Storie originali > Storico
Ricorda la storia  |      
Autore: Loop    07/03/2009    7 recensioni
Alessadro Magno. E Efestione. E la notte prima della battaglia di Gaugamela. E com'è giusto che sia, l'attendibilità storica va a farsi benedire. Buona lettura guys.
Genere: Introspettivo, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Antichità greco/romana
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
al sorgere del sole
Al sorgere del sole





E' sempre stato affascinante, questo dolore che mi susciti.
La sensazione di averti sulla pelle, nella pelle, sotto pelle.
Il tuo talento nello sconvolgermi, che in fondo mi spaventa, come tutto ciò che di te non posso capire, e anticipare.
E quella luce strana nei tuoi occhi, quel bagliore dolce, morbido, l'azzurro limpido e terso dove posso affondare le dita.
La tua anima, la più grande contraddizione: bianca e nera, pura e inquinata, che si spande come le ali di un'aquila, che può amare, portare luce, oppure può distruggere nel più atroce dei modi.
Tu stesso, Alessandro, in ogni curva del tuo corpo, nello stesso colore delle iridi, sei una contraddizione.
Nell'essere il più ingenuo e dolce dei bambini, e il più distruttivo e crudele dei tiranni.
Mi confondi, Alessandro, in ogni tuo respiro io perdo il senso dell'orientamento, e finisco nei deserti della tua tristezza, o nelle oasi del tuo amore lacerante.
Ma la tua ambiguità non è divina, come credono i sacerdoti che hanno fatto di te un dio; sopra tutte le tue qualità, la tua incostanza è la più umana.
Come quando, nel pieno della battaglia, guardi negli occhi l'uomo che stai per uccidere, e soffri per lui, per la paura, il coraggio, la viltà che è scritta sul suo viso; e nel momento esatto in cui la tua spada fende la vita, riesci quasi a sentire la sua anima staccarsi dal corpo, la vita spegnersi come la fiammella di una candela, nel più assoluto silenzio.
Ma non per questo getti la spada: continui ad affondarla nella carne fragile, nel sangue pastoso, nella terra lorda, cosciente della distruzione che porti, desideroso di quella gloria che solo la barbarie può dare.
La guerra, dopotutto, è sempre stato uno dei tuoi giochi preferiti, ed io so quanto ti piaccia giocare pesante, quanto ami fare sul serio.
Me lo ricordano le cicatrici di quando eravamo bambini.
Sei un passionale, Alessandro, e questa sarà la tua rovina.
Gli istinti più bassi, per te, equivalgono e compensano le estasi più mistiche.
La tua anima è immensa, e tocca cielo e terra.
Tocca la vita e la morte, gli déi e gli uomini, che si prestano ai tuoi giochi perversi senza protestare, assecondando quella distruzione che porti nel cuore.
Cosa sogni, Alessandro, che il tuo viso si contrae così dolorosamente?
Dev'essere il vino, che disturba il tuo sonno.
Ma basta poco perché ti tranquillizzi: un tocco leggero, il calore di un altro corpo, un bacio, una carezza.
Come i bambini.
Domani, mio Alessandro, giocherai con Dario e la sua armata, come desideri tanto.
Ed io ti sarò accanto, per poter scorgere nelle tue espressioni il bambino che ora dorme, spaventato e eccitato dalla potenza che va a sbaragliare.
Come sei fragile ora, esposto alle correnti che ti percorrono le membra.
Come sembra tenera la tua pelle, questa pelle che poche ore fa era ancora l'oro forgiato di una statua del Phanteòn.
E com'è strano, sentire nel buio, i battiti lenti del tuo cuore.
Mi chiedo quanto ancora mi sarà permesso di ascoltarli.
Quanto tutto questo durerà.
Non ti voglio svegliare, ma ho bisogno di ascoltare il tuo cuore; ho bisogno di parlare con lui, di dirgli quanto mi manca, quanto vorrei che Alessandro mi lasciasse ascoltarlo più spesso.
E so che, anche soltanto una fibra di esso, vuole parlare con me.
Confidarmi le sue pene, i suoi affanni.
Mi appoggio, ma piano, a sfiorare appena con l'orecchio la tua pelle.
Però una ciocca di capelli mi è sfuggita, e solleticandoti ti sveglia.
Ritorni lentamente dai tuoi sogni violenti, ma sembra quasi un sollievo potertene liberare; schiudi gli occhi troppo poco perché possa intravederne il colore, schermato dalle ciglia.
E sorridi dolcemente, con la tenerezza che soltanto di notte posso vedere.
Una tenerezza nostalgica, di cui ho bisogno come l'aria.
Mi accarezzi la testa, e mi permetti di restare così, concedendoti un poco d'affetto, ora che tutti dormono.
Ah, Alessandro.
Il tuo respiro è seta e scure, la tua voce miele e fuoco.
“Non dormi?”
“Non ci riesco.”
“Domani è un grande giorno.”
“Domani arriverà troppo presto.”
“Hai paura?”
“Solo del sole che sta per sorgere.”
“Manca ancora molto, all'alba.”
“Il tempo scorre in modo diverso, la notte.”
“Il tempo scorre troppo veloce quando siamo insieme.”
“E' per questo che mi sembra ieri che giocavamo per i campi.”
“E' stato proprio ieri. Non ricordi?”
“Forse, è meglio non ricordare.”
“Forse.”
Potrei abbracciarti, potrei dirti che tutto va come deve andare, e niente di più.
E vorrei davvero, riuscire a rassicurarti.
Ma non sono sicuro nemmeno io.
E per questo mi stringo a te, e chiudo gli occhi.
Pregando che il sole si dimentichi di sorgere.


  
Leggi le 7 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Storico / Vai alla pagina dell'autore: Loop