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Autore: InuAra    21/12/2015    7 recensioni
Vi ricordate quando, nel manga, il professor Maity invita tutti alla Hawaii per il suo matrimonio? Una stanza d’albergo e due imbranati di nostra conoscenza a gestire la situazione. E cosa sarebbe successo se invece di fingere di dormire, quell’ultima sera, Otani avesse trovato il coraggio di affrontare Risa?
Genere: Commedia, Fluff, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Atsushi Otani, Risa Koizumi
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Image and video hosting by TinyPic Stava per esplodere, ne era certo.
 
Una bomba a orologeria pronta alla deflagrazione.
 
Immobile.
 
A dirla tutta, paralizzato.
 
Tentò di far entrare aria nei polmoni, senza successo.
 
*Calmati, Otani, calmati, accidenti a te!*
 
E proprio non riusciva a fermare quel ronzìo che gli rombava nelle orecchie.
 
E aveva caldo, terribilmente caldo.
 
Ancora poteva sentire il tocco morbido delle labbra di Koizumi sulla guancia, che ora bruciava come una ferita su cui si è spremuto del succo di limone.
 
E ancora sentiva il suo profumo.
 
Anzi, quel suo profumo appena fruttato riempiva la stanza, gli entrava nelle narici e contribuiva ad aumentare quel suono martellante nel cervello,  e la testa si inebriava, si inebriava sempre più, fino a che, inevitabilmente, cominciò a girargli a una velocità assurda!
 
Oh cavolo, lei era lì. Lì. Accanto… a… lui.
 
Come accidenti faceva a non girargli la testa?!
 
Percepiva chiaramente il materasso scendere appena sotto il peso del corpo di lei, che si muoveva e si aggiustava, facendolo ogni volta sussultare silenzioso.
 
Era passato un attimo o un'ora da quando lei era entrata in quella stanza d'albergo, la loro stanza d'albergo?
 
Un attimo o un'ora?!
 
Davvero non lo sapeva.
 
Lui si era finto addormentato e lei si era cambiata e messa a letto.
 
Non voleva metterla in imbarazzo, sapeva quanto era agitata all'idea di dormire con lui, su quel letto matrimoniale, e allora… semplicemente aveva fatto finta di essere già bello che addormentato.
 
Tutto qui.
 
E aveva fatto bene a fingere di russare e a non muovere un muscolo, perché l'aveva sentita rilassarsi accanto a lui.
Si era sforzato tremendamente per non aprire gli occhi, guardarla con uno dei suoi sorrisi più smaglianti e strafottenti e dirle: "Sei proprio un'idiota!"
 
Ma poi le cose erano degenerate: lei gli si era avvicinata - questo davvero non lo aveva previsto! -, il suo cuore aveva cominciato a battere sempre più forte, si era sforzato ulteriormente di restare immobile, aveva sentito il respiro di lei sul suo orecchio, i capelli lunghi solleticargli il collo e poi… poi quel sussurro - che ancora se ci pensava…-, quel sussurro mescolato a quel bacio tanto leggero e tanto caldo: "Scusami, Otani. Ti amo da morire"
 
Aaaah! Stava impazzendo! 'ScusamiOtaniTi AmoDaMorire' gli rimbombava nella mente strappandogli ogni brandello di ragione.
Per fortuna che si era allontanata in tempo per non vederlo diventare rosso come un semaforo nell'ora di punta!…
 
Aveva aperto gli occhi e, nel buio, aveva tentato di mettere a fuoco qualcosa, qualsiasi cosa, nel vano tentativo di mettere a fuoco se stesso e ritrovare lucidità.
 
Illuso!
 
'ScusamiOtaniTi AmoDaMorire'
 
Sentì un bollore irreprimibile scaldargli le viscere, salire al petto, alle guance, alle orecchie ed esplodere come un'eruzione inarrestabile in testa.
 
Non ce la faceva più!
 
Si tirò a sedere di scatto, quasi urlando una risposta alla domanda che nessuno gli aveva fatto.
 
"E va bene, sono sveglio!"
 
"Aahh! Mi hai fatto morire di paura!", anche la ragazza al suo fianco si alzò di colpo a sedere, artigliando il pigiama sul petto, il fiato in gola e gli occhi spalancati dallo spavento improvviso, "Sta-stavo dormendo! Ma sei scemo?!"
 
"Sì, qualche problema?!", la sfidò lui, ancora rosso in volto, "Sono scemo, ok? Sono completamente scemo!"
 
Risa non riusciva proprio a capire che diavolo stava farneticando quel nanerottolo, nel bel mezzo della notte poi. Stropicciandosi gli occhi ancora carichi di sonno, si trovò a fargli svogliatamente il verso.
 
"Se, seee… La solita storia… Diventi scemo perché mi stai vicino… Giusto?"
 
"T-troppo… troppo vicino…", precisò lui, apparentemente ancora piuttosto infastidito, deglutendo.
 
Risa spalancò gli occhi di colpo.
 
Non era che…?
 
Si voltò a guardarlo e lo vide imbronciato e bordeaux, mentre la scrutava, in effetti, da vicino.
 
Troppo, troppo vicino.
 
Se le fiamme dell'inferno esistevano davvero, dovevano certo essere brucianti come quella che la avvolse violentemente, avvampandole in viso e probabilmente rendendo ancora più rossi persino i suoi capelli. Per fortuna che non c'era tanta luce… Forse lui non se ne sarebbe accorto.
 
Boccheggiò per qualche istante e poi distolse lo sguardo, senza la capacità di muoversi o parlare.
 
Fu Otani a rompere il silenzio.
 
"E comunque io non voglio fare proprio niente con te!", quasi glielo urlò, rabbioso.
 
La mandibola le cadde di colpo: era completamente spiazzata! Adesso davvero non ci capiva niente…
 
Ma allora era questo che pensava lui di tutta quella storia? E lei si era illusa che lui volesse…? Che stupida!
 
Al diavolo lui, al diavolo i doppi sensi di Nobu e al diavolo anche quel letto matrimoniale!
 
E allora perché, anche se lo pensava con forza,  non riusciva a mandarlo al diavolo? Perché, invece di articolare insulti,  il suo labbro tremava e i suoi occhi increduli si stavano appannando?
Dannazione!
Provò a ricacciare le lacrime, col risultato che dalla sua bocca uscì solo uno sgraziato suono incrinato.
 
Oh cavolo! Quella scema stava fraintendendo tutto… Stava per mettersi a piangere!
Ma certo. L'idiota era lui! Le aveva appena urlato che con lei non voleva fare niente?! Possibile che fosse tanto cretino?! E lei, ne era certo, stava cominciando, in quella sua testolina insicura e melodrammatica, a dirsi frasi sconnesse del tipo: 'Certo, lui mi vede solo come un'amica, un'amica da baciare di tanto in tanto, ok, ma pur sempre un'amica… E' stato bello finchè è durato… Ora partirò per un viaggio e non lo rivedrò più!… Anzi, mi faccio monaca!'
'Che cosa…?!' Rispose a sua volta Otani nella propria mente, credendo ormai alla sua stessa assurda fantasia. Doveva fermarla, non poteva, non doveva farsi monaca! Ma che, stava scherzando??
 
Doveva rimediare immediatamente e si affrettò a spiegarsi, ritrattando il tono duro di poco prima.
 
"C-cioè…. Scema! Smettila di fare quella faccia! Che hai capito? Voglio dire…", la sua voce si addolcì impercettibilmente, ma fu sufficiente per far sussultare Risa, che non si stava perdendo neanche una sillaba, "Non voglio fare niente… niente che tu non abbia voglia di fare, ecco", concluse a fil di voce, la sua sicurezza ormai scemata completamente.
 
Aveva distolto lo sguardo, ma teneva Risa sotto controllo, e tentava, esitante, di spiarne la reazione.
 
Perse un battito quando vide gli occhi di lei allargarsi luminosi, i muscoli del viso rilassarsi e un timido sorriso incresparsi su quelle labbra che sembravano così dannatamente morbide…
 
Era ufficiale: stava impazzendo!
 
"Otani…"
 
Alla camicia di forza preferì la fuga. Si girò dall'altra parte e si ributtò sotto le lenzuola.
 
"Oh accidenti! Ma perchè è così difficile parlare di certe cose?! Aaargh! Buonanotte!"
 
"Buonanotte?!", replicò lei allibita, "Eh no! Tu mi hai svegliato e adesso continui con quello che hai da dire!"
 
"Discorso chiuso!"
 
"Ma se non l'hai neanche aperto??"
 
Discorso chiuso? Ma stava scherzando? Poteva una come Risa, la cui determinazione era ormai leggenda in tutta Osaka, arrendersi così? Mai!
 
Iniziò a colpirlo ritmicamente con la prima arma a portata di mano: il suo soffice ma alquanto fastidioso cuscino.
 
"O-ta-ni!"
 
"Piantala!", si schermiva chiudendosi a fortino.
 
"Gi-ra-ti!!!", insisteva lei, aumentando il ritmo e la forza.
 
"Ma la vuoi smettere?!…", si voltò di scatto, con l'intenzione di allontanarla e col risultato, al contrario, di farle perdere l'equilibrio e farla cascare rovinosamente su di lui.
 
Corpo contro corpo, occhi negli occhi, labbra a un centimetro di distanza.
 
Entrambi sorpresi e con le guance in fiamme.
 
Inutile scappare ancora. E come poteva, d'altronde, con lei che lo guardava con quegli occhi tanto grandi?
 
"S-scusa Otani, io…"
 
"Insomma… cosa credi…?", la zittì lui, "E'-è una cosa importante anche per me… Cioè, se non lo fosse, non dormirei in stanza con te…"
 
"Ah beh, ma quello è capitato… L'hanno deciso gli altri…", puntualizzò Risa. E figurati un po'…!
 
"Ma che c'entra? Lo so benissimo!…", si difese lui, "Ma sono contento che sia capitato… Con te, dico… Sono felice di dormire con te… Voglio dire… Sei la prima ragazza con cui divido una stanza"
 
La prima.
 
E così la ‘prima stanza’ era lei. Non Kanzaki, certo non Mimi. Lei, Risa Koizumi.
 
Sentì il cuore gonfiarsi di euforia. Tentò di trattenerlo fermo nel petto, o sarebbe presto schizzato fuori come un fuoco d'artificio.
 
Deglutì appena.
 
"A-anche tu sei il primo ragazzo…"
 
Qualcosa nello sguardo che le lanciò lui in tutta risposta la mise in allarme.
 
Appena un po'.
 
Ma quel tanto che servì a riscuoterla.
 
Non sapeva dire, guardandolo, cosa propriamente ci fosse di allarmante in quello sguardo, se fossero le pupille lucide e dilatate, le labbra appena socchiuse o il ritmo del respiro impercettibilmente aumentato, ma improvvisamente si ricordò che la posizione in cui si trovava era maledettamente pericolosa.
 
Non avrebbe voluto, ma si affrettò a rimettersi seduta dalla sua parte, giustificandosi: "E-ecco perché ero così agitata… Avevo… ho paura di sbagliare qualcosa…"
 
Anche Otani si rimise a sedere, sorridendo come se non fosse successo nulla.
 
"Ma lo vedi che sei proprio scema? Cosa potresti mai sbagliare?…"
 
"Beh…", fece Risa prendendo tempo, con la vocetta di chi non può nascondere le proprie malefatte e un sorrisetto imbarazzato. E intanto ripensava a quando aveva spinto il ragazzo in piscina nel momento in cui lui le aveva messo un braccio intorno alla vita per salvarla da uno scivolone assicurato, a come lo aveva indirettamente cacciato dalla loro stanza la notte prima, a come era saltata in aria ogni volta che lui l'aveva sfiorata o le aveva anche solo parlato. Una squilibrata insomma. E lui… lui capiva tutto, anzi, pure per lui era una 'cosa importante' e le aveva appena fatto sapere che non aveva nessuna intenzione di prenderla alla leggera.
 
Gli rivolse un sorriso sincero e caldo.
 
"E comunque… grazie!"
 
Qualcosa lo trafisse in petto.
 
Accidenti a quella spilungona… Ma avrebbe venduta cara la pelle. Senza farlo apposta, ribattè colpo con colpo.
 
"Per me tu… sei davvero importante", si lasciò sfuggire tutto d'un fiato.
 
"Ah! Colpita dritta al cuore!", fu la reazione di Risa, da libro aperto quale era, per farsi subito più seria, "Lo senti?"
 
"Sento cosa?", Otani non riusciva a starle dietro.
 
"Il gocciolare del sangue che sgorga dal mio cuore…", ridicola e melodrammatica come solo lei sapeva essere.
 
A lui scappava da ridere - come poteva trattenersi davanti a quella faccia? - e, senza pensarci, afferrò il cuscino e glielo sbattè in faccia: "Ma smettila!"
 
Era così vicino a lei… E lei era lì che rideva, solare e bellissima.
 
La guardò ancora un attimo, sentì il sangue scaldargli le guance e semplicemente sorrise.
 
"Almeno una cosa lasciamela fare…"
 
Ancora intontita dalle risate, Risa ebbe appena il tempo di dire: "C-cosa?", che Otani la strinse tra le sue braccia forti, e la tirò a sè, nascondendo il proprio viso tra i capelli sciolti di lei.
 
Aveva smesso di ridere, stupita da quel gesto, e non riusciva a pensare.
 
Sentiva solo il petto di Otani, pigiato contro il suo, alzarsi e abbassarsi affannosamente.
 
E le sue mani che le bruciavano sulla schiena, attraverso il cotone del pigiama.
 
E quel suo profumo così caldo.
 
E… una confessione inaspettata.
 
"Anch'io ti amo da morire"
 
Sgranò gli occhi. Quello era veramente troppo.
 
L'anima buffa che era in lei, mossa dall’istinto di conservazione, non poté non smorzare un momento così intenso.
 
"Colpitaaaa!", gridò, mimando l'affondo di un dardo immaginario nel suo tenero cuore e crollando sul letto, tirandosi dietro il ragazzo ancora stretto a lei.
 
Punto di partenza.
 
Si trovarono lì dove avevano fatto di tutto per non trovarsi: sdraiati a letto, avvinghiati tra loro, occhi negli occhi.
 
Imbarazzati?
 
Un bel po'.
 
E allora fecero la cosa più naturale del mondo: chiusero quegli occhi e si baciarono.
 
Ancora.
 
E ancora.
 
Baci dolci, baci caldi, baci bagnati. Lunghi e brevi, profondi e a fior di labbra.
E se un bacio significava 'mi piaci', quello dopo era un 'non posso fare a meno di te'.
C'era poi il bacio del 'mi dispiace, siamo davvero due idioti senza speranza', e quello del 'non esagerare o qui finisce male'.
 
E dopo un ragionevole numero di baci riaprirono gli occhi.
 
La tensione alle stelle?
 
Non più.
 
Scoppiarono a ridere e si strinsero più forte.
 
E così, stretti l'uno all'altra, caddero nel sonno più dolce che avessero mai dormito.
 
 
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Ciao a tutti!
 
Spero che questa One Shot senza pretese sia di vostro gradimento!
E’ la mia prima ff in questo fandom, in cui di tanto in tanto faccio qualche sporadica incursione, ma mi riprometto di lasciare un po’ di recensioni. (Chi mi conosce sa che sono una abitué dei fandom di Inuyasha e soprattutto di Ranma, dove mi capita di scrivere qualcosa).
Adoro il manga-anime Lovely Complex e la coppia Risa/Otani. Diciamo che altezza e determinazione in campo amoroso sono anche mie due prerogative, motivo per cui mi identifico ed emoziono facilmente di fronte a ‘sti due svarionati! XD
Come spiego nell’introduzione, la mia ff si colloca come conclusione ideale del capitolo 58 del manga, ovvero del cap. 3 del volume 15, quando i nostri eroi vengono invitati dal professor Maity alla Hawaii.
;-)
Fatemi sapere che ne pensate, e a tutti Buon Natale!
 
InuAra

P.S.: Se dovesse interessarvi, ho scritto una OS per "Amami lo stesso", un'altra splendida opera dell'autrice di "Lovely complex". S'intitola "Illusione" e la trovate al seguente link: https://efpfanfic.net/viewstory.php?sid=3741207&i=1
  
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