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Autore: Recchan8    19/12/2015    1 recensioni
Lia è una giovane sostenitrice di AVALANCHE, un'associazione anti-ShinRa.
La sua vita cambia radicalmente quando, a causa di un malinteso, viene catturata dalla ShinRa e sottoposta all'intervento per diventare il primo SOLDIER donna della storia. Ma un Turk dai capelli rossi darà alla vita già sconvolta di Lia una svolta inaspettata.
[Storia ambientata agli inizi di Crisis Core]
Genere: Azione, Drammatico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio, Reno
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Altro contesto
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 -"Tseng? Ci sono"-.
Reno scese dall'elicottero e guardò la via di fronte a sé che lo avrebbe portato al villaggio alle pendici del monte.
-"Fai attenzione, dicono che nel villaggio ci sia un gruppo simpatizzante di AVALANCHE. Non capisco perché tu abbia rifiutato il supporto di Elena"-.
Reno sbuffò. Ancora non riusciva a credere di essere stato mandato a svolgere una missione di così infimo livello.
-"Lo sai che non andiamo d'accordo; e comunque si tratta solamente di una missione di reclutamento per SOLDIER. A proposito, ripetimi..."-.
-"Ragazzo, al massimo un paio d'anni in meno di te"- lo interruppe Tseng dall'altro capo del cellulare. -"E' stato visto spesso allenarsi"-.
-"Allenarsi? Con cosa?"- domandò Reno incamminandosi verso il villaggio.
-"Pistole, fucili... Armi da fuoco in generale. Peccato che i SOLDIER usino un diverso tipo di arma"-.
Continuando a parlare al cellulare raggiunse il villaggio dove gli abitanti, appena videro il Turk dai capelli rossi, si rinchiusero rapidamente nelle loro abitazioni. Il proprietario della locanda si affrettò a mettere fuori un cartello con su scritto Chiuso. Reno si fermò in mezzo alla piazza e si fece scappare un sorriso compiaciuto; da ragazzo cinico qual era, si sentiva potente nell'incutere paura.
Uno sparo lo distolse dalla sua contemplazione.
-"Sembra che il bersaglio mi abbia trovato"-.
Un secondo sparo gli sfiorò la guancia. Era sotto tiro.
-"Buona fortuna"- disse Tseng chiudendo la telefonata.
Reno si infilò il cellulare nella tasca dei pantaloni, alzò le mani e, lentamente, si guardò intorno.
-"Sono disarmato!"- disse a voce alta. -"Fatti vedere"-.
Sentì un fruscio dietro di sé e subito qualcuno gli puntò in mezzo alle scapole una pistola. A quanto pareva il bersaglio ci sapeva fare.
-"Un Turk. Che ci fa qui un Turk?"-.
-"Una passeggiata in campagna lontano dalla confusione di Midgar"- rispose Reno con un'alzata di spalle. -"E cosa ci fa un ragazzo armato in un villaggio fuori Midgar?"-.
-"Proteggo il mio paese. La ShinRa ha qualcosa da ridire a riguardo?"- domandò beffardo il ragazzo incappucciato.
-"Qualcosa ci sarebbe..."-.
Una scossa elettrica colpì il ragazzo, il quale fece cadere la pistola e si accasciò a terra dal dolore. Reno, il suo taser nella mano sinistra, lo guardò dall'alto contorcersi al suolo.
-"Fa male, eh?"-.
Il ragazzo, dopo essersi un po' ripreso, fece per allungare la mano per recuperare la sua arma, ma il Turk lo colpì allo stomaco con un calcio e per poco non lo fece svenire.
-"Tseng, ce l'ho"-.
-"Ottimo lavoro"-.
-"Ora..."-.
Reno lanciò un'occhiata al bersaglio e solo allora fece caso alla sua fisionomia. I fianchi erano troppo larghi per appartenere a un ragazzo e il petto...
-"Aspetta un secondo"-.
Si sedette a cavalcioni su quello che riteneva essere un ragazzo, allungò una mano e levò il cappuccio dal volto della vittima. Si ritrovò davanti il volto di una ragazza dai capelli castani e gli occhi verde scuro.
-"Tseng... E' una ragazza"-.
Gli occhi verdi carichi d'odio incrociarono quelli blu scuro spaesati.
-"Ti rode essere stato quasi ucciso da una ragazza, stupido Turk?"- ringhiò quella.
-"Una ragazza? Devi aver sbagliato soggetto..."- iniziò Tseng.
-"...Voi e la ShinRa, andate al diavolo!"-.
-"Che faccio?"- domandò Reno, sempre seduto sulla ragazza.
-"Se avessi la mia pistola saprei benissimo cosa fare a te!"-.
-"Lasciala andare"- ordinò Tseng. -"Se non c'è nessun altro che corrisponde alla descrizione, torna a Midgar"-.
Reno chiuse il cellulare e liberò la ragazza dal suo peso. Dopodiché, lanciandole un'ultima occhiata incuriosita, le volse le spalle e fece per incamminarsi verso una strada secondaria. La ragazza, ancora dolorante, si alzò in piedi, afferrò la pistola che le era caduta e sparò. Si meravigliò quando si accorse di aver mancato il Turk; raramente faceva cilecca, si allenava spesso con le armi da fuoco e la sua mira era eccellente. Il Turk dai capelli rossi si voltò, le mani nelle tasche dei pantaloni neri.
-"Che vuoi?"- domandò passandosi una mano sugli occhiali da aviatore che portava sulla fronte.
-"Vattene da qui"- sibilò la ragazza. -"O ti uccido"-.
Reno sorrise malignamente e tornò sui suoi passi fino a trovarsi a meno di un metro di distanza dalla ragazza, che in quel momento stava dimostrando di possedere una gran fermezza d'animo; in molti sarebbero fuggiti di fronte a un Turk.
-"Ma io me ne stavo andando"- disse Reno. -"Sei tu che mi hai fermato"-.
Rapida, la ragazza puntò la pistola sotto il mento del ragazzo.
-"Ci ho ripensato. Sarebbe divertente far fuori uno di voi"- sibilò.
-"Lia!"-.
Un bambino era comparso nella piazza. La sua preoccupazione e il suo terrore erano fin troppo evidenti a Reno.
-"Vai via da qui! Torna a casa!"- gli gridò la ragazza, Lia.
Reno approfittò della sua distrazione per allontanarsi con un salto. Lia se ne accorse subito e senza esitazione sparò. Questa volta il colpo mancò di poco il bersaglio. Reno si toccò con una mano la striscia di sangue alla spalla destra che cominciò a macchiargli la camicia bianca sotto la giacca nera aperta. Scosse la testa.
-"La mia camicia... Proprio ora che stavo cominciando a divertirmi"- disse con una rapida occhiata al bambino.
Lia si precipitò verso suo fratello e senza tanti complimenti lo spinse dietro di sé.
-"Aspetta..."-.
Reno impugnò il taser con la mano sinistra e sorrise beffardamente.
-"Ho altre camicie bianche"-.
Prima che Lia potesse in qualche modo reagire, il Turk si lanciò in avanti, con un calcio atterrò la ragazza e agguantò per un braccio il ragazzino, che cominciò a divincolarsi.
-"Lascialo...!"- sussurrò Lia provando ad alzarsi.
-"No, mi sto divertendo. E ti dirò di più: penso che distruggerò questo piccolo villaggio anti-ShinRa. Che dici, si può fare?"- disse Reno con un sorriso maligno stampato sulle labbra.
-"Non..."- iniziò la ragazza avanzando di un passo.
-"Ah! Stai ferma dove sei o uccido il moccioso"-.
L'impotenza e la disperazione presero il sopravvento su Lia, che si accasciò al suolo. Secondo le sue fonti i Turk sarebbero dovuti arrivare la settimana successiva, perciò l'arrivo del Turk dai capelli rossi l'aveva colta alla sprovvista.
-"Che... cosa vuoi?"-.
Reno stava per rispondere quando il suo cellulare squillò. Il ragazzino tentò di fuggire, ma Reno lo colpì con il taser facendolo svenire. Lia fece per prendere la sua pistola ma il Turk la ammonì con un'occhiata.
-"Lo uccido davvero se ci provi. Tseng?"- rispose alla chiamata.
-"Sei ancora là?"-.
-"Sì. Diciamo che..."-.
-"Prendila"-.
Prendila. Un ordine secco, deciso e facilmente eseguibile. Reno chiuse il cellulare e fece un fischio di finta ammirazione.
-"Complimenti splendore! Sarai il primo SOLDIER donna della storia!"-.
-"Mi rifiuto di unirmi alla ShinRa!"- gridò.
Reno lasciò andare il ragazzino, che si accasciò al suolo con un tonfo sordo. Si picchiettò il taser su una spalla e sbuffò.
-"Quanta avversione... Mettiamola così: o vieni con me senza protestare o giuro che disintegro questo posto"-.
Lia lanciò un'occhiata a suo fratello e si guardò intorno. Non voleva che il suo villaggio venisse raso al suolo dalla ShinRa; non voleva che il suo villaggio e le persone che amava se ne andassero così. Dalla finestra al piano terra della locanda un uomo e una donna stavano guardando la ragazza con un'aria supplichevole. La donna stava piangendo. Non volevano che la loro figlia li abbandonasse, ma non erano abbastanza forti per opporsi alla ShinRa.
-"Se vengo via con te...?"- domandò infine Lia, la testa china.
-"Se vieni via con me risparmierò il villaggio e il ragazzetto. Mi sembra un ottimo affare"-.
-"Promettilo"- disse Lia.
Il Turk si ritrovò a dover sostenere uno sguardo verde che mostrava allo stesso tempo rassegnazione e odio, e per un attimo provò ammirazione per la ragazza.
-"Parola di Turk"-.
Reno si avvicinò a Lia, la perquisì e, trascinandola per un braccio, la condusse all'elicottero.
-"Ti odio"- disse sprezzante Lia.
-"Mi fa piacere"-.
Reno accese il motore e pochi minuti dopo decollò.

 

 

 

   
 
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