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Autore: manueos85    22/12/2015    1 recensioni
Il rapporto tra genitori è figli non è mai semplice... Soprattutto quando il padre in questione è l'Hokage e il figlio risponde al nome di Boruto Uzumaki!
Una bravata con i fiocchi si merita una punizione esemplare e questo segna l'inizio di un lungo viaggio in un intreccio di ricordi vecchi e nuovi. A fare da guida un Virgilio d'eccezione: Sasuke Uchiha.
Nota: Questa storia partecipa al Contest "The journey that opened his eyes - Quel viaggio che gli aprì gli occhi - Naruto Contest" indetto da Nede
Genere: Avventura | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Boruto Uzumaki, Naruto Uzumaki, Sasuke Uchiha, Un po' tutti
Note: Missing Moments | Avvertimenti: Spoiler! | Contesto: Dopo la serie
Capitoli:
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 Questa storia partecipa al Contest "The journey that opened his eyes - Quel viaggio che gli aprì gli occhi - Naruto Contest" indetto da Nede 


Capitolo 1

 

L'acqua nel secchio era già diventata completamente rossa, ma di lavoro da fare ce n'era ancora parecchio. Il ragazzino si stava davvero pentendo di quella bravata. In fondo, quando aveva deciso di impiastricciare di vernice le facce di pietra degli Hokage con quelle scritte irriverenti, aveva pensato soltanto che sarebbe stato uno scherzo divertente, il modo migliore per far sapere a suo padre e a tutto il villaggio quanto lo aveva deluso per l'ennesima volta, ma non aveva messo in conto il fatto che il doverle ripulire sotto il sole cocente non lo sarebbe stato altrettanto.

 

***

 

Alla sua età, il suo curriculum di irriducibile peste era già notevole e comprendeva una lunga serie di monellerie varie, frutto di una sfrenata fantasia e una grande inventiva. Quando veniva scoperto, di solito il peggio che gli capitava era una ramanzina con i controfiocchi prima di essere costretto a chiedere scusa con espressione contrita e rispedito a casa dalla madre con uno scappellotto sulla nuca.

Gli anziani pretendevano ogni volta una punizione esemplare, ma suo padre liquidava sempre la questione con un gesto della mano e una risatina, chiamandole bambinate senza importanza. Non se l'era presa nemmeno quando aveva fatto i baffi a tutti i volti di pietra dei Kage, annerito loro gli occhi e disegnato cicatrici.

Ma non quella volta.

Aveva iniziato a pensare che le cose si stavano mettendo male quando il padre aveva fissato per diversi minuti in silenzio le parole che aveva scritto sulle fronti dei Kage, rabbuiandosi sempre di più. Non gli aveva mai visto un simile sguardo prima e, ripensandoci, gli aveva fatto anche un po' paura.

“Puzzone?” gli aveva chiesto incredulo, indicando la fronte del Primo. “Rincitrullito? Babbione? Scorreggione?” aveva proseguito, con gli occhi che si spostavano da una scritta all'altra sotto le sopracciglia corrugate. “Befana? Svalvolato?”

Lui aveva abbassato lo sguardo a terra. Il padre aveva evitato di menzionare il “bugiardo” scritto a caratteri cubitali sulla scultura raffigurante il proprio volto, ma il fatto che non gli stesse ancora urlando contro come al solito quando lo sgridava era davvero preoccupante.

“Boruto, vergognati. Questo tuo comportamento non è degno di uno studente dell'Accademia. Non mi importa che tu scriva insulti sulla mia faccia, ma gli altri Kage non meritano un simile trattamento. Non osare mai più mancare loro di rispetto, sono stato chiaro?”

Quel tono rigidamente controllato lo aveva ferito più profondamente di qualsiasi altra sgridata ricevuta in passato, al punto che una lacrima aveva tremolato tra le sue palpebre, minacciando di cadere.

“Ti importa solo di loro!” gli aveva quindi urlato in faccia. “È tutta colpa tua perchè non mantieni mai le tue promesse! Io ti odio!”

Il padre non aveva replicato. Aveva continuato a guardarlo con quell'espressione scura fino a che Boruto non aveva abbassato la testa. Soltanto allora aveva ripreso a parlare, con un tono di voce talmente severo che, per un momento, il ragazzino aveva fatto fatica a ricordare che l'Hokage era anche l'uomo che chiamava papà.

“Ripulirai tutto questo. Da solo. Non cenerai finché non avrai finito e, finché non mi dimostrerai di aver imparato qualcosa ed esserne degno, non affronterai l'esame per diventare genin.”

 

***

 

Boruto smise per un attimo di sfregare la faccia di pietra del Quarto Kage. La scritta “scorreggione” era ancora visibile per metà e sospirò stancamente. Quanto gli sarebbe piaciuto bere almeno un sorso d'acqua! Purtroppo, l'Hokage era stato molto chiaro. Nessuno avrebbe dovuto dargli niente finché non avesse finito.

“Stupido vecchio!” sbottò, sbattendo lo straccio nel secchio. “E stupido cane da guardia!”

Si asciugò la fronte sudata, lanciando un'occhiata verso l'alto.

Il suo carceriere era ancora lì, seduto a gambe incrociate sulla sommità della testa della Quinta, impassibile sotto il sole.

Da quando aveva iniziato a ripulire quel disastro, non aveva detto una sola parola e il ragazzino cominciava a trovare un po' inquietante l'essere osservato in continuazione da quegli occhi scuri. L'Hokage non avrebbe potuto scegliere persona peggiore per tenerlo sotto sorveglianza e stava davvero iniziando ad odiare quell'uomo.

All'improvviso, una risatina divertita lo spinse ad alzare gli occhi ad incontrare il volto sorridente di Iruka-sensei, appollaiato sulla testa del Quarto poco più sopra di lui.

“Ma tu guarda! Questa volta il piccolo Boruto l'ha combinata davvero grossa.”

“Iruka-sensei” lo salutò il suo sorvegliante, con un piccolo cenno della testa.

“Sasuke.” Iruka-sensei ricambiò il saluto. “Naruto ti ha chiesto di prevenire fughe? Lui era un maestro, quando si trattava di svignarsela dalle punizioni.”

L'anziano maestro ridacchiò ancora. Pareva trovare la situazione alquanto divertente.

“Non ho bisogno di un mastino che mi sorvegli!” insorse Boruto, piccato. “Non ho intenzione di svignarmela da nessuna parte!”

“Sì, sì! Ma a quanto pare tuo padre sembra pensarla diversamente!” replicò lui. “Dopotutto, l'esperienza insegna. Anzi, mi pare proprio di ricordare una scena molto simile! Allora toccava a me sorvegliarlo per non farlo scappare, ma c'erano volte in cui riusciva a farmela comunque! Dico bene, Sasuke-kun?”

L'altro si limitò ad un cenno affermativo con la testa.

Ma Boruto emise un verso stizzito. “Non credo proprio che il mio perfetto padre Hokage abbia mai fatto una cosa del genere. Da come ama i vecchi Kage, e fare il Kage, e comportarsi da Kage, e riunirsi con gli altri Kage, non mi stupirebbe se venisse scoperto a sbaciucchiarseli, i Kage!”

“Credo che anche tu capisca che, questa volta, una punizione severa tu te la sia proprio meritata. Tuo padre non poteva fare altrimenti. Gli anziani potrebbero mettere in dubbio la sua autorità, se non riesce a farsi rispettare nemmeno da suo figlio. Il tuo scherzo di oggi non si può paragonare alle altre bambinate che hai fatto in passato.”

Il tono di Iruka-sensei, nonostante il suo sorriso, si era fatto molto più serio. In cuor suo, Boruto capiva, ma la delusione era ancora troppo bruciante.

“Non mi importa!” ribatté quindi, cocciuto. “Così impara a mantenere le sue promesse!”

“Essere Hokage comporta molte responsabilità” gli fece notare Iruka-sensei. “Lui cerca soltanto di fare del suo meglio per Konoha e per tutti noi.”

Il ragazzino ridacchiò sprezzante, poi riprese in mano lo straccio e si rimise a pulire con un'espressione scontrosa in viso. “Sarà, ma a lui non importa niente di me” borbottò tra sè.

Nonostante avesse tenuto la voce bassa, i due uomini sentirono ugualmente le sue parole e si scambiarono uno sguardo. Le sopracciglia di Sasuke si aggrottarono leggermente nel riprendere a fissare Boruto, intento nel suo lavoro, e Iruka sospirò.

“Ora sei ancora troppo immaturo, ma un giorno capirai” disse l'anziano maestro. Poi, silenziosamente com'era apparso, scomparve.

 

***

 

Il tramonto era già passato da un pezzo e la notte era calata su Konoha quando Boruto terminò di ripulire tutte le facce dei Kage. Era assetato, affamato e stanco morto. Di sicuro, non era dell'umore giusto per architettare, e tanto meno mettere in atto, qualche altra trovata delle sue. Nonostante ciò, il suo carceriere del pomeriggio ancora non lo mollava.

Camminava dietro di lui a qualche passo di distanza e Boruto continuava a sentirsi i suoi occhi scuri puntati sulla schiena mentre non lo perdeva di vista come se avesse potuto sparirgli da sotto il naso da un momento all'altro. Era silenzioso come un'ombra, ma non faceva alcuno sforzo per celargli la sua presenza. Se solo avesse voluto, Boruto era certo che non avrebbe potuto individuarlo neanche se gli avesse camminato sopra. Non c'era alcun dubbio che fosse uno dei migliori shinobi di Konoha e non sorprendeva che occupasse uno dei posti di più alto rango tra i ninja più fedeli all'Hokage, ma questo indispettiva il ragazzino ancora di più.

Il padre gli aveva messo alle costole uno degli shinobi migliori in assoluto come se fosse stato il peggior criminale in circolazione.

“Conosco la strada di casa” sbottò alla fine, irritato. “Non ho bisogno dell'accompagnatore! Non seguirmi più!”

Lui non rispose. Si limitò a fermarsi quando lo fece anche Boruto, che si girò per fronteggiarlo.

“A differenza di mio padre, io mantengo la mia parola e ho promesso che sarei tornato a casa appena finito! Lasciami in pace!”

“E io faccio il mio dovere. Mi è stato chiesto di tenerti d'occhio fino a casa, ed è proprio quello che farò.”

“Non ho bisogno del cane da guardia, men che meno di uno fedele a mio padre! Se voleva tenermi d'occhio, perché non l'ha fatto lui?”

L'espressione impassibile di Sasuke non mutò nemmeno quando fissò il ragazzino negli occhi. “L'Hokage è troppo impegnato per occuparsi di tutto. È per questo che ha persone di cui si fida ad aiutarlo. Ma un ragazzino come te questo non può capirlo. Sei un dobe quanto lo era lui.”

“Allora perché fai quello che ti dice se pensi che sia un dobe?”

Non era stata sua intenzione difenderlo, ma le parole gli erano uscite di bocca di getto. Solo lui poteva dare del bugiardo, o del dobe, a suo padre.

“Quello che penso dell'Hokage non sono cose che ti riguardano.”

“Se sei suo amico, perché continui a chiamarlo Hokage e non con il suo nome?”

“Come chiamo l'Hokage non è cosa che ti riguardi.”

Boruto gli lanciò un ultimo sguardo di sfida, poi si voltò e percorse correndo gli ultimi metri che lo separavano da casa. Spalancò la porta, trovandosi davanti proprio il padre, e fu un miracolo se non lo travolse nella sua fretta di correre a barricarsi nella sua stanza, ignorando perfino il richiamo della madre e le proteste del suo stomaco desolatamente vuoto.

 

***

 

Quando si svegliò, il mattino dopo, l'umore di Boruto non era migliorato. Nonostante fosse ancora molto presto, suo padre era già uscito e in cucina c'era solo la madre, intenta a preparargli la colazione.

Lo stomaco di Boruto gorgogliò rumorosamente, ricordandogli che era da quasi 24 ore che non toccava cibo.

Si gettò sulla sua ciotola di riso con voracità e la terminò in pochi, grandi bocconi.

“'azie, ma'!” bofonchiò a bocca piena, quando lei gli allungò una seconda porzione regalandogli uno dei suoi soliti dolci sorrisi.

“Per quanto tu possa essere arrabbiato con papà, cerca di scusarti e far pace con lui. Non sei il solo a soffrire in questa situazione” fu il suo saggio consiglio.

Boruto si rabbuiò, abbassando lo sguardo sulla ciotola mezza vuota. Ma se pensava che la sua giornata non poteva essere peggiore della precedente, si era sbagliato di grosso. Quando uscì di casa con l'intenzione di andare all'accademia, si trovò davanti Sasuke-sensei. Lo shinobi se ne stava in piedi lì ad aspettarlo esattamente nello stesso punto in cui lo aveva lasciato, come se non se ne fosse mai andato via dalla sera precedente.

“Vieni con me” si limitò a dirgli, prima di voltargli le spalle e incamminarsi.

“So andare all'accademia da solo! Non ho bisogno che mi accompagni anche lì!”

“Ma io non ti devo portare all'accademia.”

“Ah, no?” Boruto era spiazzato, ma si riprese in fretta. “Mio padre ha qualche altra punizione per me?”

“Ho una missione per te. L'Hokage ne è all'oscuro perciò stai zitto e sbrigati a seguirmi.”

Suo malgrado, cominciava ad essere incuriosito.




Angolo autrice:
Benvenuti a tutti quelli che hanno deciso di leggere il primo capitolo di questa fic! Spero che vi sia piaciuto e che vi abbia incuriosito abbastanza da farvi venire voglia di leggere anche il seguito!
Ringrazio in anticipo tutti quelli che vorranno recensire perchè la vostra opinione per me è preziosa e ringrazio soprattutto Nede, che ha indetto questo contest. E' stata una bella sfida scrivere di questo personaggio!
Sperando di ritrovarvi di nuovo tutti al termine del secondo capitolo, 
Ciao
manueos85

  
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