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Autore: la luna nera    18/12/2015    7 recensioni
La giovane Rose Morrison riceve dalla prozia Jacqueline, venuta a mancare alla rispettabile età di 107 anni, una strana eredità che non consiste in denaro o gioielli, ma in qualcosa di ancora più prezioso. Di cosa si tratta nessuno ancora lo sa e starà proprio a Rose arrivare a scoprirlo intraprendendo un cammino costellato di numeri, simboli e significati nascosti. Scoprirà anche il segreto della prozia che l'ha resa quasi una mezza strega agli occhi di molti. Accanto a lei il fidato zio Albert e l'irriverente quanto affascinante James Bradley.
Genere: Fantasy, Mistero, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Ho soltanto una vita e la vorrei vivere con te
Che anche nel difetto e nell’imperfezione

Sei soltanto incanto.
 
T. Ferro
 
 
 
Erano trascorsi dieci giorni da quando Rose aveva preso la sua decisione, due giorni invece mancavano al matrimonio di Helen.
James non si era fatto più vivo neanche con Albert perché troppo cose gli ricordavano la ragazza che amava. Trascorreva le sue giornate in libreria con buona gioia da parte del padre che dopo un periodo di assenteismo, poteva di nuovo contare sulla presenza del figlio al lavoro.
La notte era passata coprendo di candida neve la campagna e mimetizzando leggermente il grigio delle ciminiere londinesi. In tarda mattinata Albert uscì di casa debitamente coperto da un caldo cappotto, aveva tutta l’intenzione di recarsi a casa della nipote per sincerarsi delle sue condizioni e verificare in quale stato si trovasse. Fece prima una deviazione per fermarsi nel piccolo cimitero dove riposava la zia Jacqueline e la sua mai dimenticata Evelyn. Trovò il cancello già aperto e notò delle impronte nella neve fresca, non se ne curò dirigendosi a passo sicuro verso quella croce sotto cui da anni la sua amata dormiva il sonno della pace eterna. Posò un fiore raccogliendosi in preghiera nel silenzio più assoluto.
Dopo alcuni minuti si alzò con l’intenzione di lasciare quel luogo, ma vide una figura a lui nota ferma davanti alla tomba della zia: era Rose! Si meravigliò moltissimo della presenza della nipote nel cimitero, sapeva bene quanto ne fosse impressionata, ma la sorpresa più grande consisteva nel vederla in giro dopo tutto quello che aveva passato.
“Rose….” Si avvicinò a passi lenti.
“Buongiorno zio.”
“Cosa ci fai qui?”
“Sono venuta a farle visita.” Spostò lo sguardo sulla lapide, quella lapide da cui era nata l’avventura che avevano condiviso.
“Capisco….”
“Non si è arrabbiata, sapete?”
“Co-come?”
“Potrà sembravi strano, ma ho incontrato il suo spirito prima e dopo il mio ultimo colloquio con Heaven.”
“Il suo spirito?”
“Sì." Aveva un viso luminoso come non mai. “Sto parlando della cara prozia, non di Jhea, la sua anima è sopravvissuta a Neo Phaerd perché niente possono contro il volere di Dio.”
“Ah…”
“E neanche Heaven si è arrabbiato. Se ne è già trovata un’altra.”
L’uomo restò in silenzio analizzando con cura le parole della nipote e traendone una ben precisa conclusione. “Mi stai forse dicendo che….”
“Loro non sono in grado di amare, si ritengono talmente perfetti da passare oltre ogni cosa, compresi i sentimenti. Non era ciò che desideravo io, la zia mi ha detto di seguire il mio cuore e così ho fatto.”
Aveva dunque rifiutato Ruhna?
Albert era stato sconvolto da un’improvvisa ventata di sollievo e di felicità perché da come aveva parlato sua nipote sembrava proprio che avesse scelto di restare nel mondo dei mortali corruttibili.  “Allora non l’hai sposato….?”
La ragazza si voltò con il sorriso sulle labbra. “E’ Helen che si deve sposare, non io.”
Sorrise anch’egli. Poi una cosa gli attraversò la mente. “James lo sa?”
Al suono di quel nome, Rose abbassò gli occhi mettendosi a fissare il lume votivo che spuntava dalla neve caduta attorno alla lapide. “No.” Fece una pausa. “Mi sono comportata male con lui, l’ho fatto soffrire troppo e temo che non mi voglia più vedere.”
“E come fai a dirlo se non gli parli?”
Si strinse nelle spalle. “Non lo so… però ho paura di affrontarlo.”
“Capisco.” Un’idea lo illuminò. “Senti, devo fare alcune commissioni in città… Perché intanto non raggiungi casa mia e mi attendi davanti al fuoco?”
Annuì in silenzio. “Vi spiace invece se vi attendo passeggiando lungo il laghetto dietro la vostra casa?”
Sin da piccola trovava quel luogo magico, specialmente se coperto di neve. “Certo che no. Vai pure, mia cara.”
Rose si congedò, uscì dal cimitero e si avviò verso il cottage dello zio.
Albert invece restò a guardarla fino a che non si fu allontanata a sufficienza, poi si strinse nel suo pesante cappotto e si diresse dove sapeva di dover andare.
 
 
Nel frattempo James si trovava nella libreria, stava riponendo sugli scaffali alcuni volumi freschi di stampa. Nell’aria infatti si propagava quel caratteristico odore di inchiostro che ultimamente gli faceva grande compagnia. Ancora non aveva superato il momento in cui Rose gli era sfuggita dalle mani oltrepassando il cancello della villa, si sentiva depresso e stava iniziando a pensare di abbandonare l’Inghilterra per cercare fortuna magari negli Stati Uniti. Quei luoghi lo riempivano troppo di malinconia, gli sembrava che ogni dettaglio attorno a lui parlasse di Rose, che senso aveva rimanere lì a tormentarsi ed annullarsi giorno dopo giorno?
Inavvertitamente un libro cadde a terra prima che lo riponesse sullo scaffale, lo raccolse e ne lesse il titolo: I dolori del giovane Werther di Johann Wolfgang Goethe. Conosceva quel romanzo epistolare a grandi linee perché non faceva parte delle sue preferenze letterarie, sapeva comunque che il protagonista, il giovane Werther, era innamorato di una giovane donna, Charlotte detta Lotte, già promessa ad un altro uomo. Si era allontanato dal luogo in cui la ragazza viveva per tentare di affievolire quel sentimento che lo aveva sconvolto, facendovi ritorno molti anni dopo quando fra le tante novità scopre anche delle avvenute nozze della sua amata. Ne seguirono varie situazioni che lasciavano intendere di un forte sentimento di Lotte nei confronti di Werther, tuttavia il loro amore risultava impossibile perché lei era unita in matrimonio e tale legame veniva considerato indissolubile. Il romanzo si concludeva con la  morte di Werther suicida per amore.
“Suicida per amore…. Per non vivere più in un mondo che ti toglie ciò che per te è più prezioso…” Un’idea malsana gli sfiorò il cervello, tuttavia chiuse il libro e lo ripose là dove doveva stare.
“James!”
Il ragazzo si voltò di scatto avendo riconosciuto la voce di Albert che era appena entrato nella libreria tutto infreddolito.
“Buongiorno.” Si limitò ad un debole saluto di mera educazione.
“James, ho grandi notizie.” Si allentò la sciarpa.
“Che succede?”
“Si tratta di Rose.”
Al suono di quel nome, il ragazzo fissò gli occhi in quelli dell’uomo attendendo con ansia e timore le novità di cui aveva accennato.
“L’ho incontrata poco fa al cimitero, mi ha detto delle cose un po’ confuse che mi hanno lasciato intendere il suo rifiuto!”
Gli occhi di James si fecero enormi. “Che avete detto?!”
“Rose ha rifiutato Heaven!”
“Ne siete sicuro?”
“Quasi al cento per cento.”
Il ragazzo tremava come una foglia, mosse dei passi confusi per il locale passandosi di tanto in tanto le mani fra i capelli. “Cioè… lei non lo ha voluto e…. Insomma, non si rinchiude da sola ad aspettarlo…”
“No, no! Io non so cosa le avete detto né cosa le avete fatto ma so per certo che se state qui come un idiota a gironzolare per questa stanza, perdete solo tempo!”
Si bloccò all’istante.
“Andate al laghetto dietro casa mia, la troverete lì.”
Deglutì nervosamente mentre il suo cuore prendeva a battere ogni attimo sempre più forte. Afferrò il suo cappotto e “Papà, io esco!!”
Si precipitò fuori come una furia correndo all’impazzata nella neve.
Albert era soddisfatto, sapeva che sua nipote in fatto di orgoglio e testardaggine faceva concorrenza ai muli, ma sapeva anche che se aveva rifiutato in fondo il merito era di James.
“Beh? Si può sapere dov’è mio figlio? Che sta succedendo?” Mr Bradley si affacciò nella libreria dove trovò solo Albert.
Questi ridacchiò. “Cosa succede? Credo che ben presto ci sarà un altro matrimonio da organizzare.”
I due uomini si guardarono, uno sorridente, l’altro con l’aria di chi non ha compreso appieno l’accaduto.
 
Intanto Rose, ben avvolta nel suo pesante mantello, passeggiava ai bordi del laghetto semi gelato poco distante dal cottage dello zio. Meditava su come affrontare James senza per altro aver trovato il giusto modo di parlargli. Lui si era dichiarato, aveva sognato per notti intere quei momenti e lei se l’era dovuta dare a gambe levate una volta uditi i rintocchi della campana che sancivano le dieci del mattino. Le rimanevano solo sette miseri minuti per mettere la parola fine su Neo Phaerd: sì, perché aveva già deciso prima ancora che il ragazzo le parlasse e se non fosse arrivata in tempo, Heaven avrebbe preso il suo silenzio come la tacita accettazione della sua proposta. Doveva dirlo a James, in un modo o nell’altro doveva farlo. Non lo vedeva da giorni ed iniziava a sentire davvero tanto la sua mancanza. Aveva gli occhi fissi sulla candida coltre bianca su cui passo dopo passo si imprimevano le sue impronte. I suoi stivaletti si stavano bagnando, lo zio ancora non aveva fatto rientro a casa, perciò decise di attenderlo sotto il piccolo gazebo che si trovava presso la riva del lago, lì sotto per lo meno non c’era la neve e poteva poggiare i piedi sul suolo asciutto.
Ma non appena il suo piede poggiò sul legno della deliziosa costruzione, si sentì chiamare e, voltandosi, vide James venirle incontro correndo come una furia. La sua presenza improvvisa la fece sussultare, provocandole al contempo un tuffo al cuore.
“Rose…. Anf…” Si fermò per riprendere fiato.
“James… che ci fai qui?!”
“Rose…..” Sbuffò. “….E’ vero…. Anf…. E’ vero quello che mi ha detto tuo zio?”
Comprese immediatamente in cosa consistevano quelle commissioni urgenti che il parente doveva sbrigare e sorrise mettendosi a guardare il filo di ghiaccio formatosi sulla superficie dell’acqua. “Si.” Sentiva le sue guance diventare rosse. “Sì, è vero. Ho rifiutato Heaven.”
James era al limite dell’infarto. “Davvero?” Parlava a fatica dall’emozione. “Davvero hai rifiutato l’uomo perfetto?”
“Sì.”
“Posso…. Posso chiederti perché?”
Fece un profondo respiro. “Perché… Ho trovato la perfezione nell’imperfezione. E l’ho preferita.”
Restò un attimo interdetto non comprendendo appieno il significato delle sue parole.
“Che vuoi dire?”
“Oh, ma sei proprio tonto!” Ridacchiò guardando la sua faccia trasognata con la coda dell’occhio. “Ho scelto te.”
La vita tornò a scorrere nelle vene di James.
“Anzi” proseguì Rose “Ti avevo scelto già prima che tu mi dicesse quelle cose meravigliose.”
Non credeva alle sue orecchie!
La sua amata Rose aveva scelto lui!
Lo aveva preferito a quel damerino antipatico dalla faccia d’angelo!
“Ma…. Scusa se te lo chiedo… Perché allora l’altro giorno sei andata da lui?”
Si voltò finalmente a guardarlo. “Dovevo dirglielo, non ti pare?”
La guardò senza parlare, ma quello che i suoi occhi esprimevano andava oltre ogni parola e ogni pensiero. Quella era la Rose che lo aveva fatto innamorare, quella con la risposta pronta e schietta, quella con la battuta velenosa buttata lì a controbattere le sue parole, la ragazza che in preda alla paura si era gettata senza difese fra le sue braccia, la ragazza forte, intelligente e determinata che giorno dopo giorno lo aveva fatto capitolare.
Le loro labbra si piegarono contemporaneamente in luminosi sorrisi, i loro occhi erano pieni di stelle e il freddo nei loro cuori era solo un lontano ricordo.
A quel punto ogni altra parola sarebbe risultata superflua, James si avvicinò a lei, le prese il viso fra le mani e senza pensarci due volte posò le labbra sulle sue. Fu un bacio tenerissimo, dolce, colmo d’amore. Fu come Rose lo aveva sempre sognato. O forse di più?
Quando, dopo lunghi secondi, James si scostò di pochissimo, vide le sue labbra tremare e i suoi occhi pieni di lacrime di gioia.
“Grazie James… Da te volevo il mio primo bacio.” Lo accarezzò, la bocca di lui si piegò in un sorriso meraviglioso. “Di loro non c’è più traccia, è scomparso tutto, comprese le carte e la chiave di mia zia. Non torneranno mai più perché sanno che il mio futuro sei tu. Non avrebbe avuto senso vivere per centosette anni senza te al mio fianco.”
Questa volta fu lei a baciarlo, James la strinse forte fra le braccia perché Rose era sua, solo sua.
Finalmente lo era davvero.
 
 
 
 
Heaven era bello solo esteriormente, ma a volte la bellezza esteriore non rispecchia quello che si ha nel cuore. L’eccessiva sicurezza può rendere prepotenti ed altezzosi, per questo Rose lo aveva respinto scegliendo James.
Per quanto umanamente imperfetto e pieno di difetti, ai suoi occhi appariva senza dubbio l’uomo perfetto.
 
 
 
 
 
Bene, bella gente,
siamo arrivati alla fine della storia e devo confessarmi che un po’ mi dispiace, come d’altronde accade ogni qual volta un racconto giunge al termine.
Spero che le “tifose di James” non siano rimaste deluse da come ho scelto di concludere la storia…. Ovviamente Rose non poteva lasciarsi conquistare da Heaven con uno come James a ronzarle attorno. Lei si è dichiarata in modo meno sdolcinato e plateale perché è una ragazza molto orgogliosa (almeno ho tentato di farla apparire così) e fa molta fatica ad ammettere i suoi sentimenti.
 
Ringrazio infinitamente ognuno di voi che avete seguito e recensito la storia facendomi raggiungere dei risultati che all’inizio non mi aspettavo.
GRAZIE DAVVERO A TUTTI!
 
E se avete voglia di continuare a seguirmi, cliccate qua
http://www.efpfanfic.net/viewstory.php?sid=3337719
Partite con me verso una nuova avventura fantasy! Faremo un viaggio nell’estremo nord fra misteri, incantesimi ed un passato da ritrovare.
Grazie a tutti quelli che vorranno seguirmi alla ricerca del Cuore di Ghiaccio.
 
Un abbraccio
La Luna Nera
 
Ed ovviamente BUON NATALE!
 
  
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