com'è per sempre o potrei continuarla con un secondo capitolo a seconda della mia tristezza futura. 
Questa fantomatica festa ci sarà davvero il 6 gennaio e vedremo come andrà nella realtà.
  
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