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Autore: _Crisalide_    20/12/2015    3 recensioni
Ispirata, anche solo nell'idea di base, al film "L'amore non va in vacanza", Emma e Regina sono due ragazze totalmente diverse tra loro.
La bionde, giornalista di Storybrooke crede nel vero amore, nonostante le batoste e la sfiducia negli uomini. La mora, famosa wedding planner di New York, è cinica, preferendo il lavoro agli uomini, se non occasionalmente.
E se le due, per motivi di lavoro si troveranno a stare momentaneamente l'una nella città dell'altra?
E se nella loro vita piomberanno nuove persone che stravolgeranno la loro vita?
Genere: Fluff, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Emma Swan, Killian Jones/Capitan Uncino, Regina Mills, Robin Hood, Un po' tutti
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Storybrooke - Emma
 
Emma Swan se lo sentiva. Da quando August quella mattina le aveva lasciato quel messaggio “dobbiamo parlare”, se lo sentiva che c’era qualcosa che non andava.
Se ci pensava era da tempo che August si comportava in maniera strana con lei: saltava le uscite, non rispondeva ai messaggi né tantomeno alle telefonate. E quando lo faceva era distante, freddo.
La bionda dagli occhi verdi di nuovo si sentiva spezzata. Come quando Neal l’aveva lasciata sola con un bambino da crescere; avrebbe dovuto capirlo subito che qualcosa tra loro si era rotto ma lei era innamorata davvero, così come lo era stata con Neal. Innamorata e cieca.
La storia tra lei ed August era nata quasi per caso: entrambi erano giornalisti per lo “Storybrook’s Daily Mirrors”. I due si erano trovati a lavorare a stretto contatto per un articolo ed inevitabilmente era successo. Un bacio rubato, appuntamenti galanti e infine era nata quella storia d’amore.
Ma ora, a distanza di quasi un anno da quella prima volta, Emma si era convinta che l’amore era esistito solo da parte sua. Anche se non sapeva cosa le avrebbe detto tra non molto, qualcosa nella sua testa le diceva così. Era stata stupida, ancora una volta.
 
E così dopo il lavoro Emma incontrò August da Granny, un delizioso e accogliente Bed&Breakfast, forse l’unico di Storybrooke, una piccola e sperduta cittadina del Maine. Contava davvero pochi abitanti, quindi si conoscevano quasi tutti eppure Granny, la simpatica proprietaria, continuava a fare affari d’oro.
-Emma! Scusa il ritardo.
Presa dai troppi pensieri per la testa, Emma non si era accorta ancora dell’arrivo di August, che intanto si era già seduto di fronte a lei e ordinato una birra media. Emma alzò gli occhi dalla tazza di cioccolata calda con cannella e lo guardò negli occhi azzurri. Emma amava specchiarcisi in quegli occhi, eppure quella sera li sentiva lontani.
-Quindi? Cosa devi dirmi?
August sospirò e ringraziò Ruby, una delle cameriere, nonché nipote di Granny che gli aveva portato il bicchiere di birra. Ne bevve un sorso e umettò le labbra, come a voler prendere coraggio.
-E’ da un mese che frequento un’altra.
Mancò davvero poco che la tazza che ancora reggeva tra le mani le scivolasse, cadendo a terra. Si aspettava di tutto ma non questo, non da lui.
O forse sì?
August Booth era sempre stato un dongiovanni ma con lei sembrava cambiato. Nonostante le avvertenze di Mary Margaret, la sua migliore amica, Emma era convinta che fosse diverso con lei.
Ma evidentemente si era sbagliata, di nuovo.
-Cosa…?- Sussurrò, pregando che fosse solo uno stupido scherzo ma la faccia di August le diceva tutto il contrario. E aveva il sentore che ci fosse ancora dell’altro.
-Sì, mi dispiace Emma. Io sento di essermi innamorato di lei.
Quelle parole furono il colpo di grazia. Era innamorato di un’altra, una donna che non era lei. Poteva sentire il suo cuore fare crack, come un vaso caduto in mille pezzi.
Lo guardò con gli occhi lucidi, ma non voleva piangere, non davanti a lui, così si alzò e uscì a passo spedito dal locale, fregandosene del vento gelido che le pungeva il viso e del fatto che aveva dimenticato la sua giacca di pelle rossa lì dentro. 
 
Andò fino al porto che in qualche modo riusciva sempre a calmarla: infatti era uno dei suoi posti preferiti. Quando poi fece per sedersi su una panchina, le sue spalle vennero coperte dalla sua giacca ma lei istintivamente si scostò, sapendo che August l’aveva seguita.
-Emma mi dispiace…
-Cosa? Cosa ti dispiace?! Dio August! Io…io ero così sfiduciata nei confronti degli uomini prima di te, a causa di Neal!- Urlò, voltandosi verso di lui, stavolta lasciando libero sfogo alle lacrime. –Mi hai convinta che non tutti erano uguali ma guarda ora! Da un mese stai con un’altra di cui ti sei innamorato e no! Non voglio sapere il nome, non me ne frega nulla!
-Lo so ma ehi, sei stata importante…ti volevo davvero bene.
-Ecco, questo è il problema. IO ti amavo, e purtroppo ti amo ancora! Ma tu non mi hai MAI amata. O meglio, amavi l’idea di me, l’idea di avermi. L’idea di avere qualcuna da scoparti! Perché quello sono stata per te, no?
August a quelle parole non rispose, ma si limitò ad abbassare il capo, colpevole. Emma fece un sorriso amaro e scosse il capo. Poi con un gesto secco staccò la collana che le aveva regalato e gliela lanciò sul viso.
E se ne andò, senza dire nulla, stringendosi nella sua giacca di pelle rossa e con le lacrime che continuavano a rigare il suo volto.
 
Tornò a casa qualche minuto dopo e venne accolta da suo figlio Henry, di appena dieci anni. Era rimasta incinta di lui quando Emma e Neal avevano appena diciotto anni: due ragazzini innamorati che all’improvviso si erano ritrovati a gestire una cosa più grande di loro. Ma la più coraggiosa fu proprio Emma, dato che Neal non resistette e la lasciò sola. Emma era arrabbiata, disperata ma per fortuna, grazie anche all’aiuto di David suo fratello, nonché marito della sua amica Mary Margaret, ce l’aveva fatta. Aveva cresciuto da sola Henry, almeno fino a quando due anni prima Neal bussò alla sua porta: pentito e con una gran voglia di conoscere il suo bambino. Ora lei e Neal sono rimasti in buoni rapporti, non è mai più successo niente tra di loro, anche perché l’uomo era felicemente fidanzato con una certa Tamara.
-Ehi ragazzino, ti sei divertito con papà?- Chiese Emma. Quel giorno aveva chiesto a Neal se poteva stare con lui mentre lei era al lavoro. Di solito chiedeva a David e a Mary Margaret, ma i due avevano da fare.
-Sì, da morire!- Henry sorrise e poi la guardò, inclinando leggermente il viso. –Stai bene mamma? Hai pianto?-
Emma scosse il capo, pulendosi gli occhi con la manica della giacca e sorrise più ampiamente.
-No, devo aver preso freddo. Papà dov’è?-
-Emma?-
Non fece nemmeno in tempo a chiedersi dove si trovasse Neal che ecco che spuntò fuori, posando il telefono sul tavolo.
-Ero al telefono con Tamara. Ci stavamo mettendo d’accordo per stasera.-
-Oh beh, se devi andare puoi. Tanto ora ceniamo e andiamo a letto, vero ragazzino?-
Emma cinse le spalle di Henry, scompigliandogli i capelli mentre Neal annuì, notando poi anche lui gli occhi arrossati della sua ex.
-Stai bene?-
-Sì, Neal, è tutto apposto.
Emma sospirò. Parlare con lui dei suoi guai sentimentali non era normale, anche se non c’era niente tra loro ma lo trovava comunque strano.
-Mh, come vuoi. Sappi che ci sono, quando ti va di parlare.
Ovviamente Neal non se l’era bevuta e lei non poté fare altro che alzare gli occhi al cielo.
 
Dopo aver salutato Neal e dopo aver cenato, Emma iniziò a pulire i piatti, mentre Henry era sul divano a guardare un po’ di televisione prima di andare a dormire.
L’occhio cadde sul suo cellulare: August non l’aveva chiamata, chissà perché stupidamente lo sperava. Ma cosa sperava? In fondo era meglio così. Magari avrebbe continuato a prenderla in giro o chissà che altro.
Così si pulì le mani con un canovaccio e poi prese il telefono: aprì la rubrica e cercò il numero di August, anche se ormai lo conosceva a memoria. Premette il menù e selezionò il tasto cancella numero. Infine, dopo aver indugiato, cliccò su conferma.
Aveva cancellato il suo numero, ora non le restava fare altro che cancellarlo dalla sua mente e dal suo cuore, soprattutto. E ce l’avrebbe fatta, era coraggiosa Emma. Si sarebbe rialzata e avrebbe ricominciato daccapo.
 
 
E ciaoooooooooooooo.
Lo so, ho ancora le altre da completare ma l’altra sera ho visto per la milionesima volta “L’amore non va in vacanza” e voglio provare a scrivere una storia, ispirandomi a quel film.
Ovviamente non sarà uguale, magari il viaggio accadrà in maniera diversa, chissà u.u
E no, non sarà nemmeno natalizia, quindi mi baso sull’idea di base del film (gioco di parole >.<)
Sarà ovviamente Captain Swan e OutlawQueen.
Ho messo Neal vivo e vegeto (ma sarà bravo e non metterà zizzania tra i CS anzi.. u.u)
August stronzetto e cosa importante, David fratello di Emma. Poi vi parlerò dei genitori dei ragazzi e del cognome di Emma.
E niente spero vi piaccia insomma.. <.<
Byeeee :3
  
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