Storie originali > Fantasy
Ricorda la storia  |       
Autore: la luna nera    18/12/2015    10 recensioni
Un tempo esisteva un regno minuscolo e pacifico, affacciato sul gelido mare artico. Il Cuore di Ghiaccio, antico amuleto la cui origine si perde nella notte dei tempi, garantì pace e prosperità fino al giorno in cui il giovane erede al trono compì il gesto che avrebbe cancellato ogni cosa, compresa la sua memoria.
Una lunga avventura lo attende e lo fa vagare senza una meta ben precisa per le fredde lande gelate alla ricerca del suo sconosciuto passato. E il destino lo porta nel piccolo villaggio di Beflavik dove qualcosa sembra esserci veramente......
Genere: Avventura, Mistero, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
   >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A


LA LEGGENDA DEL CUORE DI GHIACCIO
 


 
 
Ai confini delle terre del nord, in un luogo non ben definito ed in un tempo imprecisato, esisteva il regno di Badeneisten.
La pace e l’armonia rendevano tutta la popolazione fiera di appartenere a quel modesto, ma felice paese. La vita non era semplicissima ed era spesso messa a dura prova dalle estreme condizioni atmosferiche. Nonostante questo, nessuno si scoraggiava e tutti facevano la loro parte perché ogni cosa procedesse nella giusta direzione.
Questo lembo di terra così remoto era governato dal saggio re Bondhus e dalla regina Senja che si adoperavano giorno dopo giorno per garantire pace e prosperità alla loro gente. I sovrani avevano un unico figlio il quale era stato battezzato con il nome di Burian seguendo scrupolosamente le interpretazioni degli oracoli del dio Odino da parte del venerabile Theon, il Grande Sacerdote della Kasta dei dodici Ministri del Nord. Ad una settimana dalla nascita del principino infatti il re e la regina organizzarono la solenne cerimonia in onore di Odino, il quale avrebbe battezzato con il sacro Fuoco del Nord l’erede al trono di Badeneisten, imponendogli il nome a lui gradito e fornendo attraverso l’oracolo quello che la vita avrebbe riservato al bambino.
Ed ecco che come il piccolo fu posto sull’altare ed il tempio fu inondato dai canti e dalle preghiere, due lingue di fuoco andarono a formare un cuore dalla purezza paragonabile al ghiaccio incontaminato. Tale visione si dissolse in una pioggia di scintille che si posarono sul bambino incidendo sul ciondolo che portava al collo il nome di Burian, il Vento del Nord.
Non era mai accaduto prima di allora che le lingue del fuoco di Odino generassero una simile visione, i Ministri cercarono negli antichi testi di Badeneisten tracce di quanto accaduto senza alcun risultato. Fu proprio il vecchio Theon ad interpretare il volere di Odino restando per lunghe notti ai gelidi venti polari in meditazione: nel principino si sarebbero concentrati i destini del regno intrecciandosi con l’immenso potere del Cuore di Ghiaccio, pietra di origine divina che dalla notte dei tempi garantisce prosperità e pace al regno di Badeneisten.
Come tutto questo avrebbe avuto luogo nessuno poteva saperlo.
 
Passarono gli anni, la vita scorreva tranquilla, la stagione dei ghiacci si alternava ciclicamente con la breve stagione del sole e solo la famiglia reale e la Kasta erano a  conoscenza dell’inquietante oracolo sul principino.
Questi aveva compiuto i dodici anni di età ed era stato affidato a Theon perché provvedesse alla sua educazione ed istruzione. Aveva un carattere ribelle e detestava dal profondo i libri e lo studio, ne combinava di tutti i colori mandando quotidianamente su tutte le furie i genitori ed il suo precettore. Non passava giorno che Burian si nascondesse in qualche stanza del castello per sottrarsi ai suoi doveri di erede al trono, a lui interessava solo sgattaiolare fuori e giocare nella neve.
 
Finché un giorno il destino prese la sua via.
 
Scappando ai continui richiami di Theon, Burian finì per nascondersi nella torre proibita del castello, quella denominata Svarta Dreka. Lassù, frugando dappertutto, si imbatté in un insolito oggetto a forma di bottiglia che sembrava vuoto nonostante fosse ermeticamente chiuso dal sigillo della Kasta. Il ragazzino, curioso com’era, tentò di aprire quel recipiente, ma il tappo non voleva saperne di uscire. Era tenuto stretto da corde color verde scuro, forse strappandole la bottiglia si sarebbe aperta. Ci mise tutta la forza di cui disponeva, ma rendendosi conto della nullità dei suoi sforzi afferrò il Pugnale di Bloch, appartenuto ai suoi antenati, e con un taglio netto recise la corda. Contemporaneamente il saggio Theon lo trovò e lo trascinò via tirandolo per l’orecchio, impossessandosi del Pugnale che lo scapestrato principino aveva sottratto poco prima dal Tempio di Odino presente nel palazzo. Quella bottiglia dal sigillo oramai compromesso, restò lì abbandonata e purtroppo pronta a scatenare una tempesta senza precedenti su Badeneisten.
 
Durante i sette giorni successivi all’accaduto per ordine dei sovrani, esasperati dall’irrequietezza del figlio ed ignari della sua bravata, il bambino restò in punizione sorvegliato a vista notte e giorno, mentre Theon e i membri della Kasta si ritirarono per tutto il tempo in meditazione nel Tempio di Odino.
Nell’aria si respirava nervosismo ed inquietudine, c’era il timore tangibile che qualcosa di grosso fosse in procinto di accadere e per questo, su consiglio dei Ministri del Nord, furono anticipati i tempi del fidanzamento ufficiale del principe Burian con colei che Odino aveva individuato come la giusta consorte e futura regina di Badeneisten.
 
“Cosa?! State scherzando spero!”
“Silenzio Burian!”
“Ma, padre, io ho solo dodici anni! Voglio godermi la vita, non attaccarmi una mocciosa alle spalle!”
“Taci! Se Odino ha deciso in questo modo, devi obbedire senza riserve. E’ l’unico modo per tentare di controbattere l’incombente minaccia la cui ombra si sta avvicinando alla nostra terra. Theon e i Ministri hanno visto tutto nel Fuoco del Nord!”
“Ma io…”
Con un gesto della mano il sovrano intimò il figlio scapestrato che non voleva sentire storie, quel che era deciso si doveva fare.
Il ragazzino chinò la testa, aveva dentro un tale rabbia che avrebbe preso a calci il mondo intero pur di non obbedire agli ordini di suo padre. Non appena ebbe il permesso di ritirarsi, se ne uscì nel cortile del palazzo sfogando con calci e pugni nella neve tutto la rabbia e il disappunto che covava dentro.
Dall’alto della Torre di Gull Dreka, Theon osservava il principino sfogarsi coi ghiacci: lui era il solo a conoscere la verità sul destino del giovane erede al trono, non lo aveva rivelato neanche ai sovrani poiché voleva evitare loro inutili allarmismi facendo anche l’impossibile per scongiurare ciò che l’oracolo gli aveva mostrato.
Tuttavia l’irrequietezza di Burian aveva dato una spinta al destino e quel suo gesto apparentemente innocuo di tagliare i lacci alla misteriosa bottiglia conservata nella Torre di Svarta Dreka poteva essere l’inizio della fine. Per questo durante le sue meditazioni aveva compreso che l’unico modo per scongiurare la catastrofe consisteva nel ricorrere agli sconfinati poteri del Cuore di Ghiaccio e ciò comportava anche l’anticipo del fidanzamento e le conseguenti nozze del ragazzino non appena i tempi fossero stati maturi.
 
E finalmente arrivò il fatidico momento dell’incontro fra i due promessi sposi durante il ballo sfarzoso al quale era stata invitata tutta la popolazione del regno.
Burian, nonostante fosse ancora poco più di un bambino, indossava l’uniforme dei NorksDrakon, antico ordine cavalleresco di cui facevano parte tutti i reali delle terre del Nord. Nei suoi occhi blu come il Mare Artico vi si poteva scorgere una tempesta senza fine, tanta era la rabbia che sentiva dentro, non accettava il passo che era costretto a compiere, voleva essere libero di vivere come più gli andava a genio e l’idea di prender moglie era l’ultima cosa che aveva in testa. Era ben deciso a mandare a monte i piani matrimoniali della corte, sapeva che suo padre sarebbe andato su tutte le furie, ma non gliene importava niente. Testardo com’era non si sarebbe mai piegato al loro volere.
La promessa sposa, appartenente ad una nobile famiglia del regno di Rosenthal, fu portata al cospetto dei sovrani con ogni onore: era una deliziosa bimba di forse dieci anni dai lunghi capelli castani chiari elegantemente acconciati. I suoi occhi cristallini incrociarono per la prima volta quelli del futuro consorte: da entrambe le parti vi fu solo disgusto e disappunto.
Iniziarono i discorsi di rito, tanti paroloni volti a decantare la grazia e le virtù della sposa; Theon aveva notato la tensione fra i ragazzini, decise di intervenire una volta terminate le solenni cerimonie di presentazione chiedendo ed ottenendo il permesso di parlare ai piccoli sposini in privato.
Accompagnò Burian davanti alla ragazzina perché le consegnasse il medaglione di Badeneisten a perenne ricordo di quel momento nonché segno tangibile del loro fidanzamento. Doveva essere lui a metterlo al collo di lei, lo fece solo grazie all’incoraggiamento non proprio indolore di Theon stesso che non si era allontanato di un millimetro onde evitare qualche passo falso da parte del principe. Questi si avvicinò a lei, muta ed immobile, portò le mani dietro al suo collo per allacciare il monile, la guardò negli occhi sussurrandole “Vorrei poterti strangolare con questa stupida collanina.”
Lei, per niente intimorita, rispose “Se non lo faccio prima io con te, brutto sbruffone.”
Theon alzò gli occhi al cielo, la faccenda era spinosa da ambo le parti, perciò prese i due neo fidanzatini per la mano, si congedò da corte ed invitati ritirandosi con loro nei retrostanti terrazzi del palazzo.
 
“Ascoltatemi bene voi due!” Li mise letteralmente con le spalle alla balaustra sotto la quale si apriva un volo di parecchie decine di metri. “Io non so cosa stia passando per le vostre testoline, so solo che se non decidete di filare dritti farete…. Faremo tutti una brutta fine! Se siamo stati costretti ad anticipare il vostro fidanzamento c’è un gravissimo motivo e per questo esigo serietà e collaborazione da parte vostra! Sono stato abbastanza chiaro?!”
I due non risposero, ma i loro occhi stavano per schizzare fuori dalle orbite, tanta era la rabbia che ribolliva nelle loro vene.
“Prima che sia troppo tardi…..”
Non riuscì a concludere la frase perché un fortissimo boato fece sobbalzare tutto il regno.
 
Si precipitarono nel salone, Theon fece scudo col suo corpo per proteggere i bambini bloccandoli sull’ingresso. Al centro della grande stanza videro formarsi una figura nera, sinistra, che si avvicinava lentamente ai sovrani.
Tutti erano gelati dal terrore.
 
“Re Bondhus, Regina Senja.” Si inchinò beffardo. “Scusate il ritardo con cui mi presento alle vostre maestà.”
Il sovrano guardò la moglie con gli occhi pieni di terrore: quel losco figuro materializzatosi altri non era che il leggendario Galdramardur, stregone che per il potere assoluto si era macchiato di gravissime colpe, tanto che Odino e tutto il pantheon celeste lo aveva relegato in un limbo fuori dal tempo e dallo spazio.
“Per gli dei del cielo…. Com’è possibile che sia qui?”
La regina era esterrefatta non sapeva cosa rispondere al marito.
Lo stregone sogghignò. “Come faccio ad essere qui? Chiedetelo a vostro figlio, sire.”
Il re lanciò un’occhiata colma di risentimento verso il principino, anch’egli terrorizzato come tutti i presenti.
“Avete un erede decisamente fuori dagli schemi della real corona di Badeneisten. E compatisco voi, Theon, voi che avete taciuto al vostro re ciò che invece doveva sapere. Ditegli ora cos’ha fatto il vostro pupillo, rivelategli che è stato lui a tagliare le corde che tenevano sigillata la bottiglia che mi imprigionava da cinque secoli!”
Nell’aria gelida si udiva solo un lievissimo brusio di incredulità.
“E’ compassionevole il vostro misero tentativo di contrastare il mio ritorno, ora che sono libero niente e nessuno potrà mettere a tacere la mia sete di vendetta!” Alzò le mani verso il cielo richiamando oscure magie nel tentativo di intimorire i sovrani. “Per questo sono qui, per questo sono tornato finalmente! Io sono più potente del vostro insulso Odino che per invidia mi ha condannato all’eterno oblio! Adesso nessuno potrà più fermarmi e mi riapproprierò una volta per tutte del simbolo del mio sconfinato potere: consegnatemi immediatamente il Cuore di Ghiaccio prima che sia troppo tardi!”
Iniziarono ad addensarsi nubi vorticose mentre tutti i presenti presi dal panico tentarono di mettersi in salvo.
Il saggio Theon, comprendendo che il destino si stava compiendo, spinse via il principino e la piccola promessa sposa lanciandosi verso Galdramardur. “Non avrai mai il Cuore di Ghiaccio, maledetto!”
Invocò l’incantesimo più potente che conosceva: fece in modo che la famosa pietra, conservata in un luogo segreto del castello, si disgregasse, rigenerandosi in seguito quando le condizioni sarebbero state favorevoli. Quello era l’unico modo di rendere momentaneamente inoffensivo lo stregone, Theon lo sapeva bene ed era consapevole di correre un enorme rischio ma non si fermò. Un fortissimo bagliore avvolse tutto il regno di Badeneisten; quando tutto si calmò Theon stremato cadde a terra, chiuse gli occhi per sempre con la consapevolezza di aver messo davvero al sicuro il Cuore di Ghiaccio. Il potentissimo amuleto sarebbe tornato un giorno ed avrebbe messo per sempre a tacere Galdramardur quando i tempi sarebbero stati maturi.
Naturalmente lo stregone montò su tutte le furie e richiamò a sé tutti i gelidi venti polari, chiudendo in una tomba di cristallo di ghiaccio tutto il palazzo reale di Badeneisten e tutti i suoi abitanti.
 
 
Proprio tutti?
 
 
Il principe Burian e la sua piccola promessa sposa riuscirono a scappare giusto un attimo prima di rimanere intrappolati in quell’inferno gelato. Precipitarono in un anfratto finendo su un grosso cumulo di neve che ne attutì la caduta, si rialzarono rapidamente continuando a fuggire nella speranza che lo stregone non si fosse accorto della loro rocambolesca fuga.
Correvano spaventati a morte, videro in lontananza il piccolo borgo che si affacciava sul mare, lì avrebbero chiesto aiuto. Burian afferrò per il polso la bambina trascinandola lungo un crepaccio nonostante questa continuasse a piagnucolare dalla paura e riprendendo a correre senza mai voltarsi indietro.
I gelidi venti polari si intensificavano attimo dopo attimo, facendosi sempre più impetuosi e minacciosi. I due piccoli correvano con il terrore negli occhi, col fiato che si affievoliva passo dopo passo, con la consapevolezza che se Galdramardur li avesse individuati, sarebbe stata la fine. Si fermarono solo un istante in cima ad una lunghissima discesa che li avrebbe condotti al villaggio, Burian guardò là dove esisteva il suo palazzo: c’era un’enorme montagna di ghiaccio che aveva imprigionato come in una tomba tutta la sua famiglia.
Ricacciò dentro le lacrime, prese di nuovo la sua compagna di disavventura per il polso e riprese a correre.
Fecero solo pochi passi e una nuvola di ghiaccio e neve li avvolse impedendo loro di vedere cosa stava attorno.
“Piccolo mascalzone!” Una voce terrificante fece rabbrividire i bambini. “Speri di fuggire dalla mia ira? Non permetterò a nessun membro della famiglia reale di Badeneisten di sopravvivere!”
Scagliò un potentissimo incantesimo verso i due bambini, un insolito lampo generato proprio dal principino incendiò il cielo del nord e in un piccolo barlume di calma, Burian vide la sua piccola promessa sposa cadere in un crepaccio che si era aperto a seguito dello sconquassamento causato da Galdramardur. Fu l’ultima cosa che ricordò prima di sprofondare nell’oscurità e quell’urlo agghiacciante lo avrebbe accompagnato per il resto dei suoi giorni.
Di nuovo dal suo petto si generò un lampo che quasi lo accecò, si sentì sollevare da terra e scagliare nel vuoto mentre Galdramardur malediceva Badeneisten, Theon e il Cuore di Ghiaccio.
Poi tutto tacque tornando all’apparente normalità.
 
 
 
Da allora nessuno ha più saputo niente degli abitanti di Badeneisten, del suo leggendario castello, del principino e della sua piccola mancata consorte. E nessuno conosceva la sorte della pietra dagli straordinari poteri, l’unico mezzo in grado di far tornare ciò che non era più.
 
Nacque così la leggenda del Cuore di Ghiaccio.
 
 





 
 
Ciao a tutti!
Inizia da qui una nuova avventura che spero incontri il vostro favore.
Spero inoltre di aver raccontato in modo decente quello che ha dato il via alla vicenda che, mi auguro, vi farà compagnia nelle settimane a venire.
Non esitate a commentare queste prime righe della storia, perciò non siate timidi e fatevi avanti!
 
Chi mi conosce sa che solitamente aggiorno ogni venerdì, ma la prossima settimana festeggeremo il Natale per cui rimanderò di qualche giorno.
Approfitto per augurare BUONE FESTE  a tutti e alla prossima.
 
Un abbraccio
 
La Luna Nera

 
  
Leggi le 10 recensioni
Ricorda la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
   >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Fantasy / Vai alla pagina dell'autore: la luna nera