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Autore: mikchan    21/12/2015    1 recensioni
Una storia senza pretese.
Una giornata nello strano Saint GD Hospital di China Town, in cui un branco di medici bellissimi e rigorosamente asiatici diventano reali.
Genere: Comico, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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UNA GIORNATA AL SAINT GD HOSPITAL DI CHINA TOWN


Era una giornata come tante, all'ospedale Saint GD di China Town.
La mattina era iniziata nel solito modo: il sole che spuntava da dietro le fronde degli alberi del grande giardino, la brezza fresca di inizio estate e i medici del turno di notte che uscivano dall'ospedale, con lo sguardo stanco ma soddisfatto.
Era un ospedale come tanti altri, il Saint GD di China Town. Aveva medici, infermieri, personale vario, addirittura un direttore. L'aspetto che lo differenziava dagli altri ospedali della città, era che gli uomini, e intendo proprio tutti gli uomini, erano asiatici.
Negli ultimi mesi c'era stata una crescita esponenziale nell'assunzione di infermiere e nella presenza di pazienti donne che, avendo sentito da amiche e conoscenti di questi medici talmente belli da sembrare irreali, fingevano qualunque malanno per doversi recare di urgenza in ospedale.
Che saranno mai, vi chiederete voi, questi benedetti medici? In fondo, nella realtà non esistono mica quegli uomini bellissimi e intoccabili che si vedono in televisione. Figurarsi, poi, se sono anche asiatici!
Beh, cari miei, è qui che ci siamo sbagliati tutti.

Quel giorno era iniziato come tutti gli altri, e altrettanto normalmente stava procedendo. I soliti pazienti, i soliti schiamazzi, i soliti rumori. Insomma, era decisamente una giornata normale.
E come tutti i giorni, i capi dei vari reparti si trovarono per pranzare alla mensa dell'ospedale. Era diventata ormai una routine, quando avevano il turno di giorno, sedersi a quel tavolo di fianco alla finestra e parlare tranquillamente per quell'ora scarsa che gli era concessa.
Era iniziato tutto per caso, un giorno di qualche mese prima. Con l'apertura del nuovo ospedale, il caos era indescrivibile e i vari capo-reparto non avevano mai avuto l'occasione di incontrarsi tutti insieme e, da un certo punto di vista, erano tutti talmente impegnati che non ci avevano dato poi così tanta importanza. Poi, in una giornata nebbiosa e fredda, si erano ritrovati seduti tutti allo stesso tavolo, proprio quello che stavano occupando in quel momento, e avevano iniziato a parlare. Così, nel modo più anonimo possibile, era iniziata la loro amicizia.

Ma credo che arrivati a questo punto siate tutti curiosi di scoprire chi siano questi formidabili e bellissimi medici, che tutte le infermiere osservano da lontano mentre sospirano incantate, sentendosi delle stupide perché non riescono a trovare il coraggio di rivolgere la parola a tali Dei.

I primi che attirano l'attenzione sono loro tre, i Tre Moschettieri, anche chiamati la Gang di Belli Capelli. Vagano sempre insieme, inseparabilmente, e si conoscono probabilmente da quando sono bambini.
Belli Capelli, colui che da il nome alla banda, è il Direttore del reparto di Cardiochirurgia. Il suo soprannome, ovviamente, si riferisce alla folta chioma che lo caratterizza e che fa invidia a qualunque essere che abbia dei capelli in testa. Il suo punto di forza, oltre che a questo, è il suo fascino carismatico, il suo sguardo sicuro e il suo stile inconfondibile. Lui è la causa primaria del successo de reparto di Cardiochirurgia dell'ospedale Saint GD di China Town: oltre alle sue innegabili abilità, non è trascurabile l'alto numero di pazienti, ovviamente tutte donne, che si sono presentate alla porta del suo ufficio, lamentando uno strano dolore al cuore.
Sempre alla sua destra troviamo Brutta Camicia, il Direttore del reparto di Psichiatria. Alto, slanciato, con i suoi inseparabili occhiali e le sue amate camicie dai motivi inguardabili. Tutte le donne, pur ammettendo il suo pessimo gusto nel vestire, sono inevitabilmente attratte da lui. È attraente, forse anche grazie alla presenza costante dell'amico, ma ha anche lui il suo fascino nascosto e quelle poche fortunate che hanno avuto la fortuna di potersi sbarazzare di quelle camicie confermano con un sorrisetto soddisfatto, ma si rifiutano di rivelare il segreto del loro successo.
Infine, alla sua destra, c'è Piazzetta. Ovvio anche il motivo del suo soprannome, Piazzetta, Capo dei Medici di base dell'ospedale, non è affascinante come i suoi compari, ma ha comunque il suo seguito di fans, che un po' cercano di attirare l'attenzione di Belli Capelli, e un po' sono attratte dal fascino misterioso di Piazzetta.
I Tre Moschettieri furono i primi che arrivarono quel giorno in mensa. Comprarono da mangiare e si sedettero al solito tavolo, chiacchierando distrattamente tra di loro.
Mentre Piazzetta si lamentava dell'ultima paziente di quella mattina, che aveva inventato un malessere decisamente assurdo pur di spogliarsi davanti a lui, arrivò il quarto medico, Cappotto Nero.
Cappotto nero, Lin per gli amici, è il Direttore del reparto di Ginecologia. Il suo fascino si potrebbe definire, secondo complicati termini da fangirl, “da idol”: la sua bellezza non è data solo dallo stile o da un aspetto in particolare, ma dalla visione d'insieme della sua persona. Dietro al suo sguardo gentile, che fa battere il cuore a tutte le infermiere e soprattutto alle sue pazienti, si nasconde un animo da pervertito, che lo ha portato inevitabilmente a scegliere questo mestiere, in cui tuttavia è decisamente abile.
“Ah, che stanchezza!”, si lamentò Lin con uno sbadiglio, sedendosi accanto a Brutta Camicia, che gli lanciò un'occhiataccia.
“Guardate chi si lamenta”, lo prese in giro. “Considerato quello che fai dalla mattina alla sera non hai il diritto di piagnucolare”.
“Non è sempre un lavoro facile”, borbottò di rimando, aprendo il suo solito pacchetto di biscotti, che consisteva nell'unica sua risorsa di cibo per tutta la giornata. Forse era per quel motivo che era perfettamente in forma...
“Sì, certo”, rise Belli Capelli. “Ammetti che ti diverti!”.
“Io faccio solo il mio lavoro”.
“E ti diverti”, insistette Brutta Camicia.
“Ovvio, non avrei mai scelto questo lavoro se non mi piacesse”.
“Ma ti piace il lavoro o ti piacciono le donne?”.
Lin li fulminò. “Simpatici. Sapete che...”.
“Ciao ragazzi!”, lo interruppe una familiare voce femminile.
I quattro uomini si girarono e salutarono a loro volta la nuova arrivata, una delle poche donne che facevano parte della loro cerchia e che non erano ancora morte.
Ilaria1 (sì, purtroppo bisogna numerarle) è la Direttrice del reparto di Anatomopatologia. È una persona schietta, sincera e senza peli sulla lingua, motivo che le ha permesso di fare amicizia senza problemi con quelli che le altre infermiere giudicano inarrivabili. Il suo unico tallone di achille è Belli Capelli, di cui è follemente innamorata, ma che, secondo la solita mentalità asiatica da drama, è l'unico che non se ne è accorto.
Ilaria1 si sedette proprio di fianco a Belli Capelli, con il solito discorso in testa. Il problema non era tanto parlare con lui, quanto confessargli che ne era completamente cotta. Il che, detto chiaramente, non era per niente facile. Soprattutto se il ragazzo in questione era sempre troppo impegnato dal suo lavoro, come potevano confermare le carte che aveva in mano in quel momento. Tutti si erano accorti di quello che stava succedendo e ogni giorno approfittavano di quella pausa per aiutare Ilaria1, in tutti i modi. Anche in quelli più assurdi.
“Ti si è slacciata la camicia”, disse Lin mettendosi in bocca un biscotto e alzando un sopracciglio divertito.
Ilaria1 gli tirò un calcio da sotto il tavolo e lo guardò male, affrettandosi a rimediare al danno. Non era sua intenzione conquistare Belli Capelli in quel modo, ma ormai aveva imparato che quello era invece l'unico che Lin conosceva. Sempre diretto, in qualunque situazione, soprattutto in quelle più imbarazzanti. Ancora doveva capire se lo faceva apposta o se aveva perso qualche rotella a furia di consumarsi gli occhi davanti alle sue pazienti.
“Come è andata la giornata?”, le chiese Brutta Camicia, gentile come sempre.
Ilaria1 sbuffò. “Da quando abbiamo i nuovi stagisti non sopporto più nessuno. Sono tutti degli imbranati. Idioti. Imbecilli. Mentecatti”.
“Sempre la solita”, si intromise un'altra voce, occupando il posto vuoto di fianco a lei.
Ilaria1 abbozzò un sorriso. “La sola è unica”.
Capelli Rossi rise, passandosi una mano nella folta chioma e salutando gli altri presenti.
Capelli Rossi, Direttore del Pronto Soccorso, è uno dei medici più ricercati dell'intero ospedale. Sono innumerevoli le pazienti che si feriscono di proposito e che si recano al pronto soccorso chiedendo il suo aiuto. E lui, nonostante sia sempre impegnatissimo, non rifiuta mai nessuno e sorride a tutti, sempre. Ha un animo pacato e gentile, che si scontra spesso con il carattere forte e deciso di Belli Capelli. In particolare, Capelli Rossi non sopporta che Ilaria1, che da qualche mese a quella parte considera senza problemi la sua migliore amica, continui ad andare dietro a un “idiota dai capelli troppo cresciuti”. Ma lei non cede la sua preda, nonostante sia grata delle attenzioni dell'amico, e cerca sempre il modo per farli andare d'accordo.
“Novità dal pronto soccorso?” gli chiese Ilaria1, indicando la divisa sporca di sangue sulla manica.
Capelli Rossi sospirò. “Una cretina si è affettata la mano”.
“Comincia ad essere ingestibile questa cosa”, si aggiunse Piazzetta, aggiustandosi gli occhiali sul naso.
“Perché non avete ancora visto il mio reparto”, disse Belli Capelli, appoggiando le carte che stava leggendo sul tavolo. “Prima è arrivata una donna che insisteva a dire che il suo cuore era diventato più grande e voleva che controllassi. Ci è mancato poco che si spogliasse del tutto”.
“E ti dispiace?”, intervenne Lin, sorridendo.
“Se fosse stata bella magari no”, replicò Belli Capelli. “Però era una vecchia. E per giunta brutta”.
“Hai ragione”, confermò Lin. “Anche io preferisco le pazienti giovani e belle”.
Ilaria1 lo guardò, a metà tra l'incredula e lo sconsolato, poi scoppiò a ridere. “Ovviamente”, assentì divertita.
“Oh, arriva il nostro spilungone”, esclamò Capelli Rossi, sventolando la mano verso l'uomo che si stava avvicinando al loro tavolo.
Lo spilungone, anche detto Gambe Lunghe, è il Direttore del reparto di Osteopatia ed è, come è facilmente intuibile, la persona più alta di tutto il gruppo.
“Purtroppo non hanno cambiato i tavoli”, scherzò Belli Capelli.
Gambe Lunghe sbuffò, sedendosi accanto a Lin e allungando le sue lunghe membra sotto il tavolo. “Prima o poi mi siedo per terra”, si lamentò, facendo ridere tutti. Era quasi comico vederlo seduto a quei tavoli, che erano di altezza normale per qualunque essere umano, ma piccoli per lui, che non sapeva mai dove mettere le gambe per non disturbare. “Di cosa stavate parlando?”, chiese poi, dando un morso al suo panino.
“Oh, non lo vuoi sapere”, ridacchiò Ilaria1.
Gambe Lunghe la guardò confuso, poi si voltò verso Lin e annuì tra sé, consapevole ormai dei discorsi che generalmente uscivano fuori quando c'era il loro amico di mezzo.
“Che ne dite se uscissimo di nuovo a bere, una di queste sere?”, propose Belli Capelli, allungandosi di scatto sul tavolo e provocando un mezzo infarto alla povera Ilaria1, che però si affrettò ad annuire.
“Ci starebbe”, disse Lin. “Posso portare qualcuno?”.
“Una nuova ragazza?”, ridacchiò Brutta Camicia.
Lin annuì. “L'ho conosciuta questa mattina”, affermò candidamente. “È davvero una bomba”.
Ilaria1 scoppiò a ridere e gli altri la imitarono, sapendo bene che questa nuova “bomba” non sarebbe durata più di qualche giorno. Purtroppo per lui, Lin non aveva ancora trovato la ragazza giusta e continuava a saltare da una donna all'altra cambiandole più spesso di quanto cambiasse cappotti d'inverno. E ci sono testimoni che possono assicurare di averlo visto con più cappotti diversi che magliette.
“Quando arrivano gli altri ci organizziamo”, disse Ilaria1, evitando così che Lin iniziasse a descrivere nei particolari la sua nuova amica.
“Stavate parlando di noi?”, si intromise una voce.
I nuovi due arrivati sono Ilaria2 (ecco qui spiegata la necessità dei numeri) e colui che è soprannominato l'Asiatico Carino al quale le infermiere devono ancora trovare un nome adeguato.
Ilaria2 è la Direttrice del centro di Neurochirurgia, è una persona dolce e gentile, sempre disposta a dare una mano ai suoi amici. È entrata nel gruppo grazie alla sua profonda amicizia con Ilaria1 e proprio tra i medici lì presenti, ha trovato la sua anima gemella in Gambe Lunghe. Entrambi molto alti e dall'animo gentile, sono l'unica e felice coppia di quella sgangherata gang.
L'Asiatico Carino, il cui soprannome sarà di pubblico dominio molto presto, è il Vice-direttore del reparto di Pediatria. È più giovane del resto dei suoi compagni ma ha stretto subito una profonda e inaspettata amicizia con Lin, che lo ha preso sotto la sua ala con il malvagio intento di fare sparire la sua cronica timidezza con le ragazze.
“Volevamo organizzare un'altra serata”, spiegò Ilaria1 mentre gli ultimi due arrivati si sedevano.
“Chi offre la cena, quindi?”, scherzò Ilaria2.
“Vogliamo fare una scommessa?”, si intromise Belli Capelli. “Se Lin si lascia con la ragazza che ha conosciuto oggi paga lui per tutti!”.
“Io ci sto!”, esclamò Ilaria1, ridendo.
“Anche io”, la imitarono gli altri.
“Ehi, aspettate un attimo! Non sono una banca!”, si lamentò Lin.
“Ma sei ricco”, gli fece notare Belli Capelli.
“Tutti lo siamo”, replicò Lin, facendo l'offeso.
“Sì, ma con te è più divertente”.
“E per quale motivo?”.
“Perché non riuscirai mai a vincere questa scommessa”.
“Scommettiamo?”.
“Era la mia idea quella”.
E fu così che Lin e Belli Capelli si strinsero le mani, sicuri entrambi di vincere.
“E se vinco cosa succede?”, chiese Lin.
“Tanto non vinci”, replicò Belli Capelli, divertito. Era sempre così, tra loro due. Andavano avanti a scommesse che perdevano una volta sì e una no, ma la loro amicizia era forte e profonda, anche se un po' strana.
“Ti paghiamo la cena” si intromise l'Asiatico Carino, capendo che quella discussione sarebbe potuta durare ancora all'infinito. “E anche da bere”.
“Ci sto!”, esclamò Lin battendo le mani e sorridendo. “Ora le scrivo di tenersi occupata”.
“Ma non abbiamo ancora deciso quando”, gli fece notare Brutta Camicia.
“Fa niente. Tanto non la lascerò”.
“Le ultime parole famose”, rise Ilaria1, scuotendo la testa divertita.
“Ragazzi, io devo tornare in reparto”, disse Capelli Rossi, alzandosi di scatto.
“Non aspetti Michela per il caffè?”, lo fermò Ilaria1.
“No, è arrivata un'ambulanza di emergenza. Fatemi sapere se organizzate qualcosa”, disse prima di correre via come un fulmine.
“Quel ragazzo è sempre impegnato”, disse Michela, arrivando proprio in quel momento.
“Dove sono i nostri caffè?”, chiese subito Ilaria1, sorridendo all'amica.
Michela la fulminò, incrociando le braccia al petto. “Al bar. Dove devono stare. E dove staranno”.
“Daaai”, fece Ilaria1, scuotendo il braccio di Michela.
Anche quella, ormai, è una scena che si ripete tutti i giorni. Michela lavora agli uffici amministrativi ed è niente di meno che la moglie del direttore dell'ospedale Saint GD di China Town, Kim WooBin.
La storia di come Kim WooBin (per chi lo conosce) sia finito in Italia, abbia sposato un'italiana e sia passato da modello/ attore a direttore di ospedale non si racconterà qui e in questo momento, ma basti sapere che Kim WooBin stesso reputa questa scelta la migliore di tutta la sua vita.
“Questa assurda tradizione del caffè deve finire”, stava borbottando Michela tra se, mentre si sedeva.
"Senti, Michi”, la interruppe Belli Capelli. “Quando è libero il tuo maritino? Stavamo organizzando un'altra serata”.
“E chi paga?”, chiese anche lei, facendo scoppiare a ridere tutti e sbuffare il povero Lin.
“Abbiamo fatto una scommessa”, disse quest'ultimo, incrociando le braccia sicuro.
“Un'altra?”, replicò divertita la ragazza.
"Questa volta vinco io”, esclamò Lin, lanciando un'occhiataccia a Belli Capelli, che si limitò a ridere.
“Vedremo”.
“Sapete cosa dicono le infermiere?”, chiese Michela al gruppo, desiderosa di condividere il nuovo gossip che aveva sentito poco prima in ascensore.
“Su chi?”, chiese Brutta Camicia, sconsolato.
Michela scosse la testa. “Nessuno di voi”, disse, gustandosi divertita le espressioni sorprese dei suoi amici. “Arriverà un nuovo medico settimana prossima”.
“Un altro asiatico?”, chiesero Ilaria1 e Ilaria2 in coro.
Michela guardò le amiche e si aprì in un sorriso. “Molto asiatico”.
“Cinese? Giapponese? Coreano? Tailandese? Da dove?”, chiese Ilaria1, curiosa.
“Non si sa, ma posso provare a informarmi”.
“Sai che gli uomini raccontano molto di più dopo avere fatto sesso?”, si intromise Lin.
Le tre ragazze lo guardarono storto. “Grazie per il consiglio”, disse Michela, scuotendo la testa.
“Voglio proprio conoscerlo”, disse Ilaria2, guadagnandosi un'occhiataccia dal suo ragazzo.
“Io spero sia bello”, disse invece Ilaria1.
“Io invece voglio sapere che soprannome gli daranno le infermiere. Insomma, i nostri sono veramente ridicoli”, disse Belli Capelli, passandosi inconsciamente una mano nella sua chioma e non accorgendosi minimamente di Ilaria1 che si asciugava la bavetta a quella visione.
Le tre ragazze si guardarono e poi scoppiarono a ridere. La versione ufficiale della storia era che erano le infermiere a inventare quei soprannomi, ma in realtà erano loro tre che, amiche fin dall'università, avevano iniziato a dare nomignoli ai ragazzi più belli che vedevano più spesso a lezione, soprattutto quelli asiatici (ma ormai questo era chiaro) e avevano finito per portarsi questa tradizione anche nella vita reale.
In fondo i loro desideri più impensabili si erano avverati grazie alla creazione del Saint GD Hospital di China Town, che rappresentava nel modo più concreto i loro sogni da ragazzine. E ora avrebbero aspettato con trepidazione il nuovo medico, decidendo tra di loro, senza nemmeno bisogno di parlarsi, che avrebbe fatto parte anche lui del loro gruppo. In qualsiasi modo. Anche a costo di rapirlo. Idea che, in fin dei conti, non era poi nemmeno così strana.

Non lo so. 
Non so se questa cosa ha senso.
Non so se fa ridere.
Non so se è una cagata.
Non so nemmeno perché l'ho postata.
L'unica cosa che so è che mi sono divertita un mondo a scriverla, e che ovviamente la dedico a quelle due pazze di Ilaria1 e Ilaria2, che mi hanno aiutata ad fare nascere questa "storia".
E se ve lo state chiedendo, sì, tutte le persone nominate qui dentro sono reali (anche Kim WooBin, pace all'anima sua, che è diventato mio marito!), così come lo sono i soprannomi. È una cosa malata, è una cosa strana, è una cosa psicotica. Lo sappiamo, ma è divertente lo stesso. Preciso che non c'è l'intenzione di offendere nessuno, è una storia scritta in un momento di vuoto (al posto di iniziare a studiare, ma ormai è Natale, quindi non si studia).
Spero vi sia piaciuta e ringrazio Kim WooBin, il mio caro marito, e GD, ovvero GDragon per avermi prestato i loro nomi.
p.s. a chi sta aspettando l'aggiornamento dell'altra storia, sappiate che sarà una cosa mooolto lunga. Probabilmente infinita. Sorry. 
A presto
Mikchan

  
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