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Autore: FreddyOllow    20/12/2015    1 recensioni
Dopo che l'infezione ha divorato mezza città, Erik e il suo fratellino Brad trovano rifugio in un campo profughi della BlackWatch. Ben presto si accorgeranno che la Blackwatch non è lì per salvarli, ma per usarli come cavie. Cominciano così a prendere i bambini e trascinarli nei laboratori con la forza. Quando i sopravvissuti ribellano, i soldati li fucilano tutti.
Genere: Avventura | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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"Questo è un vecchio racconto che scrissi mesi fa quando ho finito il gioco Prototype. Volevo condividerlo con voi."



Ore 19:13 - Campo profughi

- ...I soldati della Blackwatch si erano preparati per tutta la settimana, il piano doveva funzionare. Il dottor Jeremia Scott aveva ordinato il completo annientamento del campo profughi della città. Il motivo? Nessuno lo sapeva.
I soldati che lavoravano per lui erano solo interessati alla ghiotta ricompensa che avrebbero avuto dopo il lavoro.
Jeremia Scott è un noto scienziato che ha creato il Virus "Controllo", in grado di controllare tutte le creature non-umane per brevi minuti. Ma una volta finito l'effetto, le creature scatenano tutta la loro furia contro gli scienziati della Jeremia Incorporation.
Il dottor Jeremia vuole potenziare il virus per controllare le creature in modo permanente. E vuole farlo anche con Alex Mercer... - disse un vecchio con una lunga barba grigia. Era l'ennesima volta che raccontava ai presenti seduti attorno a lui lo scopo della Blackwatch.

Erik aveva i capelli rasati, una barba incolta e gli occhi di un verde scuro. Indossava una felpa grigia con su stampato una lettera P di colore nero. Era un ragazzo triste e solitario, che evitava la gente, ma ogni tanto ne sentiva la mancanza. Mentre ascoltava il discorso del vecchio, le sue parole non lo convincevano del tutto.
- Aspetta un'attimo! - disse Erik. - Non è possibile. Jeremia è una brava persona. Ha curato molta gente, tra cui anche tuo nipote. -
- Mio nipote? - Il vecchio abbassò lo sguardo - Mio nipote è morto... L'ho hanno portato via con la scusa che dovevano curarlo in un centro più attrezzato. - Alzò lo sguardo. - Tu l'hai visto da quell'giorno? Hai sue notizie?
La gente bisbigliò tra loro.
Il vecchio sospirò, affranto. - Rapiscono i nostri bambini e ci dicono che sono malati, vulnerabili al virus. Menzogne! - Serrò gli occhi, severo. - Menzogne! Sono solo menzogne per tenerci buoni! - I suoi occhi si inumidirono. - Ho perso tre figli, mio nipote e mia moglie. E ora sono solo. Mi hanno portato via tutto! - Una lacrima gli solcò il viso e abbassò lo sguardo per un momento. Poi guardò i presenti. - E voi siete così ciechi da non vedere cosa succede!
Erik corrugò la fronte, pensieroso. Il vecchio avevo ragione. Gli scienziati stavano svuotando il campo dai bambini, lasciando solo gli adulti. E forse ora toccava al suo fratellino Brad essere trascinato via con la forza. Strinse una mano a pugno.
- Va bene, gente, circolare! - gridò un soldato della Blackwatch.
La gente scattò in piedi impaurita e si disperse velocemente per tutto il campo. Il soldato della Blackwatch puntò il fucile d'assalto in faccia al vecchio. - Ti avevo avvisato di non creare dissensi tra i superstiti. Ora verrai con me! - Lo spinse e quello cadde a terra.
Erik spiava da un angolo, senza muovere un dito. Altri assistevano alla scena senza intervenire o si giravano dall'altra parte.
Il soldato tirò un calcio allo stomaco del vecchio, che in quel momento tentava di alzarsi con fatica. Lo afferrò brutalmente per un braccio e lo sollevò in piedi, poi lo condusse verso il capanno dove la gente che entrava, non usciva.


- Dove sei stato? - chiese il piccolo Brad vedendo entrare Erik nel capanno in cui vivevano da quattro mesi.
Brad era molto magro, con capelli neri, gli occhi castano scuro e una carnagione più scura del fratello. Indossava una maglietta bianca e pantaloni di tuta neri. Due settimane prima aveva compiuto cinque anni e sapeva già parlare bene. Amava guardare i soldati della Blackwatch pattugliare il perimetro e un giorno desiderava farne parte.
Erik e Brad furono salvati dalla Blackwatch. Erano rimasti intrappolati nell'asilo del fratellino da un gruppo di zombie. Si erano rifugiati nel bagno, quando i soldati entrarono nella struttura e mitragliarono gli zombie. Brad vedeva in quei soldati gli eroi che aveva sempre amato e da grande voleva diventare uno di loro.
Vivevano in un capanno freddo e umido, con due letti scomodi e un cassetto in cui erano sistemati gli abiti di ricambio. Una lampada ad olio illuminava debolmente l'ambiente in penombra e un forte odore di terra bagnata ammorbava l'aria.
Erik lo ignorò. - Hai mangiato?
- Sì, Tatiana mi ha preparato una zuppa di zucchine, ma non l'ho mangiata tutta, perché... perché a me fanno schifo le zucchine, bleh! Che schifo! - Brad aprì la bocca in un gesto di disgusto.
Tatiana era la vicina. Erano giunti insieme nel campo e aveva una cotta per Erik, ma lui non lo sapeva.
- Non dirmi che hai lasciato il piatto pieno, come l'altra volta? - chiese Erik, serio.
- No, Tatiana mi ha detto che se voglio diventare forte come i soldati della Blackwatch devo mangiare molte zucchine! Così mi sono sforzato di mangiarle, ma dopo un po' mi veniva da vomitare. - Si rabbuiò, perché se non avesse mangiato tutte le zucchine, non sarebbe mai diventato un soldato della Blackwatch.
Erik si avvicinò al fratellino con un sorriso e gli scompigliò i capelli con una mano. - Oltre le zucchine devi mangiare anche altre verdure, spinaci, pomodori. Non fa niente che non riesci a mangiare le zucchine. Brad annuì, contento. Erik nutriva un profondo odio verso la Blackwatch, ma per Brad era disposto a metterlo da parte.
Il fratellino cominciò a saltare per tutto il capanno.- Mangerò tante verdure, tantissime!
Erik sorrise e si sedette per mangiare il piatto di zucchine raffreddate che Tatiana gli aveva preparato.
















 
   
 
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