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Autore: Gotthardina88    21/12/2015    0 recensioni
Il racconto di Alcesti, uno dei miti greci più belli, in versione Saint Seiya. Thanatos, dopo aver ricevuto l'ordine da Hades di andare a prendere Alcesti, che si è offerta di morire al posto del marito, giunto sulla soglia della casa del re Admeto incontra Apollo. Il Dio della Morte sembra più che intenzionato a condurre la giovane donna nel Regno dei Morti, ma lungo la strada verso l'oltretomba, rimane colpito dalla sua bellezza e dalla sua bontà d'animo e la sua determinazione inizia a vacillare. Quale sarà la scelta giusta da fare?
NOTA: Cambiamento nella trama della storia. Dato che i sentimenti di uno dei personaggi sembravano prevalere, ho scelto un altro tipo di ostacolo invece del cavaliere, ma non per questo sarà meno duro da affrontare.
Genere: Avventura, Fluff, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Crack Pairing | Personaggi: Altri, Thanatos
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Apollo stava suonando la lira davanti alla porta della casa di Admeto. Le sue mani, agili e aggraziate, passavano sulle corde dello strumento come se fossero mosse dall'aria, traendone dolci melodie, anche se l'interno dell'abitazione regnava l'oscurità, ad eccezione di una candela accesa sul tavolo. Il dio del Sole fermò la mano, poi si alzò dallo sgabello di legno sul quale si era seduto e, senza farsi vedere, guardò oltre la soglia: vicino alla candela, che era appoggiata su un tavolo di legno, sedeva la moglie del mortale che stava servendo da più di un anno come guardiano del suo bestiame. Apollo stava suonando la lira davanti alla porta della casa di Admeto. Le sue mani, agili e aggraziate, passavano sulle corde dello strumento come se fossero mosse dall'aria, traendone dolci melodie, anche se l'interno dell'abitazione regnava l'oscurità, ad eccezione di una candela accesa sul tavolo.
Il dio del Sole fermò la mano, poi si alzò dallo sgabello di legno sul quale si era seduto e, senza farsi vedere, guardò oltre la soglia: vicino alla candela, che era appoggiata su un tavolo di legno, sedeva la moglie del mortale che stava servendo da più di un anno come guardiano del suo bestiame.
La luce fioca non riusciva a spegnere il colore ambrato dei suoi capelli, che erano una via di mezzo tra il biondo e il rosso, né tantomeno ad impaurire quegli occhi così verdi e tranquilli. La tunica bianca era seminascosta nella penombra, mentre i braccialetti e la collana d'oro mandavano un lieve bagliore.
Non parlava, ma non sembrava nemmeno avere paura di quello che l'attendeva.
“Come fa ad essere così calma?” si chiese. “Sembra quasi che non abbia paura di quello che l'aspetta...un infausto destino” pensò, domandandosi se palesarsi o meno. Era pur sempre secondo a Zeus, ma in quel momento doveva ricordarsi di essere un semplice mandriano. Anche se non era facile, dovette ammettere: suo padre l'aveva mandato sulla Terra più di un anno prima, come punizione per aver ucciso i ciclopi che forgiavano i suoi fulmini. Aveva trovato un mestiere presso il re Admeto, che l'aveva trattato con molta cordialità. Per ringraziarlo, aveva deciso di proteggere la sua casa e di aiutarlo anche a superare la difficile prova per conquistare Alcesti, che era diventata sua moglie.
La donna seduta sullo sgabello e che stava per morire.
Quanto mai aveva strappato quella promessa alla sorella...quel dono di nozze era stata più una maledizione che una benedizione.
Quando il re Admeto si era ammalato, aveva chiesto ai suoi genitori anziani, ai parenti e agli amici, di prendere il suo posto e di scendere in Ade, ma nessuno aveva accettato. Fino a quando Alcesti non si era fatta avanti, dicendo che lei era disposta a morire al posto del marito.
Non riuscendo più a sopportare quel silenzio, Apollo bussò alla porta della casa.
Alcesti alzò lo sguardo e lo fissò.
-Avete bisogno di qualcosa, mia signora?- le chiese.
Per tutta risposta, la donna fece un sorriso.
-No, ma ti ringrazio per avermelo chiesto- rispose in modo gentile, prima di tornare a fissare il muro.
Apollo fece un segno di assenso, poi si allontanò dalla porta. Stava per riprendere a suonare, quando vide in lontananza arrivare una figura nera. I suoi occhi azzurro scuro ebbero un guizzo di odio.
Eccolo giungere, puntuale come sempre. Niente poteva distoglierlo dall'infliggere la morte, tutto pur di soddisfare i capricci di Hades. Odiato dagli uomini e inviso agli dei. Thanatos.
Cercando di non mostrare quanto la collera lo stava dominando in quel momento, anche se era il più calmo e il più razionale tra gli dei, riprese a suonare la lira fino a quando il dio della Morte non gli si fermò davanti e non lo fissò. Alzò la testa: i gelidi occhi blu erano socchiusi e lo osservavano, mentre la bocca era atteggiata in un ghigno malevolo. I capelli lunghi e neri, e la surplice che brillava, completavano il quadro, rendendolo a dir poco terrificante per i mortali.
Anche se nemmeno lui amava gli uomini, iniziava a capire perché nutrissero un terrore folle nei suoi confronti.
-Guarda chi si vede, il figlio di Zeus...- sibilò Thanatos, fissandolo con odio. -Allora, come te la stai passando tra i vermi? Ti stai divertendo?-
Apollo gli rivolse un'occhiata infastidita.
-Thanatos, ritieniti fortunato che non possa ribellarmi contro gli ordini di mio padre, o ti avrei già scaraventato nel Tartaro!-
-Oh, ma veramente?- lo prese in giro il dio della Morte, mostrando un sorrisetto ironico.
-Un vero peccato che tu non possa disobbedire agli ordini del paparino...né tanto meno distogliermi dal mio obiettivo-. La sua espressione tornò ad essere severa. -Avanti, spostati dalla soglia di quella casa! C'è un morto che mi attende...e ora come ora, non dovresti più proteggere questa casa...-
Apollo socchiuse gli occhi.
-Il dolore di un amico, anche se mortale, mi causa una gran pena- ammise, poi riaprì gli occhi. -Davvero non c'è un modo perché Alcesti ti incontri quando sarà vecchia?- Thanatos scoppiò in una risata malvagia.
-E perché dovrei accontentarmi delle vecchie carampane? Uccidere i vermi mentre sono ancora nel fiore della giovinezza è decisamente più stimolante per me...- e, dicendo questo, fece un cenno. -Levati ora-
-Tsk, sempre così di buone maniere voi dei del mondo sotterraneo!- ringhiò.
-Mpf, da che pulpito viene la predica!- e, dicendo questo, Thanatos passò avanti ed entrò nella casa.
   
 
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