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Autore: _AlexGrillo_    19/12/2015    0 recensioni
"Non
Lasciare
Che
L'amore
Ti
Divori"
Genere: Drammatico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Harry Styles, Liam Payne, Louis Tomlinson, Niall Horan, Zayn Malik
Note: Lime | Avvertimenti: Triangolo
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Uno, due, tre bicchieri uno dietro l'altro. La musica rimbomba nella sala piena di gente che si muove a questo ritmo. "Ancora uno" chiesi al barista di fronte a me. Ormai avevo finito di vivere già da un po' di tempo, quando poi lo incontrai e tutto iniziò a cambiare. Pensavo di poter ricominciare da capo e lasciar andare via tutto quello che di brutto avevo passato. "É tutta colpa tua, stronzo" dissi mandando giù l'ennesimo bicchiere di Tequila. Ci avevo creduto fin troppo e ora la delusione e la rabbia mi stavano mangiando. Pensavo che l'amore tra di noi potesse essere reciproco e invece... "Non pensi sia ora di finirla, Alex?" disse Mirko, il barista, notando la mia sbronza. "No, non ancora" "Finirai in ospedale cosi" "Non mi importa, ormai niente mi importa più" "Si certo. E poi cos'altro? Inizierai a drogarti?" domandò passando velocemente un panno sul tavolino. "Potrebbe essere un'idea" dissi lasciando trasparire un lieve sorriso. Mi alzai, raggiungendo la porta per poter uscire da tutto quel casino. Raggiunsi un parco, quel parco in cui giocavo sempre da bambina. Quel parco dove mia mamma, la mia dolce mammina fu uccisa. Un colpo di pistola. E ricordo come se fosse ieri il terribile sguardo con cui mi guardò un'ultima volta. Avevo 7 anni. E la mia vita cambiò, mio padre.. Oh mio padre lo ricordo bene quella volta che, prima di uscire per raggiungere il suo solito bar dove si ubriacava la sera mi strinse a se: "va tutto bene" mi sussurò all'orecchio. Ma non andava tutto bene. Quella sera la polizia bussò alla mia porta, la notizia mi portò alla pazzia. Ed ora io sono qui, che porto la mia vita con peso ovunque vada. Se sapevo che sarebbe andata cosi non sarei mai uscita quel giorno di pioggia. Se sapevo, non mi sarei mai rifugiata in quel bar. Se sapevo, non mi sarei mai seduta a quel tavolino rischiando cosi di incontrare i suoi occhi. "Ti regalerei la luna se solo potessi". Forse é l'unica cosa che di buono mi sia capitata. Forse ero felice perché pensavo che lui mi amasse. É bello sognare. Mi disse quella frase e subito dopo mi baciò. L'idea sarebbe quella di dimenticare, ma dopo tutto questo alcool ho dimenticato il mio nome, ma non il suo. *** Era già la decima telefonata e il telefono continuava a squillare ininterrottamente. "Cazzo" risposi guardando la schermata illuminarsi nuovamente. Lo lasciai suonare, fino a quando la musichetta fastidiosa non cessò. Guardai la luce spegnersi piano piano, un po' come me, che lentamente mi sto spegnendo davanti agli occhi chiusi del mondo. Trovai finalmente quel silenzio che tanto cercavo in questo casino e cosi ne approfittai chiudendo gli occhi. Quando i pugni sulla porta e il suono irritante del campanello occuparono le mie orecchie. Costretta mi alzai e senza esitare aprì la porta trovando una splendida ragazza bionda davanti ai miei occhi. "Undici telefonate" disse mostrandomi il suo telefono. "Scusa, stavo dormendo" mentii. "Si certo, la solita scusa da cinque anni ormai" "Non é la solita scusa" Ormai mentire con lei era impossibile. Sapeva leggermi negli occhi e capire come mi sentivo in un batter d'occhio. "Tieni" rispose portando fuori dalla sua borsa un sacchettino. "Cos'è?" domandai confusa "Apri" rispose con un sorriso smagliante. Con incertezza aprì il sacchettino e trovai a mia grande sorpresa dei muffin al cioccolato. Lei mi conosceva bene, sapeva come far comparire un sorriso sul mio volto anche con la più piccola sciocchezza. "Era da tanto che me li chiedevi" "Già" risposi ingozzandomi Rise di gusto prima di bere un sorso di succo dal suo bicchiere. "Hai intenzione di fare l'asociale anche oggi?" disse ironicamente "Julya ascolta-" "Non voglio sentire altro" continuò interrompendomi "Non puoi passare un altro giorno a piangerti addosso. Alex, é ora di andare avanti" "Non pensi ci abbia provato fin troppe volte per rifarlo di nuovo?" domandai abbastanza seccata. Julya lo sapeva bene, ci avevo provato troppe volte a ricominciare da capo e purtroppo tutto é andato sempre per il verso sbagliato. Lei sa le mie paura, le mie fobie, e fidarmi delle persone ormai é una cosa estranea per me. Non riesco a dare fiducia senza pensare che un giorno quelle persone potrebbero deludermi. Allora tutti i sacrifici, tutte le promesse e i segreti detti andranno perduti. Come una nuvola di fumo che col suo tempo si disperde nell'aria. "Ti passo a prendere alle 11:00 dai" propose prendendo la borsa "No grazie" "Niente discoteca quindi?" domandò con il labruccio. Tanto con me non funzionava. Mossi la testa in segno di "no" e il suo viso, come al solito, s'imbronciò. "Vai con Edward no?" domandai speranzosa in un si. "Ma io volevo stare con la mia migliore amica" piagnucolò. "Mh... Non so, ti faccio sapere" "E va bene, tanto so che inventerai una delle tue solite scuse e bla..bla..bla" "Perché mi conosci troppo bene?" domandai "Sono la tua "Best Friend Forever" ricordi?" disse ridendo riportando alla memoria i vecchi tempi. "Ci sentiamo più tardi!" affermò. Un cenno di sorriso comparve sul mio volto. *** Spalancai la finestra avanzando verso l'immenso giardino della casa di mia nonna. Guardavo le foglie degli alberi muoversi e i fiori che oscillavano piano tra il fruscio del vento. Mi avvicinai ad un' enorme albero, il più grande presente in quella distesa di erba verde. Portai una cuffia al mio orecchio, poi l'altra. Iniziai cosi a cullarmi sotto le note di quella bellissima canzone. Uno sbadiglio usci dalla mia bocca e pigramente mi portai una mano per coprirla. Socchiusi gli occhi un po', poi ancora un'altro po' e infine mi addormentai dimenticandomi cosi del terribile mondo che mi circonda. Avevo però la strana sensazione di sentirmi come osservata. "Che cazzo vuoi Julya?" mi domandai infastidita credendo che fosse entrata senza permesso. Lentamente apri i miei occhi notando un ragazzo. Alto, ma non troppo, con dei meravigliosi capelli biondi e un sorriso da far invidia a chiunque. Mi alzai di soprassalto e gli saltai addosso. "Cuginetta" urlò ricambiando l'abbraccio. Era da tanto che non vedevo mio cugino Niall. Quasi un anno credo. Lui vive in Irlanda e dato che io sono di Londra le possibilità di vederci sono molto limitate. "Ti trovo in forma" dissi guardandolo. Si faceva sempre più bello man mano che cresceva. "Si ho iniziato a fare palestra da un po' e ora guarda che muscoli" rispose mostrandomi le sue braccia toniche. "Quindi abbiamo abbandonato il divano" affermai divertita "Oh tranquilla cioccolatino, in due si può fare sport anche li" rispose facendo l'occhiolino. Rise, notando la mia espressione un po' confusa. "Oh andiamo..." sospirai capendo finalmente il doppio senso a cui si stava riferendo. "Rimarrai sempre il solito porco però" continuai scherzosamente. "Facciamo un giro?" propose "Volentieri" Gli afferrai la mano, contenta di averlo al mio fianco per un po'. *** "Sai, ho iniziato a fumare da quando io e Clara ci siamo lasciati" "Si...beh...io lo faccio già da un po' di tempo." "Non mi piace" "Cosa?" "Fumare" "Perché?" "Se fumi costantemente é perché non puoi farne a meno. É un po' come l'amore, alla fine le cose non cambiano più di tanto." "Non ho capito il punto" "Perché secondo te fumiamo?" "Beh...io non -" "Vedi? Il fumo può farci 'stare bene'." spiegò formando delle virgolette con le dita. "L'amore é la stessa cosa, quando ami tanto quella persona da non poterne fare a meno, é difficile dimenticarla. Come é difficile smettere di fumare." "Potrebbe quasi sembrare un ragionamento logico" "Oh, lo é" sorrise "Devi solo afferrare il concetto" continuò.
   
 
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