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Autore: DemonoftheLord    18/12/2015    2 recensioni
Dal testo: "L'inferno dei viventi non è qualcosa che sarà; se ce n'è uno, è quello che è già qui, l'inferno che abitiamo tutti i giorni, che formiamo stando insieme. Due modi ci sono per non soffrirne. Il primo riesce facile a molti: accettare l'inferno e diventarne parte fino al punto di non vederlo più. Il secondo è rischioso ed esige attenzione e apprendimento continui: cercare e saper riconoscere chi e cosa, in mezzo all'inferno, non è inferno, e farlo durare, e dargli spazio."
Genere: Angst, Slice of life, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Castiel, Charlie Bradbury, Dean Winchester, Sam Winchester
Note: nessuna | Avvertimenti: Tematiche delicate | Contesto: Nessuna stagione
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Note dell’autrice.
Probabilmente anzi sicuramente Calvino si sta rivoltando nella tomba.
Ieri poco prima di andare a letto ho finito di rileggere “Le città invisibili” uno dei libri che amo e che puntualmente rileggo poi da cosa nasce cosa, e insieme alle parole di Lucilla Giagnoni: “Bisogna conoscere fino in fondo l’inferno solo chi ha attraversato l’inferno, ce l’ha negli occhi, ed è tornato indietro e lo sa raccontare può ritrovare la propria umanità”, la mia mente non riuscendo a prendere sonno ha partorito questa cosa.
Non lo so, spero possa piacervi.
Calvino se puoi perdonami.
La parte in corsivo sono i ricordi Dean.
Mi scuso inoltre se Dean potrebbe risultare un pochino Ooc.




Se ne stava seduto in libreria con i piedi sul tavolo, con lo sguardo fisso nel vuoto.
Aveva bevuto troppo ma questa non era una novità. Erano settimane che beveva come se il bere avesse potuto spazzare via il dolore, i ricordi.


***

"Castiel dove sei?” urlò Dean. Quel bunker era un labirinto, pieno di stanza.

“In libraria Dean” sentì Castiel urlargli in risposta. Ma certo, dove altro avrebbe potuto essere? Ultimamente non faceva che leggere o fare maratone di serie tv.
Era rimasta solo l’ombra dell’angelo che era e questo a Dean spezzava il cuore. Più di quanto volesse ammettere.

“Che ci fai qui? È mezz’ora che ti cerco. Beh mezz’ora no, mai hai capito”

“Stavo leggendo le città invisibili, ho sempre amato questo passo. Ma non ho mai capito perché” e prima ancora che Dean potesse parlare Castiel iniziò a leggere:  “L'inferno dei viventi non è qualcosa che sarà; se ce n'è uno, è quello che è già qui, l'inferno che abitiamo tutti i giorni, che formiamo stando insieme. Due modi ci sono per non soffrirne. Il primo riesce facile a molti: accettare l'inferno e diventarne parte fino al punto di non vederlo più. Il secondo è rischioso ed esige attenzione e apprendimento continui: cercare e saper riconoscere chi e cosa, in mezzo all'inferno, non è inferno, e farlo durare, e dargli spazio. Che ne pensi Dean?”

Dean rimase ammutolito dinanzi a quelle parole, forse capiva perché a Castiel quelle parole piacevano molto. Infondo era quello che era successo a loro, quando Castiel lo aveva salvato.
Castiel si era gettato, letteralmente, tra le fiamme dell’inferno per salvarlo. Quando aveva accettato di scendere da quella dannata ruota per torturare gli altri lui era diventato inferno, ma Castiel – per sua ammissione  - aveva visto la sua anima e aveva capito che lui non era inferno, che non faceva parte dell’inferno.
Ma ovviamente non parlò, mica poteva uscirsene con “forse ti piace perché parla di noi” non era mica un adolescente che in ogni cosa che leggeva vedeva l’amato.
“Castiel, forza abbiamo un caso. Non accetto repliche. Vieni con me”.



--
 
Era stata una frazione di un attimo.
Si distratto per guardare come se la stesse cavando Cas e si era ritrovato quell'essere addosso.
Cas non ci aveva pensato un attimo, conficcò la spada angelica nel corpo del demone e  velocemente si diresse verso Dean, prima che quello potesse ferirlo o peggio ancora ucciderlo.
Dean era a terra, che cercava di liberarsi assestando calci e pugni ma quell’essere non aveva intenzione di muoversi.
Castiel fu velocissimo prese il coltello che nella colluttazione era caduto a Dean e lo conficcò nella schiena del demone, questo esanime crollò su Dean.

Mentre Dean stava spostando il corpo sopra di lui per potersi alzare un terzo demone sbucò dal nulla, Castiel era di spalle, stava tendendo la mano per aiutare Dean ad alzarsi.
Accadde tutte velocemente, Dean vide una lama uscire dal petto di Cas e la luce lo accecò.

Vide l'amico accasciarsi a terra, le ali nere aperte sul terreno che risaltavano sul bianco di quelle piastrelle.
Castiel era morto, era morto per salvarlo.

Gli fecero il funerale da cacciatore. È vero era un angelo ma era morto da cacciatore mentre proteggeva un altro cacciatore. Nessuno più di lui meritava un funerale del genere.

Dean si tenette il suo trench coat, gli venne si in mente la storia della fiaschetta di Bobby, ma non ce la fece a bruciarlo insieme al resto.
Si chiese come sarebbe stato e come avrebbe affrontato un eventuale spirito vendicativo angelico, ma riflettendoci attentamente si rese conto che, alla fine, il trench coat non era propriamente di Castiel, ma del suo tramite Jimmy, quindi nel caso se la sarebbe dovuta vedere con il suo spirito vendicativo. E non con quello di Castiel.



***
 
Sam fissava Dean preoccupato, non lo aveva mai visto così, nemmeno per Bobby. Non sapeva che fare, alla fine chiamò Charlie, forse la ragazza poteva aiutarlo.

“Charlie ho capito che nessuno di noi sta bene dopo quello che è successo, ma se potessi vederlo capiresti quello che sto dicendo. Quando stiamo seguendo un caso è una macchina da guerra, il suo unico scopo è uccidere, mangia a malapena e le sue ore di sonno da quattro si sono ridotte a due. Come se uccidere quanti più demoni potesse cambiare quanto successo. Quando siamo nel bunker si siede con questo libro in mano e lo fissa, perso nei suoi pensieri. Charlie non so cosa fare”

Sam sentì una voce alle sue spalle e chiuse velocemente la telefonata.

“Voi due la volete smettere? Sono qui Sam posso sentirti. Per fortuna dovresti essere tu quello intelligente dei due. Non so come ripetertelo STO BENE. BENISSIMO”

“Bene, certo. Infatti lo vedo come stai bene, guardati sei proprio il ritratto del salute, non dire cazzate. Non sono un idiota.”

Dean gli lanciò un’occhiataccia come per dire “Ah davvero?”

"Non ti ho mai visto così, ti ho già visto in pessime condizioni dopo la morte dei nostri amici anzi della nostra famiglia. Ma non è mai stato così, e dato che prima non ha mai portato a niente di buono ora temo davvero visto che questo sembra essere mille volte peggio”

Dean non proferiva parola, se ne stava li a fissarlo con un bicchiere di whiskey tra le mani.

“E cazzo Dean, smettila di bere, hai già fatto fuori due bottiglie e sono appena le 10 della mattina. Non credi sia un po' presto? Finirai per ucciderti.”

Dean guardò Sam, sorrise e scosse la testa.
“Sammy, un uomo saggio una volta mi ha detto ‘solo perché uccide il tuo fegato non significa che non sia una medicina’ quindi no, non è presto. Lasciami in pace. Non hai di meglio da fare? Che ne so farti i capelli??”

“Dean va bene, hai vinto. Ma sappi che annegarlo nell’alcol non servirà a nulla”


---


Dean non poteva reggere lo sguardo pieno di preoccupazione del fratello, dannazione se era frustrante, voleva semplicemente essere lasciato in pace.
Si diresse in camera sua e chiuse la porta.
Cazzo aveva dimenticato lo whiskey di la, ma da qualche parte era sicuro ci fosse la scorta.

Apri l’ultimo cassetto e vi trovò le bottiglie, ne prese una. Quando la prese in mano vide che sotto vi era nascosto il libro.
Il libro che Cas aveva finito quel maledetto giorno, l’ultimo libro che avrebbe mai letto.
Non ricordava di averlo nascosto li; lo prese e se lo rigirò tra le mani per un po’. Si decise ad aprirlo, rilesse il passo che Castiel gli aveva letto, ma non tutto. Non ci riuscì.
Cazzo se era difficile, scagliò il libro contro la parata e aprì la bottiglia e fece un lungo sorso.

“Castiel, Castiel sei un maledetto figlio di puttana lo sai? Perché hai dovuto lanciarti a salvarmi come se fossi una dannata damigella in pericolo? Perché ti sei sacrificato?
Mi hai salvato dall’inferno, quello vero, ma quello che ho provato allora, il dolore alle torture di Alistair non è niente a confronto di quello che sto provando adesso.
Mi hai salvato dall’inferno, ti sei 'preso cura' di me, mi ha fatto capire che valevo la pena, che meritavo di essere salvato. Mi hai fatto tornare umano, mi hai ridato l’umanità, ma diciamocelo visto che siamo in vena di confessioni e sono piuttosto ubriaco, la mia umanità non ha senso se non sei qui con me., eri tu la mia parte più umana.
Che vita è senza la mia umanità?"

---

“Cas? Cas sei davvero tu???”
Dean gli corse incontrò e lo abbracciò. In quell'abbraccio riversò tutto se stesso.

"Dean sai, questa cosa che debba sempre venire a recuperarti sta diventando ripetitiva."
                       
Dean aggrottò la fronte, gli stava sfuggendo qualcosa.
"Cas che vuoi dire?"
 
Ma Castiel non si preoccupò di rispondere alla domanda
 "Mi sei mancato Dean".
   
 
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